I Lived

Par deliartemisia

1.5K 185 375

Raccolta di One Shot. Plus

I Lived
Paolo e Cinzia
l'uovo di Fabergé - Under the Mistletoe Easter Edition
Gemma e Beatrice
Eris e Clizia
in fuga dalla luna
dolce come un babà
perché un corvo è come uno scrittoio?
La casa sulla collina
Domani arriverà
una mosca a Troia
l'Alfa e l'Omega
Maia e Daniel
le rose nere, le tue preferite
seduto respiro tre minuti
Un incontro da perdere la testa
Il cielo in una stanza
Greta e Marcello
Amelia e Marco
Anna e Ferrante: galeotto fu il Sartù
Lo spaventapasseri
Maledetta Primavera
«Noemi! Sogni a occhi aperti?».
La Stella di Natale
La magia del Natale
La neve cadeva lenta lenta su Parigi
Sam ed Eleonora

~ Novella V ~

33 3 6
Par deliartemisia

Davide, artista spiantato, si innamora della bellissima Luisa che, purtroppo, non ricambia i suoi sentimenti. Il giovane decide così di affidarsi alle cure del conte Tommaso, che lo persuade di poter mettere magicamente fine alle sue pene d'amore.

Entra trafelata nel bar, si guarda per un attimo intorno, nota l'amica al bancone e la raggiunge. Si appollaia su uno sgabello accanto a lei con un sorriso di scusa sulle labbra tinte rosso mattone.

-Scusa, scusa, so di essere in ritardo tremendo, ma dovevo assolutamente finire l'ultima mano di pittura. Tu hai già ordinato? Per me una Caipiroska, per piacere Sally, grazie.

Delia sorride ad Adele, da quando lei e Paolo si sono lanciati nel progetto di ristrutturare casa da soli, sono riuscite a vedersi pochissime volte per scambiare quattro chiacchiere.

- No, aspettavo te per ordinare, - poi a Sally, - un Moscow Mule analcolico, grazie.

Delia osserva l'uomo, dai capelli brizzolati e dallo sguardo intelligente, che si avvia all'uscita accompagnato da Thesmo, un poeta misterioso con cui hanno avuto la fortuna di conversare.

- Chi stai guardando con tanto interesse? - Adele guarda nella sua stessa direzione.

- Prima che tu arrivassi quel signore ha raccontato una storia molto triste, un amore finito tragicamente, una storia vera, a quanto ha detto.

Adele rimane un attimo in silenzio come a riflettere.

- Ma a te piacciono gli amori tragici e impossibili.

- Vero, sono una accanita fan di Amleto e Ofelia.

Adele alza gli occhi al cielo e Delia ride alla reazione dell'amica.

- Allora voglio raccontarti una storia, una di quelle che piacciono a te, ma questa è una storia che finisce bene; poi dipende da quale punto di vista vuoi guardarla. - dice sorseggiando il cocktail.

- Sono curiosa, se mi piace ne scriveremo una novella. Che ne dici?

- Mi piace l'idea.

Davide, un pittore squattrinato e di belle speranze, si era trasferito a Napoli da una cittadina dell'entroterra campano.

Aveva studiato all'Accademia di Belle Arti, cercava di farsi strada nel mondo della pittura e sognava di organizzare una sua mostra personale come ritrattista.

Era un bel ragazzo: fisico atletico, capelli e occhi neri e aveva molto successo con le donne per il suo carattere allegro ed estroverso, nessuna gli diceva di no.

Frequentava spesso i locali della movida napoletana e una sera incontrò Luisa. Rimase folgorato dai lunghi capelli castani e dal corpo mozzafiato, in lui vi era un unico pensiero: la voleva come non aveva mai voluto nessun'altra donna.

Era tardo pomeriggio, Davide era seduto al tavolino del bar, come unica compagnia la terza birra. Aveva lo sguardo stanco e la barba lunga, aveva fallito l'ennesimo tentativo di avvicinamento a Luisa. Era costantemente combattuto tra considerare quella donna una stronza arrivista e il desiderio di sentire ancora il sapore del suo corpo.

Si avvicinò un uomo, aveva uno sguardo impassibile e gelidi occhi verdi:

-Se non sta soffrendo per amore, ne è una buona imitazione.

Davide alzò lo sguardo vacuo verso la voce gutturale.

-Non vedo che cosa le possa interessare!

-Ne riconosco gli atteggiamenti, ci sono passato anch'io, ma tanto tempo fa...

-Lei è bella, donna in carriera. Io pittore, anzi ritrattista, squattrinato e con nessuna prospettiva, così mi ha detto Luisa.
Le labbra dell'uomo fecero un sorriso compiaciuto, gli si sedette di fronte.
- Un ritrattista? Ma guarda che coincidenza. È da tempo che pensavo di commissionare un ritratto per mia moglie.

-Mi presento, conte Tommaso Cavaliere, - gli porse la mano e poi dopo qualche minuto di silenzio, - Che ne dice della mia proposta?

Davide strinse la gelida e forte stretta di mano. Tentennava, non credeva nei colpi di fortuna e quell'uomo non gli ispirava fiducia.

-La pagherò bene... e poi ho amici che potrebbero anche loro essere interessati ai suoi servigi.

Davide rifletté che non aveva nulla da perdere, la sua vita era uno schifo, peggio di così non poteva andare. Alla fine accettò.

L'artista si era trasferito nel palazzo del '400 sulla discesa del Moiariello; Il conte lo avrebbe ospitato fino a lavoro ultimato. Aveva visto la moglie di Tommaso, Anna, in un dipinto ed era rimasto affascinato dalla sua bellezza, ma il suo ospite gli aveva detto che era momentaneamente assente, sarebbe tornata presto a casa.

Era passato un mese in cui aveva visto il conte solo a pranzo o a cena, dove comparivano un cameriere e una cuoca; per il resto della giornata il palazzo sembrava disabitato poiché il suo ospite doveva assentarsi per curare i suoi affari. All'inizio chiese quando ancora c'era da attendere, ma Tommaso era diventato evasivo; alla fine si era arreso perché quella vita di comodità gli piaceva e gli conveniva che si prolungasse il più possibile.

Quella notte non riusciva a dormire, il pensiero di Luisa lo faceva smaniare. Decise di andare sul terrazzino che si affacciava sul giardino per prendere una boccata d'aria.

Mentre fumava assorto nei suoi pensieri, era fine maggio e nonostante fosse notte inoltrata l'aria era piacevolmente fresca, la sua attenzione fu attratta dal movimento impercettibile degli alberi, rimase a fissarli per qualche secondo, poi la vide. Rimase senza fiato e i battiti del cuore accelerarono, doveva essere la moglie del conte che finalmente era tornata, poi però percepì che c'era qualcosa di sbagliato, di insoluto e pericoloso.

Si sporse per vedere meglio: i lunghi capelli neri le incorniciavano il volto, indossava un lungo abito rosso che le lasciava scoperte le spalle, lo stesso del dipinto, era lei, Anna. La donna, solo per un attimo, alzò il volto verso Davide che ne vide la pelle perlacea e gli occhi zaffiro gli attraversarono l'anima lasciandogli una sensazione di tristezza e solitudine.

Un rumore di passi concitati spezzarono l'incanto, il conte, sembrava essere comparso dal nulla. La donna fece qualche passo indietro come se volesse sottrarsi, ma lui le afferrò le spalle attirandola a sé. Si baciarono, persi uno nell'altro. Qualcosa, però improvvisamente cambiò, Anna cominciò a divincolarsi, il conte la teneva per le braccia. I singhiozzi della donna ruppero il silenzio, Davide si sporse e urlò contro di loro per attirare l'attenzione. Tommaso guardò verso di lui e lei ne approfittò per scappare, ma riuscì ad arrivare solo al centro del giardino che fu raggiunta da Tommaso. La intrappolò con un braccio e se la strinse al petto, mentre alzò l'altro e il pugnale che brandiva con la mano scintillò alla luce della luna. Un solo colpo al petto e Anna urlò accasciandosi tra le braccia del suo assassino.

