Proteggimi da te

By Marty1025

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Dalla morte di Marilyn, Neil ha preso una brutta strada. Cattive compagnie, alcol, sesso lo hanno portato ad... More

Prologo
Capitolo 1: Amy
Capitolo 2: Neil
Capitolo 3: Amy
Capitolo 4: Neil
Capitolo 5: Amy
Capitolo 6: Amy
Capitolo 7: Amy
Capitolo 8: Amy
Capitolo 9: Neil
Capitolo 10: Amy
Capitolo 11: Amy
Capitolo 12: Neil
Capitolo 13: Neil
Capitolo 14: Amy
Capitolo 15: Neil
Capitolo 16: Amy
Capitolo 17: Amy
Capitolo 18: Amy
Capitolo 19: Neil
Capitolo 20: Neil
Capitolo 21: Amy
Capitolo 22: Neil
Capitolo 23: Amy
Capitolo 24: Amy
Capitolo 25: Neil
Capitolo 26: Amy
Capitolo 27: Amy
Capitolo 28: Neil
Capitolo 29: Amy
Capitolo 30: Neil
Capitolo 31: Amy
Capitolo 33: Amy
Capitolo 34: Amy
Capitolo 35: Neil
Capitolo 36: Amy
Capitolo 37: Neil
Capitolo 38: Amy
Capitolo 39: Neil
Capitolo 40: Amy
Capitolo 41: Amy
Capitolo 42: Neil
Capitolo 43: Amy
Capitolo 44: Neil
Capitolo 45: Neil
Capitolo 46: Amy
Capitolo 47: Neil
Capitolo 48: Amy
Capitolo 49: Neil
Capitolo 50: Amy
Capitolo 51: Neil
Capitolo 52: Amy
Capitolo 53: Neil
Capitolo 54: Amy
Capitolo 55: Neil
Capitolo 56: Amy
Capitolo 57: Neil
Capitolo 58: Amy
Capitolo 59: Neil
Capitolo 60: Amy
Capitolo 61: Neil
Capitolo 62: Neil
Capitolo 63: Amy
Capitolo 64: Neil
Capitolo 65: Amy
Epilogo
ANNUNCIO: Il futuro di PDT

Capitolo 32: Neil

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By Marty1025

La pressione che sento alle tempie arriva a momenti alterni, pulsa e ogni volta acquisisce vigore. Ora è talmente forte che mi scuote dal sonno senza sogni in cui sono scivolato in un momento indeterminato ieri notte e mi costringe ad alzarmi. Non è l'idea migliore che potessi avere perché corro in bagno a vomitare.

Quando torno in camera c'è James col culo appoggiato allo schienale del divano. Braccia incrociate, rughe di disapprovazione sulla fronte, sguardo severo: devo aver combinato un casino ieri sera.

Avevo mandato un messaggio ad Amy per chiederle se volesse unirsi a noi, ma per l'ennesima volta ero stato rifiutato. Sapendo che Amy non c'era, alla fine non era venuta neanche Brianna che oltretutto diceva di odiare andare a disturbare James sul lavoro, non voleva distrarlo e da un lato ammiravo il suo senso di professionalità. Non appena ero entrato al Ticket avevo iniziato a cercare con lo sguardo Amy. Sapevo che non poteva essere lì, ma oramai i miei occhi si erano allenati a cercarla in qualunque stanza entrassi. Un paio di volte avevo scambiato alcune ragazze in pista per lei, le guardavo mentre erano girate di spalle e volteggiavano con i loro capelli color caramello, ma quando si giravano restavo sempre profondamente deluso. Non avrei potuto passare tutta la serata pensando a lei, così mi ero rimesso in macchina facendo rotta al suo appartamento. Se Brianna non era venuta sicuramente erano insieme a studiare. Quelle due vivevano in simbiosi e mi faceva sorridere questo pensiero perché era esattamente ciò che gli altri potevano pensare di me e James.

Ho citofonato a qualcuno a caso per farmi aprire il portone in modo da farle una sorpresa una volta aperta la porta.

"Mi scusi signora può aprire il portone?"

"Nathan sei tu?" la signora era anziana a giudicare la voce tremolante e un po' mi era dispiaciuto approfittarne.

"Un amico"

"Oh entra caro" però... gentile la vecchietta. Chissà se Amy da anziana sarebbe stata altrettanto dolce e premurosa. Avevo scacciato questo pensiero dalla testa e cominciato a salire le scale.

Ripercorrendo a ritroso i miei ricordi della sera precedente, vedo me stesso davanti alla porta dell'appartamento. Suono il campanello e aspetto, ma non viene nessuno ad aprire.

Accosto l'orecchio alla porta, ma dall'altra parte non proviene alcun segno di vita. Silenzio.

Suono di nuovo. Niente.

Inizio a pestare pugni sulla porta convinto che facciano più rumore del campanello.

Un signore esce dalla porta accanto e mi guarda torvo. A giudicare da come è vestito deve uscire: per fortuna non ho disturbato il suo sonno.

"Giovanotto, o è uscita o non vuole vederti" Esclama scocciato, torna dietro la porta per prendere qualcosa ed esce chiudendola alle sue spalle.

Mi aveva mentito! Aveva detto che sarebbe rimasta tutta la notte sveglia a studiare e invece era uscita.

Se fosse andata a lavorare me lo avrebbe tranquillamente detto. 

Tuffo la mano nella tasca del giubbino per cercare il telefono e chiamo Brianna "Sei con Amy?"

"Hei che succede? Non si usa più il 'Ciao Brie scusa se ti chiamo alle undici di sera, sei con Amelia?'"

"Sei con Amy?"

"Hai bevuto?"

Struzzo James se le ha raccontato qualcosa del mio passato.

"Fanculo Brie, sono davanti la porta di casa di Amy e lei non c'è. E' con te?"

"No, è a lavoro"

"Ne sei sicura?"

"Sì, perc-"

Le attacco il telefono in faccia prima di lasciarle finire la frase, già immagino il suo viso segnato dal disappunto per la mia meschineria. Amy è a lavoro un cazzo! Doveva essere sicuro con qualcuno migliore di me, altrimenti non si sarebbe degnata di vestirsi e abbandonare il caldo dell'appartamento. Per lo meno questo era quello che pensavo conoscendo le sue abitudini, ma evidentemente non la conoscevo affatto. Ero infuriato per il fatto che mi avesse mentito e che stesse uscendo con qualcun altro. Probabilmente sapeva che non ero il tipo giusto per lei, così delicata e perfettina, ma eravamo pur sempre amici e avrebbe dovuto dirmelo. Da quanto ci si sentiva? Probabilmente da prima del nostro ultimo bacio: ecco perché mi aveva respinto. Il fatto che mi reputasse un puttaniere era solo una scusa per evitare di dirmi la verità. Troia.

Torno in macchina deluso e schifato per fare marcia indietro e andarmi a prendere una birra al Ticket.

Una birra. Due. Un drink. Forse tre.

Un fianco, una vita sottile e una sferzata di capelli profumati sul viso.

La faccia rossa dalla furia di James quando mi separa dalla ballerina misteriosa.

Questo è successo.

"Non dire niente James"

"Torniamo indietro? Pensavo avessimo superato il tempo in cui ti stavo dietro come una babysitter"

È decisamente incazzato, ma da parte mia credo che ne sia valsa la pena. Ricordo cosa è successo con più lucidità di quella che dovevo possedere ieri sera. Un sorriso increspa le mie labbra al solo ripensare di aver avuto quello che volevo, d'altronde io riesco sempre a ottenere ciò che desidero.

"Cosa cazzo ti ridi Neil, ti sei comportato da irresponsabile!"

"E' la tua ragazza? La tua amante? Una tua amica?... No! Quindi posso ballare con lei quanto voglio e a giudicare dal modo in cui si muoveva di certo non le dispiaceva"

"Non permetterti a calare in basso fino a questo livello"

"Voglio solo giocare un po' e non permetterò a te di metterti in mezzo, non ho mai desiderato un babysitter e non lo voglio manco ora. Esci dalla mia camera"

"Marilyn vomiterebbe a vedere tutto questo schifo"

Quella frase aleggia nell'aria tra di noi e un velo cala davanti ai miei occhi. Stava facendo leva su Mary per scuotermi dal torpore: ce l'aveva fatta una volta, ma per la seconda doveva inventarsi altro.

La mia mente è molto rallentata, ma il mio corpo no e non faccio in tempo a realizzare di aver tirato un pugno in faccia a James fino a quando la mano sente in ritardo la sensazione dell'impatto.

"Sei un traditore" posso sentire le vene pulsare e parto all'attacco.

Io e James iniziamo a menarci e a urlare l'uno contro l'altro parole di odio che non sapevo provasse nei miei confronti e il fatto che non le avesse cacciate prima mi fa incazzare ancora di più.

Una miriade di persone è affacciata alla porta della camera, serratura rotta di merda.

Ci giriamo a guardare la gente che sgomita per vedere un minimo di spettacolo e io decido di concederglielo: James ha un sopracciglio spaccato e scelgo di puntare esattamente sullo stesso punto. Non calcolo che alzando le braccia avrei lasciato l'addome scoperto e James sferra un pungo che quasi mi toglie il fiato. Mi passo le dita sulle labbra e mi accorgo che c'è del sangue. Con la mano sporca miro alla mandibola.

"Basta" un ruggito di una voce femminile si propaga nella stanza e i ragazzi delle camerate vicine, se prima incitavano entusiasti la rissa, ora si separano lasciando passare due figure minute.

"James, sul divano" Amelia indica il divano senza degnare James di uno sguardo e la sua ragazza lo segue iniziando a cacciare fazzoletti per levare il sangue dalla sua faccia.

Quegli occhi da cerbiatto color nocciola sono puntati nei miei e il suo sguardo infuocato è più doloroso di qualunque pugno. "Cretino, siediti sul letto"

"Come vi è venuto in mente di fare a botte nel dormitorio?" chiede Brianna molto più calma e preoccupata di Amy.

Nel frattempo Amelia tampona le ferite con dell'acqua ossigenata che ha cacciato da qualche armadietto del bagno. Quando preme fa un male cane e credo che sia questo quello che vuole perché ci mette davvero tanta forza, ma ho quasi paura a dirle di fare piano dato che potrebbe tirarmi un ceffone.

"E' una storia lunga che né io né James vogliamo ricacciare. Ci siamo appena chiariti" dico con sufficienza cercando lo sguardo del mio rivale e sperando che sia d'accordo con me.

"Neanche i bambini chiariscono facendosi sanguinare a vicenda" la voce di Amy è così risoluta.

"Amelia ti prego, cerca di..."

"Di capire? No Reinhart mi dispiace, ma questi giorni ho visto abbastanza violenza per capirti" rimango impietrito dalle sue parole e sento la rabbia montarmi dentro di nuovo. Le sue pupille inghiottiscono il marrone dei suoi occhi e subito si rende conto di aver detto qualcosa di troppo, qualcosa che voleva tenere per sè. Non so cosa volesse intendere esattamente e la domanda fugge dalle mie labbra.

"Ti hanno toccata? Giuro che li ammazzo" sto per andare avanti con le suppliche e le minacce quando vedo la mano di Amy che parte e atterra sulla mia guancia. Ho gli occhi spalancati per lo stupore e posso veder benissimo il velo di lacrime sui suoi.

"Non permetterti, non sono io quella a cui serve la guardia del corpo" se ne va infuriata avvertendomi di non chiamarla per nessuna ragione.

Ora so per certo che nasconde qualcosa. Vuole mostrarsi forte. È forte. E credo che abbia imparato ad esserlo da sola.

La rincorro fuori dal dormitorio incurante di Brianna che mi intima a lasciarla sfogare.

"Amy" la chiamo e lei accelera il passo. Quando la raggiungo le afferro il polso e lei si volta. Le lacrime scorrono sul suo viso serio. "Parlami, ho bisogno di saperlo. Qualcuno ha messo le sue sudice mani su di te?"

"Vattene" il suo tono perentorio dice una cosa, ma le sue lacrime ne urlano un'altra. Le tiro il polso e la stringo a me in un abbraccio. Non mi importa che la gente ci guarda, non mi importa ciò che possa pensare, ora mi importa solo di lei e del mondo che nasconde dentro di sé come il più letale dei segreti.

La sua voce esce ovattata dalla mia maglietta "Non ce la faccio più, sono così stanca" la stringo più forte per farle sentire che ci sono e che ci sarò ogni volta che ne avrà bisogno. Singhiozza guardandomi negli occhi e le depongo un bacio sulla fronte prima che torni con la testa sul mio petto, con una mano le accarezzo i capelli mentre sprofondo il naso nel profumo del suo shampoo. Non smetterò mai di sorprendermi di quanto sia buono il suo profumo.

"Mi dispiace così tanto tesoro" e sono davvero sincero perché se anche nessuno le ha fatto del male ora, gliene ha fatto sicuro nel passato.

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