(Ri)trovarsi 2, quando da sol...

Alis_Wonder द्वारा

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!!SEQUEL DI: (Ri)trovarsi, quando da soli non bastiamo.!! Alyssa e Blake sembrano destinati a non riuscirsi m... अधिक

Primo capitolo.
Capitolo 2.
Capitolo 3.
Capitolo 4.
Capitolo 5.
Capitolo 7.
Capitolo 8.
Capitolo 9.
Capitolo10.
Capitolo 11.
Capitolo 12.
Capitolo 13.
Capitolo 14.
Capitolo 15.
Capitolo 16.
Capitolo 17.
Capitolo 18.
Capitolo 19.
Capitolo 20.
Capitolo 21.
Capitolo 22.
Capitolo 23.
Capitolo 24.
Capitolo 25.
Capitolo 26.
Capitolo 27.
Capitolo 28.
Capitolo 29.
Capitolo 30.
Capitolo 31.
Capitolo 32.
Capitolo 33.
Capitolo 34.
Capitolo 35.
Capitolo 36
Capitolo 37.
Capitolo 38.
Capitolo 39.
Capitolo 40.
Epilogo.

Capitolo 6.

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Alis_Wonder द्वारा

Alyssa POV

Ci sono alcuni momenti nella vita che definiscono ciò che siamo, o chi vorremmo diventare. Ricommettere gli stessi errori significa accettare la possibilità di rivivere nel futuro, la delusione del presente.
C'è una cosa che ho capito crescendo, imparare a fare un passo indietro rispetto i propri sentimenti è il gesto migliore per rispettarsi, a volte. Saper scegliere chi perdonare è, la chiave per evitare di vivere nelle stesse illusioni.

Coesistere con la paura di ripetere la sofferenza già vissuta è l'errore più grande da commettere, soprattutto verso chi non ha cercato di essere all'altezza del tuo mondo. Non si può cercare di comprendere le difficoltà di un'altra persona se alla base non c'è il reciproco desiderio di mettersi a nudo, c'è un tempo per aspettare e un altro per rassegnarsi che ciò non avverrà mai.
Mettersi in gioco nelle mani di qualcuno è il rischio più grande da correre perché la gente sa esattamente dove colpirti a quel punto, e non tutti possono permettersi un azzardo così grande. Chi vuole, allo stesso tempo, correre il pericolo di mettere a repentaglio tutto ciò che è riuscito a costruire per inseguire un amore impossibile, non può rimanere ancorato a delle sensazioni non contraccambiate.
Restare sospeso nel limbo della speranza ti porta a domandarti se ne è valsa la pena, aspettare il cambiamento di una persona che non è disposta a spendere il suo tempo per te. Perché qualcuno che non lotta contro i propri limiti non sarà mai all'altezza di combattere per averti.
Ecco perché tirarsi indietro non può essere sbagliato.

Così, mentre mi ritrovo ad un passo dalla mia più grande tentazione decido di ritirarmi, ignorando tutte le sensazioni che mi spingono invece verso Blake.
Evito i suoi occhi, mi libero dal suo tocco ma non dal senso di oppressione all'altezza del petto. Rimaniamo semplicemente immobili, mentre tutto intorno diventa un contorno silenzioso. Ma nessuna parola esce dalla sua bocca, ancora una volta.

Sento il suo sguardo penetrarmi ovunque e il senso di calore impossessarsi della mia pelle, come se le sue mani stessero tracciando ancora l'unico confine che abbiamo mai condiviso insieme. È qualcosa di potente e contrastante, il modo in cui lo percepisco così vicino ma allo stesso tempo infinitamente distante da me.
Sono sembrati infiniti i giorni in cui non ci siamo più osservati, ma ancor più lunghi sono stati quelli in cui la sua assenza accompagnava lo scandire dei secondi. È quasi impossibile credere di dividere lo stesso spazio, ora che ci siamo di nuovo sfiorati. Lottare contro la voglia di toccarlo e di parlargli supera qualsiasi altro divario che ho imposto, impossibile da cucire in questo momento, e la difficoltà nel conservare questa lontananza mi fa rendere conto di come Blake, sia diventata la mia più grande debolezza.

Ho commesso lo sbaglio di fidarmi dei suoi occhi e delle parole non dette per tutto il tempo in cui ci siamo toccati, ho intravisto un'altra realtà quando mi ha concesso di sbirciare oltre il muro dei suoi confini e, a differenza delle sue convinzioni, ne ho osservato l'umanità che pensa di aver perso. Ma non può più bastare, non dopo ciò che ha fatto, e io devo prendere le distanze dall'influenza che senza rendersene conto mi farebbe di nuovo cedere negli stessi peccati.
Mi abbandono al desiderio di osservare un'ultima volta il suo sguardo, prima di girarmi e andare più lontano possibile dal suo corpo.

