Senza via d'uscita

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Fata correva e, nel frattempo, continuava ad abbaiare ininterrottamente, tirando a tratti la veste di Jiang Cheng.

«Sto correndo, sto correndo! Che diamine hai da essere così agitata, è successo qualcosa ad A-Ling?», diceva mentre seguiva il cane tra l'erba alta.

Fata era tornata a casa senza il suo padroncino, si era diretta di corsa verso Jiang Cheng e aveva iniziato a fare un sacco di rumore. Il giovane uomo aveva capito immediatamente che qualcosa non andava e aveva iniziato a seguire il cane, che in mezzo secondo, se l'era data a gambe con una velocità assurda. Jiang Cheng pensò allora che la cosa doveva essere seria, visto quanto Fata fosse nervosa e aveva iniziato a seguirla, con la spada in una mano e Zidian pronta ad essere usata nell'altra. Preoccupato, in cuor suo sperò che non fosse niente di grave. Mentre correva un suono attirò la sua attenzione, alzò lo sguardo nel cielo e lo vide: era il segnale di aiuto del clan Lan.


«Jin Ling!», stavano gridando Sizhui e Jingyi.

Il ragazzo dalle vesti dorati restò immobile tra la polvere, il suo corpo scosso dal violento fulmine rosso. Cosciente, cercò di muoversi, ma il suo corpo non rispondeva: era come se ogni osso che aveva si stesse rompendo in più punti, sentiva dei rumori provenire dalle sue orecchie e non capiva se fossero rumori esterni o interni, ogni muscolo era teso in uno spasmo continuo, i suoi occhi spalancati videro uno dei due cadaveri avventarsi sopra di lui.

Sizhui si gettò in avanti per proteggerlo. La sua spada cozzò con le braccia del cadavere, ci mise tutte le sue forze per non farlo avanzare e per allontanarlo da Jin Ling. La sua fronte si imperlò di sudore, ancora di più di quello che già non fosse, le sue gambe si tesero nello sforzo, così come le sue braccia. Jingyi, alle prese con l'altro cadavere, lanciò verso di Sizhui un talismano: quello si accese in una luce bianca e azzurra accecante. Il cadavere fu bloccato dal colpo per un attimo e Sizhui, con tutta la forza che aveva in corpo, gli saltò addosso facendolo cadere a terra, provando a tagliargli la testa di netto. La spada sembrò incastrarsi nel collo del nemico, ma Sizhui spinse e la testa volò via e vi applicò in fretta sopra un talismano. Il ragazzo emise un sospiro di sollievo, ma in quel momento esatto venne preso per un braccio dal cadavere senza testa che aveva ancora davanti. L'orrida creatura sembrava riuscire benissimo a muoversi senza testa e con il talismano che avrebbe dovuto bloccarlo!

Sizhui gridò. Il braccio del ragazzo venne spezzato.

«Bastardo!», urlò Jingyi che si lanciò ad aiutare l'amico, ma l'altro cadavere lo mise a terra in un attimo con un sonoro pugno sul petto. Tossì, finendo anche lui tra la polvere.

Jin Ling strinse la mano attorno alla sua spada, le nocche bianche per lo sforzo. Alzati! Continuava a dirsi vedendo Sizhui gridare di dolore e Jingyi dimenarsi, ma sembrava non avere ne fiato ne controllo dei suoi muscoli. Chiuse gli occhi, stringendoli, e imprecò tra i denti.

Un suono. Un suono limpido come un lago e pulito come il cielo risuonò nell'aria. Il possessore di Guqin aveva lanciato il suo attacco che si era frantumato direttamente sui due cadaveri, facendoli urlare, come se provassero dolore. Lan Zhan era arrivato. 

Il loto doratoWhere stories live. Discover now