BADLANDS II

By CatsLikeFish

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➡️ Storia in corso ▶️ Sequel di Badlands 🦋🦋🦋 Questa storia contiene scene esplicite ed il linguaggio non... More

BADLANDS II
When you think of love, do you think of pain?
Innocence died screaming, honey, ask me I should know
Do You really want me dead or alive to torture for my sins?
Do you want my presence or need my help? Who knows where that may lead
How are you all around me when you're not really there
With my feelings on fire, guess I'm a bad liar
Wish you knew that I miss you too much to be mad anymore
You've got a fire inside but your heart's so cold
Use the sleeves on my sweater, Let's have an adventure
And oh we started Two hearts in one home
Dancing through our house with the ghost of you
Would you rescue me? Would you get my back?
What am I now? What if I'm someone I don't want around?
Will you still love me when I'm no longer young and beautiful?
Due parole su Badlands
And my daddy said, "Stay away from Juliet"
Sleep with me here in the silence Come kiss me, silver and gold
We weren't perfect But I've never felt this way for no one
Baby kiss me, before they turn the lights out
'Cause I've done some things that I can't speak
I know you wanna go to heaven, but you're human tonight
I spend her love until she's broken inside
If it's not you, it's not anyone
End
Seconda parte
XXV
XXVI
XXVIII
XXIX
XXX
XXXI
XXXII
XXXIII
XXXIV
XXXV
XXXVI
XXXVII
XXXVIII
XXXIX
XL
XLI
XLII
XLIII
XLIV
XLV
XLVI
XLVII
XLVIII
XLIX
L
LI
LII
LIII
LIV
Epilogo: parte uno
Epilogo: parte due
Epilogo: parte tre

XXVII

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By CatsLikeFish

Alexander POV

-Non sotto il mio tetto, Alexander.-

-Papà...-

Ma lui si siede al tavolo.
La chiacchierata sarà lunga.

-È inutile negarlo perché lo so.-

Sono stufo di ripeterglielo.

-Non le sto facendo niente.-

-Vi ho visti al mio matrimonio.-

-Stiamo parlando di mesi fa...- sbuffo sedendomi sul bancone.
Sono stanco.
I medicinali mi affaticano.
Ho bisogno di stendermi.

Poi mi padre sembra perdere la pazienza perché se ne esce con un'affermazione infelice.

—Se non riesci a tenerlo nelle mutande...-
Si guarda in giro e abbassa la voce per continuare —Se non riesci tenere a bada gli ormoni il giorno del mio matrimonio, come pensi che io creda che il resto dell'anno vi guardiate solo negli occhi?-

-Papà non è come pensi tu.-

Chiudo le palpebre.
Sento il profumo di Juliet ancora nella stanza.

-Hai il coraggio di dire che non è solo una cosa fisica tra di voi? È questo che vuoi dirmi?-

Certo che è una cosa fisica. Tremendamente fisica.

Non solo però.

"E sono due mesi che non la sfioro neanche."

-Vuoi dirmi che c'è qualcosa di più, Alexander?-

-La amo, papà.-

Riapro gli occhi di scatto quando sento il rumore della sedia sbattere contro il tavolo.
Mio padre si alza in piedi incastrando le mani nei capelli con fare disperato.

-Alex?! Stiamo parlando di Juliet, come puoi...-

Inizia a vagare nervoso per la cucina.

-Perché non riesci a vederla come una sorella?-

Sono davvero troppo stanco per discutere.

-Perché...-

Perché non lo è, maledizione!

-Questo è un problema bello grosso.- lo sento dire.

- Che problema? Io non vedo alcun problema, papà.-

Il mio tono è sempre piatto, quasi disinteressato.

-Se ti innamori di lei, Alex. Questo è il problema.-

Lo guardo senza battere ciglio.

Arrivi tardi, vecchio.

-Non avrei tollerato che ci finissi a letto, ma almeno avrei saputo sarebbe finita prima o poi, ma così,Alex...—

- Cosa ho fatto di così terribile stavolta?- biascico massaggiandomi la nuca.

-Hai da pensare a cose più importanti, l'università ad esempio!-

-Perché dici sempre cazzate papà?-

-Alexander!?-
Il suo tono di rimprovero è quasi disperato.

-Scusa ma... non dare la colpa all'università. Tu non ci vuoi insieme e basta.-

-Non voglio scandali, non voglio più gente che parla male di noi. Non ne posso più, Alex.-

C'è una pausa ma io non so riempirla questa volta, così lui può continuare.

-Siete fratellastri e tra pochissimo vi nascerà un fratello in comune. Ti prego di non complicare ulteriormente le cose, sono già abbastanza difficili di per sé: le udienze, i processi...-

Non riesco più ad ascoltarlo.
Ho davvero bisogno di riposare adesso.

-Non potete stare insieme, punto. Non è difficile da capire.-

Scendo a fatica dal bancone. Il fianco brucia come carne scoperta esposta al sole.

Cazzo che male.

-Non sotto il mio tetto. Non te lo ripeto più. Alex!? Dove vai?-

Ma ormai sono già uscito dalla cucina.

-Che ti ha detto???-

Chiudo la porta a chiave, poi il mio sguardo finisce sullo specchio appeso alla parete.
Ho uno sguardo più torvo del solito, i miei occhi faticano a restare aperti.
Curvo il capo verso Juliet che sta seduta sul mio letto come una bambola. È perfetta.

-Che non vuole che agiamo alle sue spalle. Non sotto al suo tetto.-

I suoi capelli lunghi cascano sulle spalle esili, formando delle onde morbide e profumate.

-In che senso?- domanda con voce infantile.

Cristo, Juliet. Perché ti devo sempre spiegare tutto?

-Che finché stiamo in questa casa non vuole me e te insieme. Non posso toccarti. Non posso baciarti...-

Mi avvicino a lei e il ricordo del bacio di prima, in cucina, si fa più vivo. Ne voglio ancora.

- Ma sopratutto Juliet, non posso aprirti le gambe e mettertelo dentro.- mormoro sfiorandole la coscia con il dorso della mano.
La sua pelle liscia è rovente sotto al mio tocco.

Juliet mi guarda gli occhioni scandalizzati.
Avrei potuto dire "non vuole che facciamo sesso", ma lei non avrebbe avuto la stessa espressione in questo momento.

- Ehm... cioè proprio non...-

-È difficile da capire devo farti un disegnino?- sputo infastidito.

-Ho capito, Dio santo! Stenditi che sembra che stai per svenire da un momento all'altro!—
Mi sistema i cuscini e mi aiuta a farmi sdraiare, sotto al suo sguardo preoccupato.

La guardo per un breve attimo, poi chiudo gli occhi.
Sì, vorrei si togliesse quel vestito. Ora.

-Alex?-

- Eh.-

-Andiamo via. Non ci vuole insieme in casa sua, ma non può dirci niente se andiamo via!- la sento esclamare con la sua vocina piena di speranza.

-Non può dividerci.- sibila sfiorandomi la fronte, per poi accarezzarmi i capelli con un gesto affettuoso.

-No. Tu non hai capito. La situazione è già abbastanza incasinata. Se la polizia viene solo a sapere che c'è stato e c'è ancora qualcosa tra me e te... siamo nella merda, Juliet-

Dio, sembro mio padre.

- Non verrà a saperlo.- sussurra lei lasciandomi un dolce bacio a fior di labbra. Poi si allontana per raggiungere l'interruttore della luce e accenderne una più soffusa.

Torna qui.

-Juliet, se entrambi spariamo dalla circolazione non sarà difficile fare due più due. L'avvocato ha detto che non devi assolutamente avere un movente plausibile.-

Non devo più reprimerlo, quell'istinto di infilarle dietro all'orecchio quella ciocca ribelle che le casca davanti al viso. Posso farlo ogni volta che voglio, adesso.

-Allora, andiamo via solo qualche mese...- dice lei.

Fuggire dalle responsabilità.
Sì sarebbe bello, ma non sarebbe da me.
Con il pollice creo delle figure immaginarie sul suo zigomo sporgente.

-Non possiamo andarcene ora, abbiamo tutto questo in ballo con la polizia. Ho gli esami, poi il test di ammissione...-

Tento di usare il tono di voce più dolce possibile per non ferire i suoi sentimenti e i suoi piccoli sogni. Perché sono piccoli. Come quelli di una bambina che non sa come funziona il mondo degli adulti.

-Certo, la scuola è la cosa più importante della tua vita!- esclama stridula.

Chiudo gli occhi. Non ce la faccio a discutere di nuovo.
Prima mio padre, ora lei.

-Non ho mai detto questo.-

-E allora dimmi il contrario!-

-Smettila di voler elemosinare rassicurazioni come a tuo solito.-

Sono troppo stanco e dolorante. Non sono riuscito a nasconderle il disprezzo che emerge spontaneo ogni volta che apro bocca.

-Sei uno stronzo.-

-Juliet!-

Mi tiro su di scatto quando la vedo alzarsi in piedi con gli occhi gonfi.

- Juliet, ascoltami. Scusa...-

Ma se ne va arrabbiata, sbattendo la porta.

Sprofondo di nuovo nel materasso.

Di sicuro ho capito una cosa: devo darmi una regolata.

Lei non è più la bambina disposta ad assecondarmi in tutte le mie follie, devo stare attento a non ferirla o la perderò sul serio.

🌟

Quando scendo in cucina per cena, trovo Catherine già ai fornelli.

- Ti do una mano?-

-Ma scherzi, Alex? Siediti. È quasi pronto.

- Lasagne?- Tiro ad indovinare dopo aver visto gli ingredienti sulla cucina.

- È un esperimento. Spero siano buone... cinque minuti e sforno. Julieeeeeet! Dio sta ragazza è incredibile.-

- Senti che profumino.- dice mio padre entrando in cucina.

- Che c'èeee?- Sento la voce di Juliet stizzita dal piano di sopra.

- Juliet! Possibile che ti devo chiamare mille volte prima di ricevere un aiuto?!!?-

-Ti aiuto io, tesoro. Sta tranquilla, non ti agitare.- sussurra mio padre abbracciando Catherine.

Distolgo lo sguardo.
Ogni volta che si abbracciano ripenso a mia madre.

- Che cavolo è sta roba?-

Juliet entra nella sala da pranzo senza neanche guardarmi in faccia, prende dei volantini abbandonati sul bancone.

- Grecia?!- esclama cominciando a sfogliare le pagine rapidamente - Andate di nuovo in luna di miele?-

E poi mi guarda.
Ci guardiamo nello stesso istante.
E dalla maniera in cui mi guarda, capisco che stiamo pensando alla stessa cosa.
Non c'è bisogno di nessun disegnino questa volta.

- Ti sembra la Grecia?- domando indicandole la cartina dell'Italia in copertina.

- Stavamo pensando di andare una settimana in Sardegna.- annuncia Catherine.

- Una vacanza di famiglia.- aggiunge mio padre, lasciando lei di stucco. Catherine non ne sembra affatto contenta.

- SAR...che??!- domanda Juliet confusa. - È in Spagna, vero? Oh no, devo comprare dei bikini nuovi!-

Mio padre e Catherine borbottano qualcosa sottovoce tra di loro, così Juliet ne approfitta per farmi un cenno.  -Sarà meglio che non mi lasci sola con sti due e vieni anche tu in Spagna!-

-E tu sarà meglio che finisci la scuola. Ragazzina ignorante.- sbuffo scrollando la testa.

- Okay è pronto. Datemi i piatti.-

Catherine ha perso il buonumore e sta mettendo il muso.

- Catherine quando pensavate di partire?- domando sotto allo sguardo indagatore di mio padre.

- Prossima settimana.- risponde lui al posto suo.

- Io non posso. Finita la maturità ho il test di ingresso.-

Mi tiro indietro con una scusa che non è poi cosi assurda.

- Non c'è problema Alex, puoi restare qui da solo mentre Juliet viene con noi.-

La guardo sgranare gli occhi sul piatto di lasagne fumante, ma non dice una parola.

- Buon appetito.- sputa Catherine per nulla contenta.

È chiaro che fosse un viaggio organizzato solo per loro due, ma lui ha dovuto rovinare tutto pur di non lasciarmi solo con Juliet.

- Ci andrai davvero?- chiedo a Juliet non appena raggiungiamo il piano di sopra, dopo cena.

- In Spagna dici?- chiede mordendosi il labbro.

Poi si guarda in torno. Il corridoio
è vuoto.

- È in Italia.- replico con tono apatico.

- Si vabbè è uguale. Non lo so, magari sì! L'abbronzatura mi donerebbe, no?-

Sento la mia mandibola serrarsi nervosamente non appena lei usa quel tono malizioso.
Faccio un passo e Juliet è già spalle al muro.

- Non lo so. Ti donerebbe?-

I miei occhi si incollano ai suoi con forza.

- Dici che i ragazzi saranno carini?-

- Dico che tu chiudi la bocca. E se per caso dovessi partire, in quel caso ti consiglio di chiudere anche le gambe.-

- Se non vuoi che io vada, puoi dirlo.- mormora schiudendo appena quella bocca rosea ad un millimetro dalla mia.

-Juliet...- Il mio tono di voce è particolarmente basso.
- Non ho detto questo. Solo non sapevo morissi dalla voglia di andare in vacanza con i nostri genitori.-

Sento il profumo del suo shampoo.
Miele, vaniglia, forse cocco.
Ma sono le sue labbra che voglio.

- Magari ho bisogno cambiare aria. Non ci hai pensato, Alexander?-

La guardo curvare il collo, come se si aspettasse una incursione da parte mia.
Mi lecco le labbra.
E mi trattengo.
A fatica però.

- Libera di fare come credi, Juliet...-

Ma ho come l'impressione che lei non ami essere libera di fare quello che vuole. E per questo fa i capricci.

- Hai detto che io elemosino le tue attenzioni, quindi di sicuro non ti dirò di venire con noi.-

- Anche perché non ci verrei.- sputo serio.

La guardo mettere su un'espressione irritata. Sembra una bambina delusa che prova prova a nasconderlo in tutti i modi.

- Beh se tu non vuoi venire ci vado lo stesso.-

E nonostante la sua bocca dica una cosa, i suoi occhi parlano chiaro.
Sento la sua pelle bramare la mia, quando poso le labbra contro il suo orecchio.

- Ti mancherò, lo sai?-

La sento deglutire per poi compiere il suo piccolo gesto, quello in cui si mette in punta di piedi per raggiungere la mia bocca e baciarmi.
Ma io mi tiro indietro.

- Sogni d'oro, Juliet.-

E torno in camera mia.

La sua espressione? Impagabile.

😑😑😑😑😑😑😑😑

È anche la mia faccia questa, dato che TikTok mi censura i book trailer per badlands 😕

Credo che ci siano restrizioni sui contenuti in base ai paesi, io non vivo in Italia e purtroppo ogni volta che provo a pubblicare un TikTok che abbia anche solo una gif con un bacio me lo banna in automatico 😐

🔴 Anyway.. dal prossimo capitolo partono i pallini rossi per Alessandro e Giulia.

Alla prossima!😇

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