Riesci a toccare la luna? (R...

By Elle_Jenny

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Joel le aveva provate davvero tutte per riuscire a rimanere al fianco di Bran, ma ogni volta che faceva un pa... More

INTRO: Cassetto dei ricordi
1. Viaggio nel passato
2. Non ce la faccio più
3. Tweety
4. Baby Shower
5. Coincidenze
6. Sindrome di Bran
7. Zucchero filato
8. Ma non ero tuo amico?
9. Ti fidi di me?
10. Tre del mattino
11. Io non volevo lasciarti
12. Jason Blanchard
14. Pianeta Bran
15. Seconda famiglia
16. Lisa Blanchard
17. Degenerato
18. Shock
19. Spears
20. Colpe
21. Oh, mio Dio!
22. Beneficio del dubbio
23. Problemi amorosi
24. Caos
25. Non sono ubriaco
26. Paramedico sbronzo
27. Perché tutte a me?
28. Mi dispiace
29. Mi sei mancato
30. La luna e le stelle
Epilogo

13. Re del romanticismo

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By Elle_Jenny

Quando Bran si infilò dentro casa con un sacchetto della spesa per mano, di certo non si aspettava di vedere Joel in piedi e bellissimo davanti a lui.

Si chiuse la porta alla spalle e poggiò i sacchetti a terra.

Guardò il ragazzo negli occhi, sembrava nervoso e attorcigliava tra loro le dita delle mani.

"Joel, come mai sei qui?" fu la domanda più intelligente che uscì dalla bocca di Bran.

"Un attimo!" esclamò di colpo Simon.

Afferrò i sacchetti della spesa, uno lo diede a Wesley poi usò la mano libera per afferrare un braccio del professore e tirarselo verso la piccola cucina.

"Noi sistemiamo queste cose, poi ce la filiamo così potete fare la pace e scopare in tutta tranquillità."
"Simon," sospirò il professore.
"Taci," sibilò tra i denti Bran.

Joel divenne di tutte le sfumature di rosso esistenti mentre il suo migliore amico sogghignò, soddisfatto della sua ultima brillante affermazione.

"Possiamo parlare, Bran?" gli domandò Joel.
Bran annuì. "Andiamo in camera mia."

Mentre si avviavano verso la camera di Bran, lui vide quel deficiente del suo migliore amico esultare silenziosamente come il clown che era.

Bran gli fece il dito medio mentre Simon iniziò a fare allusivamente su e giù con le sopracciglia, sorridendo da un orecchio all'altro.

Tutta quell'interazione mimica avvenne alla spalle dell'ignaro Joel.

Quando furono al sicuro da Simon nella sua camera da letto, Joel fece qualcosa che Bran di certo non si aspettava.

Gli andò vicino si mise sulle punte dei piedi, circondò il viso di Bran con i palmi delle mani perennemente freddi e lo baciò.

Dopo un primo istante di shock, a Bran venne spontaneo afferrare Joel per il sedere e si strinse il suo corpo magro il più possibile addosso.

Gli morse il labbro inferiore e alle orecchie gli giunse un gemito di piacere, fuoriuscito dalla gola del ragazzo.

Quanto gli erano mancate quelle labbra rosse e morbide, quanto gli erano mancati i mugolii arrapanti di Joel, quanto gli era mancato stringere il suo corpo tra le braccia e tutte le sensazioni che gli mandavano in subbuglio lo stomaco ogni volta che si baciavano.

Erano stati due giorni di inferno. Due giorni passati ad ingurgitare gelato perché, quando Bran era depresso, il gelato era l'unica cosa che lo faceva sentire meno abbattuto e malinconico.

Simon gli era svolazzato attorno tutto il tempo come un'ape operaia per accertarsi che Bran non decidesse di rompersi la testa a furia di sbatterla contro il muro.

"Mi dispiace, Bran," affermò Joel, staccandosi dalle labbra di Bran.

"Dispiace a me, Joel. Ti ho fatto soffrire per tutti questi anni," replicò Bran, incastrando il viso nell'incavo del collo di Joel, strusciò il naso contro la pelle e ne ispirò il buon odore.

Joel come al solito rabbrividì sotto il suo tocco.

"Ho affrontato mio padre, Bran. Alla fine ha confessato tutte le sue macchinazioni."

Bran si allontanò di scatto dal ragazzo. "No, Joel, no. Cosa hai fatto? Adesso tuo padre se la prenderà con il mio."

