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E adesso cosa?

Matilde si era svegliata tra le braccia di Riccardo.

La notte passata era stata bellissima, non si poteva nemmeno raccontare, perché mancavano le parole.

È un emozione che non tutti riescono a provare, quella di essere ricambiate dall'amore della tua vita.

Così felice, che si sentiva dentro un libro o un film romantico.

Aveva immaginato quella scena più e più volte.

Ma non cera stata paragonabile a quanto successo la sera prima.

Se avesse potuto avrebbe urlato, urlato di gioia.

Il suo cuore sorrideva.

«A che pensi?» mugugnò Riccardo non appena apri gli occhi.

Erano ancora sul divano, ma l'emozione non aveva fatto chiudere occhio a Matilde ed era ancora presto.

«Penso che sono davvero felice». Si alzò con il viso per lasciargli un delicato bacio sulle labbra.

Si accorsero che erano avvolti da una coperta in pile.

«Secondo te Marco ci ha visto?». Domandò Riccardo mentre si sistemava.

«Penso proprio di sì, guarda il lato positivo...una persona in meno a cui spiegare tutto». Sentenziò Matilde.

Non voleva alzarsi, voleva rimanere la tra le sue braccia con un orecchio sul petto per sentire il suo cuore battere.

«Sarà difficile lo sai?».

«L'importante è che saremo insieme».

Rimasero qualche minuto ancora, poi si alzarono perché non potevano farsi vedere da Edoardo ne tanto meno dalla nonna.

Prima che Riccardo scappò via, bevvero una tazza di caffè, parlando del più e del meno e vedendo l'alba sorgere.

L'arancio il rosa e il blu si mischiavano alla perfezione.

Tre colori che insieme davano vita al una vista mozzafiato.

E Matilde si domandò se quei colori erano loro tre.

Forse era giunto il momento di iniziare a vivere la sua vita, così imperfetta ma emozionante accanto alle persone che voleva.

Ma prima doveva adempiere ad alcune responsabilità.

Così mentre si trovavano tutti e tre al parco un pomeriggio, Matilde si era presa di coraggio.

«Edoardo vieni qua un secondo». E sotto l'occhio attento di Riccardo, il bambino si era avvicinato
A loro.

«Amore c'è una cosa che devi sapere». Riccardo la guardò con fare curioso non sapeva cosa stava facendo.

«Si». Rispose il bimbo non sapendo cosa aspettarsi.

«Tu cosa mi avevi chiesto per natale?». Lo prese in braccio e delicatamente iniziò a riscaldargli le  mani.

Riccardo si era avvicinato e gli aveva accarezzato
La guancia.

«I lego?». Bofonchiò.

«Oltre ai lego». Disse Matilde ridendo.

«Un papà?». Continuò Edoardo così innocente.

«Si amore, e lui è il tuo papà». Matilde si girò verso Riccardo.

Anche lui era sconvolto, non sapeva che lei lo avesse fatto adesso.

Però ne fu contento, si avvicinò e le lascio un bacio sulle labbra.

Era talmente innamorato di quelle due persone che non riusciva a chiedere di meglio.

«Sono io il tuo papà». Disse marcando l'ultima parola così bella ed importante.

A volte  la cosa migliore è complicare tutto.Where stories live. Discover now