E il tempo scivola via

By Maschera_di_fumo

23.7K 1.7K 1.6K

"๐˜š๐˜ช ๐˜ญ๐˜ข๐˜ด๐˜ค๐˜ช๐˜ข ๐˜ด๐˜ค๐˜ช๐˜ท๐˜ฐ๐˜ญ๐˜ข๐˜ณ๐˜ฆ ๐˜ท๐˜ช๐˜ข ๐˜ญ๐˜ข ๐˜ท๐˜ช๐˜ต๐˜ข ๐˜ต๐˜ณ๐˜ข ๐˜ญ๐˜ฆ ๐˜ฎ๐˜ข๐˜ฏ๐˜ช, ๐˜ค๐˜ฐ๐˜ฎ๐˜ฆ ๐˜ด๐˜ข๐˜ฃ๐˜ฃ๐˜ช๐˜ข ๐˜ต๐˜ณ๐˜ข... More

Premessa
Playlist
Dedica
Prologo
[...]
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32 (Prima parte)
Capitolo 32 (Seconda parte)
Capitolo 33 (Prima parte)
Capitolo 33 (Seconda parte)
Capitolo 34 (Prima parte)
Capitolo 34 (Seconda parte)
Capitolo 35
Capitolo 36 (Prima parte)
Capitolo 36 (Seconda parte)
[...]
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
[...]
Epilogo

Capitolo 3

748 71 35
By Maschera_di_fumo

Virginia era uscita in giardino, irritata. Non faceva altro che massacrarsi le sue mani curate e camminare da un lato all’altro, «Me la pagherà» borvottava.

«Virgi, stai bene?» chiese titubante la sua amica.

«Lo odio! Lo odio! Lo odio! Gliela farò pagare per avermi presa in giro davanti a Dean!» sboccò piena di risentimento.

«Adesso calmati, non è successo niente.»

«Non dirmi di calmarmi! Cosa faresti se qualcuno ti mettesse in imbarazzo davanti alla persona che ti piace?! Vai a fare la gatta morta con Joshua!» urlò con cattiveria.

Gli occhi marroni dell'interlocutrice si riempirono di lacrime, «Tu lo fai ogni volta. Non te l’ho mai detto ma a me piace Dean dalla prima superiore. Mi metti sempre in imbarazzo davanti a lui e mi sminuisci ma io resto sempre in silenzio.» confessò con voce tremante, «Sai che ti dico? Vai a farti fottere!». Corse via lasciandola sorpresa. Non le importava più, si era annullata, sacrificata per lei. Ed era stata ripagata con stizza e cattiveria, non lo meritava. Di questo ne era certa. Voleva andarsene da quella festa, ma era stata accompagnata da Virginia. Asciugò nervosamente le lacrime che avevano solcato il suo viso delicato, le mani tremavano nervose. Si guardò intorno.

«Wendy» una voce maschile la chiamò facendola voltare.

«Dean-», il ragazzo le prese gentilmente il viso e le labbra morbide si scontarono con quelle sottili del moro. Puzzava d’alcol, ma non le importava. Probabilmente si sarebbe pentito in futuro ma, in quel momento, ne valeva la pena. Avere almeno un bacio dalla persona che gli piaceva da anni e che piano piano si era trasformato in amore. Un silenzioso amore doloroso. Vederlo con altre ragazze e soprattutto con Virginia le aveva fatto male. Ogni sera quando tornava a casa, nella sua stanza, al sol pensiero delle calde lacrime le rigavano sempre quel volto dai tratti morbidi.

Il cuore del riccioluto Joshua si ruppe alla vista del suo amico baciare la ragazza di cui si era invaghito. Si era sempre fidato di lui, non gli importava se era sbronzo. Sapeva che, quando beveva, le sue azioni e le sue parole erano sempre sincere. Strinse i pugni fino a far sbiancare le nocche, il nodo alla gola si fece sempre più fastidioso. Doveva andarsene. Senza che nessuno lo vedesse, lasciò la festa, ferito.

Christopher stava esplorando velocemente ogni singola stanza della casa. Aveva interrotto un paio di coppiette che si stavano sbaciucchiando, dei ragazzi ubriachi che se la spassavano con dei giochi tipici come “il gioco della bottiglia” ed altri semplicemente sbronzi a festa iniziata da poco. Ma di Victor nemmeno l’ombra. Dove si era cacciato? Non poteva essere andato via, non era ancora mezzanotte. E se lo avesse fatto? In fondo lo conosceva da poco e lo aveva costretto ad accompagnarlo. Camminò lungo il corridoio del piano superiore, sovrappensiero, quando sentì dei strani rumori venire dal bagno. Aggrottò la fronte e si avvicinò a quella porta con l'orecchio teso. Anche se la musica era alta, poteva benissimo sentire qualcuno che tossiva forte e di continuo. Preoccupato spalancò la porta ma, alla vista dell’azzurrino, sgranò gli occhi, incredulo. Stava tossendo così forte che il viso era diventato bordeaux. Una mano stringeva la bocca mentre l’altra stringeva prepotentemente il tessuto della felpa nera a livello del petto. Dallo sforzo, delle lacrime solcavano prepotenti il viso dai tratti spigolosi di Victor. Gli occhi ambrati del biondo si scontrarono con il blu oceano, erano diversi dal solito.

«Chiudi… la… porta…» disse non riuscendo a smettere di tossire. Chris sembrò riscuotersi, imbambolato a scrutarlo. Chiuse velocemente la porta a chiave e si avvicinò titubante per accarezzargli delicatamente la schiena.

«Non so cosa stia succedendo ma, andrà tutto bene» lo tranquillizzò, preoccupato. E lo vide, il liquido carminio colare da quella mano che copriva le labbra mentre Price tentava di riprendere a respirare. Sembrava che l'ossigeno si rifiutasse di invadergli i polmoni, le gambe sembravano cedergli, White lo sorreggeva per non farlo cadere. Dopo alcuni minuti sembrò finalmente calmarsi. Il petto del ragazzo sembrò espandersi più del dovuto, riuscendo finalmente a riprendere il normale ritmo respiratorio.

Scrutò quella mano tremante e colorata di rosso. Eccoli, i primi sintomi. Per un attimo aveva creduto fosse solo un incubo. Ma era stato svegliato di soprassalto, buttato malamente giù dal letto e sbattuto in faccia la realtà.

«Vick» sussurrò il biondo continuando ad accarezzargli la schiena. Le pupille si sfiorano a quel contatto visivo.

«Suppongo tu abbia alcune domande da farmi», la voce risultò roca.

«Cos'era quello?» chiese mentre il teppista si lavava le mani.

«”Quello” cosa?»

«Sai di che parlo, non fare il finto tonto».

«Mi è andata di traverso la sigaretta», si asciugò le mani. Dopo aver portato lo sguardo sul ragazzo scettico sospirò. «Ho il cancro ai polmoni», ammise.

Il mondo sembrò crollargli addosso. Era uno scherzo? Se non lo avesse visto con i suoi occhi non ci avrebbe creduto. «D-Da quando?» balbettò incredulo.

«L'ho saputo quel giorno in ospedale, quindi relativamente poco.» si sedette a terra con la schiena appoggiata sulla porta. White lo imitò al suo fianco. «Sono agli inizi, dovrei incominciare a breve la terapia», aggiunse.

«Chi lo sa oltre me?»

«Il preside», aveva escluso i genitori di proposito? Il biondo si sentì in colpa per averlo trascinato alla festa con la forza. Si trovò ad osservare il pavimento piastrellato. «Hey! Prendi il lato positivo, con la cura cambierò acconciatura» scherzò.

«Non ironizzare sulla tua malattia, idiota!», riportò quelle iridi color ambra su quelle azzurro cielo.

«Se non lo faccio», alzò l'angolo della bocca nonostante quegli occhi ancora arrossati trasudavano tristezza, «Sono sicuro che crollerei».

«Lasciati andare, solo per questa sera. Rimarrà tutto in questo bagno, te lo prometto».

«Cosa vuoi che ti dica? Alla mia età dovrei solo pensare a divertirmi, al futuro… Mentre mi ritrovo a pensare alla morte, alla mia di morte. Non capiresti, ti limiti a vivere una vita vuota, superficiale, mentre dovresti goderti ogni attimo appieno. Vivere davvero, dare significato ad ogni cosa e crescere ad ogni errore. Buttarsi nella mischia, fare esperienze, notare i piccoli gesti. Non andare avanti per inerzia.»

«Come fai a dirlo?»

«Ti sei mai chiesto cos'è importante nella vita? Ti sei mai fatto domande su te stesso? Ti sei mai messo in discussione?».

«La vita superficiale è meno dolorosa» asserì secco il biondo.

«Il dolore fa parte della vita. Puoi dire di aver vissuto davvero?»

«Forse non ho trovato una ragione valida per farlo.»

«Si lascia scivolare via la vita tra le mani, come sabbia tra le dita. Il tempo sfugge sotto il tuo naso, non tornerà indietro. Tu che puoi, tu che non hai i minuti contati…» s’interruppe, boccheggiando. Un nodo alla gola gli impediva di mantenere un tono fermo, «Maledizione!» sbraitò coprendosi gli occhi con i palmi delle mani. Le lacrime stavano lottando per uscire mentre Price tentava di trattenerle.

«Fai una lista», affermò di punto in bianco attirando lo sguardo dell’altro. «Scrivi le cose che vorresti fare e ti aiuterò a completarla».

