Capitolo 33: Il tradimento

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Doveva trovare un modo per andarsene di lì, ma sembrava impossibile. Inspirò profondamente e tentò di aprire la finestra, ma era bloccata. Ringhiò frustrata e comincio a batterci i pugni contro, anche se non la scalfivano di un millimetro. Non posso morire così, mio figlio nascerà e io me ne andrò di qui, pensò, anche se quelle parole non sembravano affatto rifrancarla. Chiuse gli occhi e cercò di calmarsi visto che il battito del suo cuore era troppo veloce. Si sedette di nuovo su quel letto sudicio e rimase lì, ferma, ad aspettare che qualcuno aprisse quella maledetta porta e finisse quello che aveva iniziato tanti anni prima. Continuava a ripetersi parole incoraggianti, ma sapeva benissimo di essere sola con il killer del suo branco. La sera arrivò in battibaleno e Halem non le fece più visita. Era molto affamata e stanca, ma sapeva molto bene che nessuno le avrebbe portato del cibo, doveva morire. Si stese sul materasso visto che era l'unica cosa che poteva fare e guardò il soffitto pieno di muffa e schifezze.

Chiuse le palpebre e si lasciò andare in un sonno che le fece rivivere i momenti di quella notte che voleva dimenticare. Tutto quel sangue sul pavimento la fece svegliare di soprassalto, tanto che controllò se su quel pavimento ci fosse o meno. Quando si accorse che non c'era, fu sollevata e si stese di nuovo. Se fosse rimasta dentro quella camera ancora per molto, sarebbe impazzita. Avrebbe continuato a rivivere quel momento e sarebbe crollata definitivamente. Sospirò e cercò di non pensare più all'assassinio dei suoi genitori.

Dal giorno in cui Katherine lasciò la Villa, passò quasi una settimana, e l'umore di Sebastian era a terra. Anche se gli avevano inviato due dei tre materiali, sembrava che niente riuscisse a tirarlo su di morale. Era sempre nel suo ufficio e non usciva mai, se non qualche vota per mangiare, a notte fonda. Era come se il branco non avesse più un Alpha, e questo stava facendo crescere i dissidenti all'interno non solo della casa, bensì anche nel resto del mondo. In quel momento era seduto alla scrivania con le mani davanti al viso. Nessuno poteva aiutarlo, ma quel giorno qualcosa sarebbe cambiato. Qualcuno bussò alla porta, ma lui non disse nulla. Infatti lasciava sempre la porta aperta in modo da non dover alzarsi o usare la voce. Morto vivente era la definizione che più gli si addiceva, che più lo descriveva. Adam entrò nella stanza con un pacco abbastanza grande in mano e con un sorriso a trentadue denti. Sebastian non alzò nemmeno la testa e continuò a guardare la superficie legnosa.

Credeva che l'avrebbe trovata in poco tempo, invece non era riuscito a fare nulla. «Sebastian... abbiamo il materiale in forma liquida e anche le catene. Non so chi sia stato a mandarcelo, ma adesso possiamo sul serio imprigionarlo. Lo troveremo con l'aiuto di Cassandra, anche se per ora le sue ricerche non hanno condotto a niente» disse un po' affranto, ma la prima parte della frase fece scattare l'Alpha che si precipitò subito verso il beta. La sua pelle aveva perfino cambiato colorito. Prese in mano il pacco e lo poggiò delicatamente sul tavolo e cominciò a estrarre le catene molto pesanti e il liquido contenuto in tante boccette: aveva un colore nerastro che non lo faceva sembrare affatto bevibile. «D'accordo, però verrò anche io.» Prese uno zaino da sotto la scrivania e mise al suo interno le catene e le boccette, poi se lo caricò in spalla e si avviò alla volta dell'ufficio. Prima di scomparire dietro il corridoio si fermò. «Quando tutto questo sarà finito, potrai prenderti un mese di vacanza e ti concedo anche, se fa stare meglio Eloise, di trasferirti al villaggio.»

Detto questo se andò, trovando Cassandra già pronta per fare la sua solita ronda. «Non sono riuscita a trovare niente, è così strano, di solito Halem lascia delle tracce, ma questa volta sembra invisibile» sussurrò, guardando con un'espressione triste l'uomo davanti a lei. «Hai detto che Halem cambia continuamente dei posti, quindi basta che visitiamo quelli in cui ci sei stata ed è molto probabile che li troveremo. Ci stai aiutando molto, non serve che ti scusi» soffiò cercando di essere più dolce possibile, anche se la lontananza dalla sua compagna non lo stava affatto giovando, anzi, stava perdendo molta della sua forza. «Mi dispiace... Halem è davvero un mostro senza pietà. A lui non interessa nessuno, ucciderebbe anche i neonati per diventare più potente. Non credo che uno come lui possa avere una compagna...» I due poi iniziarono a camminare fuori dalla Villa, mentre Cassandra si concentrava come meglio poteva per sentire la presenza di qualche ibrido, ma non successe, come tutte le altre volte. Ad un certo punto però, si fermò e sgranò gli occhi. «N-non può essere! Perché non ci ho pensato prima!»

The Alpha KingWhere stories live. Discover now