Proteggimi da te

By Marty1025

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Dalla morte di Marilyn, Neil ha preso una brutta strada. Cattive compagnie, alcol, sesso lo hanno portato ad... More

Prologo
Capitolo 1: Amy
Capitolo 2: Neil
Capitolo 3: Amy
Capitolo 4: Neil
Capitolo 5: Amy
Capitolo 6: Amy
Capitolo 7: Amy
Capitolo 8: Amy
Capitolo 9: Neil
Capitolo 10: Amy
Capitolo 11: Amy
Capitolo 12: Neil
Capitolo 13: Neil
Capitolo 14: Amy
Capitolo 15: Neil
Capitolo 16: Amy
Capitolo 17: Amy
Capitolo 18: Amy
Capitolo 19: Neil
Capitolo 20: Neil
Capitolo 21: Amy
Capitolo 22: Neil
Capitolo 23: Amy
Capitolo 24: Amy
Capitolo 26: Amy
Capitolo 27: Amy
Capitolo 28: Neil
Capitolo 29: Amy
Capitolo 30: Neil
Capitolo 31: Amy
Capitolo 32: Neil
Capitolo 33: Amy
Capitolo 34: Amy
Capitolo 35: Neil
Capitolo 36: Amy
Capitolo 37: Neil
Capitolo 38: Amy
Capitolo 39: Neil
Capitolo 40: Amy
Capitolo 41: Amy
Capitolo 42: Neil
Capitolo 43: Amy
Capitolo 44: Neil
Capitolo 45: Neil
Capitolo 46: Amy
Capitolo 47: Neil
Capitolo 48: Amy
Capitolo 49: Neil
Capitolo 50: Amy
Capitolo 51: Neil
Capitolo 52: Amy
Capitolo 53: Neil
Capitolo 54: Amy
Capitolo 55: Neil
Capitolo 56: Amy
Capitolo 57: Neil
Capitolo 58: Amy
Capitolo 59: Neil
Capitolo 60: Amy
Capitolo 61: Neil
Capitolo 62: Neil
Capitolo 63: Amy
Capitolo 64: Neil
Capitolo 65: Amy
Epilogo
ANNUNCIO: Il futuro di PDT

Capitolo 25: Neil

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By Marty1025

/Ho chiesto ad Amy di uscire/

Neanche due minuti e James risponde subito.

/Finalmente amico, stavo aspettando questa notizia da quando le abbiamo conosciute/

/Quando se ne va mi accompagni al centro commerciale così le faccio una sorpresa?/

/Ok/

Amy batte incessantemente a macchina e sono ipnotizzato dalla velocita con cui le sue dita toccano i tasti, ha una concentrazione pazzesca quando lavora e amo il fatto che non le piaccia lasciare le cose a metà, anche se ci vuole più tempo. Capisco che ha terminato quando, con un gesto molto teatrale, lascia cadere pesantemente il dito sul tasto invio per salvare il file.

Vorrei riaccompagnarla a casa, ma ha la sua macchina da riportare.

"Per oggi ho finito, mi manca solo l'ultima lezione e... e niente, dovrò cercarmi qualche altro studente nei guai con gli esami" scrolla le spalle come per levarsi di dosso una sensazione spiacevole. 

"Allora... ci vediamo domani" Si morde il labbro e sorride strizzando gli angoli della bocca quasi imbarazzata. E' stupenda quando sembra innocente. Tanto quanto in quei momenti in cui emerge la sua malizia. "Mandami un messaggio quando sei a casa" 

"A domani, Neil" chiude la porta alle sue spalle e mando un messaggio a James per dirgli di passare a prendermi.

"Che sorpresa è?" vorrei fare un regalo a Amy, ma non ho voluto dire nulla a James prima perchè avevo bisogno di vedere la reazione sul suo volto.

"Domani andiamo al Carrett e siccome si suppone che sia una cena elegante mi piacerebbe comprarle un bel vestito"

James arriccia le labbra impressionato mentre si mette la cintura di sicurezza.

***

La signorina ci sta chiedendo se vogliamo un abito lungo o corto. Ovviamente corto concordiamo io e James con un'occhiata.

Ci conduce in un angolo del negozio dove ci sono vestiti corti di ogni possibile colore, alcuni con sfumature così simili che sembrano fatti con la medesima stoffa.

"Scusi lei che taglia prenderebbe?"

Amy è bassina e minuta, il punto vita accentuato da un seno proporzionato e un bacino non troppo largo. All'incirca assomiglia fisicamente alla commessa.

"Una 36 se è più bassa di me, altrimenti una 38. Il modello che hai in mano se è troppo corto diventa volgare"

Ero tentato di prendere una taglia più piccola per gustarmi l'immagine di Amy a gambe quasi totalmente scoperte, ma non vorrei metterla in imbarazzo se fosse stretto, sempre che sia possibile per lei imbarazzarsi o vergognarsi visto il suo caratterino. Sono fermamente convinto che la sua acidità e le sue rispostine piccate siano una corazza che si è costruita per far avvicinare solo le persone che non ne sono spaventati.

"La 38?" Io e James ci guardiamo e annuiamo.

La commessa fa una confezione regalo e finalmente possiamo tornare al dormitorio soddisfatti.

***

/Passo mezz'ora prima del previsto. Fai con calma/ 

Mando il messaggio a Amy e mi metto in macchina. Sul sedile passeggero c'è la scatola con il vestito scelto da me e James ieri e io non vedo l'ora di vederglielo addosso.

Prima che possa anche solo accorgermene sono sotto casa sua e mi stupisco del fatto che il mio cervello abbia guidato come un automa verso la casa giusta, come se sapesse cosa fare prima ancora di pensarlo.

Trovo il portone aperto, così salgo al secondo piano e busso direttamente alla porta.

"Hei Neil, come mai quel messaggio? E' successo qualcosa?" indossa dei semplici pantaloncini da basket e una maglia di due taglie più grandi. Il pennello da trucco che ferma i capelli mi fa capire che l'ho interrotta mentre stava facendo qualunque cosa facciano le ragazze in quei 90 quarti d'ora prima di uscire agghindate da fotomodelle. Lei potrebbe esserlo anche così: con un occhio truccato e uno no, i capelli scompigliati e un pigiama addosso.

"Oh no tranquilla, non volevo che ti cambiassi perchè ti ho portato un regalo... spero ti piaccia"

Le porgo la scatola e lei ne apre solo un bordo, sollevandolo di qualche centimetro, ma prima che possa dire qualcosa oltre al 'Oh mio Dio' che ha mimato con le labbra, le ordino di andarselo subito a provare.

"Wow" si è legata i capelli in una morbida coda che le scende sulla spalla destra e ha optato per un trucco molto naturale. Il vestito rosso le calza a pennello disegnando la sua forma a clessidra senza essere troppo stretto e senza far avanzare stoffa sul punto vita. "Avrei dovuto scegliere un sacco di patate per evitarti gli sguardi di tutto il ristorante"

"E' davvero bellissimo, ma non era necessario che mi comprassi un vestito Neil" pensavo che potesse almeno arrossire per il complimento, ma forse era abituata a riceverli senza accettarli e mi intrigava il fatto che sapesse quanto era bella, ma non voleva che fosse una cosa determinante nella sua vita.

"Dopo di lei, signorina" le porgo un braccio e usciamo di casa.

James mi ha raccomandato di fare il gentiluomo stasera, così appena entriamo nel ristorante le tolgo il cappotto e lo porgo al signore all'ingresso. Quando ci sediamo le sposto la sedia per farla accomodare e lei è sinceramente colpita dalla mia attenzione per il galateo.

Iniziamo a parlare del più e del meno partendo dallo studio, ai migliori amici, alla famiglia. Quest'ultimo è un evidente tasto dolente per lei: a quanto dice il padre era una persona violenta e poco affidabile tanto che perfino la madre è fuggita lasciandola da sola con quell'uomo. Noto una punta di rabbia quando ne parla, ma pone le cose come un dato di fatto, senza mostrare la minima traccia del dolore o della paura che doveva aver provato anni prima, e questo mi rende impossibile provare compassione o pietà. Avrei voluto avere anche io quel dono, ma purtroppo sapevo di mettere più pathos di Amy nel raccontare le cose.

"Non è un uomo da cui prendere esempio, ecco" butta fuori dopo la sua sottile confessione "Sono felice di essermi allontanata da lui e di essere arrivata qui, con Brianna... con te e James, e i ragazzi. E' stato un bellissimo cambiamento" solleva il calice di vino e ne manda giù un sorso. 

Per me la famiglia non è un argomento scottante per cui le racconto di mio padre architetto e della malattia che ha portato via mia madre.

"Mi dispiace, non avrei mai immaginato che.... sai, sei sempre così solare e vivace... è difficile esserlo dopo una perdita del genere" prima o poi le racconterò che non è stata l'unica perdita importante della mia vita, ma per ora è sufficiente così.

