Capitolo 1

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Avevo appena finito di applicare la spuma sui capelli, troppo ricci e ribelli per mantenere una forma normale o, per lo meno, presentabile in assenza di essa, quando il trillo del campanello affisso accanto alla porta d'ingresso mi fece sobbalzare.

"Ciao." Mi rivolse un enorme sorriso il ragazzo dai capelli scuri, immobile sulla soglia di quella che sarebbe diventata casa nostra.
"Piacere, Diego." Mi tese la mano.

Un brivido corse lungo la mia schiena fino a morire all'altezza delle ginocchia. Wow.
Impiegai qualche istante per rendermi conto di essere rimasta totalmente paralizzata, proiettata nel suo sguardo freddo e profondo, perfettamente intonato alla carnagione così chiara.
Scossi la testa per riacquisire almeno un minimo della lucidità che avevo ormai perso: fu semplice capire, dal suo sorriso accompagnato da uno sguardo accigliato, che avevo già fatto la mia solita figura da stupida e impacciata.
Portai una ciocca di capelli dietro l'orecchio prima di abbozzare un sorriso e stringere la sua mano: "Io sono Sara. Ecco, entra pure." lo invitai scostandomi di lato in modo da lasciarlo passare. Un altro brivido colpì il mio corpo quando, addentrandosi nella stanza, la pelle liscia del suo braccio sfioró la mia.

Chiusi la porta alle sue spalle senza mai accennare a distogliere lo sguardo dalla sua figura che stava attentamente scrutando l'appartamento. Il visibile velo di interesse che scaturiva dai suoi occhi fece accendere una scintilla di speranza in me, la speranza che la sua decisione finale fosse qualcosa di positivo.
Non so dire cos'avessi visto in quel ragazzo che tanto mi imponeva di focalizzare la mia attenzione verso di lui, ma qualcosa che lo caratterizzava aveva totalmente spiazzato ogni mio buon proposito di persona seria, spingendomi a provare una sorta di interesse che una ragazza felicemente fidanzata ormai da anni non avrebbe dovuto assolutamente provare, e neppure pensare.

"So che è molto piccolo come appartamento, ma essendo sempre stata sola non sentivo il bisogno di qualcosa di troppo esagerato. Ora, però, fatico a sostenere le spese nonostante le piccole dimensioni perciò cerco qualcuno che possa condividere tutto questo con me." Dissi, facendo spallucce, per smorzare l'atmosfera silenziosa e imbarazzante che si era ormai creata all'interno dell'abitazione.
"L'hai trovato. Quando posso iniziare a portare qui le mie cose?" Rispose istantaneamente, quasi come se avesse già preso quella decisione prima ancora che io parlassi, senza neppure ascoltarmi.

I miei occhi presero a brillare di luce propria mentre i battiti del mio cuore aumentarono di velocità al punto di impedirmi di riuscire a controllarli in qualsiasi modo.
"Quando preferisci. Stasera, domani, in settimana...quando sei più comodo.".
"Ci vediamo stasera." Esprdì dopo aver riflettuto per qualche istante.

Mi gettai sul divano non appena Diego lasció la nostra casa chiudendosi la porta alle spalle con un tonfo. Portai le mani tra i capelli prendendo a battere i piedi colta da un lampo di gioia: non potevo crederci! Certo, avrei prima preferito conoscerlo più a fondo dato che, a quanto pareva, avrei dovuto conviverci ma a primo impatto sembrava un ragazzo con la testa sulle spalle. Mi stavo sbagliando? Ancora non lo sapevo, ma il suo incredibile fascino da vampiro aveva avuto la meglio sul mio buon senso da ragazza cauta. Ormai era fatta, io avevo proposto e lui aveva accettato, non potevo tornare indietro, o forse non volevo.

Afferrai il cellulare e mi fiondai sulla chat della mia amica Alissa, ignorando temporaneamente le diverse notifiche da parte di Andrea, iniziando a registrare un messaggio vocale in cui la informavo, precisando ogni minimo particolare, di colui che sarebbe diventato il mio coinquilino.
Successivamente e inevitabilmente visualizzai i messaggi del mio fidanzato: fu proprio in quel momento che mi sentii un vero schifo. Insomma, non che avessi fatto alcun pensiero impuro sul ragazzo ch'era appena uscito da quella maledetta porta per poi fare ritorno la sera, dopo solo qualche ora, ma solo il pensiero che Diego avesse occupato la mia mente più di Andra mi devastava.

Sarà perché ho finalmente trovato qualcuno disposto ad aiutarmi con le spese e troncare la mia tremenda solitudine, pensai tirando un sorriso colmo d'amarezza, Diego non è assolutamente il tipo di ragazzo che vedrei al mio fianco perciò, nonostante tutto, non succederà mai nulla tra noi.

In pochi secondi la mia mente riacquisì la lucidità necessaria per realizzare che Andrea non sapeva ancora assolutamente nulla di ciò ch'era accaduto poco prima, non era nemmeno a conoscenza del fatto che qualcuno avesse finalmente risposto al mio disperato annuncio di ricerca di un coinquilino. Come avrei fatto a dirglielo? Come l'avrebbe presa? Probabilmente, conoscendo la sua elevata gelosia, si sarebbe messo al volante fiondandosi sotto casa per assicurarsi delle intenzioni di Diego e, anche se avesse appurato che non vi era la presenza di alcun secondo fine, non sarebbe mai stato tranquillo. Come biasimarlo? Certamente impazzirei se lui iniziasse una convivenza con una ragazza, oltretutto ancora parzialmente sconosciuta, quasi totalmente!

Presi un profondo respiro prima di rispondere ai suoi messaggi con un: "Ho bisogno di parlarti, chiamami appena ti liberi.".
Bloccai velocemente lo schermo del cellulare, quasi come a voler interrompere l'invio di un messaggio che, in ogni caso, era ormai già stato spedito e ricevuto. Non ero solita a fuggire dalle situazioni complicate e ostacolate, ma questo era davvero qualcosa di troppo più grande di me, qualcosa che probabiomente non sarei riuscita a sostenere, non con lui, non sapendo che la sua reazione, per quanto negativa potesse essere, sarebbe stata composta per il dieci percento di estrema rabbia e per il restante novanta percento di preoccupazioni, brutti pensieri, malessere e distruzione.

Non volevo affatto che il mio fidanzato soffrisse, a maggior ragione a causa mia. Solo il pensiero che qualche lacrima avrebbe potuto solcargli le guance fino a morire nel suo cuore, custodita in uno scrigno senza fondo, mi provocò una fitta al petto. Qualunque sarebbero state le conseguenze, avrei necessariamente dovuto informarlo: se solo avessi taciuto questo fatto, a breve ne sarebbe sicuramente venuto a conoscenza provando ancor più dolore del previsto.

Potevo evitarlo? Purtoppo no. Potevo fare in modo che la cosa arrivasse alle sue orecchie in modo tranquillo e rassicurante? Si, questo potevo farlo! Solo, avrei dovuto stendere un discorso, che inevitabilmente non sarei mai riuscita a seguire, in modo da valutare le parole giuste per informarlo.
Infondo, Diego nemmeno lo conoscevo! Andrea non aveva nulla di cui preoccuparsi...oppure si?

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Ecco il primo capitolo! Cosa ne pensate? Spero vi piaccia anche questa storia tanto quando avete amato quella su Tanc! Un bacio❤️

IL NUOVO COINQUILINO - Diego LazzariDove le storie prendono vita. Scoprilo ora