Chiudo la porta alle mie spalle quando esco da un uscio d'emergenza, sedendomi sulle scale di metallo che conducono al marciapiede della via laterale. Il calore del respiro crea una condensa di vapore che si disperde rapidamente nell'aria e mi accorgo, solo quando inizio a tremare, di essere uscita senza prendere la giacca.
<<Prendi questo, non vorrei vederti morire di ipotermia proprio stasera.>>
Mi metto in allerta quando sento una voce provenire dalle mie spalle immersa nel buio. Assottiglio lo sguardo per adattare gli occhi alla poca luminosità e ne riconosco il volto di Nathan che sta reggendo tra le labbra qualcosa di simile ad una sigaretta mentre allunga una mano nella mia direzione per passarmi un giubbetto nero.
Lo accetto senza contraddirlo perché il vestito che indosso non riparerebbe dal freddo neanche se improvvisamente si allungasse di venti centimetri.
<<Stavo pensando d'ibernarmi in realtà. Anche tu sei fuori per lo stesso motivo?>>
Sorrido per l'assurdità di questa conversazione quando Nathan si avvicina per sedersi poco distante da me. Ora che ne posso osservare più attentamente i lineamenti, noto gli occhi contornati dalla stanchezza e l'aspetto spento di chi vorrebbe solamente allontanarsi per qualche ora dai problemi. Non posso fare a meno di domandarmi se tra questi ci sia anche Blake, o se ne sia lui stesso la causa, ma vederlo in queste condizioni mi fa intuire che questi giorni non sono stati facili.
<<È stata solo una giornataccia oggi e volevo fumare senza altre persone che avessero il mio stesso intento.>> Gli occhi fissano semplicemente il tabacco acceso. Si limita con movimenti quasi meccanici a finire la cartina senza aggiungere altro mentre lo sguardo si distacca lentamente dalla realtà, isolandolo nei suoi pensieri.

So cosa significa a volte aver solo bisogno di stare da solo, sentire la necessità di staccarsi da tutto il resto per riflettere o, al contrario, non ascoltare più la voce di nessuno, neanche di sé stesso. Capita quando alcuni momenti ci si ritrova estremamente stanchi, quando l'esigenza di respirare senza essere travolto dalla preoccupazione diventa quasi un'urgenza per sopravvivere. Nessuno può capire davvero cosa celano un paio d'occhi o un sorriso di circostanza, chi si trova da solo a contrastare una tempesta può essere travolto o rimanere paralizzato cercando di salvarsi.
E in questo momento Nathan sembra essere incapace perfino di rialzarsi.
<<Che succede?>> Tocco la sua spalla per cercare di riaverlo qui.
Se c'è una cosa che ho capito dal diavolo incantatore e suo cugino è il fatto che quando ascoltano le loro voci, non riescono più a riconoscerne altre. Non ho avuto la fortuna di ricondurre Blake da me, nei momenti in cui solo il buio sembrava inghiottirlo, i suoi occhi erano capaci di non osservare altro intorno fino a quando non si accorgeva della distanza che aveva percorso dal presente. È come se il mondo assumesse le sembianze di una realtà distorta dove solo lui riusciva ad entrare senza essere seguito da altri, in un universo senza colori incapace di essere distinto da quello reale. Il modo in cui cade così facilmente nei tranelli della sua mente potrebbe incutere timore anche alle persone totalmente estranee dalla sua vita, infatti non avere il controllo può, allo stesso momento, travolgere tutto ciò che si trova intorno o, al contrario, nessuno al di fuori di sé stesso.
Perché quando non si è più capace di vedere e ascoltare, puoi solo sperare di non distruggere altre vite se non la tua.

Così, mentre osservo Nathan rimanere in silenzio, mi ritrovo a sperare che almeno lui non debba essere costretto a lottare in modo continuo contro la sua testa.
Sono totalmente distante dal comprendere i motivi per cui la mente, soprattutto in alcuni momenti, reagisca in modo corrotto creando una visione deviata del mondo presente. Ma quelli che ho davanti in questo momento, sono gli occhi distanti da questa verità e assomigliano molto più allo sguardo di una persona arresa ad un altro tipo di tormento di cui forse io, non dovrei neanche farmi coinvolgere.
Decido di rispettare quello che, tacitamente, il ragazzo che ho davanti mi sta comunicando, sfilandomi il giubbetto per appoggiarlo al suo fianco. Solo quando sono ormai vicina all'uscio dell'entrata, sento il mio nome uscire dalla sua bocca.
<<Blake non è più la stessa persona da quando ha capito che essere solo ed egoista, fosse semplicemente il male minore da scegliere. Non ha voluto mai accettare il bene e ogni minuto sta scontando questa decisione, i suoi demoni lo stanno divorando.>> La voce ridotta ad un sussurro mi blocca il respiro ma non voglio rischiare di perdere neanche un istante delle informazioni che, inaspettatamente, sto ascoltando.
<<Gli devo tutto Alyssa, dal primo istante. Non posso credere che lui non riesca a salvarsi da sé stesso, non posso perdere la speranza. Perché adesso è troppo tardi, e io non ho saputo esserci prima.>>
Ho un sussulto quando ascolto queste parole e il cuore risucchiato da una morsa.

