La caffetteria, essendo sabato mattina, è un po' più affollata del solito. Resto ferma, davanti una delle vetrine, a pensare se dovrei entrare oppure aspettare fuori Cassandra. Scelgo di varcare la soglia, così da cercare un tavolo dove sederci e parlare, mentre beviamo qualcosa. Il locale sembra quasi diviso in tre parti: vicino all'entrata, sugli sgabelli alti o in piedi, sorseggiano il caffè dei vecchietti e un paio di dipendenti di qualche studio legale nelle vicinanze. La seconda parte di clienti, concentrata al centro della grande sala dalle mura arancioni, è costituita prevalentemente da ragazzi che chiacchierano e fanno colazione insieme, ridendo come se non ci fosse un domani. Mi chiedo se io riuscirò mai ad essere come loro: felice e spensierata con un gruppo di amici che mi vuole bene e mi fa sentire a mio agio. Non mi va di farmi assalire dalla tristezza dettata dalla consapevolezza di non poter avere ciò che tanto mi piacerebbe quindi fingo di non pensarci mentre sposto il mio sguardo verso la zona più tranquilla di Waves, in cui le parole d'ordine sono famiglia, bambini e giocattolini a forma di dinosauro. Individuo un tavolo libero e mi siedo, in attesa della mia nuova compagna di scuola.
<< Ciao, Nina>> Dan si avvicina
<< Ehi >> mi alzo per salutare il mio amico
<< Era da un po' che non ti vedevo, tutto bene? >>
<< Già, è stato un periodo un po' particolare ma si. Mi dispiace che non ci frequentiamo più come prima >> affermo triste
<< A chi lo dici, qui purtroppo mi tengono impegnato sempre. A fine giornata non riesco a pensare ad altro se non a frappè e ciambelle >> ridacchia
<< Dovremmo uscire, non appena hai una serata libera >> propongo
<< Mi piacerebbe tantissimo! >>
Vedendo che mi guardo intorno, mi chiede: << Aspetti qualcuno? >>
<< A dire il vero si, c'è una nuova ragazza a scuola e l'ho invitata qui visto che è arrivata da poco in città >>
<< Capisco. Mi stanno chiamando, quando vuoi ordinare dimmi pure >> annuisco e lui torna a lavorare.
Cassandra ci sta mettendo davvero molto ad arrivare, non si sarà mica persa? Prendo il cellulare e le invio un messaggio.
"Sono qui ;)"
<< Guarda a dove metti i piedi! >> sento urlare alle mie spalle. Mi volto.
Una ragazza alta circa un metro e settanta, dai capelli rossi e gonfi, e un paio di occhiali da sole cammina verso di me sorridendo.
<< Scusami per l'attesa, Nina. Orientarsi in questa città non è tanto facile! >> mi abbraccia
<< Figurati Cassandra, sono appena arrivata anche io. Spero non ti dispiaccia che abbia già preso un tavolo >>
<< Scherzi? Qui è perfetto. Ah, comunque chiamami Cassie >> si siede di fronte a me, togliendosi la giacchetta di pelle rossa che indossava
Afferra tra le mani il menù, iniziano a sfogliarlo << Allora, cosa vogliamo ordinare? >>
<< Io prendo sempre il frullato ma oggi ho voglia di cambiare >> ridacchio
<< Bene, che ne dici di un bel caffè corretto? >> propone
<< Oh, pensavo al latte di soia >>
<< Come vuoi. Cameriere! Cameriere! >> agita le braccia, facendomi ridere
<< Qui non c'è bisogno di chiamarli così, basta suonare questo campanello >> le indico il tasto sul lato del tavolo
<< Wow, originale >> lo pigia due volte
<< Ora sul loro schermo è arrivata la nostra notifica, tra poco qualcuno arriverà per prendere l'ordinazione >>
<<Ma è fantastico! Già adoro questo posto!>>
<< Allora, che te ne pare della città? >> le chiedo
<< Ad essere onesta, non ho ancora avuto l'opportunità di visitarla attentamente e scoprire quali sono i luoghi frequentati dai ragazzi però non vedo l'ora di andare a scuola, soprattutto ora che ho già un'amica >> mi sorride e io faccio altrettanto
<< Dimmi, ci sono molti ragazzi carini? >>
Non so come rispondere << Beh, dipende da cosa intendi per 'carini' >>
<< Oh, che stupida, non ti ho chiesto prima se sei fidanzata >> afferma
<< Tranquilla, non lo sono >> ridacchio
<< Bene, quindi sei libera di guardare con me >>
Annuisco << Qualche ragazzo carino c'è, tipo quello che sta arrivando >> alzo gli occhi verso Dan che, poco dopo, è vicino al nostro tavolo
<< Ragazze, cosa posso portarvi? >>
Cassandra mi fissa mentre fa l'ordine e il mio amico torna dentro a prepararlo.
<< Non male il cameriere sexy >>
<< Si chiama Dan ed è stato la mia prima cotta alle elementari >> le spiego
<< Come biasimarti, con i bellissimi capelli che ha e il suo fisico da atleta >>
Restiamo a parlare del più e del meno mentre gustiamo le nostre bevande, ridendo di tanto in tanto e godendoci quella strana sintonia che si è creata sin dall'inizio. Una volta finito, paghiamo e usciamo da Waves.
<< Sono molto felice che tu sia stata la prima persona che abbia conosciuto in questa città >>
Le mie labbra si schiudono in un grande sorriso << ed io la prima ad aver conosciuto te >>
<< Raccontami un po' della tua vecchia scuola >> la esorto, pur cercando di non essere troppo invadente
<< Beh, non c'è molto da dire. Avevo degli amici e la mia media era buona, il pomeriggio lo trascorrevo al campo da tennis e spesso organizzavo delle feste a casa mia... >>
La blocco << Giochi a tennis? >>
Annuisce
<< Ho sempre voluto imparare a giocare! >> esclamo e saltello di gioia quando mi dice che mi insegnerà con piacere
<< Insomma, conducevo la vita di una normale adolescente finché, un bel giorno, mia madre si presentò a casa mia, annunciando a me e mio fratello che l'indomani saremmo saliti sul primo aereo per Riverside perché la zia ci aveva lasciando un ingente porzione di eredità che comprendeva una casa con piscina e altri possedimenti >>
<< Caspita, che storia!>>
<< Già >> ridacchia
Continuiamo a dialogare piacevolmente fino a quando, improvvisamente, Cassandra si ferma davanti un cancello all'apparenza molto artistico, che nasconde una villa i cui colori dominanti all'esterno sono rosso corallo e bianco. Di fronte si estende un'enorme piscina azzurra e l'acqua, sotto il sole, assume dei riflessi giallastri accecanti.
Questa è davvero una delle meraviglie più belle che io abbia mai visto!
<< Siamo arrivate a casa mia >> annuncia con nonchalance
<<C-cosa? Tu vivi qui? >> domando
In tutta risposta estrae dal giubbotto rosso in pelle un mazzo di chiavi ed apre il cancello, allungando il braccio per farmi cenno di entrare.
L'erba sotto i miei piedi, tagliata quasi seguendo un criterio di misura, è perfetta e di un verde splendente. Il resto del giardino è colorato e decorato da palme e cespugli di fiori, le cui sfumature sono un vero miracolo per gli occhi. Il tocco grazioso, poi, è aggiunto dalla presenza di statuette in marmo, alcune delle quali accompagnano la fuoriuscita di acqua.
<< Ti va di fare un giro? >>
<< Eccome! >> Esclamo entusiasta
All'interno è ancora meglio di come ci si aspetta. Lo sbrilluccichio dei lampadari pendenti e le ampie scale preannunciano il grande stile con cui è stato arredato l'edificio: il lusso.
Durante tutto il tour, che sembrava non finire più, mi sono sentita come in un episodio di quel programma di agenti immobiliari alla riscossa. Sono sollevata quando Cassie mi invita ad entrare nell'ultima stanza, la sua.
<< Fa come se fossi in camera tua, io vado a prendere qualcosa da mangiare >>
Non appena la porta si apre, il suo mondo mi cattura. Non c'è traccia di poster di band rock, come avevo immaginato, ma il colore rosso audace delle sue pareti non mi sorprende. Dei quadri astratti ornano la stanza e numerose foto con animali o quelli che suppongo siano gli amici che aveva a Miami. Osservando attentamente noto nella gran parte delle immagini la presenza di un ragazzo davvero bello. Mi trattengo dal chiedere chi sia, limitandomi a guardare i suoi meravigliosi capelli biondi che fanno combo con degli occhi azzurri da paura. Allungo la mano, toccando i lineamenti di quel viso letteralmente perfetto
Wow, perché improvvisamente sento voglia di volare a Miami?
<< In effetti sono venuto davvero bene in quella foto >> una voce alquanto profonda tuona alle mie spalle
Mi giro lentamente.
Il ragazzo che mi parla è alto, ha i capelli quasi biondo platino, delle lebbra carnose e due occhi che sembrano stati ricavati interamente dal ghiaccio che, con un solo sguardo, sarebbero capaci di stregare anche la più furba delle ragazze.