2. Piacere non mio, addio sfigato

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consiglio di leggerlo ascoltando:
⏯Stitches - Shawn Mendes⏯

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Le ore di filosofia sono sempre state le più interminabili e pesanti, non parliamone quando per la testa, al posto delle parole della professoressa continuano a risuonare le ultime frasi che Harry mi ha detto qualche decina di minuti prima. È abbastanza maturo da riuscire a capire che parlare gli rovinerebbe il futuro, andando contro ad un potere come quello della mia famiglia e continuo a sperare di non dover ricorrere allo sgradevole piano b di cui mio padre parla ogni volta che qualcosa potrebbe influenzare il mio futuro.

《Signorina Sanders, mi faccia un riepilogo di quanto detto negli ultimi cinque minuti dato che è molto presente a questa lezione.》La professoressa Smith irrompe nei miei pensieri bruscamente, facendomi sobbalzare.
《Se non sa la risposta posso dirgliela io la risposta Signorina Smith?》Peter non mi lascia nemmeno il tempo di aprire bocca per dire che non stavo seguendo.
《No grazie Peter, so che tu segui le mie lezioni con molta attenzione a differenza di quasi tutta la classe.》Uno sbuffo generale e una mia espressione forse troppo scortese fa andare su tutte le furie la professoressa, tanto da cacciarmi fuori dall'aula usando la scusa che "sono una ragazza scortese e irrispettosa".
《Chissà che ti serva da lezione! Per la prossima volta voglio il riassunto dell'intero capitolo!》Urla quando ormai ho già varcato la soglia della porta iniziando a camminare impazientemente verso i bagni.
Non è giornata e lei non mi è d'aiuto, con tutti i soldi che mio padre dona alla scuola ogni mese per i vari bisogni che ci sono, avrebbe potuto chiudere un occhio e non cacciarmi fuori, ma evidentemente il potere superiore non la spaventa.

Apro violentemente la porta dei bagni delle ragazze facendola sbattere contro il muro e facendo sobbalzare una ragazza intenta a truccarsi che si sporca la palpebra di mascara a causa dello spavento.
《Ehi Sanders, vedi di calmarti! Guarda cosa mi hai fatto fare!》Brooklyn assieme al suo gruppetto di sfigate mi squadra dalla testa ai piedi, con aria minacciosa ma allo stesso tempo con del timore.
《Senti Brooklyn, vedi di non rompermi il cazzo. Non è assolutamente giornata per sentire le tue solite e inutili lamentele.》Apro la porta di un bagno e mi ci chiudo rapidamente, prima di sentire qualche sua solita frecciatina infantile. Eravamo amiche da piccole ma con gli anni i nostri caratteri non combaciavano e neanche le nostre possibilità economiche; i miei genitori la ritenevano, assieme alla sua famiglia, una talpa nella società, una persona invisibile e che non riesce a soddisfare i propri vizi a causa del poco denaro e quindi del poco impegno nella vita per ottenere quel che si vuole.

Compongo velocemente il numero di mio padre e faccio partire la chiamata, devo dirgli cosa potrebbe succedere, non mi si può rovinare la vita e i piani futuri a causa di uno stupido ragazzo viziato.
《Pronto, sono Ella.. c'è un problema.》
《Dimmi tutto figliola, cos'è successo e chi è stato?》Mio padre conosce praticamente tutti i miei amici, vuole sapere con chi esco sia per la mia sicurezza, sia per sapere le loro disponibilità economiche, è molto importante per lui.
《Harry.. vuole parlare con Josh di quello che è successo qualche sera fa a casa nostra.》Qualche sera prima, Harry e la sua famiglia sono venuti a cena a casa nostra, le nostre famiglie sono socie in affari e quando dopo aver cenato, mi sono alzata dalla tavola velocemente e piangendo, lui mi ha seguita per cercare di rassicurarmi dopo un piccolo litigio di coppia e cogliendomi in un momento di fragilità mi ha baciata. Questo non sarebbe dovuto succedere e non l'ho fatto accadere intenzionalmente, il mio futuro è scritto ed è con Josh, già parliamo di matrimonio.
《Ci penso io tesoro, tu ora vai in classe e non preoccuparti.》Mio padre sa quel che è successo e fin dal primo momento mi ha detto che mi avrebbe aiutata a non rovinare la mia relazione.
《Grazie papà, ma ti prego, non fargli male, piuttosto dagli dei soldi per il silenzio ma non fargli male.》Dico questo a denti stretti, con la speranza che magari possa fare una scelta ragionevole.
《Tranquilla, ci penso io. Baci, ci vediamo più tardi.》E detto questo chiude la chiamata. La mia ansia si è un po' calmata e spero che grazie a questo piccolo spavento che riceverà riuscirò ad ottenere in cambio il silenzio da parte sua.
Vado verso i lavandini e mi rinfresco le guance, tanto calde e rosse a causa della tensione e poi mi dirigo verso l'uscita dei bagni. Svolto a destra ad un angolo per andare verso la classe di economia e mi scontro con un ragazzo facendogli cadere tutti i libri e gli appunti.
《Ma guarda dove vai, sfigato.》Sbuffo e mi fermo a guardarlo raccogliere i vari fogli caduti a terra.
《Oh scusami Ella.》Farfuglia il ragazzo, continuando a raccogliere le cose da terra.
《E tu come fai a sapere il mio nome?》Chiedo ormai incuriosita da questo ragazzo sconosciuto.
《Beh sei abbastanza popolare in questa scuola, tutti sanno chi sei e chi è tuo padre e quello che fa per la nostra scuola.》Si sistema gli occhiali da sole tra i capelli e si alza non appena finisce di raccogliere tutto.
《Io comunque sono Elijah Campbell, piacere di conoscerti.》Allunga la mano verso di me e dopo aver pensato per qualche secondo di stringerla mi ricompongo e torno la solita ragazza acida di sempre.
《Piacere non mio, addio sfigato.》Osservo il suo sguardo diventare triste e me ne vado, con un po' di sensi di colpa in più del solito.

Remember my voiceTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon