Capitolo 27: Il ritorno

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La bionda seguì il suo consiglio e, dopo vari tentativi, riuscì a capire abbastanza come fare. Il Re sorrise, accarezzandole la guancia e ritrasformandosi, intimandole di fare lo stesso. I due poi uscirono in forma di lupo, mentre tutti si giravano verso di loro e si inginocchiarono. Sebastian ringhiò, mentre iniziava correre alla volta della foresta innevata che si trovava a pochi chilometri dal villaggio. Ogni due secondi voltava lo sguardo per vedere come stesse Katherine visto che era la seconda volta che si trasformava, ma sembrava stesse molto bene. Voltò la testa in avanti e si beò del gelo che entrava a contatto col suo pelo. Osservò con meraviglia il panorama che aveva davanti, notando il ghiaccio che si stava formando sui rami degli alberi. Spostò gli occhi sul terriccio coperto dalla neve dove c'erano le sue impronte. Inspirò l'aria, tanto che si sentì vivo per la prima volta da quando era arrivato. Il rumore della neve sotto le sue zampe era qualcosa di meraviglioso, lo era soprattutto poter correre con gli altri animali della foresta. <<Ti piace piccola mia?>> domandò notando che la lupa grigia si era messa al suo fianco.

<<Lo adoro>> rispose subito, continuando a correre e superando il Re. <<Ogni cosa è bella se ci sei tu con me>>. Aumentò anche lui la velocità, invaso da una nuova forza che aveva sperimentato già la prima volta in cui l'aveva vista. Corse al suo fianco, voltando il muso di tanto in tanto per osservare quella lupa che colorava i suoi sogni sin dalla prima volta in cui l'aveva vista. La foresta ghiacciata finì, lasciando spazio a un panorama mozzafiato. Osservare le calotte di ghiaccio che sovrastavano qualsiasi cosa, pareva essere quasi in un altro mondo. <<Sto pensando a tutte le cose che ho perso e che non saputo guardare quando non c'eri tu>> le fece notare, mentre continuava a osservare il ghiaccio. La giovane lo osservò e notò quanti lupi ci fossero dietro di loro. Anche se era impossibile vederlo, era molto imbarazzata, quindi ringraziò enormemente di essere in forma di lupo. <<Vieni, ti devo far vedere una cosa.>> Cominciò a camminare nella direzione opposta, portandola lungo un sentiero sempre innevato. Si ritrasformò in umano appena davanti a una piccola casetta. Entrò e poi ne uscì con dei vestiti sia per lui che per lei. «Amo l'Antartide perché in giro ci sono sempre queste casette di salvataggio, dovremo installarne anche noi in Svizzera» disse ridacchiando, mentre Katherine si ritrasformava in umana e si vestiva velocemente.

Non avrebbe mai dimenticato quel gelo, e in fondo capiva perché in quel continente non viveva quasi nessun umano. Si avvicinò all'uomo, prendendogli il viso tra le mani e alzandosi in punta di piedi e tuffandosi nel mare dei suoi occhi. Alcune lacrime sgorgarono dai suoi occhi, facendo preoccupare il ragazzo davanti a lei. Da quando stava affrontando la gravidanza, era molto più emotiva, soprattutto in momenti emozionanti come quelli. «Io stavo pensando anche un'altra cosa... se solo i nostri genitori si fossero incontrati una volta sola noi avremmo avuto una vita completamente diversa.» Lo guardò e sorrise. «Già, in più ci eravamo già trasformati entrambi... il destino non ci voleva insieme a quell'età, non possiamo farci niente.» Le carezzò una guancia e poi la abbracciò. I lupi potevano riconoscere le loro compagne, solo se entrambi avevano avuto la prima trasformazione. Se invece la compagna o il compagno era umana, allora questa regola non esisteva più. I due si staccarono, successivamente il Re la condusse davanti a una caverna di ghiaccio e la intimò a entrare. La curiosità della giovane uscì allo scoperto, così, senza tante cerimonie, varcò la soglia e rimase sbigottita nel vedere due statue interamente ghiacciate che ritraevano lei e il compagno.

Rimase a bocca aperta per tutto il tempo, non riusciva a credere che dei lupi avessero realizzato una cosa tanto bella. «Anche io sono rimasto sbigottito la prima volta che mi hanno portato qui, devo dire che ti hanno ritratta proprio bene.» Ridacchiò e si avvicinò meglio alle due statue. «Sebastian... mi ero ripromessa che avrei aspettato, ma non riesco... Perché Alexandra è la nuova Alpha del branco?» Non riusciva davvero ad aspettare e sperava davvero che le spiegasse cosa fosse accaduto. Il lupo raddrizzò le spalle. «Come avrai sentito, non voglio che vengano toccati i bambini e ragazzi, ma Hans ha portato qui una ragazzina che era praticamente umana e l'ha rinchiusa in una cella.» Prese una pausa e si portò una mano davanti alla bocca. «Stava quasi morendo di ipotermia, così l'ho subito portata in casa, ora non so come stia, ma non potrò mai perdonare Hans. Essere un Alpha non significa solo comandare, ma guidare ed essere un esempio per tutto il tuo branco. Non so dove abbia fallito, ma so anche che io ho dato il mio cuore ad ogni branco.» Katherine lo osservò e gli poggiò una mano su una guancia.

