Mio caro Antonio,
Ho appena finito di ascoltare un nuovo disco e ti ho pensato.
L'autore si chiama Gerry Cinnamon e l'album "The Bonny".
E' un chitarrista scozzese, le canzoni sono ballate acustiche tra il folk e il pop.
Una in particolare, penso che ti sarebbe piaciuta: il titolo è "Sun Queen" e credo sia un piccolo capolavoro.
E' la canzone che avremmo cantato insieme, le sere d'estate, davanti ai falò' affollati da tanti ragazzi (a proposito, the bonny in scozzese è proprio il falò).
Oppure l'avremmo cantata in gita di classe; in fondo al pullman, dove si mettono i più casinisti per non essere beccati dai professori.
A te piacevano le comitive, avere tanti amici, non stare mai da solo; come la pubblicità della Coca-Cola a Natale, negli anni '80: un albero ideale, fatto da ragazzi e ragazze che cantavano insieme.
Quella pubblicità ti piaceva tanto e anche a me; sono sicuro che avresti voluto stare lì in mezzo.
Quattro accordi fondamentali, una melodia chiara e tanti ragazzi che cantano insieme, non serve altro.
Forse ti ricordava quando andavi in settimana bianca: tornavi in classe con la faccia "bruciata" dal sole, tranne il contorno degli occhi; eri buffo e per due giorni gli altri compagni di classe ti sfottevano.
Questa "Sun Queen" ci sarebbe stata nel nostro "repertorio", nelle nostre compilation in cassetta, alle feste, ai falò; anche se non sapevo ancora suonare la chitarra e masticavo poco l'inglese, so che non avrebbe avuto importanza.
Tu l'inglese lo conoscevi un po' meglio: la tua famiglia ti mandava a fare le vacanze studio in Inghilterra durante l'estate.
Anche lì: imparavi poco però quante amicizie.
Avevi il dono della simpatia spontanea, contagiosa, fare amicizia per te era facile come dire ciao.
Erano tante le canzoni che cantavamo, perché cantavamo ovunque: a piedi per la strada, alla fermata mentre aspettavamo l'autobus, sull'autobus...
Dovessi fare una classifica delle nostre tre canzoni preferite non avrei dubbi, eccola:
⦁ 3° posto: Danny & Dusty, "Song for the dreamers"
A questa canzone faccio risalire l'inizio della nostra amicizia. Eravamo compagni di classe al ginnasio nel 1985; avevamo 14 anni e non molto altro in comune.
Tu eri figlio di un dottore io di un operaio della Fiat, tu avevi la vespa, io andavo a scuola con l'autobus, tu avevi lo stereo io una radio portatile, tu conoscevi tutti io nessuno.
Quella era la tua canzone del momento e lì ci siamo "trovati".
Era una canzone dedicata ai ragazzacci, a quelli che nella vita combinano casini, ai folli e ai sognatori.
Così ci siamo conosciuti e ho scoperto che non eravamo poi così diversi: anche tu, come me, avevi un rapporto sempre più difficile con tuo padre.
Io mio padre lo vedevo poco e ci parlavo ancor meno.
Il tuo era un brav'uomo ma triste: non l'ho mai visto sorridere, neanche una volta.
Di poche parole, m'incuteva soggezione. Io non pensavo di piacergli, ma dietro quegli occhi, azzurri e malinconici, non era semplice capire cosa provasse veramente.
L'adolescenza ci stava allontanando sempre di più da loro e non sapevamo come fare.
Da quando tuo padre ti aveva tolto la vespa, perché eri stato in coma due giorni dopo un incidente, eri appiedato pure tu.