Sono sbagliato?

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Jimin's

La maggior parte delle persone tende a non dare peso alle proprie parole esprimendo parole velenose con un lieve tono di sarcasmo. Io da sempre ho dato troppo peso a qualunque parola mi si rivolgesse, cercando di non far notare quanto invece mi ferisca o sia importante per me, infatti la prendevo, in un certo senso, come una critica che mi servisse a migliorare. Delle volte anche delle parole dette in modo carino o comunque non per scherno mi hanno fatto sentire giudicato. Mi ricordo che all'età di dieci anni per scherzare, dei miei amici mi avevano definito come un mochi paffuto e tenero, io però, non presi le loro parole di buon grado ma anzi, associai il tutto all'essere troppo in carne e di conseguenza troppo grasso per la società. Ed è in quel preciso istante della mia vita che la mia sanità mentale cominciò a scendere e con essa anche la mia autostima, che già era quasi del tutto inesistente: cercavo di mangiare di meno, stando attento alle calorie quando esageravo, e mi iscrissi anche a danza dove, mi esercitavo finché non avevo più forze per reggermi in piedi. Chiamatemi malato o psicopatico, ma quella routine che ormai mi ero imposto mi stava divorando lentamente, ed io potevo solo farmi inghiottire da essa. La danza anche se cominciata per un motivo ben diverso ben presto diventò una delle mie più grandi passioni, e per questo motivo raggiunti i 17 anni convinsi finalmente i miei a trasferirmi a Seoul, con un mio amico: Jungkook. Quest'ultimo mi era stato sempre vicino nelle occasioni più difficili, e conosceva, anche fin troppo, la mia instabilità mentale.

Sono stato sempre una persona che dava molta importanza all'aspetto fisico, e per questo ero finito per diventare non stabile mentalmente. I miei genitori mi riempivano di vitamine e farmaci vari solo per farmi passare questa ossessione che mi stava divorando ormai da troppo, ma non sapevano che solo delle stupide medicine, o quel che sia non potessero risolvere la situazione. Oltre a questo ero stato sempre un ragazzo vivace e solare che adorava fare amicizia con chiunque, almeno questo era quello che mostravo. Mi definivo una persona che in fin dei conti sotto sotto soffriva per gli standard troppo tossici della società.

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Il primo giorno di scuola filò in modo abbastanza liscio, mi piaceva l'immagine che mi ero creato, un ragazzo solare, simpatico e soprattutto con un fisico da favola. Cercai di fare amicizia con tutti per avere l'approvazione generale della classe, ma questo non fu possibile con tutti, un ragazzo infatti aveva mandato all'aria tutti i miei piani. Cercai di essere gentile ma probabilmente con lui non bastò solo questo. Cercavo sempre l'approvazione generale da tutti perché significava che piacevo e di conseguenza che aver diminuito il mio mangiare non facesse un piacere solo al mio aspetto fisico ma anche agli altri, una sola disapprovazione avrebbe fatto crollare tutto il mio mondo, come in questo caso.

-quindi un ragazzo non voleva fare amicizia con te ed adesso ci vuoi fare un dramma?-

-sì, magari non li piacevo, che ho sbagliato?-

-niente Chim forse non è un tipo molto socievole-

Quella sera dopo quella piccola conversazione Jungkook mi parlò della sua classe e di come non trovò nessuno che gli piacesse, ma mi raccontò anche che aveva visto un bocconcino in classe mia e che avrei dovuto assolutamente farglielo conoscere. Dalla sua descrizione associai il nome di Kim Taehyung, ragazzo che secondo me poteva fare concorrenza per i suoi tratti a dir poco perfetti.

Se parliamo di sera parliamo di cena e se parliamo di cena associamo il tutto al cibo che per me equivale a troppe calorie. Era la terza serata a Seoul e la terza volta che rifiutai del cibo per mantenere la mia immagine perfetta, o come la definivo io. Jungkook ormai era esasperato e non sapeva più che fare per darmi da mangiare, almeno un pochino; io ogni volta, invece, arrecavo scuse su scuse per saltare quell'ultimo pasto della giornata. Quel giorno gli dissi semplicemente che non avevo fame perché avevo già mangiato un sandwich a scuola. Non presi nemmeno più le medicine da quando stavo a Seoul, o meglio, non c'era più bisogno che mi dovessi nascondere in bagno per poi sputarle, anche se Jungkook mi raccomandava di prenderle senza però obbligarmi.

Monotono - YoonminNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