«Allora il tuo cervello non lo hai perso nel cesto delle noccioline al mercato», lo schernì mentre si asciugava.

«Ed ecco che ricominci», alzò gli occhi al cielo.

Victor si alzò da terra a fatica, «Proverò a stilarla, la lista della spesa». Gli tese la mano per aiutarlo ad alzarsi.

«Non scordarti di scrivere il pane», lo assecondò mentre si rimetteva in piedi. «Vuoi tornare a casa?»

«Si, domani devo alzarmi presto» ammise, «Pare che dovrai punzecchiarti da solo a scuola».

«Perché?»

«Domani non vengo, ho una visita» spiegò frettolosamente, vago, mentre apriva la porta del bagno. «Tu cosa vuoi fare? Ti porto a casa o torni con i tuoi amici?»

«Torno con te».

L'auto si fermò davanti al vialetto di casa White. «Principessa, siamo arrivati nella tua reggia» lo canzonò come al solito.

«Grazie Alfred.», lo chiamò riferendosi al maggiordomo di Batman.

«Sei un narcisista! Pensi di essere affascinante come Bruce Wayne?»

«Giusto, lo sono molto di più», entrambi scoppiarono a ridere. Era la prima volta che vedeva quello pseudo teppista ridere così. Ai lati della bocca si formavano delle leggere fossette mentre i suoi occhi azzurri brillavano come le stelle quella sera. La sua risata non era fastidiosa come si aspettava, era contagiosa. Le gote pallide si colorarono leggermente di rosa ed il naso con il piercing si arricciava. Rimase per un po' a guardarlo, imbambolato.

«Christopher, stai bene?» lo riportò con i piedi per terra.

«S-Si, tutto bene», balbettò leggermente imbarazzato distogliendo lo sguardo. Perché lo aveva fissato? Che gli era preso?

«Grazie», disse dopo aver poggiato il capo sul poggiatesta del sedile.

«Come? Victor Price che mi ringrazia? Se me lo avessero detto qualche giorno fa gli avrei riso in faccia».

«Ricordami di non farlo più, ora scendi o ti caccio a calci.»

«No, voglio sentirlo di nuovo!» lo supplicò.

«Scordatelo» si sistemò comodo sul sedile ed il biondo sbuffò arreso.

«Va bene, buona notte» strinse la maniglia dopo essersi tolto la cintura di sicurezza.

«Buona notte», fece per scendere ma si bloccò. Carpe diem, giusto? Si voltò di scatto e lo abbracciò d’instinto, lasciandolo interdetto. «Che stai…»

«Non lo vedi? Ti sto abbracciando, stupido.», sussultò al ricambiare dell’azzurrino. Era caldo, le sue mani sottili gli stringevano la vita delicatamente, come se quel gesto non gli appartenesse. Come se quella gentilezza non fosse la sua.

«Perché?» sussurrò vicino all'orecchio, dei brividi percorsero la spina dorsale di White.

«Perché mi andava e poi, sembrava ne avessi bisogno» sussurrò anche lui, stringendo leggermente la presa. «So che sono invadente ma, fammi sapere domani come va. Per qualsiasi cosa ci sono.» si staccò lentamente da quel contatto.

«Ci vediamo a scuola» asserì semplicemente.

Chris scese dalla macchina dirigendosi verso la porta di casa, inserì le chiavi e poggiò una mano sulla maniglia. Solo allora si voltò, e lo vide, che lo guardava, assicurandosi che entrasse in casa sano e salvo. Lo salutò con un cenno della mano ed un sorriso sincero, il biondino ricambiò. Entrò in casa e chiuse la porta alle spalle. Poggiò la schiena su di essa e sospirò, era felice. Si portò una mano sul petto, il cuore batteva più velocemente, che stesse per avere un infarto?

Continue Reading

You'll Also Like

17.9K 438 22
Alysia,una ragazza americana ma con origini italiane,abita in un quartiere ad Atlanta con la madre e con i suoi tre fratelli maggiori,Alex,Connor e M...
7.3K 751 21
Dinadan, principe del regno di Xazzynad, รจ pronto ad affrontare un lungo viaggio per poter conoscere parte importante del suo destino. Durante il per...
44.2K 3.8K 20
๐Ÿ“ŽQuesto libro รจ il secondo della "Trilogy of Secrets". Liam Donovan e Trevor Mulgrew. Alla fine, tutto si riduce a questi due nomi, piรน o meno. Liam...
4.1K 269 8
๐Ÿณ๏ธโ€๐ŸŒˆRomance MM ๐Ÿณ๏ธโ€๐ŸŒˆ โœจJulian รฉ il classico ragazzo per bene, tranquillo, pratico e volenteroso. Ha solo un difetto: ha un sogno. Un sogno che non...