"Beh, ero piccolo, sono passati un po' di anni e, anche se i momenti brutti ci sono stati, ricordo solo quelli belli. E' così che mi piace ricordarla" un debole sorriso affiora e sento sul mio viso le stesse fossette del viso di mia madre. "Da quel momento mio padre si è buttato nel lavoro e di certo non lo biasimo, è una delle poche cose che lo fa star bene e una delle ultime volte che gli ho parlato al telefono mi ha detto che sarebbe ancora più felice se decidessi di lavorare con lui finita l'università"

"E a te piacerebbe?"

"Credo di sì, ecco perchè ho scelto ingengeria, in modo da dargli una mano e diversificare le nostre competenze. Avrebbe voluto anche James al suo fianco ma la sua strada è la giurisprudenza. Lo abbiamo sempre saputo fin da quando era piccolo e mi proteggeva nelle risse che facevo scoppiare a scuola"

"Ah allora sei sempre stato così ribelle" ride e io mi faccio trascinare dal suono della sua voce.

Continuiamo a mangiare e a parlare di argomenti leggeri. La serata passa velocemente tra risate e battute e quando è ora che la riaccompagni a casa quasi mi dispiace che sia tutto finito.

"Ti ringrazio per la splendida serata" è buio in macchina, ma mi piace immaginare che le sue guance siano arrossite. Guarda in basso come se fosse imbarazzata e forse è arrossita davvero.

"Per te questo ed altro, tesoro" il mio stomaco si contorce quando alza quegli occhi da cerbiatto verso di me. La riconosco, finalmente. È Marilyn. Mi avvicino ai suoi occhi come se volessi cascarci dentro e lei non dà cenno di volersi spostare. Respiriamo la stessa aria e sento il calore dell'aria che caccia dal naso venire verso di me. Osservo con devozione ogni lineamento del suo viso così delicato e proporzionato. Quando sono convinto di aver guardato a sufficienza le sue labbra risalgo alle due pozze color nocciola. Come se qualcuno mi avesse spinto da dietro, copro la distanza che ci separa e iniziamo a baciarci. All'inizio è un bacio rigido, ma poi diventa più delicato e appassionato. Quando la mano di lei scivola tra i miei capelli mi permetto di incorniciarle il viso con le mani: non voglio che si allontani e non voglio tornare con i piedi per terra, anche perché credo di essere talmente in alto che potrei cadere e farmi male. Quando sono certo che lei non voglia allontanarmi inizio a baciarle la linea della mandibola e scendo fino al collo. Un brivido passa lungo la mia schiena quando sento un sospiro sfuggirle dalla bocca. Voglio sentirne altri, voglio sentire l'effetto che i suoi sussurri hanno sul mio corpo. Lei ha un potere incredibile su di me e so che è vero anche il contrario. Dopo alcuni secondi torno al punto di partenza e laddove immagino occhi azzurri come il cielo, trovo occhi marroni...

Non è così che può funzionare. Prima che io possa dire qualcosa Amy prende la parola

"Neil io... mi dispiace... credo che sia meglio se restiamo amici. Ci sono cose che... Non posso permettermi di essere la prossima della tua lista e non accetto di essere l'oggetto di qualcuno. Avrei voluto dir..." non saprò mai come finiva la frase perché la interrompo.

"Sì scusa, non avrei dovuto. Non volevo" sì che lo volevo, ma non mi sarei mai permesso di fare passi avanti con lei se avessi sempre avuto in mente Marilyn. Sarei stato un egoista e lei non lo merita.

"Amici?"

"Amici"

Dopo lunghi secondi di silenzio e imbarazzo, mi convinco a salutarla.

"Buonanotte Amy"

"Buonanotte Neil"

Le sue parole mi avevano ferito. Aveva paura a lasciarsi andare con me per via della mia nomea... come biasimarla. Ma se ci fosse stata lei al mio fianco non sarebbe esistita più alcuna lista. Non l'avrei mai usata come un oggetto: un oggetto non ti fa sentire vivo, una persona speciale sì.

Aspetto che attraversi il portone e io e il mio cuore infranto torniamo a casa psicologicamente pronti ad accogliere l'ennesima ragazza senza nome e senza significato.


*Angolo autrice*

Da oggi inizierò a pubblicare una sola volta a settimana, ma come potete vedere potrei pubblicare anche più di un capitolo se vedo che uno è troppo corto. Intanto spero che la storia vi stia piacendo e se già siete arrivati a questo punto posso dire di essere una delle persone più felici del mondo! Al prossimo lunedì! per il resto ci vediamo su instagram per continuare a scegliere il cast (dame_blanche_wattpad)

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