Tutta colpa di New York

By alevalestories

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*IN CONTINUO AGGIORNAMENTO* Eva ha 18 anni e la sua vita cambia radicalmente: dalla scuola alle amicizie, dag... More

Cast
Capitolo 1.
Capitolo 3.
Capitolo 4.
Capitolo 5.
Capitolo 6.
Capitolo 7.
Capitolo 8.
Capitolo 9.

Capitolo 2.

112 31 18
By alevalestories

Torno a casa e c'è Filippo sul divano.
<<Dov'è la mamma?>> chiedo a Filippo.
<<Sta finendo delle cose in ufficio. Scommetto col suo capo>>dice facendo un segno con la mano.
<<Ma smettila. Lei non farebbe mai una cosa così a papà>>
<<Hai ragione. Ma si sono separati già da quasi un anno. La mamma ha diritto a rifarsi una vita>>
<<Hai ragione anche tu. Che mangiamo? Sono piuttosto affamata>> dico ridendo.
<<Ordiniamo del sushi?>> propone lui
<<Si dai, é da un po' che non lo mangio>>

Finita la cena, torno in camera mia a finire dei compiti. Mi sveglio alle 3 con la saliva sui libri e il rumore di una porta che si chiude. Sento Filippo parlare.
<<Ti sembra questo l'ora di tornare a casa?>> dice Filippo
<<Lo so, ma ho dovuto finire delle cose col capo e poi ha voluto offermi qualcosa da bere>>
<<Si va be, tutte balle. Eva ci sta male. Ha detto che tu non faresti mai una cosa così a papà e cose del genere>>
<<Senti ne riparliamo domani mattina?>> dice mamma mentre si toglie il cappotto, tacchi e si slega i capelli scuri raccolti.
<<No. Dimmi una cosa. Ti stai innamorando del tuo capo?>>
<<Senti Ferrero é...>>
A quel punto chiudo la porta e vado nel letto.
Non mi va di ascoltare nient'altro. Alla fine la vita é di mamma, io non ci posso fare nulla e se vuole amare qualcun altro al posto di papà, lo accetterò.

É mattina e visto che oggi scuola non c'è, andiamo a fare shopping e dalla estetista per prepararci al meglio per stasera.
H&M, Bershka, Stradivarius, Zara, chi più ne ha più ne metta e infine estetista.
In conclusione andiamo anche in un negozio di cosmetici, perché Clara deve prendere degli ombretti.
<<Salve, come posso aiutarvi?>> dice la commessa.
<<Vorrei degli ombretti, ma visto che non mi trucco spesso, vorrei un aiuto>>
<<Non ti preoccupare. Seguimi e dimmi se ti piacciono questi>>
<<Allora visto che hai dei bellissimi occhi azzurri e capelli mori, ti consiglio una palette di ombretti oro e marroncini. E' una occasione importante?>> continua lei.
Ci guardiamo e diciamo in coro <<Abbastanza>>
<<Allora questa é perfetta>>
<<Anche tu hai bisogno degli ombretti?>> dice rivolgendosi verso di me.
<<Oh, no grazie mille. Ho già qualcosa a casa>>
<<Sei sicura? Perché con i tuoi occhi verdi e capelli scuri potrei farti uno sconto su questa palette>> dice indicandone una.
<<No no grazie>> dico imbarazzata.
<<Va bene...allora solo questa giusto?>> dice alla cassa.
<<Si>> dice Clara pagando.
<<Perché non l'hai presa quella palette?>> mi chiede Clara una volta uscite dal negozio.
<<Perché non mi serviva e anche perché non ho più soldi>>
<<Ma te li prestavo io!>>
<< No tranquilla, non ti preoccupare>> dico un po' triste
<<Eva, che succede?>> dice seria
<<Niente tranquilla>>
<<Sei la mia migliore amica, ci conosciamo da quando avevamo 3 anni, a me puoi dire tutto>>
<<Ieri sera tardi é tornata mia madre a casa e si era "inventata" che il capo le aveva offerto da bere e io ho paura che si possa innamorare e che si dimentichi di papà>>
<<Come può dimenticarsi di tuo padre? Lui é tuo padre e sono stati sposati per 13 anni. Non può dimenticalo, fidati. Se no, prova a parlare direttamente con lei e chiederle delle spiegazioni>>
<<Grazie>> dico abbracciandola.

