Hypnotized |H.S|

By ScrivodiSogni

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IN REVISIONE "Una volta mi hai chiesto "perché mi guardi così?" La conosci la sindrome di Stendhal? Questo... More

CAST
Prologo.
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HO UN DUBBIO
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NON È UN CAPITOLO
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Epilogo
👀COMING SOON👀

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By ScrivodiSogni




Gli ultimi giorni nella casa passarono abbastanza in fretta tra giochi, film e - soprattutto per me e Harry - studio. Io e lui saremmo partiti qualche giorno prima per andare dai miei, cosicché avrei potuto vedere i miei che, dopo aver saputo di Harry, volevano che restassi da loro per un paio di giorni almeno lo avrebbero potuto conoscere. L'idea di rivedere i miei genitori mi metteva di buon umore, e per questo per tutto il viaggio non feci altro che infastidire Harry facendolo quasi esaurire.

"Smettila di darmi i pizzicotti o giuro che fermo la macchina e ti riempio." Sbottò leggermente irritato. Ridacchiai e, appoggiando la guancia sulla sua spalla, lo rassicurai dicendogli che non avrei più fatto nulla. Restai in quella posizione ancora un po', finché non vidi il cartello che ci dava il benvenuto a Devizes. Sorrisi iniziando a battere le mani e guidai Harry fino a quella che era stata la mia casa fino a due anni fa.

"Qui?" Annuì ancora con il sorriso stampato in faccia e aspettai che parcheggiasse prima di scendere dalla macchina. Lui mi seguì dopo aver spento l'auto e, forse per la prima volta, lo vidi decisamente agitato. Mentre prendevamo le valige lo vedevo alzare lo sguardo sulla porta di casa e poi passarsi le mani tra i capelli per legarli. Mi avvicinai a lui dopo aver preso le valige e le lasciai ai miei piedi, accanto alle sue. Si passò le mani sui jeans ripetutamente senza guardarmi, il suo sguardo ancora sulla porta.

"Har?" I suoi occhi scattarono sul mio viso facendomi intuire che era decisamente troppo agitato.

"Mh?" Trattenni un sorriso per non infastidirlo e gli presi le mani leggermente sudate per tirarlo verso di me.

"C'è qualcosa che non va?" Inspirò profondamente posando le mani sui miei fianchi per farmi avvicinare ancora di più a lui e, di nuovo, portò lo sguardo sulla mia casa.

"Sono un po' agitato..." mormorò stringendomi a lui.

"Harry, i miei sono molto...moderni? Non devi preoccuparti di nulla, so come sono fatti e so che probabilmente per metterti a tuo agio metteranno in imbarazzo me." Poggiai il mento sul suo petto per poterlo guardare meglio, ma i suoi occhi non avevano ancora intenzione di guardarmi. Vidi l'ombra di un sorriso sul suo viso che mi fece tranquillizzare subito. Portai una mano sulla sua guancia e premetti il dito nella sua guancia.

"Non ti mangeranno, fidati di me." A quel punto i suoi occhi tornarono nei miei e il suo sorriso si allargò facendomi venire i brividi.

"E poi, saranno sicuramente stanchi perché hanno lavorato tutto il giorno, quindi dopo i saluti e la cena andranno subito a dormire." Continuai facendo allargare ancora di più il suo sorriso.

"Cosa stai cercando di dirmi?" Il suo sguardo si fece malizioso facendomi alzare gli occhi al cielo.

"Non quello che pensa la tua mente perversa." Mi allontanai dalle sue braccia mentre lui ridacchiava e presi le valige, pronta ad incontrare mamma e papà.
Evitai di dire ad Harry che mio padre poteva far venire i brividi dato l'aspetto: era un uomo molto alto e robusto, inoltre aveva deciso di rasarsi tutti i capelli ed era ricoperto di tatuaggi, non parliamo poi dei suoi occhi color ghiaccio, che aveva avuto la fortuna di riprendere Jenny...diciamo che sembrava uno appena uscito di prigione, ma il suo aspetto era totalmente l'opposto del suo carattere. Un giocherellone che appena prendeva confidenza cominciava a prenderti in giro, raccontava barzellette ogni volta che ne aveva l'occasione.

Mia madre invece, vicino al colosso di mio padre, sembrava una gnoma: alta si e no un metro e sessanta, aveva i capelli neri e lunghi fino al sedere e sempre tenuti legati in una coda perfetta. Occhi marroni come i miei, silhouette perfetta e senso dell'umorismo identico a quello di mio padre: insomma, si sono decisamente trovati.

Una volta arrivati davanti alla porta bussai un paio di volte facendo agitare ancora di più Harry che si attaccò al mio braccio come un bambino si attacca alla gonna della mamma.

"Harry, sta tranquillo!" Cercai di non ridere ma appena si voltò per lanciarmi un'occhiataccia non riuscì a fermarmi.

"Vieni qua." Allungai un braccio sulle sue spalle e lo avvicinai a me per poter posare le mie labbra sulle sue. Ricambiò quel piccolo bacio e lo sentì sospirare, segno che un minimo era riuscito a rilassarsi.

"Va tutto bene." Gli sussurrai prima di essere interrotti dalla porta di casa che si aprì, rivelando la figura di mia madre con un sorriso mozzafiato stampato sul viso e gli occhi inondati da un luccichio che la faceva sembrare sul punto di piangere.

"Tesoro mio!" Mi buttò le braccia al collo e mi strinse facendomi barcollare leggermente indietro. Ricambiai l'abbraccio sorridendo e godendomi il suo profumo di lavanda.

Casa.

"Oh, tu devi essere Harry!" Si staccò da me puntando il suo sguardo sul riccio ancora più agitato di qualche secondo prima. Lui annuì ricambiando il sorriso di mia madre e allungò una mano verso di lei per presentarsi, ma mia madre lo guardò per un attimo e poi sembrò capire.

"Tu sei il ragazzo della videochiamata! Oh, cara, è ancora più bello dal vivo!" Mi sbattei una mano sulla fronte mentre sentì Harry ridere.

"Sì signora, sono io." Parlò finalmente il riccio. Mia madre prese la sua mano e lo tirò in un abbraccio.

"Non chiamarmi signora, chiamami Mary tesoro!" Sorrisi a quella scena e aspettai che mia madre si staccasse da lui per entrare.

"Venite, venite. Come è andato il viaggio?" Entrai dentro casa dopo Harry e subito mi rilassai sentendo l'aria di casa. Sentì della musica provenire dalla porta vicino al salone e subito capì che mio padre stava ricevendo qualche cliente nel suo studio.

"Bene mamma. Papà sta lavorando?" Chiesi indicando la porta dello studio, dove la musica ora era anche più alta. Mamma rispose affermativamente facendomi sbuffare, aveva il vizio di lavorare anche durante la cena. Mi voltai per dire ad Harry di lasciare le valige vicino alla porta, ma quando vidi il suo sguardo confuso puntato verso la porta decisi di chiarire i suoi dubbi.

"Papà fa il tatuatore, ha un suo studio ma preferisce ricevere i suoi amici qui." A quelle parole gli si illuminarono gli occhi facendomi ridacchiare.

"Ma è grandioso! Ora capisco perché sei così fissata con i miei." Alzai gli occhi al cielo divertita e lo presi per mano.

"Vieni, andiamo a posare le giacche." Lo tirai verso le scale per raggiungere la mia camera mentre mia madre urlava dalla cucina di sbrigarci perché era quasi pronto.

Appena entrai in camera dissi ad Harry di poggiare la giacca dove voleva mentre io andai in bagno per vedere in che condizioni ero. Quando tornai in camera mi bloccai sulla soglia a guardare Harry mentre osservava le foto attaccate sulla lavagnetta di sughero.

La sua presenza in quella camera mi faceva uno strano effetto, vederlo lì era come vedere un pezzo della mia nuova vita navigare nei ricordi della vecchia. Mentre osservava le foto lo vidi incantarsi a guardare una mia foto di quando ero andata in Italia con mia sorella, circa quattro anni fa.

Ed ero decisamente diversa.

"No, quella non la guardare!" Mi affrettai ad andargli vicino per coprirgli gli occhi, ma lui mi prese le mani prima che potessi farlo e me le bloccò dietro la schiena.

"Perché? Guarda quanto sei carina!" Sentì le mie guance diventare rosse e mi voltai per guardare quella foto. Io con le guance rosse e paffute, i capelli spettinati dal vento, il viso rotondo e le braccia attorno al collo di mia sorella, invece sempre perfetta,  sedute su un muretto e come sfondo il bellissimo Colosseo.

"Ti prego, guarda che faccia!" Urlai ridendo. Lui rise con me e avvicinò le labbra alla mia guancia.

"Bellissima." Mormorò prima di lasciarmi un bacio. Sorrisi di nuovo e nascosi il viso nel suo collo mentre lui lasciò le mie mani per avvolgere le braccia attorno alle mie spalle e stringermi. Ricambiai subito l'abbraccio e mi accoccolai a lui che nel mentre continuava a guardare le altre foto.

"Tu e Rey siete sempre stati legati, mh?" Girai il viso per vedere quale foto stava guardando. Io, Rey, Mitch e Alex sul divano di casa mia. Sarebbe stata una semplice foto di quattro amici se non fosse per il fatto che io e Rey sembravamo una coppia perché eravamo abbracciati e io ero seduta sulle sue gambe.

"Gelosone." Lo presi in giro ridacchiando, guadagnandomi un' occhiataccia da parte sua.

"Siamo sempre stati legati visto che, insieme a Lee, é uno degli amici più stretti di Jenny, quindi era inevitabile." Continuai per fargli capire che tipo di rapporto ci fosse tra me e lui. Gli occhi verdi di Harry si incontrarono con i miei e vidi le sue pupille dilatarsi leggermente.

"Forse sono stato un po' stronzo..."

"Le tue pupille si dilatano quando mi guardi" parlammo nello stesso momento. Restammo a guardarci con degli sguardi divertiti per qualche secondo, scoppiando a ridere subito dopo.

"E comunque, sì, hai fatto lo stronzo con Rey." Alzò gli occhi al cielo cercando di nascondere un sorriso divertito mordendosi il labbro e annuì per darmi ragione.

"Anche le tue pupille si dilatano quando mi guardi." Avanzò di qualche passo continuando a stringermi e, di conseguenza, indietreggiai finendo per sbattere contro la lavagnetta di sughero. Un secondo dopo le sue labbra erano già sulle mie e si muovevano decise mentre le sue mani mi stringevano i fianchi. Sorrisi contro le sue labbra giocando con i suoi capelli e decisi di allontanarmi quando lo sentì respirare più velocemente.

"Andiamo a cena." Sussurrai mentre lui prese a torturarsi le labbra senza staccare i suoi occhi dalle mie.

"Va bene." Rispose senza allontanarsi da me. Poggiò la fronte sulla mia e mi stampò un bacio sulle labbra rimanendo poi a pochi millimetri da loro.

"Se tuo padre è un tatuatore..." si allontanò dal mio viso, come colpito da un'improvvisa realtà.

"Ti prego dimmi che è un uomo carino e coccoloso." Piagnucolò sporgendo il labbro inferiore. Annuì cercando di sembrare sicura, e lo presi per mano.

"Andiamo e togliamoci il dente." Dissi ridendo. Lui mi strinse la mano e mi venne dietro. Passando davanti lo studio vidi la porta aperta e mi affacciai per vedere se ci fosse mio padre ignorando gli sbuffi preoccupati di Harry dietro di me. Dopo aver constatato che mio padre non si trovava lì, decisi finalmente di raggiungere la cucina. Poco prima di entrare le mani di Harry si strinsero sui miei fianchi e mi spinsero contro il suo petto.

"Bacio di incoraggiamento?" Sussurrò sfiorandomi il lobo con le labbra. Sospirai voltandomi verso di lui e gli piantai un bacio a stampo, rimanendo con le labbra premute sulle sue più del dovuto.

"Ora possiamo andare?" Annuì lentamente e mi lasciò andare, senza però lasciare la mia mano. Aprì la porta della cucina e, appena lo feci, sentì Harry irrigidirsi dietro di me perché la prima cosa che vide entrando furono le braccia incrociate - e tatuate - di mio padre, fermo in piedi vicino a mia madre che continuava a sistemare la tavola come se dovesse venire a cena la regina. Strinsi la mano di Harry che aveva poggiato l'altra sul mio fianco e lo stava stringendo a morte, e cercai di non ridere mentre mi immaginavo la sua faccia.

"Eccoci." La testa di mio padre scattò verso di noi e i suoi occhi si allargarono, così come il suo sorriso.

"Mi stai fottutamente prendendo in giro." Sentì Harry borbottare e non riuscì  a non ridere mentre lasciavo le sue mani per andare a stringere mio padre.

"La mia bambina!" Mi strinse a lui ridendo e sollevandomi di qualche centimetro da terra.

"Ciao papà!" Strinsi le braccia attorno al suo collo e gli diedi qualche pacca sulla schiena per intimargli di mettermi giù.

"E chi è questo giovanotto?"  Sussurrò vicino al mio orecchio. Mi staccai da lui e lo avvertì con lo sguardo di non fare l'idiota, poi mi voltai verso Harry - ancora pietrificato - e tornai vicino a lui.

"Lui è Harry." Lo presi per mano e la strinsi più forte del dovuto per farlo riprendere. Lui scattò in avanti e porse la mano a mio padre che la afferrò subito.

"Piacere signore." Sorrise a mio padre, che invece abbassò gli occhi sul suo braccio scoperto notando solo ora i tatuaggi.

"Chiamami pure il tuo migliore amico, già mi piaci." Ridacchiai guardando il viso di Harry rilassarsi all'istante e il suo sorriso tornare ad abbellire il suo viso. Lanciai un'occhiata a mia madre per vedere la sua reazione e la trovai a coprirsi la bocca con la mano per non ridere.

"Scherzo, chiamami pure Arthur." Continuò mio padre lasciando la mano del riccio per dargli una pacca sulla spalla.

"Va bene sign - volevo dire Arthur." Strinsi le labbra tra loro per non scoppiare a ridere e vidi mio padre fare lo stesso.

Stronzo.

"Bene, che ne dite di mangiare?"  Annuimmo tutti quanti e ci accomodammo a tavola. All'inizio si creò un silenzio imbarazzante, dove l'unico rumore era quello delle posate che venivano a contatto con i piatti, poi mio padre pensò bene di mettermi in imbarazzo tirando fuori cose successe una vita fa.

"Harry, dimmi se non è vero! Una volta ha persino cercato di picchiare me, suo padre, perché gli avevo portato la merenda mentre stava studiando!" Harry scoppiò a ridere mentre io mi coprì il viso con le mani per non dover guardare mio padre.

"Ho avuto la sfortuna di provare la sua violenza, quindi le do pienamente ragione."

"Ei, io sono qui, vi sento!" Alzai le mani verso il cielo facendo ridere tutti mentre Harry mi posò una mano sulla coscia. La guardai per un attimo e poi ci posai la mia sopra per stringerla attirando così la sua attenzione su di me. Mi sorrise dolcemente accarezzandomi la mano con il pollice e poi tornò a prestare attenzione a mio padre che cominciò a raccontare qualche battuta, sentita e risentita dalla sottoscritta.

"Okay, vado a sistemarvi il letto almeno andate a riposare." Se ne uscì mamma alzandosi da tavola.

"Oh, se è un problema dormo sul divano, non-" mio padre bloccò il discorso di Harry alzando una mano e lui lo guardò confuso.

"Figliolo, puoi dormire con nostra figlia, non penso passiate tutto il tempo a guardarvi negli occhi quando siete a Londra." Spalancai la bocca a quelle parole e sentì la mia faccia prendere fuoco mentre Harry nascose il sorriso divertito dietro la mano.

"Papà!" Lui mi guardò con una finta espressione dispiaciuta e rise.

"Cosa? É la vita!"

"Oh mio Dio, non posso crederci." Scoppiai a ridere più per l'imbarazzo che per altro e appoggiai la fronte sulla spalla di Harry che nel mentre aveva cominciato a ridere.

"Okay, il letto è stato fatto, andate a dormire piccioncini." Augurammo la buonanotte ai miei e poi andammo in camera.

"I tuoi sono una forza." Disse chiudendo la porta dietro di lui. Lo guardai con un sorriso divertito e gli presi il viso tra le mani.

"Quanto ti sei spaventato quando hai visto mio padre?" Sbuffò alzando gli occhi al cielo e prese le mie mani per allontanarle dal suo viso.

"É un fottuto colosso, come dovevo reagire!?" Scoppiai a ridere battendo le mani mentre lui restò a guardarmi,  fingendosi offeso dalle mie risate.

"Sei una stronza, avevi detto che era carino e coccoloso." Incrociò le braccia al petto mettendo il broncio per intenerirmi, così mi avvicinai di nuovo a lui e gli baciai il mento.

"Ma lui è carino e coccoloso, solo che il suo aspetto lo tradisce." Allacciò le braccia attorno alla mia vita e mi sorrise accarezzandomi la schiena di tanto in tanto.

"Un po' come te." Continuai stringendo le braccia attorno al suo collo. Arricciò il naso prima di farlo scontrare con il mio facendomi ridere.

"Domani-" fui bloccata da uno sbadiglio che fece ridere Harry, poi continuai.

"Dicevo, domani ti porto a fare un giro."

"Va bene pulce, ora vai a metterti il pigiama e vieni a farmi le coccole." Mi diede una pacca sul sedere e si allontanò da me sfilandosi la maglietta. Lasciai vagare lo sguardo sul suo petto ripensando alla notte in cui lo avevamo fatto per la prima volta e arrossì non appena vidi il suo sguardo beccarmi a fissarlo.

"Sì, vado a mettermi il pigiama, non guardarmi così." Dissi subito arrossendo. Lui alzò le mani in segno di resa e non disse nulla, ma quel sorriso divertito parlava per lui. Mi chiusi in bagno immediatamente e mi guardai allo specchio trovando il mio riflesso veramente felice. Scossi la testa e velocemente tolsi i vestiti sporchi e mi infilai una felpa di Harry - rubata mentre stava facendo le valige - per poi pettinare i capelli con le dita. Abbassai lo sguardo sulle mie gambe e trovai un piccolo livido sulla coscia che mi lasciò confusa per un momento, poi scossi la testa e tornai a concentrarmi sui miei capelli. Appena tolsi le mani da loro però per poco non  mi prese un infarto: molti capelli erano venuti via  e erano incastrati tra le mie dita.

"Ma che..." rimasi a fissare le mie mani e lentamente tolsi i capelli e li gettai nel secchio per poi guardarmi di nuovo allo specchio per passare di nuovo le dita tra i capelli. Quando le allontanai, di nuovo altri capelli. Presi un respiro profondo e cercai di capire perchè stava succedendo quella cosa, e arrivai alla conclusione che si trattava dello stress per lo studio. Dopo essermi convinta legai i capelli e uscì dal bagno per tornare da Harry che mi stava aspettando sul letto matrimoniale della mia stanza con addosso solo una tuta. Bhé, che dire, signore e signori. Uno spettacolo.

"La smetti di mangiarmi con gli occhi e vieni qui?" Sbuffai e mi diedi della stupida per essermi fatta beccare di nuovo, poi mi sbrigai a raggiungere il mio lato del letto e mi ci fiondai.

"Quella è la mia felpa?" Chiese seguendo ogni mio movimento con gli occhi. Sorrisi e annuì sdraiandomi su un fianco e poggiando la testa sul mio braccio piegato. Lui fece lo stesso, ma allungò il braccio per avvicinarmi a lui e mi ritrovai schiacciata contro il suo petto. Fece passare la mano lungo la mia schiena e la fermò sulla coscia per alzarla e portarla sui suoi fianchi.

"Sei sexy con la mia felpa." Mormorò sistemando la sua gamba tra le mie. Chiusi gli occhi accarezzando la sua guancia e, dopo aver sentito la sua mano intrufolarsi sotto la felpa, io feci scorrere la mia tra i suoi capelli. Cominciò a far scorrere le sue dita su tutta la mia schiena avvicinando il viso al mio e fece scontrare i nostri nasi.

"Te la rubo allora." Le mie labbra sfiorarono le sue che si erano inarcate in un sorriso.

"Va bene." Mormorò prima di catturare il mio labbro inferiore tra le sue labbra. La sua mano si fermò sul fondo della mia schiena e mi spinse per avere un contatto maggiore mentre le sue labbra si aprirono contro le mie dando inizio ad un bacio lento e pieno di passione che mi fece stringere lo stomaco per il piacere che stavo provando. La sua mano scese ancora per stringere il mio sedere mentre la mia strinse dolcemente i suoi capelli facendolo mugolare. Spinse la gamba tra le mie e di conseguenza i miei fianchi si mossero lentamente.

"Non penso sia una buona idea." Mormorai mentre il suo corpo si spinse sul mio facendomi rotolare sulla schiena. Continuò a baciarmi senza rispondermi e si sistemò tra le mie gambe mantenendo la mano sul mio sedere per spingermi contro il suo bacino. Sentì il familiare formicolio tra le mie gambe tornare mentre continuava a muoversi deciso contro di me.

"Har..." mugolai inarcando la schiena e stringendo i suoi capelli.

"Ssh..." passò a baciarmi il collo mentre la sua mano lasciò il mio sedere per intrufolarsi tra le mie gambe.

"Devo fermarmi?" Sentì il suo respiro scontrarsi con il mio collo mentre la sua mano prese a muoversi lentamente sulla stoffa delle mie mutande. Ero consapevole del fatto che, dopo aver fatto l'amore per la prima volta, sarebbe stato difficile stargli lontana ma non pensavo così difficile. Le sue labbra tornarono sulle mie e, non sentendo risposta da parte mia, spostò la sua mano per avvinghiare le dita all'elastico delle mutande.

Concentrati Samantha, sei a casa dei tuoi genitori. La loro stanza è vicina alla tua.

"Aspet-" ansimai nella sua bocca appena sentì le sue dita muoversi sulla mia pelle e mi morsi il labbro per trattenere un gemito. Annaspai in cerca d'aria quando mi guardò con occhi languidi e sorrise malizioso.

"Dimmi pulce." Sussurrò cominciando ad abbassarsi per poi sparire sotto le coperte. Mi portai le mani sul viso e tentai con tutte le forze di dirgli di fermarsi, ma appena sentì le sue labbra sfiorare il mio centro  dovetti coprirmi la bocca con una mano.

"Harry, ci sono i miei nella stanza accanto." Mi ignorò di nuovo e passò la lingua tra le mie gambe facendomi gemere all'istante. Lo sentì ridacchiare mentre le sue dita presero a stuzzicare la mia entrata.

"Quindi?" Lo sentì dire da sotto le coperte. Colpì le coperte dove c'era la sua testa e ricominciò a ridere.

"Non stuzzicarmi, coglione." Mi morse la coscia appena mi sentì chiamarlo in quel modo facendomi imprecare sottovoce.

"Non chiamarmi co-" sentì il mio cuore fermarsi quando bussarono alla porta e, senza neanche aspettare, mia madre aprì la porta. Ringraziai il cielo di avere le luci spente e che solo quella del corridoio illuminava la stanza, senza arrivare ad illuminare le coperte dove si trovava ancora Harry.

"Tesoro, domani mattina cercate di svegliarvi presto almeno facciamo colazione insieme, altrimenti non ci vediamo fino a cena." Cercai di non farmi prendere dal panico quando sentì Harry trattenere una risata mentre mia madre spostò lo sguardo sulla parte vuota del letto.

"Dov'è Harry?" Chiese indicando il letto. Mi morsi il labbro chiudendo gli occhi per un attimo appena sentì le sue labbra muoversi sul mio interno coscia e pensai a mille modi per ucciderlo non appena mia madre avrebbe chiuso la porta.

"In bagno." Indicai la porta chiusa del bagno portando la sua attenzione su quella, così da poter infilare la mano sotto le coperte per lasciare uno schiaffo sulla testa di Harry che, di nuovo, mi morse la coscia per trattenere una risata.

"Gesù!" Mi misi seduta sul letto tenendo le mani sotto le coperte per tenerlo lontano mentre mia madre mi guardò confusa.

"G-gesù, Harry, ma quanto ci metti!?" Accompagnai quella frase con una risata forzata che fece ridere anche mia madre.

"Va bene, ti lascio dormire, notte tesoro." Mi lasciò un occhiolino e chiuse la porta riportando la stanza nel completo buio. Ci misi meno di un secondo a divincolarmi dalla stretta delle braccia di Harry e cominciai a dare schiaffi nel buio sperando di prendere la sua testa, ma alla fine mi ritrovai con la schiena premuta sul letto e le braccia bloccate ai lati del mio corpo mentre la risata del riccio rimbombava nella stanza.

"Scusa, scusa, non volevo." Cercò di tenere la voce ad un volume basso ma la sua risata era abbastanza forte da svegliare tutto il vicinato.

"Sei un'idiota, un comp-" la sua mano coprì la mia bocca quando sentì il mio tono.

"Sssh" alzai gli occhi al cielo colpendo il suo braccio mentre lui posò la testa nell'incavo del mio collo continuando a ridere.

"Mi soffochi." Farfugliai contro la sua mano.

"Non mi sembra ti sia dispiaciuto l'ultima volta." Alzò e abbassò le sopracciglia togliendo la mano dalla mia bocca.

"Io - ugh! Ti ucciderei, giuro!" Lo spinsi via rotolando sopra di lui e gli bloccai i polsi come aveva fatto lui poco prima, mentre lui continuava a ridere.

"La smetti di ridere!? Se fosse entrata-" mi zittì alzando il viso e posando le labbra sulle mie facendomi abbassare la guardia cosicché potesse sfilare le mani dalla mia presa e portarne una dietro la mia testa per approfondire il bacio.

"Mi sto divertendo molto ed è solo il primo giorno." Alzai gli occhi al cielo spingendolo dalle spalle per farlo tornare con la schiena premuta sul materasso e poi mi decisi a tornare sdraiata al suo fianco.

"Dormi." Dissi aggiustandomi sotto le coperte, dandogli le spalle. Sentì il silenzio riempire la stanza, poi uno sbuffo ed infine il braccio di Harry passare intorno alla mia vita per stringermi.

"Sei arrabbiata?" Sussurrò baciandomi una spalla. Sorrisi anche se lui non poteva vedermi e gli strinsi la mano accoccolandomi di più a lui.

"No, stupido." Risposi ridacchiando. Lui sospirò e si accoccolò con la guancia premuta sulla mia scapola e intrecciò le gambe con le mie bloccandomi completamente nella sua stretta.

"'Notte pulce." Mormorò prima di stringermi di più a lui. Sorrisi intrecciando le mie dita con le sue e portai le nostre mani vicino le labbra per lasciargli un bacio sulle nocche prima di stringermele al petto e chiudere gli occhi, godendomi quello che avrei scoperto essere l'ultimo momento di calma prima della tempesta.

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