📚 "Al di là dello specchio"

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- SINOSSI

A priori Sul punto di vista grammaticale e stilistico credo si possa lavorare meglio, perché dopo la lettura la prima idea che ho è di confusione

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A priori
Sul punto di vista grammaticale e stilistico credo si possa lavorare meglio, perché dopo la lettura la prima idea che ho è di confusione. Ora srotolerò un breve e schematico elenco...
Innanzitutto, nel terzo paragrafo ("Da qualche tempo...") cambierei i tempi verbali, perché così com'è il significato mi risulta poco chiaro.
Dopodiché, nel quarto paragrafo, sostituirei quel "porterà" con "porta", in quanto tutto il testo seguente è ancora al presente.
Nel quinto paragrafo quel "studentessa affetta da melanofobia" mi sembra interrompere la lettura, perciò lo sposterei quando, nel terzo paragrafo, si presenta già la protagonista (perciò dopo "Irina Laine").
Alla fine della frase, inoltre, si ha "... bracciale, da cui non se ne separa dall'anno prima". È una costruzione errata e pleonastica: sostituirei con "da cui non si separa".
Andiamo poi al settimo paragrafo, dove manca un "un" prima di "ragazzo" e "Kipei" è scritta "Kipea".
Dal punto di vista della trama, però, ci sono diversi aspetti che mi incuriosirono: prima di tutto l'ambientazione, la Finlandia, che è insolita e, per quanto mi riguarda, non ne conosco molto la cultura, e poi la melanofobia, di cui non avevo ancora sentito parlare!
Quindi il mio consiglio è quello di rivedere la forma, perché è una carta decisiva nell'attrarre o meno un lettore: dopo l'ennesima volta che la lettura si deve interrompere, detto onestamente, passa un po' la voglia di proseguire.

A posteriori
Confermo l'idea che il problema principale sia appunto l'aspetto della forma, che oltretutto nella storia vera e propria è molto più curata!
A livello concettuale, invece, nel settimo paragrafo quel "all'apparenza" e la frase che segue non mi sembrano molto coerenti con ciò che si apprende durante la lettura: si dice che Aron è all'apparenza come tutti gli altri ma è proprio il contrario, in quanto per tutti lui è perfetto, impeccabile. Cercherei di rendere più chiaro questo passaggio.

- PERSONAGGI
Nel complesso, i personaggi di questa storia mi hanno soddisfatta e credo che, rispetto a "Come canzoni stonate", brillino più di luce propria, siano più indipendenti, mentre nella prima storia li vedevo (non per conoscenze personali, sia chiaro, ma ciò traspariva dall'insieme di diverse sensazioni ed esperienze, quali università...) più vicini alla personalità dell'autrice, eventualmente anche a degli stereotipi. Nulla di male in entrambi i casi, certo, ma in "Al di là dello specchio" penso ci sia stato un tentativo di "esternizzazione" che richiede comunque una diversa attenzione. Ma cominciamo!

Irina: fredda, colorata, tormentata.
Irina è la protagonista nonché narratrice in prima persona della vicenda. È una studentessa delle superiori con un evento molto importante alle spalle (che ancora non conosciamo) e che l'ha portata a trasferirsi nella sperduta Kipei. La sua caratteristica più importante è l'esigenza di colorarsi, anche in modo stravagante, proprio perché, come già detto, ha paura del colore nero, fobia legata sempre al suo passato.
Nel complesso, credo sia un personaggio ben riuscito: ha una personalità ben definita, non facilmente classificabile in uno stereotipo; sotto sotto è forte, ma al tempo stesso traspaiono tante sue debolezze, paure. Mi è piaciuto soprattutto che cerchi spesso di mascherare le sua fragilità, di nasconderle agli altri, come se avesse la pretesa di mostrarsi forte soprattutto con sé stessa.
Rispetto a Lucy, protagonista di "Come canzoni stonate", è molto più definita e autonoma. Complimenti!

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