Entro in casa con le mille buste e c'è mamma che sta cucinando.
<<Ciao tesoro, che avete preso?>> dice sorridendo
<<Mamma, posso farti una domanda?>> chiedo seria.
<<Certo. Cosa vuoi sapere?>>
<<Tu e Ferrero avete una relazione?>>
<<Ma no tesoro>> dice lei avvicinandosi a me.
<<Ieri ho fatto tardi, perché abbiamo parlato a lungo per una riunione che dovremo fare tra circa 7 giorni>>
Sospiro e mi calmo.
<<A New York>> aggiunge lei.
<<Cosa?!>> dico scioccata.
<<Cosa a New York?>> chiede Filippo arrivando in cucina.
<<E quanto dovreste stare lì?>> chiedo io
<<Una settimana. Ma io vorrei portarvi con me>> aggiunge lei.
<<Mamma noi abbiamo scuola>> dico io
<<Lo so. Ma non posso lasciarvi qui da soli per una settimana>>
<<Ci sono Emma e Claudio>>
<<Lo so, ma i genitori di Clara non possono badare anche a voi>>
<<Io andrei>> dice Filippo
Mi chiudo in camera e dopo 5 minuti torno in cucina.
<<Va bene ci sto. A patto che io e Filippo stiamo in stanza con te. Non voglio il tuo capo in stanza con noi>> dico sorridendo.
<<Ma secondo te!>> dice ridendo
Mando un messaggio a Clara se possiamo vederci stasera per prepararci insieme per la festa.
Nel pomeriggio studio un po' e poi inizio a prepararmi per la sera. Metto il mio vestito rosso, degli orecchini e tacchi.
Bussano alla porta.
<< Clara entra, la porta é aperta>>
<<Buonasera>> entra Clara con il suo bellissimo vestito nero e tacchi.
<<Clara ma sei una favola!>> dico io guardandola
<<Ma ti sei vista?! Tu non sei da meno!>>
Ci trucchiamo e iniziamo a chiacchierare.
<<Senti ho parlato con mia madre e ha detto che tra circa una settimana ha una riunione a New York>>
<<Qual é il problema?! Potete stare da noi tu e Filippo!>> dice lei mentre cerca di sfumarsi l'ombretto.
<<Lei dice che vorrebbe che andassimo anche noi>>
<<Capisco...che fortuna però! É sempre stato il mio sogno visitare New York! Per quanto tempo starete?>>
<<Una settimana>>
Spunta Filippo alla mia porta.
<<Eva a che ora devi essere l...ciao Clara>> dice rimanendo imbambolato per un po' di secondi
Tossisco per farlo ritornare alla realtà <<Alle otto>>
<<Sbrigati che se no come al solito fai tardi!>> dice lui.
<<Per me Clara, tu, puoi anche rimanere>> dice Filippo.
<<No grazie, se no facciamo tardi>> dice sorridendo prendendomi sotto braccio per uscire.

Chiamiamo un taxi per andare a casa di Giulia.
Sul giornalino c'era scritto che era l'attico dell'Hotel Grande e infatti il taxi ci ha lasciati davanti...più che grande era infinito.
Saliamo con l'ascensore, arriviamo e c'è un sacco di gente molto elegante, con calici di spumante, che parla tra di loro. Appena entriamo arriva Giulia verso di noi.
<<Ciao! Come state?!>> dice abbracciandoci, anche se non ci parliamo dalla 1^ media.
<<Bene grazie, bella festa!>> dico io
<<Grazie! Belli i vostri vestiti! Di chi sono?>>
Ci guardiamo e sorridiamo imbarazzate. Un ragazzo tocca la spalla di Giulia e le dice qualcosa sottovoce.
<<Scusate>> dice andando via.
<<Figurati, nessun problema>>
Prendiamo anche noi dei calici di spumante, posti sul banco bar, inserito in un lato della stanza.
<<Eva! Alla fine sei venuta! So che non ti piacciono tanto queste cose troppo snob>> dice Riccardo abbassando la voce.
<<Ciao! Come siamo vestiti eleganti! Credo che l'ultima volta io ti abbia visto così elegante... é stato alla comunione!>> dico ridendo <<Si, comunque alla fine siamo venute, anche perché se no a casa ci annoiavamo>>
<<Capisco>> dice sorridendo.
<<Oh, scusa se non mi sono ancora presentato. Sono Riccardo>> dice rivolgendosi a Clara.
<<Molto piacere, Clara>> dice lei sorridendo.
Andiamo al bar a bere dei martini che che stava offrendo e ci mettiamo a parlare del più e del meno. Clara nel mentre ordina altri drink.
Arriva mezzanotte Clara mezza bronza e Giulia decide di fare un discorso.
Giulia picchietta il calice per attirare l'attenzione e dice <<Vi volevo far sapere che tra due giorni faró io debutto in società>> dice sorridendo.
Tutti applaudono, Clara che non si regge in piedi, io che cerco di lamentarmi sotto voce per il male ai piedi e Riccardo che ride guardando la scena.
<<Grazie per essere venuti>> dice.
<<Vi accompagno a casa?>> dice Riccardo.
<<Oh no, non preoccupare>> dico prendendo Clara sotto braccio.
Clara mi dice nell'orecchio che potrebbe vomitare da un momento all'altro. Guardo Riccardo con il terrore negli occhi, capisce al volo e prende anche lui Clara sotto braccio e ci avviamo verso il taxi.

<<Allora...hai fatto nuove conoscenze stasera, oltre noi?>> chiedo a Riccardo salendo nel taxi.
<<Si un certo Alex, Giulia ha iniziato a flirtare con me e Marco, credo si chiamasse così>>
<<Ottimo>> dico io.
<<Stai benissimo con questo vestito>> dice lui.
Io arrossisco un po', Clara si avvicina e urla <<Visto che ha una cotta per te?>>
<<Scusala non sa quello che dice>> dico imbarazzata.
<<Ti devo dire una cosa...veramente io non ti ho mai scordata dal giorno in cui mi sono trasferito...e quando ti ho rivista a scuola, dopo tutto questo tempo...non so, ho sentito qualcosa di strano nello stomaco>> dice ridendo.
<<Sei gentile ma...io mi sto sentendo già con qualcuno>> dico afferrando di nuovo sotto braccio Clara per scendere dal taxi.
<<Ci vediamo a scuola>> dico salutandolo.
Il taxi riparte e Clara mi dice sbronza come non mai <<Ma tu non ti stai sentendo con nessuno>>
<<Non volevo illuderlo e poi non sono sicura che mi piaccia, ma penso di si>> dico sorridendo.
<<Avevo ragione io!>> dice urlando e barcollando.
<<Menomale che domattina non ti ricorderai nulla>> le dico.
<<Fai piano che se no svegli tutti>> dico aprendo la porta di casa e portandola in camera sua.
Spunta Jack sulla porta della camera.
<<Hey mi hai spaventata!>> dico io sottovoce.
<<Sei bellissima...>> dice lui.
<<Grazie>> dico quasi arrossendo.
Andiamo in cucina e iniziamo a parlare.
<<Perché sei tornato a casa dall'università?>>
<<Sinceramente non so lo so...un po' perché giurisprudenza non faceva per e un po' perché devo trovare me stesso. Ho deciso di prendermi l'anno sabbatico>>
<<Capito, sinceramente nemmeno io so cosa fare dopo la scuola...>> dico io.
<<Beh sicuramente so cosa voglio fare adesso...>> dice Jack avvicinandosi a me.
<<Jack...ti ricordi cosa avevamo detto prima che tu partissi per l'università?>>
<<Che ero il migliore a letto?>> dice sorridendo
<<No, cioè anche, ma avevo detto anche, che tra noi non c'era e non ci sarà niente>>
<<Ah quindi era solo attrazione fisica?>> dice mettendo la mano sul mio fianco.
<<Già..>> dico quasi balbettando.
Non posso stare da sola con questo ragazzo, non mi fa ragionare.
<<Senti Jack, é tardi e devo rientrare a casa>> dico ritornando alla realtà
<<Sei sicura? Se vuoi rimanere, il mio letto é spazioso>>
<<Jack...buonanotte>> dico sorridendo e uscendo di casa.
Entro a casa e non faccio in tempo neanche a mettermi il pigiama, che mi addormento sul letto.

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