L' incontro

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Mi risvegliai dentro a una cantina puzzolente con il pavimento di acqua mischiata con il sangue. Il bravo ragazzo mi stava guardando preoccupato mentre l' altro stava ripulendo il coltello mentre sorseggiava una birra. Il bravo ragazzo mi gettò dell' acqua in faccia per farmi riprendere conoscenza del tutto.
Dopo aver capito dov'ero e cosa fosse successo ho tentato di alzarmi; dato che non riuscivo a stare in piedi da sola il bravo ragazzo mi ha dato una mano ad alzarmi. Ha detto che si chiamava Sam e mi ha presentato suo fratello Dean, "almeno adesso so chi è chi", e mi ha dato del' acqua. Dopo un po' riuscivo a camminare ma la testa mi continuava a farmi male, ma penso che sia normale, almeno spero. Dean aveva finito di pulire la sua arma e finalmente mi aveva degnato di uno sguardo. Dai loro visi si vedevano tutte le sofferenze che avevano passato e ora notavo ancor di più quanto si volevano bene. Sam mi aveva chiesto il mio nome, Rebecca, risposi. Quel nome era una delle poche cose che mi piacevano di me oltre che ai capelli rossi e mossi. In ogni caso, chiesi cosa mi fosse successo. Inizialmente non potevo crederci, cioè, non volevo crederci, ma alla fine mi sono dovuta rassegnare alla realtà: ero stata posseduta da un demone .

Qualche giorno dopo l' esorcismo, non ero ancora andata via dalla casa di Bobby, zio di Dean e Sam, dove cercavo ancora di mettere insieme i ricordi di ciò che era accaduto. I tre erano stati molto comprensivi e mi avevano detto che sarei potuta restare finché non avessi recuperato le forze. Mentre Dean e Sam erano a caccia di demoni e altri mostri, Bobby mi aveva spiegato cos' era ciò che facevano e mi ha spiegato che tutti i mostri e demoni delle scritture esistono veramente e che esiste l' inferno. Dopo poco decisi di andare via eriche mi sentivo solo un peso per quel trio. Me ne tornai a casa, era strano tornare alla vita di tutti i giorni, ma presto mi sarei riabituata. I miei colleghi e amici erano felici che fossi tornata normale, ma appena tentai di raccontare ciò che mi era successo, pensarono che ero impazzita e mi costrinsero ad andare da una psichiatra perché per loro ero instabile. Puttanate.
La psichiatra era sempre più sconcertata perché non capiva cosa avevo che non andasse e le espressioni che faceva mi facevano ridere per giorni. Le persone iniziarono Ada allontanarsi da me e tutti continuavano a dire che ero impazzita e che ero instabile e altre cose del genere.
Dato che nel mondo "normale" non mi accettavano provai a ricontatare Dean, Sam e Bobby, ma probabilmente avevano cambiato i numeri di telefono così non riuscì a trovare nemmeno loro. Ero persa: non trovavo chi mi capiva e le altre persone credevano che ero pazza e i miei incubi su ciò che mi era successo continuavano a perseguitarmi

La ragazza che era stata possedutaWhere stories live. Discover now