ikigai - minsung

By icxnneverfly

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ɪɴ ᴄᴏʀꜱᴏ ❝No matter how hard I try to smile I feel so lonely Like aliens trying to blend in with Earthlings❞ ... More

00. quokka_
PARTE I
01. maleducato
02. giornata di merda (o quasi)
03. domande di troppo
04. come stai?
05. ti interessa?
06. perché?
07. un tunnel buio
08. di troppo
09. slump (crollo, periodo buio)
10. bambola voodoo
11. fiducia
12. va bene stare male
13. mi dispiace
14. fa male smettere di sognare
15. anche io credo in te
17. vorrei avere il cuore di ghiaccio
18. ti voglio bene. tanto, tanto, tanto. troppo.
19. così sarò sempre con te
20. come fai a capire se ti piace una persona?
21. forse nemmeno ti importa
22. sarò qui, nel nostro posto sicuro
23. sono fiero di te
24. i will love you either way
25. come mi immagini?
26. finché ci sei tu starò bene
27. maybe tomorrow you'll know
28. facci sognare
29. sei felice?
30. jisung
PARTE II
31. perché devi pensarlo!?
32. i dolci mettono di buon'umore
33. per mostrargli la parte migliore di te stesso
34. questa è un'occasione speciale
35. non è colpa tua
36. perché riflettono i tuoi
37. papà
38. non eravamo abbastanza?
39. ascoltare il mare
40. ora sei qui
41. close

16. mi rendi felice

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By icxnneverfly

venerdì 30 ottobre

Hyunjin lanciò un'occhiata a Minho dallo specchietto retrovisore e i due sembrarono capirsi immediatamente. Quel giorno, dopo scuola erano andati a comprare ciò che sarebbe servito alla cena con gli altri ragazzi: avevano preso qualche alcolico – l'alcol ovviamente non poteva mancare –, del cibo e anche alcune decorazioni per abbellire il salotto. Ci avevano messo più tempo del previsto, specialmente a causa di Hyunjin, che voleva che tutto fosse perfetto e li aveva fatti correre da un negozio all'altro ogni dieci minuti.

Adesso erano nell'auto di Chan ed entrambi sapevano che era giunto il momento giusto per chiarire ogni dubbio. Minho fu il primo a parlare, accompagnato da un ghigno. «Chan-hyung caro, cosa ci racconti? Ci sono novità nella tua vita amorosa?» domandò.

L'espressione di Chan – ben osservata da Hyunjin, seduto accanto a lui – mutò da seria a sorpresa nel giro di pochi secondi, per poi dipingersi d'imbarazzo. «Perché me lo chiedete?»

Gli occhi di Hyunjin si illuminarono e iniziò a battere le mani. «Quindi c'è qualcuno nel tuo cuore!» gridò. «Cazzo sì, finalmente! Sei peggio di Minho. Perlomeno lui ogni tanto si diverte con qualcuno in discoteca, tu invece sei sempre il solito santo! Da quant'è che non ti fidanzi? Due anni? Se non di più!»

«Hyunjin, se non la finisci di parlare ti infilo una scarpa in bocca» lo minacciò Minho e l'altro si zittì immediatamente, perché sapeva che era una cosa che sarebbe potuta succedere davvero. Chan gli lanciò dallo specchietto uno sguardo ricolmo di gratitudine, senza immaginare che il suo "salvatore" sarebbe potuto essere ancora peggio di Hyunjin.

Minho iniziò a guardarsi le unghie e rimase in silenzio per qualche secondo, poi sorrise beffardo, decidendosi a parlare. «E sentiamo, questo ragazzo è forse australiano, capelli biondi...» A ogni parola lanciava uno sguardo allo specchietto, dal quale vedeva il viso di Chan diventare più rosso. «Occhi luminosi, lentiggini, voce profonda, sorriso sempre presente-»

Chan sospirò pesantemente. «Okay Minho, ho capito che stai parlando di Felix. Puoi anche smetterla adesso» borbottò.

«Peccato, era divertente vedere il tuo viso cambiare tonalità di rosso. Desideravo continuare per arrivare al viola, magari ti sarebbe scoppiata la testa».

«Comunque, hyung, parlando seriamente: ti piace Felix?» chiese con un sorriso Hyunjin. «Vi vedrei bene insieme. Lui è davvero tanto gentile e sarebbe perfetto per te» continuò con aria sognante.

Chan sorrise. «Onestamente non so se mi piaccia o meno». Al sospiro contemporaneo di Minho e Hyunjin si lasciò sfuggire una risata. «Mi spiego meglio: un po' di interesse da parte mia c'è. È veramente una persona fantastica e spero che domani sera abbiate modo di conoscere meglio la sua infinita dolcezza. È così puro e ingenuo che, onestamente, ho paura che il mondo possa distruggerlo a causa della sua bontà d'animo».

Minho alzò un sopracciglio. «E tu saresti insicuro riguardo ciò che provi per lui?» Era palese che fosse cotto di quel ragazzo e, parlando sinceramente, Minho sperava con tutto se stesso che la persona alla quale Chan avrebbe dato il suo cuore immenso fosse Felix, e non uno stronzo come l'ultimo. Per una volta Chan aveva disattivato il suo radar per i casi umani e trovato qualcuno di davvero speciale. Qualche schiaffo gli è servito davvero a cambiare acque per trovare un pesce come si deve!

«Hyung, sei cotto» concordò Hyunjin ridacchiando.

Chan sospirò. «E va bene, mi piace molto, ma aspetterò. Non so nemmeno se ricambia. Poi devo mettere in ordine le idee, non voglio farlo stare male in nessun modo per qualche mia incertezza, quindi per ora mi godo il rapporto che abbiamo senza metterci in mezzo troppe cose. In seguito, vedremo come si evolverà la situazione» disse, e fermò l'auto di fronte al ristorante in cui lavoravano i suoi due migliori amici.

«Se pensi che per te sia meglio aspettare prima di dichiararti, fai bene. Ma non attendere troppo, non vorrei che qualcuno te lo portasse via!» lo avvertì Minho saltando fuori dalla macchina.

Hyunjin stampò un bacio sulla guancia di Chan. «Esatto, anche perché sono convinto che lui è cotto di te!» esclamò e raggiunse Minho sul marciapiede. «Ciao hyung! A domani!» gridò saltellando.

Minho gli lanciò un'occhiataccia. «Smettila di comportarti come un bambino e andiamo» lo riprese, avviandosi verso il ristorante.

Hyunjin lo seguì sbuffando e imitandolo sottovoce per non essere sentito. Quando i due superarono l'ingresso, i loro colleghi, che si erano già messi al lavoro, li salutarono con ampi sorrisi che i due ricambiarono, prima di scomparire all'interno del camerino. Si vestirono velocemente, indossando la divisa completamente nera del ristorante.

«Min?»

Minho finì di legarsi le scarpe e si alzò, posando lo sguardo su Hyunjin, che stava legando i propri capelli in una coda ma sembrava avere qualche difficoltà. «Vuoi che ti aiuti?»

Hyunjin annuì con un sorriso e si inginocchiò per terra, per permettere a Minho – più basso rispetto a lui – di legargli i capelli con più facilità. Hyunjin era solito non farsi toccare i capelli da nessuno, perché si prendeva così tanta cura di sé che non voleva che si spettinassero o magari rovinassero nelle mani di persone incapaci. Oltre a Chan e sua madre, Minho era colui che di solito se ne prendeva cura più di tutti. A parte il fatto che avesse una specie di fissa per i capelli delle persone, condivideva con Hyunjin il "toccatemi i capelli e vi sparo".

Minho diede qualche pacca sulle spalle del ragazzo inginocchiato di fronte a lui. «Fatto» disse.

Hyunjin si alzò e corse verso lo specchio che teneva sempre appeso nella parte interna dell'anta del suo armadietto. «Grazie mille, sono perfetti!» esclamò sorridendo e corse verso Minho per abbracciarlo.

Quest'ultimo si scansò per evitare di essere contagiato con tutta quella felicità e rise quando vide un broncio contrariato formarsi sul volto di Hyunjin. «Visto che ti ho sistemato i capelli, puoi coprirmi per un po' le spalle? Devo fare due cose prima di lavorare» gli chiese.

Hyunjin ridacchiò. «Va bene, va bene. Mi raccomando, ricorda al ragazzo-scoiattolo che è solo grazie a me se potete parlare un po'!» esclamò ammiccando, poi corse fuori dal camerino alla velocità della luce per non ricevere una scarpa in testa.

Minho scosse il capo e si sedette, sbloccando il cellulare.

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– 18:34 –

eccomi, sono appena arrivato
al lavoro :)

come sono andate le compere?
avete preso tutto?

sì! non vedo l'ora che sia
domani, se devo essere
sincero. alla fine vai anche
tu a casa del tuo amico?

sì, il mio migliore amico
mi ha convinto, anche
perché là ci sarà la sua
cotta.

oh beh, ne sono felice!

spero solo che tu non lo
faccia controvoglia. non
vorrei che stessi male
perché ti senti a disagio

e poi, se c'è la cotta del tuo
migliore amico, non so quanto
potrebbe starti dietro...

ehy, lino, tranquillo.

ci sarà anche l'altro nostro
migliore amico, quello che
assomiglia a un maialino
molto carino. te ne avevo parlato,
mi sembra.

oh, intendi il tuo amico
amico d'infanzia?

sì, lui.

ah, ho capito...

comunque, per qualsiasi
cosa, sappi che io sono qui,
okay? quindi se hai voglia di
stare da solo, staremo da
soli insieme. ti va bene?

non ti preoccupare, starò
bene. in fondo li conosco,
a pranzo passiamo il tempo
con loro.

lo so, ma tu stesso ieri notte
mi hai detto che ti mette un
po' di paura passare una
serata con persone che non
ti conoscono bene, perché
se dovessero dire qualcosa
che potrebbe ferirti anche
indirettamente staresti male

quindi uno, mi preoccupo e
tu non sei nessuno per dirmi
di non farlo

due, sei obbligato a scrivermi
se hai voglia di parlare di
cazzate con qualcuno che
conosci ma non conosci

insomma, qualcuno che
sai che non potrebbe mai
giudicarti

perché fai tutto questo per
me? non capisco.

quando smetterai di chiedermelo?

credo mai...

scoiattolino, smettila di
pensare di non meritarti
tutto questo, okay?

vorrei che tu fossi sempre
felice...

beh, di certo ultimamente
sono un po' più felice del
solito, me l'hanno detto
anche i miei amici. :)

ooh! menomale! a cosa
è dovuta questa felicità?

ma sei cretino?

perché me lo chiedi?

oh dio, lino... se fai così
rendi tutto ancora più
imbarazzante.

MA CHE HO FATTO

non lo capisci?

cosa dovrei capire?

sei tu che mi rendi felice!

certo, come ben sai non
sto sempre bene, anzi.
però anche quando sto
male, so che ci sei tu
pronto ad ascoltarmi e a
farmi ridere senza nemmeno
sapere, a volte, che nel
momento in cui parliamo
sto male.

quindi, lino, tu rendi
un po' più vivibile il mio
sentirmi diverso e spero
che anche io possa farti
stare meglio quando pensi
di non essere abbastanza e
di non potercela fare.

è stato inaspettato...

grazie, piccolo

anche tu mi rendi felice

:)

adesso devo andare, a dopo!

Minho infilò immediatamente il cellulare dentro il proprio armadietto e lo chiuse con un tonfo. Appoggiò la fronte contro il metallo freddo e una mano sul petto: il suo cuore stava battendo velocemente, sembrava quasi avesse la tachicardia, e sentiva lo stomaco contorcersi, come se avesse mangiato qualcosa a cui era allergico e stesse per vomitare. Eppure non era malato, si sentiva più che sveglio e, soprattutto, sano. Semplicemente le parole del ragazzo-scoiattolo lo avevano colpito ancora una volta, ma in modo diverso.

Minho prese un profondo respiro e si trattenne dall'urlare. Non andava bene, per niente. Ciò che il suo corpo stava provando era così strano che avrebbe voluto strapparsi il cuore dal petto e lo stomaco dalla pancia.

I suoi pensieri furono interrotti dalla porta del camerino che si apriva. Si raddrizzò e incontrò gli occhi preoccupati di Hyunjin. «Min, tutto bene?»

No, non capisco cosa mi sta succedendo. «Sì, mi fa solo un po' male la pancia ma non preoccuparti, vado a prendere qualcosa per farmelo passare e poi starò bene» lo rassicurò Minho con un sorriso.

Hyunjin aggrottò le sopracciglia. «Se vuoi posso chiedere se puoi tornare a casa prima» propose, mentre lo seguiva fuori dal camerino.

Minho scosse la testa. «Jinnie, stai tranquillo» insistette ed entrò nello sgabuzzino in cui tenevano tutto il necessario per i dipendenti. Si appoggiò alla porta e prese un profondo respiro: ma quale medicina, qui aveva proprio bisogno che qualcuno gli desse uno schiaffo bello forte!

a.a.
capitolo molto di passaggio ma spero vi sia piaciuto comunque🫶🏻

sempre vostra,
GiuGiu

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