Il grande blu

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Questa non è una storia di buffi animali, di ragazze sognatrici o divinità perdute, di canzoni o nonne dai saggi consigli, perché questa non è quella storia. Questa è la sua storia .

Ingrid si trovava spesso a stendere il bucato su una delle colline erbose della Città di Castunova, da lì vedeva tutto ciò che il suo cuore voleva vedere. La distesa del mare affascinante e misteriosa. Spesso sentiva l'odore delle pesche sugli alberi mescolarsi alla brezza marina che ricopriva ogni angolo della piccola città. Poche erano le case che occupavano quel terreno, dipinte di bianco e con il tetto di legno.

Ingrid stese un lungo panno bianco coprendo alla vista quel pezzo d'acqua di cui tanto sentiva raccontare.

- Ehi ragazzina.

Ingrid si voltò, vide di fronte a lei una vecchia signora, dagli occhi grigi spenti, i capelli bianchi schiariti dal sole e le spalle curve per il lavoro.

- Nonna Lu.

- Stendi meglio quei panni e non fantasticare, la curiosità ti porterà all'inferno.

Ingrid sapeva che era cosa giusta non sospirare, per quanto Nonna Lu fosse ceca e non fosse la nonna di qualcuno, sapeva perfettamente come fare una ramanzina e soprattutto dove colpire con il suo bastone da passeggio che si portava sempre appresso. Anche se lei pensava che il passeggio fosse più il lavoro secondario di quel pezzo di legno.

- Sì, Nonna Lu.

La signora rimase immobile finché Ingrid non mise a posto i panni come se lei li potesse vedere, finito, si voltò, borbottando qualcosa sulla cena e andandosene, alzando quella tipica terra bianca che si nascondeva sotto l'erba che ballava insieme alla brezza.

L'ora della cena arrivò presto, Nonna Lu si trovava a capo tavola mentre 5 ragazzini tentavano di occupare il restante spazio senza colpirsi a vicenda o lamentarsi.

- Oggi, ragazzi, è la giornata della decima regata.

Disse nonna Lu facendo tacere ogni suono della stanza con la sua voce bassa e grachiante

Ingrid sapeva bene cosa significasse, 10 anni dalla partenza dell'ultima nave, 10 anni dall'ultima strage e altrettanti anni dalla perdita dei suoi genitori.

Lei era solo una bambina quando vide suo padre salpare, in bocca tante promesse e in tasca la sua foto più bella, dopo mesi il suo nome veniva ancora considerato portatore di morte insieme a molti altri della zona, la madre, dalla disperazione, venne trovata morta in spiaggia, i polmoni pieni d'acqua e le tasche pieni di sassi.

Spesso Ingrid si chiedeva cosa ci fosse di così tanto speciale oltre quel blu, così speciale da far perdere entrambi i genitori ad una bambina. Ingrid, quella sera, pregò insieme a nonna Lu e tutti i ragazzi intorno alla tavola, aiutò a sparecchiare e diede una mano a mettere a dormire i più piccoli finché non arrivò il suo momento di andare a letto.

Una volta che la testa toccò il cuscino gli occhi si chiusero e iniziò a sentire una dolce melodia proveniente dai suoi sogni.
Nel suo immaginario, lei vedeva il grande blu, sentiva le onde che si infrangevano nella sabbia bianca e la brezza che giocava con lei mentre correva.
Quell'antico odore di sale che dalle profondità marine saliva verso il cielo e svaniva nelle stelle.
Nel suo sogno, le stelle erano dipinte di blu mentre una grande luna grigia la chiamava, la stessa voce dolce che veniva accompagnata dalla melodia.
Ingrid continuava ad osservare quello spicchio di luna sorridente mentre la chiamava con quella voce famigliare, prima che potesse decidere qualcosa i suoi piedi la guidarono verso il mare e quando i suoi piedi toccarono l'acqua lei si destò.
Gli occhi sbarrati nel buio, le orecchie abbandonavano quella dolce melodia per sentire il russare dei fratelli. Sentì la brezza accarezzare la pelle scura, una brezza che la fece mettere velocemente seduta.
Una delle finestre era aperta, ma lei sapeva che per quanto fosse piacevole quella brezza, avrebbe portato la sabbia e la sabbia avrebbe portato guai dato che nonna Lu odiava la sabbia.

raccolta di BraniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora