Capitolo 20

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Appena chiusi la porta del l'infermieria un sorriso spontaneo  rapí il mio volto. Uno di quei sorrisi che non riesci a nascondere.
Le aveva dato fastidio, ed era stato pronto a difendermi. Anche se poco dopo era tornato il solito Mike,
Scherzoso, e malizioso, quel gesto mi aveva fatto piacere.

Come mio solito scossi la testa ed andai verso la mensa.
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Dopo aver mangiato al volo qualche boccone di pasta, corsi verso l'aula di spagnolo.

Speravo con tutto il mio cuore che quella vipera non mi interrogava,
Non avevo studiato avevo poche ore di sonno, e non fumavo da ore e ore.
Questo di sicuro non mi aiutava con la calma, e se solo mi avesse istigato, avrei dato una delle mie risposte pungenti,anche se non volevo,
Però sul momento conoscendomi avrei reagito così.

Entro in classe  in ritardo, e mi precipito al banco sotto lo sguardo incazzato della prof.

Odiavo lei, ed il suo modo di avercela con me.
In piú il mio modo di essere orgogliosa, e rispondere non aiutava.

Aprii il libro e Cercai di seguire invano la lezione, e pregai mentalmente di non essere interrogata.

Anche la lezione di spagnolo terminò,
E ne uscii illesa.

Mentre raccattavo tutti i libri, un rumore di tacchi si avvicinava sempre di piú.

Quando alzai lo sguardo Sasha era paonazza davanti a me.

"cosa non ti è chiaro della frase" MIKE È MIO"

stanca ormai di questa ragazza che mi ossessionava da ormai un mese con la stessa storia scoppiai a ridergli in faccia.

Ravanai nella borsa, e tirai il portafoglio.

Presi 1 dollaro, e lo porsi alla ragazza
evidentemente stressata.

Mi guardò perplessa sbattendo le lunghe ciglia finte.

"comprati un te alle macchinette, ne hai bisogno, seriamente te lo offro.
Ah e non mi sfracassare piú le palle
Con le tue assurde paranoie."

Mi voltai per andarmene, ma mi afferrò i capelli, tirandoli.

Questo non doveva farlo. Io al posto suo avevo capelli naturali e non di plastica, e ci tenevo.

La rabbia si impossessò di me, cosí mi voltai di scatto, e gli saltai addosso.

La classe era vuota, ma una cerchia di persone ormai famigliare si formò difianco a noi.

Non ero una ragazza che usava le mani, solo le parole, e se necessarie, ma quella ragazza mi urta a un sacco il sistema nervoso.

Era fottutamente convinta in quella testolina che io e Mike avessimo una storia, e continuava ad ossessionarmi.

Lei si girò e  si alzò in piedi tirando mi un altra volta I capelli.

Io questa la mando in  Polonia giuro.

Mentre emetteva grida stridule, gli tirai uno schiaffo.

" fatti  tutti i ragazzi della scuola ma non lui tossica del cazzo."

"tossica c'è tuo fratello, non ti permettere."

Mi saltò dinuovo addosso piú furiosa di prima, ma io tornai sopra.

Quando stavo per tirargli un cazzotto sul naso rifatto dopo che lei mi aveva distrutto il labbro ma due mani mi presero per i fianchi e  mi trascinarono via da lì.

Per quanto esile fossi, quando si trattava di queste cose ci mettevo tutta me stessa.

Ero così annebbiata dalla rabbia che non avevo ancora guardato il ragazzo che mi aveva portato via da lì.

prendimi per manoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora