Prologo

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Cappuccetto Rosso inciampò e cadde in avanti sul terreno bagnato. Affondò le unghie nell'erba sporca e umida di rugiada, cercando disperatamente di rialzarsi.

Gemette.

L'intero lato sinistro del volto era caldo e appiccicoso, e bruciava. Cappuccetto Rosso lo tastò con la mano: tre lunghi e profondi tagli le segnavano verticalmente la guancia, dal sopracciglio alla mandibola, imbrattandole la carne di sangue fresco; lo zigomo era gonfio e violaceo, e il labbro superiore era stato squarciato dalla traccia di un artiglio.

Fece forza sulle ginocchia fino a mettersi carponi. Udì un ululato, seguito da un ringhio basso e famelico che le fece accapponare la pelle. Si rialzò in fretta e provò a rimettersi a correre, ma riuscì solo a zoppicare arrancando e incespicando miseramente a ogni passo. In un barlume di lucidità, Cappuccetto Rosso realizzò che il morso in cui la creatura le aveva stretto il polpaccio dovesse aver raggiunto l'osso.

Si accorse che la creatura la stava raggiungendo – è vicino, sta arrivando, per le Forze del Bene sta arrivando...!– e provò ad arrancare più veloce, spinta solo dall'istinto di sopravvivenza: in fondo, sapeva che l'avrebbe presa.

Gli sei solo sfuggita. Non andrai lontano.

Strinse i denti e serrò gli occhi quando le lacrime di dolore e disperazione cominciarono a rigarle le guance. Il cappuccio scarlatto le scivolò dal capo, e i capelli biondi le si scompigliarono sulle spalle. Ormai non restava più niente del regalo che la nonna le aveva cucito: la mantella rossa era ridotta a un cumulo di brandelli, stracciata e chiazzata di fango, erba, terra e sangue, il vestito era sfrangiato dai segni di un grosso morso, gli stivali cascanti, bagnati e sporchi di sangue che non era solo suo.

Inciampò di nuovo e cadde riversa al suolo. Prese a singhiozzare, mentre sentì i passi della creatura arrivarle alle spalle.

Poi, si fermarono.

Cappuccetto Rosso udì un altro ringhio.

Annaspò. Voltò lentamente il capo.

La creatura ringhiò di nuovo, scoprendo le fauci e i denti giallognoli e affilati.

«Ti prego...»

Ebbe a malapena il tempo di urlare.

 Le zanne si avventarono su di lei.

Grimm - Mai più felici e contentiWhere stories live. Discover now