𝐴𝑠 𝑦𝑜𝑢 𝑎𝑟𝑒 [Hɑnɑmiyɑ...

By SherylSawatari_

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[In revisione] Yuma è una ragazza dolcissima, ha sempre il sorriso e non si arrabbia mai con nessuno, è sempr... More

Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo conclusivo - Speciale di Natale

Capitolo 15

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By SherylSawatari_

[Il giorno seguente]

È passata quasi un'ora dal termine delle lezioni ma ancora non sono riuscita a parlare con Makoto.

Non mi sono avvicinata a lui per paura, quello che potrebbe dirmi mi frena.

Avrei dovuto fermarlo prima degli allenamenti ma non ci sono riuscita.

Dovrei smettere di pensare alle parole che potrebbe dire e parlare con lui come ho sempre fatto, sono sicura che così facendo andrà bene.

Sospiro spostando subito dopo lo sguardo in avanti, fino a un attimo prima ero immersa nei miei pensieri ed ero completamente assente, con gli occhi fissi sul pavimento del corridoio.

"Makoto?"

"Non scappi via?" chiede, spostandosi dalla parete su cui era appoggiato.

Sono arrossita di colpo, in questi giorni non ho fatto altro che scappare e se n'è accorto.

Cavoli, mi sento così in imbarazzo.

"E gli allenamenti?"

"Non ci sono andato. Parliamo un po'?"

Annuisco tenendo la testa bassa, poco prima di andare verso di lui, devo approfittarne.

Ci troviamo nel corridoio in fondo alle scale, vicino alla palestra.

"Ehi. Sei troppo silenziosa, non mi piace."

"Di solito ti infastidisci quando sono troppo iperattiva."

"Stavolta è diverso. Tu sei diversa. Mi dici che hai? Sono tre giorni che neanche mi guardi in faccia."

"Beh...Ecco...Mi sono sentita triste."

"Tu triste? Inizia a farmi senso."

"Non volevo parlartene perché per la prima volta non sapevo come farlo. Non mi sono mai sentita così, questa è l'unica volta che non sono riuscita a risolvere tutto con un semplice sorriso e parlandone come ho sempre fatto."

"Quindi mi dici che problema hai con me? Girarci intorno non serve quindi parla chiaramente, sto iniziando a stancarmi." dice mettendo entrambe le mani nelle tasche, in attesa di una mia risposta.

Anche io sono stanca di evitare l'argomento.

Sono giorni che continuo a stare male e tuttora non mi sento bene.

Trattenere a lungo le emozioni non fa per me, è arrivato il momento di farle uscire e mettere un punto a questa situazione pesante.

Non mi va che ci sia un muro tra noi, senza di lui mi sento vuota, non voglio perdere il forte legame che ci unisce.

"Ho visto qualcosa che non avrei dovuto vedere. Sono solo una tua amica, quindi non avrei dovuto vedere ciò che ho visto quel pomeriggio."

"Cosa hai visto?"

"Stavi...Baciando una ragazza."

Fatico ancora a guardarlo ma ora non ci riesco, come potrei guardare i suoi occhi mentre mi dice che stava baciando la sua fidanzata, non riuscirei a sopportarlo.

Una parte di me non vuole sentire.

"Sarebbe questo il motivo? Che stupida. Non parlarmi per una simile cavolata."

"Per me non lo è. Io sono stata male e sto male anche adesso! Tu non mi hai detto nulla. Pensavo di essere tua amica eppure non ne sapevo niente. Io non so nemmeno che dovrei dire!" rispondo alzando il tono della voce, esitando tra una parola e l'altra, voltandomi poi all'improvviso verso di lui.

Non è da me arrivare ad alzare la voce con qualcuno ma questa volta non sono riuscita a trattenermi, avevo bisogno di urlare quello che sentivo, ero e sono sul punto di piangere.

"Non stavo baciando nessuna ragazza. Dopo scuola ti ho aspettata all'ingresso ma non ti sei presentata, quindi ho pensato che svampita come sei ti fossi dimenticata di qualcosa che dovevi fare e fossi corsa a casa all'improvviso, ma non ti sei più fatta sentire. Il ragazzo che hai visto era un tipo di un altra sezione, la sua fidanzata è in classe mia. Di recente si è fatto i capelli come i miei e siamo anche alti uguali. Devi averlo scambiato per me. Contenta? Non ho la ragazza. Adesso stai meglio?" spiega dopo aver sospirato.

Non so cosa dire, mi ha lasciata senza parole.

Mi sento sollevata ma allo stesso tempo in imbarazzo per la figura che ho appena fatto.

È come se gli avessi detto quello che provo, come se gli avessi sbattuto in faccia i miei sentimenti.

E adesso che faccio?

"Scusa. Avrei dovuto parlartene."

Rido per un attimo ma senza esagerare.

Mi sono tolta un peso e lo si può notare dalla mia espressione, sono felice e non riesco a nasconderlo, non voglio nasconderlo.

"Se ci sarà una prossima volta vedi di farlo. Non mi va di essere paragonato a un tizio come quello."

"Scusami. Sono stata una stupida."

"Già. Eri gelosa?"

Arrossisco, cercando di pensare velocemente a qualcosa che vada bene come risposta.

Sono di nuovo nel panico.

"B-Beh. È complicato, credo. Almeno per me."

"Perché?"

"E-Ecco."

Non so proprio cosa dovrei dire, sono senza alcun dubbio gelosa ma dirlo ad alta voce mi metterebbe in imbarazzo, non me la sento proprio di ammetterlo così.

Cavolo, perché continua a insistere?

Di questo passo non reggerò e sverrò.

"Sei un libro aperto. Mi hai praticamente sbattuto in faccia la tua gelosia, queste cose generalmente non si fanno capire. Sei proprio stupida per non saperlo."

"Mi dispiace." abbasso lo sguardo.

Sapevo se ne sarebbe accorto visto che non era molto difficile capirlo, però non sembra per niente infastidito o qualcosa del genere.

È possibile che la mia gelosia gli faccia piacere, se fosse così ne sarei felice, anzi felicissima.

"Lascia perdere. E smettila di scusarti, sei diventata un disco rotto."

Adesso però non mi va di pensarci, sono troppo felice che abbiamo ripreso a parlare come prima e di aver frainteso la situazione, non riesco a pensare ad altro che a questo.

[Il pomeriggio seguente]

Tra non molto l'istituto dovrebbe chiudere, per fortuna sono riuscita a terminare le pulizie prima della sua chiusura altrimenti sarei potuta rimanere chiusa dentro, tremo di paura solo a pensarci.

"Mmh? La classe è aperta?" sposto lo sguardo all'interno dell'aula, notando la porta quasi completamente aperta.

Il sole sta tramontando.

Il banco di fianco alla finestra è occupato da Makoto.

Il suo viso è spostato verso il vetro mentre il palmo della mano poggiato sulla guancia, con il gomito posato sopra il banco.

È come la prima volta.

"Makoto..." sono entrata tenendo ancora alcuni libri non troppo pesanti tra le braccia.

Un attimo fa mi trovavo biblioteca ma mi è stato detto di portare questi in sala professori, prima di scendere pensavo di fare un salto in classe ma non mi aspettavo di trovarlo qui.

Questa mattina mi ha chiesto di non aspettarlo, per questo sono rimasta sorpresa.

Il suo viso si è spostato nella mia direzione, senza abbandonare il tocco della mano.

"Sei ancora qui?"

"Stavo andando via."

"Ah, capisco." abbasso appena lo sguardo mantenendo il sorriso, alzando di nuovo la testa dopo aver sentito la sedia spostarsi.

"A-Allora per te va bene se ci vediamo domani mattina a—"

Arrossisco lasciando in sospeso la domanda.

Ho provato a resistere ma il suo viso illuminato dalla luce del tramonto mi impedisce di restare concentrata su ciò che devo dire.

È talmente bello che non riesco a parlare, le parole escono confuse, questo ragazzo mi manda fuori di testa.

D'un tratto inizia ad avvicinarsi, in un attimo mi ha afferrata per i fianchi e tirata verso di lui.

Sto andando a fuoco, non riesco a vedere nulla e dalle mie orecchie sembra uscire solo fumo.

Perché mi ha presa per i fianchi?

Che cosa ha intenzione di fare?

Ora che dovrei dire?

Forse dovrei spingerlo via e andare a mettere la testa sotto l'acqua?

No, Yuma, mantieni la calma.

Non ti esploderà la testa!

Ce la puoi fare.

"Makoto, cosa stai facen—" a interrompere le mie parole le sue labbra unite con le mie.

Le sue mani stringono i miei fianchi, mentre i libri sono caduti nel momento in cui mi ha baciata e stretta forte a lui.

Non avrei mai immaginato fosse quello lo scopo della sua vicinanza improvvisa, non avevo idea potesse arrivare a baciarmi.

Fino a poco fa ero nervosa e non facevo altro che pensare a cosa sarebbe potuto accadere, non riuscivo a pensare a nulla ed ero entrata in uno stato di confusione tale da faticare a parlare.

Sono fatta così.

Ricordo le parole che mi rivolse Makoto in una delle giornate che abbiamo passato insieme, non potrei mai dimenticare ciò che mi disse.

«Se fossi uguale a tutte le altre ragazze non sarebbe divertente. Diventeresti una qualunque e finiresti per annoiarmi.»

Makoto ha un modo tutto suo di esprimersi ma con il tempo ho imparato a capirlo, in quel momento mi ha lasciato intendere che gli piaccio così come sono ora.

Stavamo parlando delle mie preoccupazioni, mi stavo chiedendo se cercare di essere un po' più simile alle altre ragazze sotto alcuni aspetti e lui rispose così.

Non avevo mai provato a pensare a Makoto come un possibile fidanzato fino a pochi giorni fa.

Sono innamorata di lui e questo mi ha portata a farmi alcune fantasie, ma non mi ha mai fatto capire di provare qualcosa di diverso dall'amicizia nei miei confronti.

Ora però le sue labbra non vogliono lasciare le mie, così come le mie non intendono separarsi dalle sue.

Non ho mai avuto la fortuna di innamorarmi di qualcuno e non so come ci si dovrebbe sentire quando succede, però in questo momento sento come se non mi importasse, vorrei che questo bacio non avesse mai fine.

Già, vorrei durasse per sempre.

Al resto pensaci dopo, Yuma.

"Non fare tardi. Ci vediamo domani." dice, dopo aver preso le distanze.

Ancora presa dal momento porto la mano sopra le labbra, arrossendo in viso.

È uscito dalla classe senza aspettarmi, mi ha salutata come facciamo di solito, non mi ha nemmeno dato una spiegazione su quel bacio.

Sistemo i libri appena raccolti tra le mie braccia, ma presa sia dalla fretta che dal pensiero del bacio alzo la testa portandola a sbattere contro il banco.

"Ahio! Che male! Devo muovermi però, se non mi sbrigo la scuola chiuderà con me dentro e finirò per far preoccupare mamma!"

Mi alzo, evitando di pensare troppo alla botta appena presa, uscendo poco dopo in corridoio.

Domani mattina dovrò parlare con Makoto, anche se morirò di imbarazzo devo affrontare l'argomento con lui.

Possibilmente senza svenire.

Ma come faccio?

Mi fermo per un attimo vicino alla porta della sala professori.

Mi trovo ancora ferma sulle scale per evitare di farmi vedere in caso qualcuno aprisse la porta.

Porto l'indice sopra le labbra, lasciandolo toccare con dolcezza il labbro inferiore.

È stato il mio primo bacio.

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