Endless - Marvel fanfiction.

By Niobe77

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Durante la battaglia per recuperare il Tesseract ed eliminare Loki, gli Avengers faranno di tutto per sconfig... More

Cast.
Prologo.
1.
2.
3.
4
5.
6
7
Cast 2.
Avengers: Age of Ultron.
2.1
2.2
2.3
2.4
2.5
2.6
2.7
2.8
2.9
2.10
Cast. 3
Capitan America: The Winter Soldier.
3.1
3.2
3.3
3.4
3.5
3.6
3.7
3.8
3.9
3.10
3.11
3.12
3.13
3.14
3.15
3.16
Cast 4.
Capitan America: Cvil War.
4.1
4.2
4.3
4.4
4.5
4.6
4.7
4.8
4.9
4.10
4.11
4.12
4.13
4.14
4.15
4.16
4.17
4.18
Cast.5
Endelss.
5.1
5.2
5.3
5.4
5.5
5.6
5.7
5.8
5.9
5.10
5.11
5.12
5.13
5.14
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5.17
5.18
5.19
5.20
5.21
5.22
5.23
5.24
5.25
5.26
5.27
5.29
Epilogo.
Ringraziamenti.
SHADOW.

5.28

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By Niobe77

Hela sorrise soddisfatta di sé stessa e dei suoi piani minuziosi.

Thor entrò nell'appartamento di Tony, all'ultimo piano, ormai distrutto e stanco da tutta quella faccenda.

Il Dio del Tuono strinse i pugni cosi forte da far diventare le sue nocche bianche non appena i suoi occhi azzurri si scontrarono con quelli verdi della sorella.

Più la vedeva e più si ricordava di come avesse ucciso suo fratello, Loki.

Il Dio dell'Inganno non era mai stato un santo, anzi, è stato praticamente il primo a dichiarare guerra alla Terra, a tentar di ucciderlo, ma da un'anno a questa parte Loki aveva quasi preso coscienza dei suoi mali e stava tentando di riaggiustarli, in primis stava cercando di restaurare un nuovo rapporto con Thor, ma Hela gli aveva privati anche di questo.
L'aveva assassinato a sangue freddo, sotto i suoi occhi.

«Fratello caro! – sei ancora vivo.» affermò la donna ammiccando un sorriso.

«Hai ucciso Loki, distrutto Asgard - non ti permetterò di distruggere anche la Terra.» rispose il biondo facendo dei passi verso Hela.

«La Terra è già distrutta, da quando quella ragazzina col potere di Eris è venuta al mondo. La Terra è già stata segnata, io le do soltanto una mano.» rispose la mora e solo in quel momento Thor notò un uomo in piedi accanto alla dea.

Era molto giovane, non doveva avere più di vent'anni. I corti capelli rossi, bagnati e aderenti al viso pallido e magro. Gli occhi erano cerchiati di un nero pesante, con le pupille perse nel vuoto. La pelle era cosi bianca che sembrava non avesse sangue nelle vene.

Thor controllò meglio, notando che al posto di normali braccia, il ragazzo avesse due enormi pezzi di vibranio attaccati e fra di esse reggeva una lunga e affilata lancia.

Il biondo asgardiano guardò i due suoi nemici, controllando con la coda dell'occhio se nella stanza ce ne fossero altri, cosa molto probabile.

Hela era furba e teneva sembra un asso nella manica.

«Oh tesoro, vuoi davvero distruggere cosi il nostro legame?» una voce femminile attirò l'attenzione di Hela e di Thor.

Il Dio del Tuono si voltò notando una piccola e magra figura entrare nella stanza, come fa una fenice risorta dalle ceneri.

Alex Stroner fece il suo solito ingresso trionfale, stringendo fra le sue mani delle lame affilate. I suoi occhi erano colorati di rosso sangue, tante' che agli dei dei asgardiani lei sembrò Lucifero appena risorto.

«E' qui la festa? Non mi avete invitata, mi ritengo offesa.» affermò la mora ammiccando un sorrisso.

«Oh mia cara, tu sei l'ospite d'onore.» rispose Hela, mentre da dietro di lei apparirono come per magia, altri esseri viscidi con degli affilati artigli.

«Oh mi sento onorata.» affermò la mora cercando di non scomporsi. «Vogliamo iniziare a ballare oppure..?»

Uno degli alieni si stava avventando contro di lei, ma Alex senza pensarci troppe volte lo bruciò con la sua energia rossa, rendendolo soltanto un cumolo di liquido nero sul pavimento.

Thor fece uno sguardo quasi schifato, per poi guardare la sua amica fisso.

«Magnifico.» commentò Hela con sguardo quasi soddisfatto alla vista di tutto quel potere.

«Vuoi provare?» chiese ironica la ragazza.

Iron-Man atterrò sul terrazzo insieme ad Occhio di Falco, mentre Barton scoccava le sue frecce prendendo quasi tutti gli alieni.

Dalla porta che conduceva alle scale, Wanda, Visione e Bruce entrarono nella stanza, tutti sulla difensiva. Il piccolo e gracile Banner impugnava perfino un fucile, sicuramente rubato dalla roba di Barnes. Infine, Steve e Backy fecero il loro ingresso trionfale. Capitan America reggeva il suo scudo con forza, pronto a combattere.

Era un bel quadretto, in cui tutti erano ancora vivi e vegeti, se non interi, pronti a mettere la parola fine a tutta quella faccenda.

Thor guardò i suoi vecchi colleghi e quasi gli scappò un sorriso, ma questo non era il momento giusto per una ripatriata.

«Non so che problemi tu abbia con casa mia, ma preferirei che non la distruggessi. Sai ci ho messo soldi e sudore per ricostruirla.» affermò Stark rompendo il silenzio.

Hela sorrise soddisfatta, tutti quelli che voleva erano nella stanza, tutti al suo cospetto.

«Ecco la differenza tra noi due Thor. - Io sono la primogenita di Odino, la salvatrice di Asgard.. – e tu, tu non sei niente.» pronunciò Hela con rancore, puntando il dito contro Thor.

Quest'ultimo stava per risponderle ma un pugnale andò a tagliare in due la guancia della dea della morte, ferendola superficialmente.

Alex sorrise soddisfatta per la sua mira eccellente, per poi farsi avanti, affiancando il suo amico asgardinao.

«Scusami - Stavi dicendo?» domandò incrociando le braccia al petto.

Steve si fece sfuggire un sorriso. Hela fulminò con lo sguardo Alex e in un secondo i suoi capelli scuri si tramutarono in un elmo da combattimento nero, e nelle sue mani si proiettarono delle lunghe asce affilate.

La dea sferrò il primo colpo verso Alex, ma Thor fu più veloce e la spinse via iniziando a combattere contro la sorella.

Gli alieni si avventarono contro il resto degli Avengers mentre l'esperimento di Brich si avventò contro Alex.

La mora colpì il soldato con un calcio diritto in volto, e successivamente lo colpì con una scarica della sua energia rossa. Ma la sua attenzione venne catturata per qualche istante da Steve e Wanda che combattevano contro dei nemici.

Erano entrambi stanchi e uno di loro stava per colpire Steve alle spalle.

Alex senza pensarci colpì il nemico di Rogers, mettendolo fuori gioco. Steve alzò lo sguardo, incrociando gli occhi della sua amata, ma quella mossa le fu fatale, poiché l'esperimento di Brich la prese per le spalle, quasi stritolandola e successivamente la spinse con violenza contro il vetro della stanza di Tony, rompendolo in due.

«Alex!» urlò Steve correndo verso di lei.

Dei frammenti di vetro si erano conficcati nel suo braccio, provocando una lacerazione. Steve l'aiutò ad alzarsi, cercando di non premere tanto sulla ferita.

Il soldato di Brich si stava avviando minacciosamente verso di loro, quando il suo percorso venne ostacolato da una scia gialla e rossa e da un uomo in armatura.

Iron-Man lo colpì con i suoi raggi laser, facendolo indietreggiare, mentre Wanda con la sua forza lo stava sollevando in aria, avvolgendolo in una nube di fumo rosso.

Il soldato urlò dal dolore, cercando di liberarsi, ma la Maximoff con un leggiadro gesto con le braccia lo allontanò, facendolo atterrare dall'altra parte dell'edificio.

«State bene?» domandò Tony atterrando al cospetto dei due, facendo analizzare da Fraday le condizioni di Alex.

«Potrebbe andar meglio.» mogulò Alex rimettendosi in piedi.

Il panorama non era dei migliori, per un attimo a tutti loro sembrò di essere ritornati a Sokovia o alla battaglia di New York. Erano circondati da alieni e distruzione e per quanto loro fossero forti e ben addestrati erano sempre fin troppo pochi per sconfiggere una divinità come Hela.

La Dea della morte e il Dio del Tuono combattevano uno contro l'altro violentemente, sferrandosi pugni, cercando di uccidersi l'un l'altro.

Hela calciò la faccia di Thor come se fosse una palla da calcio, per poi colpirlo alle spalle con una delle sue affilate lame. Il biondo urlò dal dolore e Hela lo trafisse una seconda volta con la sua lama al torace, accasciandosi per terra.

Hela non gli diede pace e lo prese per il collo, spingendolo con violenza al muro.

«Valoroso da parte tua, ma non avevi scampo.» affermò la donna per poi conficcare la lama nel braccio di Thor. «Vedi non sono né una regina né un mostro. Sono la Dea della Morte. Tu invece eri il Dio di cosa?»

Il biondo a causa della stanchezza e delle sue ferite gravi non riuscì a rispondere. Si sentiva un fallito, Hela era fin troppo potente, perfino per un uomo come lui.

La mora, capendo che ormai aveva vinto, che aveva dominato perfino su suo fratello sorrise soddisfatta per poi lasciarlo cadere di ginocchio per terra.

Gli avrebbe dato il colpo di grazia a battaglia conclusa, quando i suoi amici sarebbero tutti morti, compresa Alex Stroner.

Iron- Man e Bruce si avviarono velocemente verso Thor, per controllare le sue condizioni.

I punti sul suo occhio sinistro si erano riaperti e aveva ricominciato a perdere sangue, e le sue ferite sul torace erano abbastanza gravi.

Bruce fece pressione sull'addome, mentre la pelle del Dio stava diventando bianca come un lenzuolo a causa della notevole perdita di sangue.

Wanda e Backy vennero presi entrambi per le braccia dagli alieni, e spinti con violenza verso il muro, per far si che non si muovessero dalla loro presa.

Visione e Steve stavano per correre in loro aiuto, ma Ebony Maw fece il suo ingresso, intrappolandoli in una fascia d'energia elettrica, facendo la stessa cosa con Strage e Wong.

La loro fine era arrivata. Avevano perso.

Alex cercò di rimettersi in piedi a fatica, cercando di raggiungere uno dei suoi coltelli, ma Hela la raggiunse per prima, trafiggendo la sua mano con il pugnale.

Alex urlò per il dolore, mentre Steve cercò di liberarsi da quella dannata gabbia, ma i suoi sforzi vennero ostacolati da una scossa elettrica.

Hela prese Alex per i capelli, trascinandola verso il Tesseract.

«Ora non fai più la gradasse eh.» affermò la divinità, per poi spingere la Stroner verso il grande cubo blu.

Il Tesseract non appena venne a contatto con l'energia di Alex, si colorò di rosso fuco e la ragazza sentì divampare nelle sue vene come un fuoco.

La ragazza si chiese dove tutto questo potere si fosse rifugiato in questi anni, e per svariati minuti maledì il padre e i suoi dannati esperimenti, compreso lei stessa.

«Arrenditi ragazzina. - Non hai possibilità contro di me.» pronunciò Hela, spingendo la testa di Alex contro il Tesseract, ferendola nuovamente.

Clint, Natasha e Steve cercavano in tutti i modi di liberarsi dalla magia del figlio di Hela ma più ci provavano e più il loro dolore per le scosse elettriche aumentava.

Stark cercò di alzarsi in volo ma venne fermato da un soldato dalle braccia in vibranio, la quale lo spinse di nuovo per terra, fermandolo con il suo ginocchio sul pavimento.

Bruce, cercava di tenere sveglio Thor, mentre con la sua mente imprecava e pregava che Hulk facesse una delle sue entrate ad effetto e che potesse aiutarli, ma era come sparito.

Wanda e Backy erano a terra, quasi entrambi privi di sensi a causa delle notevoli botte.

Strange era lì, ad osservare con occhi tristi la sua figlioccia, mentre urlava dal dolore a causa delle ferite inferte da Hela.

Era uno spettacolo straziante, ma il Mago Supremo attendeva, attendeva perché lui era l'unico a sapere cosa sarebbe successo.


Alex tossì sangue, sentendosi la gola bruciare come un forno. Respirare le sembrava la cosa più difficile da fare in quel momento.

Tutto il fumo, il fuoco che scorreva come sangue nelle sue vene e i diversi ematomi che aveva sparsi sul corpo non rendevano tutto ciò facile.

Hela la schiaffeggiò con violenza, spingendole ancora una volta la testa su quel cubo blu.

Quando sei in billico fra la vita e la morte, quando stai combattendo importanti battaglie, aggrapparsi all'ultimo filo di normalità è normale. Per questo pensò, in quel esatto momento al suo passato e a come in quei anni, da quando Alex era entrata negli Avengers, la sua vita aveva avuto vari passi in avanti.

Prima di New York, Alex non era altro che una vecchia spia, con qualche asso nella manica, che si era nascosta nelle strade di una città fin troppo grande per lei. E quando un normale giorno si trovò a combattere contro Loki, i chiatauri, la sua vita cambiò drasticamente.

Gli Avengers erano diventati la sua famiglia. L'unica che ha potuto definire tale.

Come in una normale famiglia avevano affrontato alti e bassi, più bassi che alti, ma dopotutto avevano fronteggiato qualsiasi difficoltà in maniera eccellente, la maggior parte delle volte.

Alex chiuse gli occhi per un istante, prendendo un lungo respiro profondo, ricordandosi i bei momenti fra ragazze passate con Wanda e Natasha, le lunghe chiacchierate con Clint, la risata di Tony, le battute con Sam e Backy.

Si ricordò della notte in cui avevano organizzato quella cena, la cena in cui Alex si dichiarò a Steve e passarono la loro prima notte, si ricordò della bellezza di quella serata, delle risate e di come passarono quasi l'intera notte a parlare di Bruce e Natasha.

Alex si maledì per non essersi dichiarata a Steve qualche anno prima, si maledì di essere stata arrabbiata con lui per tanto tempo, per non avergli rivolto la parola e per averlo colpito a Lipsia.

Alex riaprì gli occhi ritrovandosi nel caos e nella distruzione. Guardò i suoi amici, il suo fidanzato mentre venivano fatti a pezzi uno ad uno e la colpa era solo sua.

"Stanno morendo Alex. Vuoi davvero farla finita cosi? Ti ho per caso insegnato ad arrenderti?"

La Stroner giurò di sentire in lontananza la voce dura e secca del padre.

"Non ti ho creata per farti abbattere cosi."

Alex puntò i suoi occhi azzurri, notando la figura del padre di nanzi a lei, con la solita postura dritta nella sua divisa da militare perfetta. Rick Stoner inclinò leggermente la testa di lato, guardandola severamente negli occhi e Alex si sentì così tanto giudicata da quello sguardo.

«Tu mi hai creata per distruggere.» mormorò Alex, convinta che stesse per impazzire.

"Io ti ho creata per dare un'opportunità in più alla Terra, per proteggerla."- affermò severo l'uomo.-"Ma forse sei sempre stata fin troppo debole per tutto questo."-

Il Colonnello Stroner la guardò con disprezzo e delusione per poi abbassarsi al cospetto della figlia, continuando a fissarla.

"Il dolore ci rende più forti Alex, sempre. - io ti ho insegnato molto di più. Ti ho resa forte, non solo fisicamente ma anche moralmente. Ho fatto si che tu diventassi il soldato migliore della tua epoca e tu adesso mi stai deludendo."

Alex strinse i pugni, mentre dalle sue mani fuoriusciva un'energia rossa, ma non la solita, era più potente e più calda come se dalle sue mani stesse per fuoriuscire il fuoco.

I suoi occhi divennero neri come la pece e le vene del suo collo si colorarono di rosso, pronte a scoppiare da un momento all'altro.

Con una forza mai vista prima Alex si liberò dalla presa di Hela, facendola allontanare da sé di qualche centimetro.

«Ho sempre un asso nella manica. Hela.» grugnì con rabbia la ragazza mentre dalle sue mani si stava per formare una palla di fuoco incandescente.

Alex la scagliò contro Hela, facendola atterrare malamente nel giardino.

La giovane Stoner si voltò, ritornando alla carica dai suoi amici. Appoggiò le mani per terra, per poi colpire il terreno con la sua energia, facendolo sgretolare in due il pavimento e facendo atterrare alcuni nemici fra le macerie.

Il figlio di Hela, cercò di contrastarla ma Alex fu più veloce, tendendo la mano verso di lui e colpendolo con la sua dose di dolore. La bruna chiuse gli occhi immaginando il suo nemico a terra agonizzante, mentre gli stava letteralmente riducendo il cervello in pappa.

Gli Avengers si rialzarono da terra, molto più liberi nei loro movimenti. Tony si voltò in direzione di Alex, guardando le sue mani incandescenti e i suoi occhi rossi, ma non sembrava senza controllo, anzi sembrava come se lei sapesse perfettamente quello che stava facendo.

Ebony Maw cadde a terra, con del sangue blu che fuoriusciva da ogni centimetro del suo viso. Morto.

Natasha a quella scena si trattenne dal rimettere la colazione della mattina precedente.

Il Tesseract, grazie all'energia di Alex aveva aperto uno squarcio nel cielo. L'azzurro limpido s'increspo' in onde imbizzarrite nere e grigie che cominciarono a vorticare su se stesse, come se fosse un tornado.

Al di la' di quello specchio liquido, s'iniziarono a scorgere figure indistinte. Molto più grosse e molto più feroci.

Clint sospirò. «Ho un bruttissimo flashback di New York.»

«Non hanno più fantasia.» accordò Natasha, mentre si asciugava dalla fronte dal sudore.

«Bene. Se qualcuno ha un piano, condividetelo.» affermò Wong, affiancando il suo maestro e Bruce.

Alex e Thor si lanciarono dei veloci sguardi d'intesa, mentre Steve cercava di capire cosa passasse per la mente della sua ragazza.

Un ruggito quasi animalesco gli fece voltare e dietro di loro si materializzò Fenir, con la bocca piena di sangue e gli occhi ancor più rognosi.

«Ci mancava anche lui.» borbottò Stark sospirando.

«Ci vorrebbe un bell'Hulk, non credi?» affermò Strange guardando Bruce.

Alex guardò il mago arricciando il naso, chiedendosi cosa avesse in mente. Ormai in quei pochi giorni di conoscenza, aveva capito che Strange non era un persona che parla a vanvera.

Bruce lo guardò sconvolto ma prima che lui potesse chiedere spiegazioni, Strange lo spinse violentemente e dal corpo del gracile Banner fuoriuscì come un essenza e gli Avengers notarono l'anima di Hulk nel corpo dello scienziato.

Natasha stava per correrli incontro per accertarsi che il suo ragazzo stesse bene, ma Clint la fermò appena in tempo, poiché il gracile Banner si era trasformato di nuovo in Hulk.

Il fusto verde emise il suo solito grido di battaglia, per poi correre con violenza verso il grosso lupo.
Avvolse le sue braccia attorno al suo muso, spingendolo indietro, rompendo le ultime mura della casa.

Erano entrambi molto grossi e molto arrabbiati. Non sarebbe stata una battaglia semplice, ma almeno Fenir sarebbe stato occupato per un po', e poi con l'arrivo di Hulk, Banner non si sarebbe fatto male.

«Bhe si è fatto aspettare. – Non potevi farlo prima?» domandò Alex guardando Strange, il quale alzò le spalle senza dare una spiegazione precisa.

«Bhe, ora che ci siamo occupati del grosso cane, adesso dobbiamo pensare anche a loro.» affermò Tony mentre si metteva in volo.

Davanti a loro si era creato un enorme battaglione di alieni, guidati da Hela.

«Ok ho un piano.» affermò Alex. «Dividiamoci. Wanda e Visione coprite quel lato. Nessuno deve entrare o uscire. – Stark, Clint, Rhodey, vi voglio in alto. Tutto quello che vedete uscire da quel coso, rispeditelo indietro. Thor ed io ci occuperemo di Hela e del Tesseract, mentre voi terrete occupati il resto.»

Alex prese il comando della situazione, agendo come un generale. Senza ribattere tutti si posizionarono ai loro posti di blocco, pronti per la battaglia.

Steve e Alex si lanciarono degli sguardi per diversi secondi, non sapendo entrambi da dove iniziare. Volevano dirsi tante cose, probabilmente tutte quelle che non si erano dette nel corso degli anni, ma non volevano nemmeno risultare troppo banali e noiosi.

«Coprimi le spalle.» affermò Alex guardandolo negli occhi.

«Sempre.» sorrise il Capitano per poi stringere il suo scudo.

Thor prese Alex per il fianco per poi alzarsi in volo ed avviarsi al cospetto di Hela.

La donna si trovava al centro della sala, con il sangue che le colava dalla bocca, gli occhi verdi appariscenti come se fossero quelli di un gatto, i denti affilati e inclinati in un sorriso maligno.

I tre erano circondati dal caos e terrore. Per la sala si sentivano solo le urla di guerra, mescolate a quelle di Hulk.

«Hai un piano?» chiese sottovoce Thor alla sua amica.

«Ci sto' ancora lavorando. - Tu che dici di colpirla con una saetta?» chiese a sua volta la ragazza.

«L'ho colpita con la saetta più grossa della storia delle saette. Non le ha fatto niente.» affermò l'uomo, mentre Alex lo guardava con uno sguardo confuso.

«Dobbiamo trovare un modo per chiudere quel coso. » mormorò la ragazza, indicando il buco nel cielo provocato dal Tesseract.

«Se distruggiamo il Tesseract, Hela morirà - e anche tu.» affermò Thor affranto, guardando la sua amica con i suoi occhi azzurri.

L'asgardiano non avrebbe mai permesso che alla sua amica capitasse qualcosa, aveva fatto una promessa al Capitano e in più Alex in quegli anni si era dimostrata una delle sue migliori confidenti.
Non l'avrebbe mai permesso.

«Magari non dobbiamo distruggerlo. Ma possiamo assorbire il suo potere.» parlò Alex guardando il suo amico.

Thor la guardò con un sopracciglio alzato cercando di capire a cosa ella volesse arrivare.

«Il potere del Tesseract potrebbe ucciderti Alex. Non hai idea di cosa significhi possedere tutto quel potere.» ribattè Thor ansioso.

«E' l'unica possibilità.» rispose la ragazza sfiorandoli il braccio sinistro. «Visione fai cambio con Backy, vieni qui. Subito.»

l'Android volò dai suoi amici, affiancando la divinità.

«Hai bisogno per caso che ti analizzi le possibilità di riuscita di questa pazzia?» domandò l'uomo rosso, rimanendo sospeso in aria.

«Voi copritemi. Tenetela impegnata il più possibile.» disse la ragazza mentre si passava il dorso della mano sulla guancia per levarsi un po' di funiggine mescolata al sangue.

Thor e Visione la guardarono, mentre la loro amica sfrecciava come una saetta verso il Tesseract. All'asgardiano sembrò di rivivere per un secondo New York, cinque anni fa.

«Si va?» domandò Thor a Visione.

«Dopo di te.» rispose l'uomo.

Il biondo sospirò, mentre il suo corpo venne avvolto da delle saette blu, lanciandosi nella guerra.


Tony, Steve e Backy, erano occupati a tener a distanza i mostri che Hela aveva fatto arrivare sulla Terra, ma appena uno di loro veniva abbattuto, altri tre uscivano dal portale, più forti e più arrabbiati.

Trovare una soluzione non era facile, ma attaccare a freddo non avrebbe portato a nulla. Non sapevano cosa fare: se aiutare la Vedova e Clint a tener lontani i figli di Hela dalla città o se aiutare Hulk contro Fenir.

Strange e Wong erano esausti, cosi come anche Wanda. Per quanto il loro potere fosse grande, anche loro avevano un limite, e quel giorno l'avevano superato.

Le mani di Strange avevano ricominciato a tremare.

L'uomo se le guardò per un istante, osservando le cicatrici di quel maledetto incidente, che dopotutto tanto maledetto non era, visto che era riuscito a fare qualcosa di più grande.

Fin da bambino era da sempre stato un gran appassionato di scienza, e aveva studiato sodo per diventare un ottimo neurochirurgo, ma dopo l'incidente si era perso nel buio più totale, rinchiuso in sé stesso, convinto che non avrebbe fatto più niente, ma alcune volte la vita ti riserva mille sorprese.

Il suo scopo da sempre era stato, proteggere e salvare vite, e l'avrebbe fatto, sia se fosse stato nei panni di chirurgo, sia nei panni da Mago.

Un ruggito di Hulk, attirò l'attenzione del Mago Supremo.

Stephen si voltò, notando come la creatura verde fosse immobilizzata fra le falci del lupo. Hulk si dimenava, urlava, cercando di colpirla con uno dei suoi pugni violenti, ma sembrava come se Fenir non avesse alcuna intenzione di lasciarlo.

La Vedova Nera, fortunatamente, non si era accorta della situazione critica che stava affrontando il suo fidanzato.

Il dottor Strange, essendo protettore della gemma del tempo, sapeva perfettamente come sarebbe andata a finire quella battaglia. Aveva osservato quasi più di mille dimensioni, di mille decisioni prese e su quasi cento mila visioni avute su quella battaglia, l'esito era sempre lo stesso, tranne in una.

«Facciamola finita.» mormorò l'uomo sfiorando con le dita il suo mantello rosso.

L'Antico, prima di morire, l'aveva informato che avrebbe fatto cose più grandi in futuro, che sarebbe stato un gran maestro.

Da sempre il suo compito era stato quello di salvare, e tra questi c'era anche quello di tener al sicuro una ragazza dai capelli castani e dagli occhi azzurri.

Alex e Strange da sempre erano destinati l'un all'altra. Lui era stato il primo essere umano a tenerla per le braccia, a dal quel momento per Stephen fu quasi amore a prima vista.

Non era mai stato uno che con facilità ammetteva i suoi sentimenti o riusciva a dimostrarli, non ci era riuscito nemmeno con Christine, ma con Alex era diverso.

Lui avrebbe dato la sua vita per lei.

Fenir lanciò Hulk verso il muro bianco. L'uomo verde perdeva sangue dalla gamba, e a causa della botta aveva perso i sensi.

Il grosso lupo, con il sangue che gli colava dalla bocca si stava avvicinando al fusto verde, pronto per darli il colpo di grazia e finirlo una volta per tutte.

«Bruce!» urlò la Romanoff spaventata, ma Hulk non riprendeva i sensi.

La donna stava per correrli incontro, sperando di riuscire far qualcosa per il suo amato, ma Clint fu più veloce e riuscì a fermarla, prendendola per i fianchi. Natasha si dimenava dalla presa del suo migliore amico, cercando di colpirlo con dei pugni, ma Clint non la lasciava andare.

Fenir spalancò la bocca, pronto a mangiarselo vivo.

Tony e Steve, si accorsero di quello che stava per succedere, e nel momento in cui loro stavano per correre ad aiutare il loro amico, una luce rossa attirò la loro attenzione.

Strange si posizionò di nanzi all'uomo verde, come per proteggerlo dall'enorme mostro. Le sue mani tremanti si erano colorate di rosso e di dorato, dalla sua bocca fuoriusciva del sangue scarlatto e i suoi capelli, quasi sempre perfetti questa volta erano scompigliati. Non aveva un bell'aspetto.

Tony atterrò malamente dietro il dottore, ordinando a Friday di analizzare le condizioni di Hulk, che fortunatamente era ancora vivo.

«Portatelo via a questo ci penso io.» affermò il mago, non guardando minimamento Stark.

Iron - Man rimase quasi sconvolto dalla serietà delle sue parole, e dentro di sé si creò una brutta sensazione, ma il filantropo non disse niente, annuì solamente per poi avvolgere l'uomo verde nell'Hulk Buster e trasportarlo lontano da quello che stava per accadere.

Wong al contrario di tutti, aveva già capito cosa stava per fare il suo maestro.

Stephen Strange stava cambiando il futuro.

Strange si lanciò uno sguardo complice con il suo fedele amico. Entrambi si diedero l'addio.

Wong si morse il labbro inferiore, mentre una lacrima gli stava rigando il volto e si voltò, cercando di non guardare quello che stava per succedere.

Wanda si sentì come se qualcosa di brutto stesse per accadere, per un secondo pensò che fosse Visione, ma quando si voltò, notando che stava "bene" intento a lottare con Hela, il suo sguardo si voltò alla ricerca del vertice di quella sensazione, notando Strange, ormai avvolto in un cumolo d'energia dorata.

L'uomo urlò, aumentando la sua furia contro il grosso felino. La sua fronte gocciolava di sudore e nella sua mente navigavano le ultime parole dell'Antico.

"La morte da significato alla vita."

Fenir ululò, mentre piano piano il suo corpo ardeva, trasformandosi in un cumolo di cenere.

Stephen Vincent Strange sospirò, chiudendo gli occhi per qualche secondo per poi abbandonarsi a sé stesso e pochi istanti dopo trasformarsi in un cumolo di polvere d'orata.


Gli Avengers erano del tutto sconvolti da quel gesto. Tony capì quasi immediatamente cosa fosse accaduto. Il filantropo abbassò il capo, mordendosi il labbro inferiore. Non l'aveva conosciuto cosi bene, ma per quel che aveva conosciuto il Dottor Strange era un brav'uomo.

Steve guardò in direzione di Alex, cercando di capire, quasi sperando che lei non avesse assistito a quella scena, ma la Stroner in realtà aveva assistito a tutto quanto.

Il suo cuore si era frantumato in mille pezzi nel vedere come Strange si fosse tramutato in polvere.

La giovane si morse il labbro cercando di trattenere i singhiozzi, ma non ci riuscì. Si sentì come se in quel momento le mancasse l'aria, come se in un istante le avessero strappato via il cuore dal petto.

Urlò con tutta l'aria che aveva nei polmoni. Era un urlo di dolore, mescolato alla rabbia e si lasciò andare di ginocchia per terra e la sua energia rossa, incontrollata colpì alcuni dei suoi nemici.

Wanda si morse il labbro inferiore, abbassando il capo, ricordandosi che anche suo fratello Pietro, era morto come Strange. Sacrificandosi per il bene dell'altro.

Bruce Banner, riprendendosi dal suo stato di trans,però rimanendo ancora nelle sembianze di Hulk, si fece sfuggire una lacrima amara, ringraziando con tutto sé stesso il sacrificio che Stephen Strange aveva fatto.

Wong raggiunse Alex, facendosi spazio nella guerra, stringendo la sua catana.

«Alex. - Alex alzati forza.» gli ordinò l'uomo, cercando di alzare la ragazza da terra, ma la donna continuava a piangere, lasciando andar via tutto il suo dolore.

«Strange è morto.» balbettò la ragazza, come se si stesse per strozzare con le sue stesse lacrime. «Perché l'ha fatto? Perché?»

Wong la sfiorò con la mano, ma dovette ritrarla subito, visto che la pelle della ragazza era diventata incandescente. Era come se del fuoco la stesse divorando viva. Wong rimase quasi confuso da quella quantità d'energia presente in lei.

«Alex – Strange si è sacrificato perchè era cosi che doveva andare. Lui sapeva perfettamente quello che stava facendo. Ci ha dato la possibilità di mettere la parola fine a questa storia.» affermò Wong, guardando la ragazza fisso negli occhi, la quale si erano tramutati in fiamme ardenti. «Non rendere il suo sacrificio vano.»

Alex Stroner guardò Hela, con uno sguardo pieno di rabbia, uno sguardo che poteva far rabbrividire perfino il Diavolo.

La giovane strinse i pugni, incastrando la carne nelle unghie nei suoi palmi, rimettendosi in piedi.
Gli occhi le bruciavano a causa della polvere e delle lacrime, versate per tutti i caduti in questa guerra.

Alex doveva mettere fine a tutto questo, per i suoi amici, per Pietro, per Elisa, per Strange, per tutti loro.

«La fine è la parte del viaggio.» affermò Alex stringendo i denti.

Wong guardò la ragazza, osservando ogni parte del suo corpo rigido come una pietra.

Alex in quel momento era una pietra in esplosione.

La ragazza si posizionò di nanzi al Tesseract, sospirando pesantemente.

«La fine è la parte del viaggio.» mormorò nuovamente, citando le ultime parole di Rick Stroner.

Non appena le sue mani sfiorarono il Tesseract, Alex riuscì a percepire un'energia potentissima avvolgerla, sentiva quell'oggetto entrarle nelle vene, come se da sempre esso le fosse appartenuto,come se fossero da sempre legati l'un all'altro. E infondo lo erano.

Lei e il Tesseract erano due facciate della stessa medaglia. Nel suo sangue scorreva metà della sua potenza, e adesso avrebbe messo fine a tutto.

Alex Stroner tremò per un istante, mordendosi le labbra con ferocia, incastrando i suoi occhi azzurri con quelli di Steve Rogers. Quest'ultimo combatteva con furia contro tutti, mettendo fuorigioco ogni nemico, ogni essere, con il suo inseparabile scudo.

Tony lo affiancava, combattendo al suo fianco, proteggendolo con i suoi raggi laser.

Natasha, aiutata dai morsi della Vedova, proteggeva Bruce come una leonessa con i suoi piccoli.

Clint scoccava ogni secondo una freccia, stanco.
Wanda e Backy combattevano senza sosta, con gocce di sudore che gli colano dalla fronte.

Thor e Visione, stavano cercando di mettercela tutta nel tentar di trovare un punto debole in Hela.

Alex e Wong si guardarono per qualche istante, capendo entrambi che quello era il momento d'agire e di mettere la parola basta a tutto questo.

Wong annuì, mentre stringeva ancor di più la sua catalana. Alex prese un lungo respiro, mentre cercava di concentrarsi, cercando di assorbire l'energia di quell'oggetto.

Era iniziato tutto col Tesseract, ora tutto si sarebbe concluso con esso.

Alex sentì le sue vene bruciare, come se della lava incandescente la stesse penetrando. Il suo stesso sangue si era colorato di un blu scarlatto, sentiva il sangue in bocca e la milza dolorante, che quasi la fece piegare in due, ma non si fermò nemmeno per un secondo.

Il sudore amaro colava dalla sua fronte come un fiume in piena, e Alex sentì come se le sue pupille le stesso per uscire dalle orbite. Il bagliore del Tesseract era fin troppo alto, anche per lei.

La ragazza chiuse gli occhi, concentrandosi solo su la sua potenza, per un istante pensò come se nella stanza ci fosse solo lei e la sua energia.

Clint era parecchio sconvolto nel vederla, cosi come anche il resto della squadra.

Nello sguardo di Steve si formò un velo di preoccupazione e si chiese se tutto quello non la stesse per uccidere.








Hela spinse con violenza Thor, trafiggendolo ancora una volta con una delle sue lunghe spade.
Visione arrivò in suo soccorso, colpendo la donna con il potere della gemma della mente, spostandola dal suo amico.

L'argardiano si portò una mano sul fianco, macchiandosela di sangue, si morse la lingua, cercando di trattenere il dolore. Gli mancava il respiro ed era distrutto, si sentava le gambe tramare ma se fosse caduto sicuramente non si sarebbe più rialzato.

Doveva farlo, doveva continuare a combattere.

Per Loki.
Per i suoi genitori.
Per Heimendall.
Per Asgard.

Hela affondò i suoi artigli nella testa di Visione, facendolo urlare dal dolore.

Wanda sentendo le sue urla, si alzò in volo, colpendo Hela con delle lance.

«Non provare a toccarlo.» affermò la Maxximoff con rabbia, mentre con il suo corpo proteggeva Visione.

«Saresti un ottima alleata, Wanda Maximoff. – Sei potente e sei sprecata per delle persone del genere.» disse Hela ammiccando un sorriso maligno.

Thor si levò la lancia di Hela dalla spalla, mentre si asciugava con il dorso della mano il sudore dalla fronte. Il re di Asgard si rimise in piedi, barcollando.

«A qualunque gioco tu stia giocando, non funzionerà. - Tu non puoi sconfiggermi.» Hela si voltò in direzione del fratello, ormai convinta di aver vinto.

La terra sotto di loro incominciò a tremare, le mura sembravano come se si fossero trasformate in gelatina e detriti dell'edificio incominciarono a cadere.

Steve corse in direzione di Clint e Backy, proteggendoli con il suo scudo dai detriti cadenti, mentre Wong immediatamente stava cercando di creare uno scudo che potesse proteggere tutti quanti.

Erano tutti abbastanza confusi, impauriti da quello che stava per accedere. Avevano paura che da quel maledetto portale stesse per uscire un altro enorme animale feroce, ma in realtà quelle scosse non provenivano dal portale, ma bensì da Alex Stroner.

«No, lo so. – Ma lei si.» Thor si fece scappare una risata, indicando Alex con il pollice.

Hela guardò la ragazza con sguardo arrabbiato e confuso, lanciando una delle sue asce nella sua direzione, ma in un secondo la lancia venne polverizzata.

Tony a quella scena si fece sfuggire un urlo di vittoria, alzando un pugno in aria.

«Questa si che è la mia ragazza!» urlò il filantropo, ottenendo un occhiata di fuoco da parte di Steve.«Non fare il geloso, l'ho detto per un fatto simbolico.»


Alex si sentiva come bruciare, ma allo stesso tempo si sentì come completa.

Il Tesseract si frantumò nelle mani di Alex, diventando cosi polvere. La ragazza venne avvolta in un bagliore di luce, che quasi tutti gli Avengers dovettero coprirsi gli occhi per non essere accecati.

Hela rimase come pietrificata a quella scena, non sapendo cosa dire o cosa fare.

«No.» mormorò la donna, mentre Wanda la stava attaccando alle spalle, trafiggendola con un ascia e Thor la colpì con una delle sue saette.

Alex si fece sfuggire un sorriso maligno, mentre si avvicinava minacciosamente ad Hela, infuocando tutto quello che lei pestava.

Alex Stroner in quel momento sembrava la regina dell'Inferno. Tutto attorno a lei era distrutto e tutto si era trasformato in cenere e caos. I suoi occhi erano rossi, le sue mani erano infuocate, dalle sue labbra colava sangue denso e i suoi capelli erano sporchi di sangue, funiggine e pezzi di vetro.

Nella stanza si sentivano solo riancheggiare il suono dei suoi passi felini. La stessa Hela incominciò a tremare di nanzi a quella scena terrificante.

«Adesso mi hai scocciato.» pronunciò Alex guardando la divinità negli occhi.

Le dita di Stroner si mossero leggiadre, creando una piccola palla d'energia rossa, per poi trafiggere Hela in pieno petto.

La divinità Asgardiana venne spinta pochi metri più lontana da lei, atterrando su una delle sue asce appuntite. La lama si era conficcata nel suo petto, trafiggendola da parte a parte come se fosse uno spiedino di carne.

Alex prese una lunga spada, facendola diventare incandescente e sempre con passo felpato si avvicinò ad Hela, trafiggendola nuovamente alla spalla.

«I tuoi giorni sono finiti Hela. Hai minacciato il mio popolo, la mia casa, la mia famiglia e io non ti permetterò di farla franca.» la voce di Alex era dura e rognosa mentre parlava con la divinità.

«Pensi di essere migliore di me? Ma guardati Alex, io e te siamo uguali. Siamo due facce della stessa medaglia, entrambe assatanate di potere e distruzione. – Ma io al contrario tuo, ho la decenza di ammettere la mia vera natura, mentre tu ti nascondi dietro ai tuoi poteri. - Chi è il mostro adesso?» rispose Hela con durezza.

La divinità sapeva perfettamente che per lei era ormai giunto il capolinea, ma non si sarebbe mai fatta abbattere. Non avrebbe mai dato segni di debolezza.

Alex la guardò come se quelle parole non le avessero fatto né caldo né freddo, se le lasciò trasportare via come se fossero acqua.

«Io non ho chiesto tutto questo, non l'ho mai voluto e riguardo a chi sono non sarai dicerto tu a dirmelo. - I tuoi tempi di terrore sono finiti Hela.» parlò la giovane mora, inclinando la testa di lato.

«Continua a raccontartelo.» rispose duramente Hela, lasciandosi sfuggire una risata.

Alex sospirò, prendendo la donna per la gola, stringendola fortemente. Le due si guardarono negli occhi, cercando di capire se una delle due avesse paura, o se ci fosse qualche briciolo d'emozione ma nei loro occhi, verdi e blu, ma non fuoriuscì alcun senso d'emozione.

Il caldo respiro di Alex sfiorò le guance della dea. Entrambe erano ad un millimetro di distanza, con gli occhi rognosi.

«Dolore.» mormorò Alex non perdendo il contatto visivo.

Hela si sentì bruciare la nuca, si sentì come se una palla incandescente le stesse trafiggendo il cervello. La dea cercò di non urlare, di non trasmettere il suo dolore, ma quando esso incominciò ad essere fin troppo intenso non riuscì a trattenersi.

Entrambe vennero avvolte dall'energia rossa fiammeggiante. Hela e Alex si alzarono da qualche metro da terra, avvolgendo l'intera sala nella loro energia.

La dea della morte continuava a dimenarsi e ad urlare per il dolore che Alex le stava provocando.

La giovane non era intenta a mollare la presa, anzi strinse le sue mani attorno al volto di Hela con più forza, notando che essa stava incominciando a sciogliersi come gelato al sole.

Se fosse stato in un altro contesto Alex avrebbe sicuramente vomitato per quanto era ripugnante quel momento, ma cercò di trattenersi.

La dea della morte percepiva la sua anima, il suo potere abbandonare il suo corpo, mentre Alex sentiva il suo potere accrescere ancor di più.
In quel momento la Stroner si sentì in qualche modo completa ed estremamente potente.


Il resto dei Vendicatori stava cercando di capire cosa stesse capitando, mentre i loro nemici si stavano sciogliendo al suolo come stava facendo la loro padrona in quel momento.

Iron- Man voleva sollevarsi in volo per cercare di capirne di più e Steve non toglieva gli occhi di dosso da Alex, preoccupato per la sua sorte.

Clint cercò di non urlare come una ragazzina, mentre Natasha e Bruce cercavano di dare una spiegazione scientifica a tutto ciò.
Wanda e Bucky stavano controllando le ferite di Visione e Thor, cercando di portarli in un luogo più tranquillo.

«E' finita, Hela.» mormorò Alex per poi darle il colpo di grazia.

Nella sala si creò un enorme vasto di luce e successivamente ci fu un esplosione. I Vendicatori vennero scaraventati con violenza nelle diversi parti della stanza.



Natasha e Clint si toccarono in contemporanea lo stomaco, cercando di capire se fossero tutti interi o se avessero perso qualche organo nell'esplosione, ma fortunatamente non fu cosi. Barnes si senti mancare il fiato per tutto quello che stava accadendo.

«State tutti bene?» urlò Iron-Man risorgendo dalle ceneri.

«Definisci il concetto di bene.» rispose Wanda mentre si risollevava in piedi a fatica.

Steve, tremante, si rimise in piedi, spostando pezzi di detriti dal suo corpo muscoloso.

Iron-Man e Natasha, notando che il Capitano era in difficoltà lo accorsero immediatamente, aiutandolo a mettersi in piedi.

«Su appoggiati a me.» mormorò Natasha mentre si posizionava il suo braccio attorno al suo collo, e Tony stava facendo lo stesso con l'altro braccio.

Steve zoppicava e perdeva sangue dalla gamba sinistra, ma fortunatamente queste piccole ammaccature non potevano abbattere un super soldato.

Il biondo si guardava attorno, con occhi sgranati e pieni di polvere. Cercava di mettere a fuoco tutto quel caos, cercando di allontanare la voce di Natasha e le sue continue raccomandazioni.

Tony si era posizionato di nanzi a lui, ordinando a Friday di analizzare le condizioni di Rogers, ma Steve era come immerso in una bolla.

«Alex!» urlò il Capitano cercando di rimettersi in piedi. «Alex!»

«Steve non posso controllarti se continui a dimenarti in questa maniera.» affermò serio Stark.

«Alex!» urlò ancora l'uomo mentre con gli occhi ricercava la ragazza fra le macerie.

Gli occhi blu del Capitano vennero successivamente attratti dalla piccola figura di una ragazza, immersa nella polvere.

Alex Stroner era rannicchiata in posizione fetale, con gli occhi chiusi e con il sangue sparso sul suo volto.

«Oh no no no!» mormorò Steve spingendo con violenza Tony e Natasha per poi zoppiccare in direzione della sua ragazza.

Rogers si accasciò accanto a lei, prendendo con delicatezza il suo volto fra le sue mani, pulendolo dalla polvere.

«Alex svegliati!» ordinò l'uomo alzandole il busto. «Alex ti prego, ti prego. Svegliati.»

A Steve stava mancando il respiro. Non poteva lasciarlo cosi, non proprio ora che avevano pianificato una vita intera insieme, non adesso che erano finalmente felici. Lei non poteva lasciarlo adesso.

Tony abbassò il capo, mordendosi il labbro inferiore, cercando di trattenere le lacrime. Thor e Natasha si sentirono mancar il respiro, Bucky e Clint dovettero voltarsi per non scoppiare a piangere di nanzi a quella scena del Capitano con Alex fra le braccia.

«Non puoi lasciarmi! - Ti prego, apri gli occhi!» continuò Rogers incominciando ad effettuare un massaggio cardiaco.

«Tony ti prego, fa qualcosa.» mormorò Natasha fra le lacrime.

Iron-Man annuì, asciugandosi velocemente una lacrime con il dorso della mano e avvicinandosi con decisione al Capitano.

«Steve.» mormorò il filantropo appoggiando la sua mano sulla spalla di Rogers.

«No Tony! - Lei non può morire, non adesso dannazione! No!» urlò il biondo dimenandosi violentemente dalla sua presa, continuando il suo massaggio cardiaco.

«Steve, ti prego..» mormorò ancora Iron-Man cercando di farlo ragionare.

«No!» urlò Steve piangendo.

In quel momento il Capitano voleva rompere qualcosa, voleva urlare, voleva piangere fino allo sfinimento. Si sentiva un completo fallito, aveva  perso, di nuovo, l'amore della sua vita e aveva perso tutto quello che di buono aveva trovato nel nuovo secolo.

Aveva perso la sua migliore amica, la sua confidente, la sua peggior nemica, la sua fidanzata.

Aveva perso tutto, di nuovo.

A Steve mancò il respiro e si sentì come se stesse per affogare nelle sue stesse lacrime. Singhiozzava, appoggiando il capo sulla pancia della sua defunta ragazza, pregando un Dio, se mai ci fosse, di aiutarlo, di fargli passare tutto quel dolore, di levarli per una buona volta del dannato macigno che da quasi cent'anni lo stava opprimendo.

Thor e Bucky, non riuscendo più a sopportare quelle lacrime, stavano per avviarsi verso il Capitano, cercando di aiutare Stark, ma prima che uno dei due uomini potesse effettuare un solo passo, Alex Stroner emise un lungo e violento respiro.

«Per l'amor di Dio!» quasi urlò Stark spaventato. «Che cazzo Alex!»

La ragazza si portò le mani alla gola, se la sentiva secca e bruciare come se dentro di lei ci fossero delle fiamme. Gli occhi le bruciavano e le sue iride erano rosse a causa della polvere depositata, nella sua bocca regnava il sapore metallico del sangue, e per un secondo Alex pensò di vomitare.

Steve sorrise come un bambino, prendendo il volto della sua amata fra le sue mani e baciandole più e più volte.

«Oh mio dio! – Cosa è successo?» domandò la ragazza a fatica, cercando di riprendersi.

Sentiva ogni particella del suo corpo tremare, come se dentro di lei ci fosse un eruzione in atto.

«Grazie al cielo sei viva!» affermò entusiasta Steve, mentre si buttava fra le labbra della sua ragazza, stringendola in un forte abbraccio.

Il cuore del Capitano diventò subito più leggero, ricominciando a battere.

Tutti i presenti nella stanza, non appena notarono Alex respirare di nuovo si lasciarono sfuggire un sospiro di sollievo.

«Aspetta. – Sono morta?» domandò la ragazza guardando il suo ragazzo negli occhi.

«Per qualche istante, ma si sa' i piccoli scarafaggi come te sono molto difficili da sconfiggere.» rispose Stark non perdendo tempo.

