« Capitolo V : odi et amo »

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< È l'unico modo di sentire qualcosa di positivo per me.
Le emozioni che provo dietro al pallone, sono ineguagliabili, non riesco a sentirmi in quel modo in nessun altra situazione.
Credo davvero di amare questo sport, è l'unico amore di cui ho bisogno >

< Quindi il calcio colma il vuoto che hai dato dalla mancanza di affetto.. È nobile come gesto >

Il ragazzo la guardò con aria di superiorità.

Non aveva bisogno di alcun tipo d'affetto oltre quello per il calcio.

< Hai frainteso, non mi manca di certo e sicuramente non ne ho bisogno >

< Tutti hanno bisogno d'amore, Byron >

Alzò gli occhi al cielo.

Sembrava quasi che stesse riuscendo a fare un discorso senza irritarlo, invece in quel momento, aveva rovinato tutto.

La sua presunzione nel sapere cos'era meglio per lui, era insopportabile.

< Pensi davvero che un Dio abbia bisogno di qualcosa del genere? >

< Ti fai chiamare Aphrodi, no? Afrodite era la Dea dell'amore e della bellezza. Anche se, preferisco definirla in modo diverso. Quel sentimento puro, non appartiene a lei.
L'attrazione è il sentimento che io associo ad Afrodite >

< Oh, sentiamo perché ne dovrei avere bisogno. Con la mia popolarità, l'amore non mi manca di certo >

< Quella è semplice attrazione >

< L'amore è riuscire a scorgere la bellezza in qualcuno nonostante i suoi difetti, è prendersi cura, elogiare ed aiutare. L'amore è ciò che muove i cuori, proprio così, guarda >

Arya si mise in piedi, proprio difronte a lui.

Prese con gentilezza la sua mano e la appoggiò sulla parte sinistra del petto, in modo da fargli sentire il proprio battito.

Il biondo, non riuscì a dire nulla.

Era completamente immerso in quel suono, che sembrava quasi una dolce melodia alle sue orecchie.

Le sue profonde mandorle rosse erano leggermente più aperte del solito, in stupore, le sue labbra schiuse.

Stava ascoltando la musica dello strumento, da cui provenivano tutte le emozioni che provava la mora difronte a lui.

Solo dopo qualche minuto riuscì a risvegliarsi e con velocità, ritrasse l'arto, allontanandosi.

Lei si limitò a ridacchiare, col sorriso stampato in volto.

< Ti ho sorpreso, non è così? >

< Non farlo più >

< Mhhh, non posso prometterlo >

Vide come lui subito si mise nuovamente a palleggiare con la gamba, non poté fare a meno di allargare le labbra di nuovo.

Per quanto non le avesse detto nulla, oramai aveva imparato che proprio quando stava in silenzio, avevi colpito il punto giusto.

< Capitano, l'allenamento è iniziato dieci minuti fa, cosa ci fai ancora qui? >

Li interruppe una voce, Henry House.

Un ragazzo della loro stessa età, con lunghi capelli rossicci, che andavano sul castano, ed allungati occhi verdi.

Era carino, ma d'altronde, accanto ad Aphrodi nessuno risplendeva di bellezza.

I due sembravano avere davvero un buon rapporto, inoltre erano compagni classe.

La mora era quasi sicura che fossero migliori amici, eppure in quel momento il biondo, era confuso.

Lui era capace di provare affetto?

Che cosa provava per le persone che definiva a lui care?

Tirò un'ultima volta il pallone, facendolo entrare in rete con un forte boato, per poi allontanarsi insieme all'amico, lasciando da sola la ragazza.

< Guai in paradiso con Bambi? >

Lo schernì subito il suo compagno.

< Bambi? >

< Con lo sguardo che ha sembra un cervo, mica è colpa mia se fa sempre gli occhioni >

Rispose facendo spallucce.

Aphrodi però, era tutt'altro che in vena di ridere.

Continuò ad essere assente per tutto l'allenamento, ripensando al caldi tepore da cui era stata avvolta la sua mano, dalla dolce melodia del suo battito.

Aveva fatto di tutto per togliersi quella maledetta ragazzina dalle costole, si era sforzato di odiarla, l'aveva insultata, presa in giro, ignorata.

Non era servito a nulla.

Quei dannati smeraldi brillanti, continuavano a perseguitarlo.

Stava letteralmente impazzendo.

Odiava il pensiero di poter venire manipolato con così tanta facilità da una bambina.

Probabilmente nemmeno lei si era resa conto di ciò che aveva fatto.

Lui pendeva dalle sue labbra, non sopportava essere impotente.

Non appena poté uscire dal campo, la prima cosa che fece fu salire sul tetto della scuola.

Aveva bisogno di prendere una boccata d'aria, la situazione in cui si trovava era opprimente.

Da lì, era visibile tutta la città.

Non aveva mai trovato un gran sollievo nelle viste del genere, eppure in quel momento, tutti quei pallini illuminati sembravano ammansire le idee che schizzavano da ogni parte della sua testa.

< Byron? È tutto apposto?>

Sentì una voce delicata e premurosa, alle sue spalle.

Non ebbe bisogno di girarsi per sapere a chi apparteneva.

Arya si accovacciò sul pavimento vicino a lui, lo sguardo rivolto verso lo splendido panorama.

< Hai bisogno di supporto morale? >

< Perché continui a stare con me anche se ti tratto male? >

Byron si voltò verso di lei, guardandola con attenzione.

Prese un respiro profondo, stava servendo alla ragazza su un piatto d'argento, un'arma per pugnalarlo.

Lei, era diventata una delle sue debolezze.

E non sopportava il pensiero di dover condividere le sue mancanze con qualcuno.

La mora si limitò a sorridere, senza spostare gli occhi su di lui.

< Sai, credo che il mio compito sia quello di scaldare il tuo cuore ghiacciato >

Il Love rimase spiazzato da quelle parole e raramente, lui non riusciva a dire nulla.

< È come...se avessi un istinto di protezione verso di te, voglio vederti stare bene, non capisco perché, ma voglio farlo >

Prese un respiro profondo, visibilmente irritato da quel gesto.

Per puro istinto di protezione, era pronta a subire di essere trattata in quel modo?

Una persona tanto ingenua, non meritava di fare parte dei suoi pensieri.

Spazio autrice  ! 💗
ALLORA, volevo semplicemente scusarmi per il capitolo corto.
Semplicemente domani ho compito di geografia e inglese, dopodomani algebra e geometria, per di più ho un'infezione all'occhio e non posso sforzarlo molto, quindi non devo usare troppo il cellulare.
INOLTRE NON HO RICORRETTO (si sono pigra problemi) QUINDI scusate gli eventuali errori, oggi sono anche abbastanza scazzata è un miracolo che sia riuscita a scrivere :')
Mi sono successe così tante cose che manca solo un meteorite a distruggermi casa.

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