Capitolo 16 - Nuove amicizie

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"Perfetto."

"Ok! Allora a dopo!"

"A dopo!" Stavolta fu lei a guardare andare via il ragazzo.

Tornò alla sua bici, con l'impressione di aver appena migliorato la giornata, fino a quel momento decisamente pessima, di Mike.

"Qualcuno sembrava parecchio contento, vero Finn?" Per tutta risposta, il cane emise uno sbuffo che rallegrò di più la sua padrona. "Andiamo, su."

Salì sulla bici, decisa a trovare un posticino tranquillo dove poter riflettere senza dover però tornare a casa sua.

Dopo aver girato un quartiere che non aveva visto la volta precedente, decise di fermarsi ad un panificio all'angolo della strada. C'erano un paio di tavolini fuori che, insieme al meraviglioso profumo di dolci appena sfornati, sembravano chiamarla. Questo, unito al fatto che l'ansia le faceva venire una gran fame, la spinse ad entrare per uno spuntino di metà mattina, nonostante l'ottima colazione che aveva già fatto. In un paio di minuti si ritrovò seduta con un succo di frutta in una mano, un cornetto al cioccolato nell'altra, mille pensieri per la testa e Finn che rosicchiava un grissino(*) sotto la sua sedia.

Doveva capire cosa fare adesso, cercare di pensare a tutte le alternative possibili. Ma da quale iniziare per prima?

Innanzitutto, Jason era arrivato letteralmente a pochi metri da lei durante la notte, dopo un massacro, e aveva deciso di non fare del male né a lei, né ai suoi genitori, né a Finn. Visto che si trattava di un Venerdì 13, e dato quello che lei stessa aveva visto al lago e al cimitero, nonostante lei non fosse a conoscenza della presenza di Jason nel secondo caso, non la sorprendeva affatto che fosse successo tutto questo. La falsa guida non era che la ciliegina sulla torta, dato che generalmente, o almeno da quello che sapeva lei, Jason era un tipo più pratico che teatrale. Era evidente che aveva usato l'uomo per mandare a tutti un messaggio molto chiaro, l'unica cosa che poteva sorprendere era che il killer avesse impiegato più tempo del solito a punirlo.

Era quindi logico per lei pensare che il resto delle vittime fossero i turisti dell'altro giorno.

Jason non sembrava avercela con lei dunque e Jasmine tirò un sospiro di sollievo. Ora aveva un problema, un grosso problema, in meno. Il regalo era stato apprezzato, o quanto meno il gesto simbolico, senza passare per ruffiana. Restava da vedere se l'offerta di amicizia sarebbe stata accettata, o per lo meno quella di pacifica convivenza. Voleva davvero avere il famigerato Jason Voorhees come amico, dopo gli eventi dell'ultima notte? Sì, certo che voleva. Come aveva sempre voluto del resto. Quel che faceva lo sapeva da parecchio, le due ragazze al lago erano state solo la punta dell'iceberg. Se avesse cambiato idea adesso sarebbe stata solo un'ipocrita.

Era anche vero che non si sarebbe di certo messa a costringere Jason ad accettarla come amica. Lei il primo passo lo aveva fatto, ma non era abbastanza sicura che lo avesse fatto lui. Le aveva riportato la collana, ma magari era solo il suo modo di ringraziare, senza altre implicazioni.

Per il momento, era più che sufficiente. Quindi adesso il problema che restava era un altro.

Se lui avesse lasciato l'arma da qualche parte e la polizia fosse riuscita a risalire a lei? Se le indagini avessero portato a casa sua? Bisognava trovare una scusa valida. Per un attimo si immaginò uno sconvoltissimo Mike che la guardava mentre veniva arrestata. Non era un pensiero che voleva vedere trasformato in realtà.

L'ascia? Poteva dire di averla trovata e lasciata nel garage, lei di certo non aveva cosa farsene, ma poi era sparita. Pensava l'avesse messa via suo padre.

Una pista che passava da casa sua? Era notte, nel mezzo del bosco, e stavano dormendo tutti in casa. Se qualcuno fosse entrato, Finn li avrebbe svegliati, ma difficilmente il cane, abituato alla città, avrebbe prestato attenzione ai rumori esterni.

Welcome to Crystal Lake (ITA)Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt