E il tempo scivola via

By Maschera_di_fumo

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Premessa
Playlist
Dedica
Prologo
[...]
Capitolo 1
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32 (Prima parte)
Capitolo 32 (Seconda parte)
Capitolo 33 (Prima parte)
Capitolo 33 (Seconda parte)
Capitolo 34 (Prima parte)
Capitolo 34 (Seconda parte)
Capitolo 35
Capitolo 36 (Prima parte)
Capitolo 36 (Seconda parte)
[...]
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
[...]
Epilogo

Capitolo 2

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By Maschera_di_fumo

E si ritrovava a prepararsi per la festa, nella sua camera, con Dean al telefono. Visto che Christopher non era capace di tenere lo smartphone tra la spalla e l’orecchio, era accuratamente poggiato sul comodino con il moro in vivavoce.

«Fammi capire bene, sei corso via dalla mensa per invitare una persona alla festa di sta sera.» ricapitolò mentre il biondo si abbottonava la camicia nera, davanti al lungo specchio verticale.

«Esatto», rispose distratto.

«E questa persona è un ragazzo?», sembrava più un'affermazione che una domanda.

«Si» sospirò alzando gli occhi al cielo, anche se non poteva vederlo.

«Amico, non pensavo disprezzassi la susina. Ma tranquillo, non ho nulla contro i tuoi gusti.»

«Dean!» lo richiamò alzando leggermente la voce, «Non sono fan della banana!»

«Pensi sempre a questo ragazzo?», iniziò l’interrogatorio.

«Si»

«Ti senti stupido quando ci parli?»

«Si»

«Amico, sei bello che fritto!», White sospirò rumorosamente. Quelle domande non dimostravano proprio nulla. «Chi sarebbe questo ragazzo?»

«Victor Price», il silenzio regnò nella stanza e dall’altro capo dell'apparecchio per almeno un minuto. Fino a quando, Mcdaniel non ricominciò.

«Scusami, dev’essersi interrotta la linea, chi è questo ragazzo?» ripropose.

«Victor Price» ripeté, sedendosi sul letto.

«Non ho capito. Devo cambiare questo telefono di merda!»

«Hai capito bene»

«Ma cosa ti è passato in quella testa piena di porno?!»

«Hey! Qui il falegname sei tu!» sottolineò Chris. «Che male c'è se ho invitato Victor?»

«Quindi, fammi capire. Tu sei corso fuori dalla mensa per invitare quel teppista?»

«Dovresti comprarti uno di quegli apparecchi per le orecchie. Perché non chiedi a tuo nonno se te lo fa provare? Magari ti piace lo stesso modello» lo canzonò sarcasticamente.

«Sento puzza di guai. Ci vediamo lì.» concluse ancora un po' scosso dalla notizia.

La chiamata con il suo amico terminò, lasciandolo al quanto confuso e spaesato. Cosa voleva dire Dean? Non lo stava giudicando dall’apparenza? Price non lo aveva neanche sfiorato con un dito, anche se lui aveva forzato ogni conversazione. Cosa poteva fare? Non riusciva più ad ignorarlo, a non parlargli, a non punzecchiarlo, a non rispondere a tono a quelle frecciatine sarcastiche del teppista. Al solo pensiero, un sorriso solcò quel volto asciutto, senza neanche rendersene conto.

Scese velocemente le scale, si infilò il bomber all’ingresso «Io vado!» annunciò.

«Dove vai?» chiese lapidario, Charles.

«Va a casa di Nick» s’intromise la sorella, seduta sul divano a guardare un film romantico con la madre e la sua migliore amica Diana.

«Devo accompagnarti? Io dovrei andare a vedere la partita di Football con i miei amici» ammise il padre, guardando l'orario dal suo orologio da polso.

«No, mi vengono a prendere».

«Chi?» chiese Melanie, rimasta in silenzio fino a quel momento. Come poteva rispondere a quella domanda? Poteva dire che lo accompagnava un amico ma Vick non lo era.

«Victor», a quel nome Ellen per poco non si strozzò con la bevanda zuccherata che stava bevendo.

«Aspetta!» gridò voltandosi completamente, «Intendi Victor Price?! Quel Victor?!»

«La tua reazione non è un po' troppo esagerata? Comunque si.»

«Oddio, non posso perdermelo!» esclamò entusiasta, alzandosi repentinamente dal divano e trascinando Diana con sé. Il fratello alzò gli occhi al cielo, era sempre la solita.

«Tu rimani qui dentro.» asserì all’aprire della porta, «Mamma, Papà, io vado!»

«Fai il bravo, tesoro!» la madre,

«Comportati bene, Christopher!» il padre.

Quando il biondo uscì, trovò l’azzurrino ad attenderlo, appoggiato alla macchina a fumarsi una sigaretta. Si diresse subito verso di lui «Hey, Vick !», lo salutò. Aveva un semplice giubbino nero addosso con sotto una felpa nera, dei Jeans strappati solo alle ginocchia e delle converse.

«Hey, principessa! » lo schernì, «Chi sono quelle ragazze all’ingresso?» chiese indicandole con un cenno del capo.

«Quali ragazze?» si voltò, Ellen e Diana li osservavano. Sospirò rumorosamente «La ragazza bionda è mia sorella mentre la castana è la sua amica. Frequentano la nostra stessa scuola, hanno un anno meno di noi.»

Le scrutò attentamente per poi riportare l’attenzione sul ragazzo. «Andiamo Cenerentola, entra in macchina e stai attenta alle scarpette.» spense la sigaretta, salutò per educazione le due ragazze e salì nell’autovettura seguito da Chris.

«Adiamo Ambrogio» rispose mentre si allacciava la cintura di sicurezza. Degli occhi azzurri incrociarono i suoi color miele, un sorrisetto incrinò quelle labbra sottili.

Accese la vettura e partirono, in completo silenzio.

Il viaggio in auto fu imbarazzante. Nessuno dei due osava avviare una conversazione. O almeno, White avrebbe tanto voluto rompere quel silenzio ma non trovava alcun argomento valido.

«Alla festa», provò, «Ci saranno Dean Mcdaniel e Joshua Lloyd, i miei amici.»

«Quindi non saresti stato solo se non fossi venuto.» constatò Victor senza distogliere lo sguardo dalla strada.

«No ma avrei retto le candele».

«Quindi, fammi capire. Per non fare il terzo incomodo hai portato me anziché una ragazza? Così mi stai dando segnali contrastanti» se ne uscì, ridendo.

«A me piace la susina!» provò a giustificarsi.

«Mi dispiace deluderti, l’ultima volta che ho controllato posso dirti di esserne sprovvisto».

«Ma non mi dire» alzò gli occhi al cielo.

«Ti ho sorpreso» rispose sarcasticamente.

Parlare con lui non era difficile come pensava. Non si comportava da duro, tantomeno da teppista come dicevano quelle voci di corridoio. Adesso, era curioso di scoprire quante di loro erano false. “Non giudicare un libro dalla copertina”, era proprio vero.

Arrivarono finalmente a casa di questo fantomatico Nick. Dalla sua enorme dimora si poteva già sentire la musica che arrivava loro ovattata.

«Bene Cenerentola, andiamo via prima di mezza notte?» domandò sarcastico mentre scendeva dall’auto.

«Io proporrei le due del mattino»

«Io ti proporrei una bella camminata verso casa alle due del mattino», rispose calcando l’orario.

«Stai dicendo che mi lasceresti a piedi?»

«Non ti facevo così perspicace». Ok, in quel momento era davvero odioso.

«Ma la festa inizia a scaldarsi verso l’una» provò a giustificarsi Christopher.

«Vorrà dire che ti scalderai una seconda volta con una bella passeggiata», il biondo si affiancò a lui mentre si dirigevano alla porta.

«So che ti avevo detto che non ti avrei posto domande ma, ti piacciono le feste?»

«Non particolarmente», era stato molto vago.

Chris suonò il campanello. «Allora ti farò cambiare idea, questa sera ti divertirai così tanto da non voler andare via.»

Il teppista alzò un sopracciglio, scettico. «Sei troppo sicuro di te»

«È una mia virtù»

«Rimarrai deluso»

«Non parlare troppo presto», la porta si spalancò interrompendo quel piccolo battibecco.