Joel scosse energicamente il capo e intrecciò le dita dietro la nuca di Bran. "Non lo farà. L'Amministratore Delegato della compagnia è mia sorella Lisa. Se solo mio padre proverà a licenziare il tuo, io andrò a riferire tutto a mia sorella. Lei ha il potere, al momento, di sbattere fuori mio padre e lo farà, se mai verrà a conoscenza di tutto quello che ha fatto in questi anni. Lisa è una tosta ed è contro l'omofobia, lo sai."

Bran non era convinto. Se aveva sacrificato il suo cuore in quegli anni era stato solo ed esclusivamente per non vedere di nuovo suo padre nascosto sotto una coperta e chiuso dentro una stanza buia.

Aveva quattordici anni quando sua madre aveva preferito correre dietro l'uccello di un uomo di quindici anni più giovane, invece, di stare con la sua famiglia.

Era un ragazzino pieno dei classici problemi scaturiti dall'adolescenza quando aveva visto cadersi sulla testa un altro problema, ma più grande di lui.

Se non ci fossero stati Annie e Simon molto probabilmente sarebbe impazzito. Annie li aveva addirittura aiutati economicamente.

Dopo tanti sacrifici suo padre sembrava essere ritornato perfettamente alla normalità; Bran stava addirittura cercando di fargli prendere in considerazione una buona volta l'idea di invitare la signora Gonzalez a cena fuori.

Non sarebbe ricaduto di nuovo nel tunnel della depressione per colpa di quel grandissimo figlio di puttana di Jason Blanchard.

La depressione era come la dipendenza dalla cocaina o dall'alcool. Ne uscivi difficilmente, ma potevi entrarci di nuovo facilmente.

Bran scostò delicatamente il corpo di Joel. "Il rischio è comunque alto," replicò.

Iniziò a camminare avanti e indietro per la stanza, mangiucchiandosi nervosamente l'unghia del pollice.

"Odio tuo padre, Joel. Lo odio talmente tanto che sarei quasi capace di commettere una pazzia," ringhiò Bran, passandosi le mani tra i capelli.

"Fermati, Bran, per favore." Joel si piazzò davanti a lui, gli circondò i fianchi con le braccia e lo guardò con i suoi grandissimi occhi blu.

"Ti fidi di me?" gli domandò Joel.
A Bran gli fu impossibile non sorridere. Con una mano gli accarezzò delicatamente il viso e Joel socchiuse gli occhi, andando incontro al suo tocco.

"Ho un déjà vu, Tweety."
Joel gli fece un sorrisino, le guance gli si imporporarono. "Ti ricordi... della prima volta?" mormorò.

Bran annuì e inclinò il capo per appoggiare la fronte contro quella di Joel. "È uno dei miei ricordi più belli," ammise, prima che ritornassero a baciarsi perché per Bran era davvero una tortura avere così vicino le labbra di Joel e non poterle assaggiare.

Le lingue si intrecciarono, le mani viaggiarono tra i loro corpi e i respiri si fusero.

"Ce ne stiamo andando, bei colombi! Potete iniziare a scopare, dando tranquillamente fiato ai polmoni!" esclamò Simon all'improvviso.
Joel ridacchiò nervosamente sulle labbra di Bran. 

Bran era davvero sul punto di uscire fuori e prendere a pugni Simon. Si fermò solo perché, al suo tempo, non era stato proprio tanto delicato nei confronti del professore.

"Bran! Attento a come tratti Joel altrimenti potrei vendicarmi io sulla tua auto!" aggiunse Wesley.
"Tanto è già un rottame!" rispose Bran.
"Non me ne frega niente!" replicò Wesley.

Bran scosse il capo, ma sorrise perché a modo suo aveva iniziato a volere bene anche a quel rompipalle del professore.

"Ti fidi, Bran?" ripeté Joel.

Bran annuì, strusciò la punta del naso contro la sua e in un attimo prese in braccio Joel che si aggrappò a lui come una scimmietta.

"Mi fido, Joel. Adesso non ce la faccio proprio più. Facciamo l'amore."

Si stese sul letto in modo tale che Joel fosse a cavalcioni su di lui. Si sfilarono le maglie a vicenda e si guardarono come quella prima volta.

Joel lo guardò dall'alto con le ciglia bionde che come al solito gli sfarfallavano, creando delle ombre sulle sue guance.

Bran gli mise una mano dietro la nuca e lo costrinse ad inclinarsi in avanti.

Le labbra si unirono nuovamente, ma quello che si diedero fu un bacio più esigente, più bisognoso, fu un bacio pieno di tante cose.

Pieno di scuse, di mi dispiace, di ti amo silenziosi.

Le mani di Joel lavorarono velocemente per sbottonare i jeans di Bran che erano sul procinto di esplodere.

Bran fece lo stesso con Joel e, in un attimo che durò un'eternità, si ritrovarono nudi, eccitati e ansimanti.

Joel ondeggiò sensualmente il bacino, entrambi i loro sessi eretti e smaniosi entrarono in contatto e finirono per gemere rumorosamente e all'unisono.

Bran si leccò il palmo di una mano, li circondò ed li masturbò contemporaneamente.

Joel inarcò la schiena e buttò il capo all'indietro.

"Cazzo, sei una visione," ringhiò Bran che aveva gli occhi pieni di Joel nudo e eccitato.

Joel lo guardò, aveva le pupille dilatate e lo sguardo selvaggio.

Bran sapeva bene quanto Joel cambiasse sotto le coperte, metaforicamente parlando.

Da dolce e delicato come un pulcino bagnato, si trasformava in un amante esigente e arrapante da morire.

Strusciò il pollice sopra la punta dell'erezione di Joel che emise un gemito così acuto da portare Bran sull'orlo dell'orgasmo.

"Preservativo e lubrificante. Subito," ordinò Bran. Joel si allungò verso il cassetto del comodino e dall'interno prese una striscia di preservativi e la bottiglietta di lubrificante.

Passò i preservativi a Bran mentre lui aprì la bottiglietta, si versò una noce di lubrificante trasparente sulla mano sinistra, portò quella mano dietro di sé e iniziò a prepararsi da solo.

L'erezione di Bran ebbe uno spasmo e dalla punta fuoriuscì un po' di liquido.

"Porca puttana," sibilò, sì infilò alla velocità della luce il preservativo.

Joel aveva lo sguardo appannato e la pelle di viso, collo e petto arrossata.

"Adesso, Tweety, ti scopo per bene e velocemente perché sono troppo arrapato. Dopo, per il secondo round, faremo le cose con calma. Okay?"

Joel annuì, mugolò, e si posizionò sul membro di Bran, che entrò dentro il suo corpo caldo lentamente, centimetro dopo centimetro.

Cazzo, quanto gli era mancato il sesso con Joel.

L'ultima volta era avvenuta quasi un anno prima, quando Sabrina aveva avuto l'incidente e tutto il sesso anonimo che aveva fatto dopo essersi separato da Joel, in quel frangente meraviglioso dopo anni di lontananza, era decisamente impallidito.

"Porca... troia..." imprecò Joel quando Bran arrivò fino in fondo.

Bran gli sculacciò una natica ed iniziò a spingere con i fianchi verso l'alto. Joel roteò gli occhi all'indietro e conficcò le unghie nelle cosce di Bran.

"Forza, Tweety, fai finta che io sia un toro da domare."
Joel guardò Bran e un piccolo ghigno si formò sulle sue labbra sensuali.

Era una visione, meglio di qualsiasi film porno esistente sul mercato.

Bran strinse le mani sui suoi fianchi, dove molto probabilmente sarebbero comparsi dei lividi.

"Bran!" urlò Joel.
"Bingo!" Bran aveva appena trovato la prostata di Joel. Continuò a spingere verso quell'angolazione fin quando Joel non iniziò a tremare tra le sue mani. C'era quasi.

Bran cambiò in un attimo le posizioni. Stese Joel sulla schiena, gli divorò le labbra mentre continuava a pompare.

"Bran... Bran..." ansimò Joel, prima che il suo orgasmo esplodesse.

Lui continuò a scoparlo fin quando entrambi non si ritrovarono con i corpi sensibili e svuotati.

"Giuro su Dio, Tweety, che se fosse per me ti scoperei a vita."

Joel rise, nonostante il fiato grosso. Aveva il petto ricoperto di sperma, le labbra gonfie e l'espressione beata.

"Questa sì che è una dichiarazione d'amore con i fiocchi, Bran."

Bran ghignò, uscì dal corpo bollente di Joel, si levò il preservativo e lo buttò poco elegantemente a terra.

Cadde senza forze al suo fianco e se lo spinse addosso nonostante lo sperma e il sudore che si stavano appiccicando ovunque.

"Ricordati una cosa, Joel. Non sarò il re del romanticismo, ma sono innamorato di te dalla prima volta che ti ho visto. In un modo o in un altro ne usciremo insieme da questa situazione di merda perché io, lontano da te, non ci sto più, cazzo."

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