La percezione che il comportamento insolito di Nathan sia collegato a Blake, mi spinge a chiedermi fin dove sia arrivato questa volta. A dispetto di tutti i sentimenti che potrei provare, c'è soprattutto la preoccupazione ad annebbiarmi la vista.
Dovrei trascurare il tremolio alle mani, la sensazione che tutto si sia ridotto solo alla speranza di sapere che sta bene, fingere che questa conversazione non mi interessi, quando in realtà è tutto ciò che ho desiderato da quando l'ho conosciuto. Dovrei ignorare queste rivelazioni perché non escono dalla sua voce.
Ho avuto fiducia nel fatto che non mi sarei lasciata più ingannare dai miei sentimenti se non ci fosse stata una certezza di fronte ai miei occhi ma non riesco a sottrarmi dal desiderio di conoscere qualsiasi cosa mi faccia ricostruire il puzzle complicato della vita di Blake.

Mille sono le domande che premono per uscire e che spero colmino finalmente gli abissi di incertezze sul suo mondo, ma una più delle altre mi spinge a prendere coraggio e azzerare ogni briciolo di riserva che possa farmi sentire inadatta in questo momento.
<<Cosa l'ha portato a diventare così Nathan?>>
L'attesa prima di una scossa dieci magnitudo, il boato che preavvisa la distruzione delle più grandi certezze azzerando ogni tipo di progetto, è questa la sensazione che provo in questo momento. Secondi interminabili mi dividono dalla verità, l'intervallo di un battito d'ali che può scatenare, a migliaia di chilometri di distanza, un uragano della stessa potenza struggente delle parole che sto per ascoltare.
Non c'è altro che il rumore del vento come sottofondo di questa pausa che assume sempre più l'espressione di un rumore assordante.
Ansia, paura e curiosità si contrappongono in questo frangente di tempo mentre io non posso far altro che arrendermi alla consapevolezza di voler aspettare, contro ogni cognizione logica, oltre tutti i limiti eterni quando si tratta di lui.

Lo sguardo indeciso di Nathan saetta da me ai suoi pensieri, si legge chiaramente la lotta tra la voglia di raccontare e l'opposta sensazione di non lasciar trapelare neanche un dettaglio. L'incertezza aleggia come un'aura avvolgendolo nella paura di sbagliare qualsiasi decisione prenderà, in un passo verso il rischio e l'altro in direzione della prudenza nelle parole che, come un macigno, potrebbero precipitare scombussolando un presente già instabile.
Apre e richiude velocemente la bocca. Deglutisce prima di passare una mano davanti al volto smarrito e finalmente si lascia andare alla conclusione più sincera.
<<Il desiderio di riscatto, ma di questo non posso essere io a parlartene. C'è un motivo dietro ogni suo comportamento, leggere tra le sue righe non è mai comprensibile o banale. Di una cosa però sono certo, nessuna mai si è avvicinata così tanto alla sua vita come lo ha permesso a te.>> La veridicità dei suoi occhi mi colpisce dritta allo stomaco, destabilizzandomi.
Il bisogno di alleviare i suoi tormenti s'insinua come una crepa, nella barriera della convinzione che ho costruito per allontanarmi dalla sua vita in modo permanente, e mai come adesso la sento traballare. La certezza nel conoscere la sottile verità di essere stata l'unica ad intravedere le sue barriere, per la prima volta, mi fa capire quanto i limiti di Blake siano irradiati nel profondo, spingendolo a qualsiasi azione pur di rispettarli. Anche se questo significherebbe perdere tutti, al di fuori di sé.
<<Non ti chiedo di perdonarlo Alyssa, i suoi comportamenti non possono essere giustificati dagli altri se prima non riesce a farlo con sé stesso. Ma se puoi, cerca di comprenderlo.>> Il sorriso spento mentre mi supera per rientrare è l'ultima cosa che vedo, oltre la voce che invece mi appare più nitida che mai.
<<Io non posso. Non posso più mettermi da parte per una persona che non ha avuto neanche il coraggio di scusarsi.>> Una lacrima solitaria sfugge dalla fessura del dolore, ora che sento il cuore esposto al freddo di questa serata.

Le spalle di Nathan si arrestano alle parole che, quasi disperate, non vedono nessuna possibilità di incontrare l'accesso a quella porta che sussurra direttamente nell'anima di Blake. Alza la testa in direzione delle stelle come per cercarne una soluzione, ma quando spinge la porta d'ingresso capisco che neanche loro hanno saputo illuminare una strada destinata a restare buia.
Provo anch'io a rivolgere lo sguardo verso quei corpi celesti in grado di osservare le ferite degli uomini e trovando sempre la forza di brillare. Le osservo come se potessero parlarmi, ma è invece un'ultima frase poco distante a sciogliere questo groviglio di turbamento che mi circonda.
<<Il tempo definisce per quali perdite ne vale la pena, lottare le più grandi battaglie. Se una di queste avrà il tuo nome allora ti posso giurare che Blake attraverserà anche l'inferno per non perderti, e questo supererà ogni parola non detta in tutto questo tempo.>>

Per quanto possiamo aspettare qualcuno?

Me lo sono chiesta spesso in questi giorni, è la stessa domanda che riecheggia come una voce isolata anche in mezzo a tutta questa gente. Perché se è vero che lo scorrere del tempo colmi anche le mancanze più profonde, non mi capacito di come certe assenze siano così difficili da respingere.
Credo nelle seconde occasioni, nella speranza che un giorno le ferite più profonde siano solo un punto di partenza e non la base delle proprie vulnerabilità. Sono convinta che esista un modo per sconfiggere anche le guerre più brutali, che il fallimento personale non sia sinonimo di insuccesso ma una visione errata di conquista. Ecco perché lasciare andare una persona è più complesso per chi, come me, crede ancora nel cambiamento intrinseco dei propri blocchi.
È come se il tempo si fosse fermato il giorno in cui non c'è stata più nessuna aspettativa di trovarci, percependo ancora la sua distanza presente come un'ombra. Sono arrivata alla conclusione che non ci sarà mai un momento abbastanza lungo per poter rimandare un addio, fermarsi per appropriarsi del proprio dolore piuttosto che rimanere in attesa di un'illusione è la direzione che dovremmo scegliere.
Oltre le proprie convinzioni esiste infatti un'altra realtà difficile da ignorare, quella in cui non si può liberare una persona dai propri mostri quando sono l'unico collegamento a tutto ciò che riesce ancora a provare.
Consapevole di perdere, a volte non bisogna far altro che arrendersi.

Ed è doloroso, molto più di una storia conclusa. Perché ci sono alcuni tipi di amore destinati a non esistere, un inizio mai creato e una fine difficile da mettere, quelli in cui l'impossibilità nel concretizzarsi ti porta a rimanere sospeso nel rammarico. Spinti dal puro desiderio e dall'istinto più travolgente, sono quel tipo di legami impossibili da dimenticare perché le emozioni superano ogni impossibilità reale, almeno fino a quando le discrepanze diventano troppo profonde. E non c'è possibilità di sottrarsi a questo supplizio che, come una lama, strappa i fili invisibili di un cuore ormai malato.
Aspettare allora diventa un ostacolo, perché rinunciare ad uno spiraglio effimero di felicità significa accogliere il dolore prima di ricominciare. E se una parte di me è disposta a guardare avanti, l'esatta metà adiacente al petto non è pronta a perderlo.

Estremamente confusa nella battaglia contro i miei impulsi, non riesco a spiegarmi come è possibile desiderare una persona nonostante le ferite, oltre le differenze che ci rendono irraggiungibili.
Ma la verità è sempre stata presente di fronte ai miei occhi anche quando, per la prima volta, ho percepito le nostre diversità estremamente somiglianti. Perché l'impossibilità di diventare qualcosa è il motivo stesso per cui ci siamo spinti oltre ogni limite, facendoci trovare.
Ora che siamo svaniti però non rimane più niente di noi, oltre l'amara consapevolezza di essere stati solo un bel sogno.

Un illusione impossibile da rivivere.

————————-
Ciao ragazze🤍
Sembrava troppo facile, far rinsavire Blake da tutto ciò che è stato finora. Infatti ancora una volta ha mantenuto fede a ciò che pensa sia giusto continuare a fare, allontanarsi.
Cosa ne pensate anche delle parole di Nathan?

Il prossimo capitolo sarà un Blake POV, e scoprirete qualcosa in più sulla sua vita.
Qualcosa che ancora non vi aspettate.

Spero che l'aggiornamento vi sia piaciuto, mettete una stellina se vi va e fatemi sapere i vostri pareri.
Questa settimana credo proprio che riuscirò ad aggiornare prima di domenica.
A presto.

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