bella come quel goal || Feder...

By turimaniwp

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Dalla storia: "Ne ho fatta di strada per averti e ora che sei mia non voglio perderti" mi sussurra all'orecch... More

capitolo 1
capitolo 2
capitolo 3
capitolo 4
capitolo 5
capitolo 6
capitolo 7
capitolo 8
capitolo 9
capitolo 10
capitolo 11
capitolo 12
capitolo 13
capitolo 14
capitolo 15
capitolo 16
capitolo 18
capitolo 19
capitolo 20
capitolo 21
capitolo 22
capitolo 23
capitolo 24
capitolo 25
capitolo 26
capitolo 27
capitolo 28
capitolo 29
capitolo 30
capitolo 31
capitolo 32
capitolo 33
capitolo 34
capitolo 35
capitolo 36
capitolo 37
saluti

capitolo 17

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By turimaniwp

Aprire gli occhi con la consapevolezza di dover chiarire una questione più grande di te...
La voglia di tirar via le lenzuola, rifare il letto e affrontare la giornata era sparita nel nulla.
Era tardi e il sole era sorto da parecchio. Mancava poco all'ora di pranzo e gli azzurri dovevano aver già seguito il primo allenamento della giornata.

Scendere al piano terra e andare nella sala da pranzo con il rischio certo di trovare Matteo e Federico che occupavano le sedie della tavola dove mangiavamo da quando ci trovavamo a Coverciano per gli europei 2020 era dura.
Volevo potermi tirare indietro, volevo sparire.

Mi odiavo, perché infondo sapevo che il bacio dato a Chiesa non era stato solo uno stupido scherzo dell'alcol. Tra noi due era nato qualcosa che non si poteva descrivere a parole.
I nostri occhi ne davano la prova; guardandolo mi perdevo nel marrone delle sue pupille e nessuno mi poteva sottrarre a quel posto.

Il 14 della nazionale non era bello ma aveva quel famoso 'non so che', allo stesso modo di Chandler Bing nella serie tv di netflix 'Friends'.
A contraddistinguerlo dalla massa erano l'aspetto da bravo ragazzo e il naso che, esteticamente simile ad un becco d'aquila, gli calzava a pennello. Il suo sorriso sincero mi migliorava la giornata e vederlo in campo durante le partite mi emozionava.

D'altro canto 12 della nazionale mi aveva restituito una parte del mio passato che avevo perso. Per merito suo avevo avuto la possibilità di rivivere attimi della mia adolescenza di cui era svanito il ricordo. Il nostro legame aveva resistito allo scorrere del tempo e non potevo negare di averlo amato e di amarlo tutt'ora.

Possibile che le mie scelte sentimentali dovessero essere sempre complicate?
Potevo avere due presenti diversi: quello con Pessina mi garantiva di conservare il passato, quello con Chiesa di puntare sul futuro.

Era ora di pensare all'avvenire mettendo da parte l'accaduto o serviva l'esperienza passata per poter affrontare i prossimi anni?

"Ciao" la voce proviene da Federico, "Io volevo parlarti" afferma timidamente. Lo interrompo "Scusami per ieri sera, comunque parliamo dopo se per te non è un problema". Annuisce in segno di comprensione e fa qualche passo indietro per allontanarsi.

Il mio primo pensiero è Matteo in questo momento, gli avevo fatto del male e mai se lo sarebbe meritato. Devo porgli delle scuse e riflettere sul da farsi. Non so prendere una decisione in autonomia ed sapere la sua opinione potrebbe essermi utile.

Quello che fino a ieri era a tutti gli effetti il mio ragazzo è vicino alla porta-finestra che conduce in giardino; ha la schiena poggiata sullo stipite, il capo rivolto verso la parte esterna dell'hotel.
Tiene le mani sul telefono e digita dei tasti sullo schermo. È fermo e solo da diversi minuti e non distoglie lo sguardo dal dispositivo.
Muovo i piedi nella sua direzione e più vado avanti, più ho l'impressione di sprofondare.

Prendo boccate d'aria per restare tranquilla anche se so già che non appena aprirò bocca la mia voce tremerà e le mie gambe con essa.
Le mie scarpe finiscono su un rametto di legno che scricchiola e attira il 32 dell'Atalanta.
Lui si volta per capire la sorgente di quel rumore e finisce per incontrare i miei occhi.
Nel vedere i suoi, che quando cascavano nei miei erano carichi di gioia e luccichio, spenti e arrossati mi ritrovo sull'orlo del pianto. Sono io la ragione della sua sofferenza, sono io che ho spento il bagliore che emanavano i suoi occhi.

Apro bocca per avviare la conversazione ma non mi concede di parlare "Non voglio parlarne Viviana". Si sposta verso una panchina di ferro arrugginita e prende posto, io faccio lo stesso.
Slitta verso l'estremità della panchina per limitare il contatto e perché il sentimento è ancora molto vivo fra noi due.

Fa resistenza, "Non posso affrontare la discussione che vorresti avere con me. Non ho metabolizzato a pieno ciò che è successo ieri sera e non mi sento neanche in forma. Vivi non sai quanto male che mi hai arrecato, ora se parlassimo potrebbe sfuggirmi qualche frase che non penso e che non ho intenzione di pronunciare" le prime lacrime riprendono la corsa, sembra che facciano a gara per chi arriva prima in terra dopo aver rigato il viso di Teo.

"È colpa mia se stai così, sono stata imprudente e forse quelle 'parole che non vorresti mai dire' meriterei di sentirle" anche se farebbe tanto male detto da te, caro Matteo.
L'amore alcune volte gioca brutti colpi, altre volte non è minimamente sufficiente per non far spezzare il legame di due giovani, o adulti.

Non reagisce alle mie parole, lo osservo e non fa nulla. Lo schermo del telefono è bloccato proprio come lui e non capisco se lo faccia per allontanarmi o perché non sa che comportamento assumere di fronte a me.
"Matteo fai qualcosa ti prego... Spingimi via, urlami contro, non mi aspetto il tuo perdono perché quello che ho fatto è grave e me ne rendo conto ma saperti triste mi distrugge" era lui la fonte della mia felicità e adesso io, che sono stata in grado di prosciugarla in men che non si dica, ne sto pagando le conseguenze.

Giro la testa a destra e sinistra in cerca di qualcuno, di qualcosa, di un punto di appoggio, ma non trovo niente di tutto ciò. Mi alzo in piedi e cammino nervosamente avanti e indietro, contemporaneamente strofino le mani contro il mio viso come se questo gesto potesse scacciare via il panico ed il problema.
Le gote si infiammano sul mio volto e le sento bruciare, pare di stare all'inferno.

Ritorna incessante il ricordo della serata, quel bacio frutto di un sentimento nascosto e soffocato che era riemerso di colpo dagli abissi e lo sguardo smarrito del centrocampista Bergamasco. E più provo a tirar via quelle immagini più queste si fanno nitide nella mia testa. Sento di aver perso ogni cosa, persino la speranza che dovrebbe essere l'ultima a morire.

"Non posso..." non puoi?

"Che significa?" chiedo.

"Non posso più starti vicino" ha il respiro tremolante, "Saperti accanto a me e non considerarti mia fa troppo male, vorrei che nulla fosse successo però non posso negare la realtà e non posso neanche sorvolare sopra la cosa".

Ho bisogno di reggermi, di un sostegno.
Torno ad occupare un posto sulla panchina e mi siedo in modo tale da poterlo avere di faccia. Esamino i suoi gesti, le sue frasi, le sue espressioni e intanto le mani tremano senza controllo. Sento che tutto quello che avevo costruito mi sta crollando addosso. Non so dove buttare gli occhi, vedere lui mi fa soffrire.

Comprendo il suo punto di vista ma come spiegazione non mi basta e mi servono risposte ad alcune domande "Non è il momento migliore per chiederlo ma si era già presentata una situazione simile anni fa?".

Tace a lungo e poi annuisce. Il mio cuore va letteralmente in frantumi come se improvvisamente fosse diventato un vaso di porcellana. "Non è la prima volta che mi tradisci ma non ce ne saranno altre, la storia tra noi è giunta al capo linea".

Le lacrime cadono pesanti dai miei occhi e bagnano la mia maglia, i miei pantaloni, le mie mani. Provo ad asciugarle e a smettere di piangere invano. Il dolore che provo non si può trasmettere a parole e anche se sono io ad aver commesso un errore forse sto più male di lui.

"Sei una ragazza di fuoco e sapevo che mi avresti bruciato. Non ci ho pensato due volte quando mi si è apparsa davanti l'occasione perfetta per riaverti. Purtroppo però tu non sarai mai mia e noi non avremo il futuro che io sogno con te, il mio amore non basta per entrambi.

So già che non ti dimenticherò mai Viviana, perché una ragazza come te non si può scordare e ogni momento, ogni minuto trascorso insieme a te rimarrà indelebile nella mia mente. Ho provato a non immaginare un futuro con te ma non ci sono riuscito perché l'amore che provo per te va persino oltre i limiti dell'universo.

Neanche un bacio dato ad un altro ragazzo sotto il mio sguardo può cancellare o affievolire i sentimenti che provo nei tuoi confronti, ma la rabbia e il dolore che mi hai provocato... Non posso trascurare nemmeno quelli. Tra noi è finita, mi dispiace. Sappi solo che io non smetterò mai di amarti e ricordarti".

No, non può finire così tra noi. Stiamo male entrambi, qualcosa dovrà significare, vero?
Io ti amo e tu mi ami, cosa c'è che non va?
Quello che provo per Federico, c'è questo che non va. Purtroppo pur non volendo non posso evitare di provare attrazione verso l'attaccante che indossa il 22 sulla maglia bianconera.

"Non volevo che finisse così la nostra relazione, spero che un giorno potrò riparare al danno compiuto. Rispetto la tua decisione pur sapendo che farà male da morire vederti con qualcun'altra che non sia io... Ti amo Matteo"

Dopo aver sentito ciò che avevo da dire commenta con "Non ci sarà un altra" e se ne va in sala da pranzo ad attendere la cena. Mi sento vuota senza Pessina che mi ronza intorno riempiendomi del suo affetto. Non accetto ancora che sia finita. Il tempo sarà al mio fianco durante il processo di metabolizza zio e con esso anche Chiesa sarà presente. A quanto pare il calciatore Juventino è deciso a non cedere e ad avere un colloquio con me.

Non sono intenzionata a concederglielo.

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