«Puoi donare il cuore a chiunque, ma lo devono saper custodire.» Il lupo fece un sorriso e sospirò. «Sai, sono davvero felice che hai fatto diventare Alexandra Alpha. Credevo che scegliessi un beta, come accade spesso.» Finalmente anche le donne potevano guidare dei branchi dal momento che erano sempre viste come troppo deboli e non in grado di guidare un branco. «No, credo che Alexandra sia all'altezza e poi non avrei mai potuto scegliere un beta. Mio padre mi ha sempre detto che le donne sono molto forti, anche più di noi, quindi mi sembra giusto averla scelta.» Le fece l'occhiolino e poi continuò a contemplare le statue. «Quindi anche io potrei prendere il tuo posto?» domandò divertita. Non avrebbe mai voluto prendere il suo posto, prima di tutto perché non sapeva cosa comportasse essere il Re Degli Alpha, poi perché doveva ancora conoscere tutti i lupi degli altri branchi. «Certo che puoi, così faccio una pausa» replicò più serio che mai, mentre l'altra lo guardava come se fosse pazzo. «Guarda che stavo scherzando.» «Io no.»

Sebastian era divertito dalla situazione, anche se le avrebbe lasciato volentieri il posto. Serviva anche a lui una pausa e poi era di vitale importanza che anche la compagna riuscisse ad assolvere a tutti i compiti di un Alpha. La bionda era ancora sconvolta, ma cominciò a pensarci su. Non aveva mai avuto l'opportunità di essere Alpha, non poteva lasciarsela sfuggire. «Appena nascerà Jonathan, allora prenderai il mio posto per un po', se la senti. Ti aiuterò piccola» affermò, avvicinandosi a lei e accarezzandole la pancia. «Come fai a dire che è maschio? Non puoi saperlo.» Incrociò le braccia al petto, abbastanza offesa. Lei sperava con tutta se stessa in una femmina, soprattutto perché voleva che diventasse la prima Regina Degli Alpha. C'erano troppi Alpha maschi e lei non ne poteva più. «Credimi, sarà maschio.» Poggiò una mano sulla sua spalla quasi per scusarsi di quella liberazione. «Maschilista» borbottò, scuotendo la testa. A dire il vero, anche se voleva una femmina, non vedeva l'ora di tenere tra le braccia suo figlio, anche se fosse stato maschio. Passarono lì quasi un'ora, fino a quando la giovane non volle uscire. «Hai scoperto qualcosa sugli ibridi, ho sentito che non hai dormito con me questa notte...»

Lo osservò e aspettò con ansia una sua risposta. Sperava davvero che avesse trovato qualcosa di utile in modo che quando sarebbero tornati a casa, si sarebbero liberati di quegli esseri e avrebbero vissuto una vita finalmente serena. Però, dall'espressione del viso dell'uomo capì che non doveva avere belle notizie. Si fermò, per lasciargli il tempo di dire quello che aveva scoperto. «Sono molto diversi dagli ibridi che uccisi anni fa. Questi possono perfino diventare invisibile e nessuno sa come ucciderli. Siamo in un bel guaio. E questo vuol dire che possono entrare nella Villa senza che noi possiamo rendercene conto, siamo tutti in pericolo. Allenerò Alexandra il più in fretta possibile, poi torneremo subito a casa. Stanotte ho spedito una lettera ad Adam, così cercheranno di stare più attenti possibile» sussurrò, per poi guardarla. «Non so se troveremo un modo per ucciderli, ma forse la compagna di Magnus potrà dirci qualcosa. Spero davvero che faccia parte del branco degli ibridi modificati, il problema è che forse non ci dirà niente» affermò abbastanza irritato, soprattutto perché era sempre riuscito a trovare una soluzione per ogni cosa, ma in questo caso non poteva. «Ce la faremo, dobbiamo avere fiducia.»

La compagna gli diede una carezza e poi percorsero nuovamente la foresta innevata e arrivarono al villaggio. «Comincerò subito ad allenare Alexandra, così potremo tornare il prima possibile.» Dopo quelle parole, i giorni nel villaggio passavano abbastanza lentamente visto che Sebastian non era mai a casa. Non poteva lamentarsi perché non era mai sola, ma le mancava il compagno, troppo. Quando finalmente finì di allenare la nuova Alpha e affrontarono il viaggio di ritorno, a nessuno dei due sembrava vero di essere in piedi, davanti alla Villa. «Bacerò ogni centimetro di pavimento» affermò la ragazza che aveva anche imparato a gestire il collegamento mentale. Sebastian sorrise e, dopo che dei lupi uscirono pere prendere le valigie, anche il resto nel branco si catapultò fuori per dare il bentornato ai due Alpha. Katherine, dopo tanto tempo, sentì il calore tipico di una famiglia e sorrise sornione. Era così bello avere un luogo dove tornare e soprattutto avere un branco che ti aspettava. Eloise si fece spazio tra la folla e gettò subito le braccia al collo all'amica che la strinse subito a sé. «Oh Eloise, mi sei mancata tantissimo!» disse la bionda, mentre rideva data la gioia dell'altra nel rivederla.

«Sei incinta?» chiese a voce bassissima al suo orecchio, mentre Katherine sbarrava le palpebre. «Chi te l'ha detto?» domandò abbastanza preoccupata che lo sapesse tutto il branco, anche se prima o poi lo avrebbero scoperto. «Adam. Ha detto che gliel'ha riferito Magnus. Però non arrabbiarti con lui va bene?» Non si sarebbe arrabbiata con nessuno dei due, a meno che non lo avessero spifferato a tutto il branco. «Comunque sì, sono incinta. Ma non dirlo al resto del branco, ok? Vogliamo fare l'annuncio ufficiale tra pochi giorni, anche perché la pancia comincia a farsi notare.»

The Alpha KingWhere stories live. Discover now