Diego/ prima parte

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Numero otto, questo era il mio nome fino a quando mia madre Grace non me ne diede uno, tutti mi conoscono come T/n Hargreeves oramai. La mia infanzia, così come quella dei miei fratelli, non è stata semplice, noi a dodici anni non passavamo il nostro tempo al parco con gli amici ma ci allenavamo duramente ogni giorno imparando a controllare il nostro corpo, la nostra mente e soprattutto i nostri poteri. Il mio? La capacità di auto guarirmi  e di guarire gli altri. Il difetto di questo potere? Porta via una quantità enorme di energia. Ora però con i combattimenti e gli allenamenti ho smesso, sono una donna di trent'anni con una laurea e un ottimo posto di lavoro in uno dei migliori ospedali dello stato. Dei miei fratelli non ho più notizie da almeno dieci anni, abbiamo preso tutti strade diverse, molto diverse.

Ero appena tornata a casa dopo un estenuante turno di 18 ore, preparai la cena e accesi la televisione, la casa era così silenziosa da quando il mio ex marito ha deciso di andarsene. Feci zapping fino a quando non arrivai al notiziario, mio padre era morto. Il signor Reginald Hargreeves, noto milionario, famoso per aver fondato la umbrella academy ed essere semplicemente geniale, era morto.
Uscii di casa immediatamente per raggiungere la casa dove abitavo più di 10 anni fa, per vedere la situazione e per rivedere loro, i miei fratelli.

Con loro avevo un rapporto molto particolare, Luther ed Allison non mi stavano particolarmente simpatici, erano pieni di se, arroganti e con gli occhi sempre puntati addosso. A Klaus volevo molto bene e vederlo distruggersi così la vita mi faceva troppo male. Quello che ammiravo di più era Cinque, era davvero molto intelligente e quando voleva anche molto simpatico e di compagnia, diciamo che ero l'unico essere umano in quella casa che poteva tollerare. Ben era davvero dolcissimo, dopo la sua morte prematura però mi venne data la colpa di non averlo salvato con i miei poteri ma purtroppo io curavo i feriti e non i morti, ci misi tanto a farlo capire ai miei fratelli. Vanya, la ragazza normale, quella tranquilla e introversa, con lei passavo molto tempo siccome alle missioni più pericolose non mi era consentito partecipare, tutto sommato ci volevamo bene. Ed infine c'era lui, Diego, la mia ombra, il mio migliore amico, io e lui eravamo davvero molto simili, passavamo le nostre giornate insieme e ognuno era la roccia dell'altro.

Ero appena arrivata nella casa in cui avevo trascorso la mia infanzia quando sentii una risata << T/n è qui!>> mi voltai verso la voce e vidi un uomo vestito in uno modo abbastanza particolare e dall'aspetto trasandato, non avevo dubbi: << Klaus, come stai?!>> mi avvicinai a lui salutandolo con la mano ed un sorriso a trentadue denti. Mi venne vicino e mi prese il viso tra le mani << sei davvero qui, che bello, che bello, mi sei mancata troppo!>> disse lui abbracciandomi entusiasta, io ricambiai dicendo semplicemente: << sono felice di vederti anch'io Klaus >>. Poco dopo arrivarono anche gli altri, tutti tranne Diego, Cinque (che era sparito da ormai diciassette anni) e ovviamente Ben. Erano cambiati tutti, Luther era diventato un gigante , Allison una bellissima donna dai capelli biondi e di grande successo e Vanya purtroppo sempre più timida e introversa ma con una buona carriera nel mondo della musica. Passò all'incirca un'ora quando arrivò anche Diego, gli occhi scuri e magnetici erano rimasti gli stessi di sempre, lo sguardo si era indurito e molte cicatrici lo decoravano, indossava una tuta in pelle che gli risaltava perfettamente il fisico asciutto ma comunque muscoloso, posizionati sulla tuta c'erano anche una decina di coltelli, armi con le quali combatteva. Non degnò quasi nessuno di uno sguardo, cosa che mi fece abbastanza male ad essere sincera.