«Ti sarei mancata troppo, brontolone.» rispose la ragazza, mentre Steve l'aiutava a rimettersi in piedi.

Stark sorrise, mentre si avvicinava alla ragazza e passarle una mano fra i capelli neri.

Tony e Alex nel tempo erano diventati come fratello e sorella, pronti a proteggersi l'un altro e se Alex fosse morta, sicuramente il filantropo non se lo sarebbe mai perdonato.

«Cosa è successo ad Hela?» domandò Clint confuso.

«E' finita Clint. - E' finita.» rispose Alex solamente, rifugiandosi fra lebraccia di Rogers.

I due si sentirono di nuovo come se l'ossigeno fosse ritornato nel loro corpo.

«Quindi abbiamo vinto?» domandò Wanda.

«In base alle mie statistiche, e al fatto che non c'è l'ombra di alcuna alieno, si abbiamo vinto.» rispose Visione.

«Bene! Quale chi ha voglia di un bel shawar?» domandò Stark sfregandosi lemani. «Ormai è da rito festeggiar una vittoria lì.»

«Non abbiamo ancora finito.» rispose Alex, mentre si lasciava sguardi complici con Barnes.

Anche lui aveva capito che per mettere un punto definitivo a tutta questa storia, mancava qualcosa o meglio una persona.

«E dopo Shawar per tutti!» continuò Stark alzando le braccia in maniera teatrale.







Il dottor Donald Brich, strisciò fra le macerie, cercando di trattenersi dal non urlare dal dolore.

L'osso della sua gamba era abbastanza sporgente e perdeva sangue in maniera esagerata dalla ferita.
Aveva respirato cosi tanta polvere se ogni volta che tossiva ne usciva fuori altra, si sentiva i polmoni cadere a pezzi e le ossa gli facevano cosi male che pensò di essere paralizzato.

Aveva perso, di nuovo, si era alleato con una divinità, convinto che avrebbe sterminato gli Avengers e Meine Arbeit, ma come quel palazzo tutti i suoi piani erano andati ormai in fumo. Tutto era stato distrutto.

Non si sarebbe mai arreso, non avrebbe finito i suoi giorni in una cella militare, ovvio che no. In qualche modo Donald Brich sarebbe risorto.

Lo scienziato spostò con violenza il cadavere del suo soldato, cercando di prenderli la pistola, ma i suoi movimenti vennero ostacolati da un enorme e pesante braccio in vibranio.

«Merda.» mormorò l'uomo riconoscendo il suo propietario.

Bucky lo prese per il collo sollevandolo di qualche centimentro e spostandolo con violenza al muro bianco.

Tutti gli Avengers guardarono il dottor Brich con sguardo severo, stringendo le loro armi.

Clint teneva l'arco puntanto a pochi centimetri dalla faccia, mentre Barnes lo teneva stetto per il collo.

Alex si fece avanti, spostando con delicatezza Steve e Tony, la quale la tenevano stetta per i fianchi. I passi della donna erano cosi felini che tutti fecero quasi fatica a sentirli.

La ragazza aveva lo sguardo fisso sul suo creatore, i suoi occhi erano quasi dorati e sprigionavano calore.

Sul volto di Brich si dipinse un sorriso soddisfatto guardando la sua opera. Era quello, era quello che cercava da quasi tutta una vita.

Bucky si accorse dello sguardo maniacale dell'uomo e nervosamente strinse ancor di più la presa sul suo collo.

Alex gli fu ad un centimetro di distanza, con gli occhi rognosi e pieni d'odio nei suoi confronti.

«Ora cosa vorresti fare, Alex? Uccidermi? – l'hai sempre voluto questo momento.» affermò con voce rotta l'uomo.

Alex strinse le mani, cercando di trattenersi dal non strapparli la faccia con le sue stesse dita.

«Com'è il sapore della potenza, Alex?» domandò l'uomo quasi sussurrando. «Ora sei la persona più potente su tutta la Terra, e tutto questo solo grazie a me e a tuo padre Alex. Oggi sei quel che sei solo grazie a me, al tuo creatore.»

Steve stava per farsi avanti, pronto a tapparli la bocca una volta per tutte, ma Alex capendo le intenzioni del suo ragazzo lo fermò con un solo sguardo, incitandolo a mantenere la calma.

«Io non ti devo niente, Donald.» parlò con durezza la ragazza, facendo scintillare la sua energia rossa fra le sue mani. «Mi hai rubato l'infanzia, la possibilità di avere una vita normale, la possibilità di scegliere. - mi hai fatto diventare quello che non ho mai voluto essere. Mi hai tolto tutto quanto.»

I suoi occhi si colorarono di rosso e Brich sentì la mano bollente di Alex posarsi sul suo petto.

Alex stringeva il cuore dello scienziato, facendo ribollire il suo sangue nel suo corpo. Birch si sentiva come se il suo cuore stesse friggendo all'interno del suo corpo, ed era quello che stava succedendo, in parte.

Nessun Avengers osò dire una parola, nemmeno un movimento, anche se non tutti erano d'accordo su quello che stava per fare la ragazza, ma dopo tutto nessuno di loro poteva dire o fare qualcosa, sperarono solo ed unicamente che lei facesse la cosa giusta.

«Ma nonostante tutto ucciderti oggi sarebbe fin troppo facile e fin troppo caritatevole per te. - hai distrutto la mia vita e quella di migliaia di bambini - non meriti la semplicità Donald, meriti di essere dimenticato e di soffrire nella prigione più oscura e fredda mai esistita. - meriti di essere prosciugato fino all'ultimo dei tuoi giorni. - e fidati, avresti preferito che io ti avessi ucciso oggi.» Alex marcò ogni singola parola con rabbia, fissando il suo creatore dritto negli occhi, ricordandosi ogni singolo particolare di quello che le aveva fatto.

La giovane successivamente lo lasciò andare e Donald scivolò con la schiena lungo il pavimento.

Lo scienziato si lasciò andare un sospiro di sollievo, sentendo il suo cuore ritornato al suo posto.

«Guardami bene Brich, guarda la mia faccia, i miei occhi. - Perché non mi rivedrai mai più, se non nei tuoi incubi.» concluse la ragazza con un tono che avrebbe fatto paura per fino al Diavolo.

Donald Brich si portò una mano al petto, sfiorando il punto in cui Alex l'aveva quasi ucciso, trovandoci sopra un enorme chiazza rossa. Come se il Diavolo in quel momento l'avesse toccato per prenderli l'anima.

Alex inclinò la testa di lato regalandoli un sorriso malvagio e poi gli diede le spalle, raggiungendo i suoi amici.

Brich cercò di risollevarsi ma Barnes lo fermò appena in tempo, spingendolo nuovamente contro il muro.

«Tu non puoi lasciarmi cosi! – Io ti ho creata Alex, non puoi voltarmi le spalle!» urlò l'uomo divincolandosi dalla presa di Barnes.

Fortunatamente nell'edificio entrarono altri agenti, accompagnati dal direttore Fury e da Maria Hill, intenti a portarsi Brich dietro le sbarre.

Ormai aveva perso.

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