« Capitolo III : occhi divini »

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Sospirò, non si poteva mica cambiare una persona in un giorno.

Si diresse da sola verso l'aula, fermandosi occasionalmente fra stanze dell'edificio, per scambiare qualche chiacchiera con qualcuno.

Prese parte alle lezioni, che passarono lente ed oggi, persino noiose a detta sua.

Avvenimento insolito, dato che adorava la possibilità di poter imparare più cose possibili.

Eppure quel giorno, era ciò che si poteva definire una giornata no.

Spostava lo sguardo continuamente contro la finestra, desiderando soltanto di poter essere libera, ed andare a danzare.

Il suono della campanella sembrò quasi una sinfonia gloriosa alle sue orecchie, la prima cosa che fece fu buttare i libri dentro lo zaino e correre fuori da quella stanza, che sembrava imprigionarla in quel momento.

Il suo pensiero scattò a Love per un attimo, avrebbero dovuto passare il giorno insieme, ma non credeva sarebbe successo, date le circostanze.

< Dai Arya, è solo un altro giorno e mezzo >

< Parli da sola, le lezioni di matematica ti hanno dato alla testa? Oh giusto tu sei così >

Parlando del diavolo.

Si voltò verso Byron, guardandolo con sincerità.

Era davvero troppo nervosa per essere in vena di subirsi i suoi scherzi in quel momento.

< Ti prego. Oggi no. Almeno aspetta che io possa calmarmi, dopo puoi tornare anche a prendermi in giro, ma per favore in questo momento no >

Il ragazzo rimase quasi spiazzato dalle sue parole, si vedeva che non stava assolutamente bene.

Alzò gli occhi al cielo, sollevando poi il mento in segno di superiorità, anche se le avrebbe dato un po' di tregua, aveva pur sempre una reputazione.

< Quindi? Dove dobbiamo andare? >

< Io vado a ballare, tu puoi fare come ritieni meglio >

Se non avesse usato il suo solito tono di voce delicato, la frase poteva addirittura suonare scortese, ma non era questo l'intento di Arya.

Voleva sul serio, lasciarlo libero.

Magari stando con lei Aphrodi si sentiva ingabbiato, proprio come si era sentita poco prima.

In non molto arrivò allo studio, seguita a ruota del ragazzo, che sembrava addirittura più infastidito del solito.

< Nanerottola, non sei una brava intrattenitrice quando stai in silenzio >

< Scusami, non mi sento bene... >

La risposta sembrò irritarlo ancora di più, quindi si limitò a rimanere in silenzio, valutando se restare, oppure andare via.

In realtà, non sapeva nemmeno lui perché si trovava con la ragazza, avrebbe potuto essere tranquillo a riposarsi, fra le calde coperte del suo letto e la sua amata Mary, eppure aveva deciso di scendere fino alle viscere della Terra e seguirla.

Si risvegliò soltanto dal suo stato di trance quando sentì la musica partire.

Non conosceva la canzone, non si era mai interessato più di tanto ad argomenti del genere, in effetti, oltre i capelli, l'unico suo interesse era proprio il calcio.

Subito la mora si tolse le scarpe, ed iniziò a muovere il corpo al ritmo della melodia, lasciandolo a bocca aperta.

Quella non era Arya, almeno, non l'Arya che conosceva.

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