L'ora successiva fu davvero assurda infatti tramite un portale nostro fratello Cinque, quello scomparso, tornò a casa tramite un portale ma con le sembianze di un tredicenne e seppellimmo nostro padre. Una giornata quasi normale per l'umbrella academy no?! Durante l'elogio del nostro defunto padre da parte di Pogo però si scatenò una rissa tra Luther, che difendeva Reginald e Diego che gli dava contro. I due ragazzi, davvero abili nel combattimento, si stavano facendo davvero male, una cosa che Diego non aveva calcolato era però che numero 1 era diventato una specie di gigante e che un pugno ben assestato da lui avrebbe potuto ferirlo gravemente. E in effetti successe proprio questo, il ragazzo però per non dargliela vinta lo attaccò con uno dei suoi coltelli per poi correre su per le scale e rifugiarsi nella sua camera.

Vidi Diego correre verso camera sua, così decisi di seguirlo, quel ragazzo mi stava preoccupando. Bussai alla porta ma lui disse acido: << Allison, vattene via, il tuo ragazzo è diventato abbastanza grande se la può cavare per un taglietto sul braccio, non credi ?! >> presi coraggio e aprii lentamente la porta sussurrando piano << ehi, sono io, mi stavo preoccupando e volevo vedere come stav...>> cercai di avvicinarmi ma lui mi disse: << sto bene grazie, ora vorrei stare un po' da solo >> abbassò lo sguardo, sicuramente non stava bene, gli usciva un po' di sangue sia dal labbro che dal sopracciglio, non potevo vederlo così. Decisi quindi di ignorare la sua richiesta e mi andai a sedere nel suo letto vino a lui che restò immobile a guardarsi le punte dei piedi << potrei dare un'occhiata?>> chiesi ma non ricevetti alcuna risposta, << alle ferite intendo>> precisai, << s-s-si, com-come vu-vu-vuoi >> disse lui continuando a guardare in basso. Con una mano gli spostai il viso costringendolo a guardarmi, gli presi le mani << cos- cosa f-f-fai?>> mi chiese incerto, << ti aiuto con le ferite, come ai vecchi tempi, ricordi?>> lui annuì e chiuse gli occhi, feci anch'io la stessa cosa e appoggiai la mia fronte sulla sua sua, restammo così per circa un minuto e le ferite si rimarginarono. Tolsi le mie mani dalle sue << Grazie T/n >> disse in sottovoce per poi fare un piccolo sorriso, << di niente Diego >> dissi io, poi mi alzai per lasciargli un po' di spazio e raggiungere i miei fratelli ma mi venne un capogiro talmente forte da farmi cedere le gambe e quindi cadere, Diego però se ne accorse e riuscì a prendermi in tempo, mi fece risedere sul letto e poi disse << e come ai vecchi tempi ti sei dimenticata della colazione, vero?>>, io annuii e lui fece un sorriso malinconico. Appoggiai la mia testa sulla sua spalla inalando il suo profumo, Dio se mi era mancato, forse all'inizio vi ho mentito perché per me era più di un amico, lui mi piaceva, era la ragione per cui continuavo a stare in quella casa e pensavo di esserlo anch'io fino a quando lui non se ne andò abbandonandomi. A quel pensiero mi scese una lacrima solitaria che lui ovviamente notò e si affrettò ad asciugare, non disse niente, restammo in quella posizione per un po' fino a quando dissi: << mi sei mancato sai ? >> capii subito che stava sorridendo, << anche tu >> disse lui, ci fu un altro momento di silenzio che stavolta fu lui a rompere: << sai, dopo quella litigata con Luther, non ci vedevo più dalla rabbia, insomma, il-il p-pen-pen-siero di v-voi d-d-due insieme...>> lo guardai stranita: << ma come? Tra me e Luther non c'è mai stato nulla, io all'epoca avevo occhi solo per un'altra persona >> mi accorsi troppo tardi della frase appena detta ed infatti diventai subito rossa dall'imbarazzo.

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