Davide guardava la scena impietrito, era stato preso da un'irrefrenabile tremore e non riusciva a parlare o a muoversi. Tommaso adagiò Anna a terra, le sfilò il coltello nel petto e lo diresse verso sé stesso. Un solo colpo e cadde a terra. Era morto.

Davide si riscosse e corse fuori, doveva fare qualcosa, forse era ancora in tempo per salvarli, forse... forse...
Quando giunse nel luogo in cui si era svolta la tragedia rimase sbigottito, non c'era nessuno.

Fece il giro del giardino, niente, nessuno, come se quello a cui aveva assistito non fosse mai accaduto.

Si sedette sulla panchina cercando di razionalizzare ciò a cui aveva assistito, rimase lì per quasi un'ora poi si rassegnò: aveva sognato ad occhi aperti, un momento di delirio dovuto al suo stato d'animo.

Davide entrò trafelato nello studio per guardare il quadro. Osservò attentamente Anna: gli occhi azzurri, i capelli neri, era la donna nel giardino non aveva dubbi. Quindi voleva dire che il conte l'aveva uccisa, ma...

-È stupenda,vero? Vedo che anche tu ne sei rimasto folgorato.
Davide ebbe un sussulto, alle sue spalle era comparso Tommaso.
-A quanto pare lei ha l'abilità di comparire dal nulla. Mi chiedo chi sia in realtà.

Tommaso si avvicinò al tavolino, versò due cognac e gli offrì un bicchiere.
-Mettiti comodo ti devo raccontare una storia e poi ti farò una proposta.

Davide valutò per un attimo di uscire da quella casa e dimenticare tutto ciò che aveva visto.
-La proposta potrebbe essere allettante, perché coinvolgerebbe anche Luisa.
Le parole del conte interruppero il corso dei suoi pensieri, ma quando nominò Luisa, già sapeva che gli avrebbe detto di sì a qualsiasi costo.

Tommaso accennò un sorriso soddisfatto.
-Com'è possibile che lei sia qui davanti a me? Ieri sera l'ho vista assassinare Anna e poi togliersi la vita.

Tommaso sorseggiò il cognac:
-Quello che hai visto ieri sera si ripete tutte le notti di maggio, il mese in cui chiesi ad Anna di diventare mia moglie e lei mi rifiutò per l'ennesima volta. Mi disse che ciò che c'era stato tra noi non era nulla per lei.
La cieca rabbia si impossessò di me e la uccisi, ma non potevo vivere senza di lei e mi tolsi la vita.
Ma il destino fa strani scherzi, mi ritrovai vivo a scontare la mia pena e anno dopo anno a ripetere l'orrendo delitto.

-Anno dopo anno?
Davide tracannò il resto del cognac.
-Sono trascorsi quasi cento anni, - Tommaso guardò malinconico Anna.
-Ma com'è possibile?
-Non lo so, ma sono riuscito a capire che se pongo rimedio al mio peccato forse saremo liberi.
-E io cosa c'entro, cosa vuole da me e Luisa?
-Nulla di difficile, voglio che la inviti qui. Ti darò tutto ciò che serve per conquistarla e così eviterò che tu faccia il mio stesso errore.

Luisa guardava l'ennesimo messaggio inviatole da Davide, iniziava a spaventarsi, aveva avuto con lui un incontro passionale, ma tutto per lei era finito là. Davide diceva di amarla, di non poter fare a meno di lei, di voler andare a convivere, di volere un futuro insieme.

Ma lei non voleva tutto questo. Aveva studiato e sgobbato come una matta per raggiungere il posto dirigenziale che occupava in una multinazionale americana. Non aveva bisogno di un uomo per sentirsi realizzata, ma soprattutto per lei non era scoccata la scintilla. Sì, si era divertita e il sesso era stato appagante, ma tutto era finito lì.

Doveva rivolgersi alla polizia? Denunciarlo per stalking? I dubbi la assalivano. Si sentiva ogni giorno di femminicidio, di violenza e aggressioni. Non pensava fosse il caso di Davide, ma poteva esserne certa? Quante donne lo avevano pensato prima di lei dei propri aguzzini?

Però quest'ultimo messaggio era diverso dagli altri, non erano proclami d'amore e di dolore nel non essere corrisposto, ma una richiesta d'aiuto. La pregava di accompagnarlo a una cena importante in cui c'era in gioco la commissione di una serie di ritratti e Davide aveva bisogno di lei, del suo sapersi muovere in un certo ambiente e della sua abilità nel trattare gli affari, le aveva assicurata anche una percentuale sul compenso.

Aveva alla fine deciso di aiutare Davide, d'altronde lui non si era mai rivolto a lei in modo violento però, per sicurezza, mise nella borsetta da sera un Tester già regolato al massimo della potenza, come si dice, fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio.

Luisa era arrivata con una mezz'ora di anticipo all'appuntamento, bussò al portone del palazzo e ad aprire fu Davide. Quando lo vide stentò a riconoscerlo; non aveva nulla di diverso, ma i suoi modi erano impercettibilmente nervosi... sembrava cambiato. Pensò che la situazione era alquanto strana, ma che forse era solo un momento di imbarazzo.

Davide le diede un bacio sulla guancia che lei non ricambiò. Poi la guidò in sala da pranzo dove li aspettava Tommaso che quando la vide pensò che finalmente aveva trovato il corpo giusto, Luisa era bella giovane, Anna ne sarebbe stata felice.

Cenarono parlando amabilmente di viaggi e del futuro.
-A proposito di futuro, - esordì il conte, - ora che abbiamo finito di cenare ci sposteremo nello studio per parlare di lavoro e naturalmente di piacevoli cose.

Luisa guardava ipnotizzata il ritratto di Anna. Davide, che era seduto in disparte, a sua volta guardava Luisa mentre dentro di lui montava un sentimento misto tra passione e frustrazione.

Tommaso gli porse un cognac e gli si sedette accanto.
-Non vorrai fare il mio stesso errore? Si vede quanto la ami.
Davide bevve un sorso del liquore ambrato.
-Dimmi di sì e sarà tua... e io riavrò la mia Anna.
Le ultime parole furono dette in un soffio e Davide era troppo preso dalla tempesta che si agitava dentro di lui per ragionare con lucidità, guardò gli occhi gelidi di Tommaso e non poté che rispondere, - Sì.

Tommaso afferrò il collo del pittore, puntando gli occhi nei suoi. Davide cercò disperatamente di opporsi, ma fu tutto inutile, le forze lentamente lo abbandonarono.

Tommaso aprì gli occhi, istintivamente mise la mano sul cuore, batteva; finalmente sono libero pensò trionfante.

Si avvicinò alla donna:
-Luisa, Luisa, guardala, toccala, lei vuole te.
Luisa era ipnotizzata dalla voce di Tommaso.

-Davide, sei tu? Io, io non capisco, sei tu e sei il conte, com'è possibile?

Tommaso la rivolse verso il quadro mentre le massaggiava le spalle, le braccia e le sussurrava con voce lieve parole dolci.

-Prendi la sua mano, non vuoi aiutarla? Lei vuole vivere, potremmo essere felici tutti e quattro, tu non vuoi Davide, ma vuoi lei e lei vuole te.

Luisa sollevò la mano verso il quadro e una mano si staccò dal dipinto. Dita contro dita. Lentamente l'anima di Luisa entrò nel dipinto.

Le mani accarezzavano lentamente il suo corpo gustandone le forme, si accarezzò i fianchi e lentamente salì verso il collo. Si toccò le labbra.

Tommaso le prese le mani e le sussurrò sulla bocca:
-Apri gli occhi, amore mio, il tuo nuovo corpo è perfetto!
Anna spalancò gli occhi zaffiro e le labbra granata sorrisero felici:
-Tommaso, hai un corpo bellissimo, - gli accarezzò il volto, - ma non rinuncerei mai ai tuoi occhi verdi.

-Stavolta impossessarsi dei due corpi è stato molto semplice, è caduto subito nel mio inganno, - si diresse verso la tenda ad un lato della stanza e la spostò mostrando il dipinto dove ora era intrappolata l'anima di Davide che aveva preso il posto del conte.

Tommaso e Anna brindarono al loro amore immortale, i calici vuoti furono abbandonati su un tavolino e loro finalmente poterono abbracciarsi.
Non riuscivano a staccarsi l'uno dall'altro. Si annusavano, toccavano, carezzavano, baciavano e mordevano come se non lo facessero da secoli, ma infondo era così. Erano passati quasi cento anni da quando la morte li aveva separati, ma non si erano arresi. Avevano cercato in tutti i modi di ricongiungersi, poi Tommaso aveva conosciuto Davide e aveva sfruttato il suo amore malato per Luisa.

I due coniugi, continuando a baciarsi e a strapparsi i vestiti a vicenda, si ritrovarono davanti allo specchio che rifletteva i corpi di Davide e Luisa.

Mentre Adele finisce di narrare e a Delia si inumidiscono gli occhi, Sally serve loro due panciuti calici con un Cognac dal colore ambrato e costoso.

-Sally, noi non abbiamo ordinato i Cognac.

-Lo so Delia, è un omaggio di quella coppia che era seduta al tavolino proprio dietro di voi. Mi hanno detto di riferirvi che è offerto da Tommaso e Anna.

Delia e Adèle si guardano intorno e di fronte alla vetrata vedono una coppia. L'uomo dall'aria distinta si tocca il borsalino in segno di saluto e la bellissima donna, dai capelli neri e gli occhi di zaffiro, al suo braccio fa l'occhiolino alle due amiche. Poi spariscono nella nebbia seguiti da due ombre fluttuanti lasciando entrambe a bocca aperta.

Ho scritto la novella V in collaborazione con paroleemusica per il progetto letterario #Ekatómeron.
Il progetto coinvolge scrittori e scrittrici che in tempi di pandemia si sono rifugiati nella taverna dell'Ecciii gestita dalla locandiera Sally Spritz e raccontano novelle moderne ricalcando quelle del Boccaccio, trovando simile il tempo e l'occasione.
Ma non sono sola! Con AndreaBaffo e Thesmo formiamo un terzetto di amici un po' strambo, ma sono fondamentali per me e per Ekatómeron.
Vi invito a leggere le novelle degli altri scrittori e scrittrici pubblicate sul profilo di AndreaBaffo 🌻

https://www.wattpad.com/story/255623124?utm_source=android&utm_medium=link&utm_content=share_reading&wp_page=library&wp_uname=deliartemisia&wp_originator=nQ3hlPguehUhL3wkv0Gc6Ki30l6qAvfWpXaUO8piTGzI%2BfIOx%2BTAPqHTDO702iLsvsdhbvuwsCaaiGLnLooiSuoc%2FcJuztRX5GwKLOuPm4lqn4%2F%2FsHlGxGI4lKqVMv3b

Continuer la Lecture

Vous Aimerez Aussi

4.8K 157 27
come sarebbe rainbow city sui social
56K 121 5
A volte le vacanze non vanno come previsto. La storia raccontata narra di come Laura comincia a scoprire se stessa.
70.3K 1.7K 27
Sara Bastoni laureata in fisioterapia è la sorella maggiore di Alessandro Bastoni difensore dell'Inter e della nazionale italiana. Ha 23 anni ed è un...
814K 16.4K 135
Si capisce tutto dal titolo 😂 Se non vi piace non leggete thanks ❤️ Non è per sessualizzare i membri è solo per divertimento non voglio che voi capi...