«Hey Chris! » lo salutò, Nick. Poi poggiò lo sguardo sul suo accompagnatore, «Victor Price, è un piacere conoscerti! Entrate e divertitevi!» e con questo li abbandonò per tuffarsi tra la folla.

Erano dentro, ancora all’ingresso, il biondo cercava tra la folla le figure familiari dei suoi amici. Tutti gli invitati ballavano nell’enorme salotto open space. Alcuni ragazzi pomiciavano sulle scale e verso destra si poteva intravedere la cucina.

«Dove sono i tuoi amici?» chiese con tono di voce più alto per sovrastare la musica ad alto volume.

«Penso siano in cucina, qui non li vedo», iniziò a sgomitare tra la folla seguito dal teppista, il quale, non sembrava essere nel proprio ambiente naturale. Erano tutti lì, con un drink alcolico tra le mani. Il castano riccioluto Joshua, il moro dagli occhi cerulei Dean, la ragazza dai capelli biondo platino Virginia e la ragazza dagli occhi color cioccolato Wendy.

«Hey ragazzi!» si diresse verso di loro.

«Hey Susie!» lo salutò Dean, riferendosi alla chiacchierata avuta prima al telefono.

«Chris!» rispose Josh, ma si bloccò sul posto quando vide che il suo amico non era solo. Le ragazze, voltandosi per il medesimo motivo, rimasero pietrificate.

«Ciao Josh!» gli sorrise, ignorando la loro immotivata reazione esagerata. Dopo aver salutato anche le ragazze, iniziò le presentazioni «Vick, loro sono i miei amici di cui ti ho parlato. Joshua, Dean, Virginia e Wendy» esplicò indicandoli al nominarli. «Ragazzi, lui invece è-»

«Victor Price», lo interruppe Perez, «Lo sappiamo tutti chi è».

«Soprattutto tu, visto che ci sei andata a letto» se ne uscì, senza volerlo, Wendy. Si tappò immediatamente la bocca mentre la diretta interessata la uccideva con lo sguardo.

«Quindi sei tu la ragazza che ha messo in giro questa voce.» constatò l’azzurrino.

«Aspetta, non è vero?» chiese il moro aggrottando la fronte.

«Mi ricordo che è venuta a parlarmi proponendomi “una notte piena di passione” ma, ricordo anche che le ho detto che avrei preferito gattonare sui cieci.»

«Provami che mi hai rifiutato.» insistette la bionda.

«Io non devo provarti proprio nulla, sai benissimo com’è andata.» poi si voltò verso il suo accompagnatore, «Ma che ragazze frequenti?»

I ragazzi scoppiarono a ridere mentre Virginia se ne andava inviperita, seguita dal suo cagnolino.

«Non mi aspettavo fossi così simpatico» disse Dean stringendogli una spalla.

«Io volevo provarci con Wendy» ammise sconsolato il riccioluto.

«Mi dispiace, ma potresti fare la parte del ragazzo gentile e andare a parlarle» esplicò risoluto Price, indicando con il pollice la direzione dove erano scomparse.

«Giusto, Grazie!» si passò le dita tra i capelli per aggiustarseli.

«Ma ti vedi? Che narcisista» lo punzecchiò Chris e quando lo vide aggiustarsi anche il cavallo dei pantaloni, «Che tocco di classe» continuò sarcastico.

Dean scoppiò a ridere mentre Victor sorrise divertito.

«Ditemi “buona fortuna”» e senza attendere risposta si diresse verso quell’affollamento di persone che iniziavano ad essere, la maggior parte, ubriaca.

«Bene, noi divertiamoci!» esclamò entusiasta Mcdaniel mentre metteva le braccia sulle spalle dei due e li trascinava verso le birre fresche.

White stava ballando tra la folla con una bottiglia di birra in mano mentre una ragazza ci stava provando con lui. Gli accarezzò il petto e gli si avvicinò alle labbra ma la bloccò. L'immagine di Victor gli aveva invaso la mente. Come poteva pensare a lui in quel momento? Perché mentre stava per baciare una ragazza? A proposito, dov'era? Si guardò intorno ma di lui non vi era alcuna traccia. Che lo avesse lasciato lì? Ma non era ancora mezzanotte. Dove diavolo era finito?!

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