14 ─ 𝐫𝐨𝐱𝐚𝐧𝐧𝐞

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"magari la smetti di attirare buchi"

"come?"

"oh guarda che carina questa fragola!"

corsi verso una fragola leggermente piccola, la raccolsi mettendola nel cestino che avevo nelle mani.

"sembra buona" lui la raccoglie per mettersela in bocca ma gli schiaffeggio la mano.

"non lo sai che prima bisogna lavarle prima di mangiarle? e soprattutto le mani! non voglio nemmeno immaginare dove le hai messe"

"puoi immaginare babyboy" mi fece l'occhiolino raccogliendo altre fragole sempre con quelle mani e mettendole nel cestino

"sei una persona orribile, ricordami di non mangiare le fragole che hai raccolto"

"non hai detto che si lavavano prima di mangiarle?"

"si, ma ogni cosa che tocchi la infetti a prescindere!"

prese i miei fianchi e mi girò verso di lui.

"Quindi se ti tocco infetto anche te?"

mi accarezzò una guancia e mise il viso alla mia altezza, guardando le mie labbra mentre io guardavo i suoi occhi.

cos'è questa voglia di baciarlo

"penso che infetteresti il mio cuore, e io ho paura di ammalarmi"

nel momento in cui mi lecco le labbra lui me le bacia facendole scontrare sulle sue. Appoggio il cestino al pavimento, avendo così le mani e le braccia libere per posarle sul suo collo.

È solamente uno sfioramento di labbra, dolce, che continua a far battere il mio cuore continuamente.

ci stacchiamo per via di aria, guardai a terra ancora con le labbra gonfie, respirando a fatica. "piratello-"

"dai andiamo, puliamo queste fragoline" dissi prendendo il suo e il mio cestino, nascondendo il sorriso che mi era spuntato subito dopo che mi ero girato

taehyung sei un ingenuo e un fottuto bipolare!

lavai le fragole con il tubetto dell'acqua per poi metterle in un contenitore di plastica.

Vidi uscire Jungkook cambiato e gli diedi il contenitore. "aspettami"

lui annuí andando alla moto, ridai i vestiti alla signora salutandola e dopo mi avviai verso Jungkook.

salimmo sulla moto con i caschi in testa, e sentivo la tensione fra di noi, così, per una volta, feci qualcosa di carino per lui.

strinsi il suo busto, appoggiando la testa sulla sua spalla. lo stavo abbracciando.

"cosa stai facendo?" disse, rallentando anche la moto.

rallentando il mio cuore

"grazie"

"di cosa?"

"non lo so, so solo che sei qui"

eppure io dovevo odiarlo, ma ero stanco di soffrire, così tanto che ora ero ambizioso di fargli vedere che io andavo oltre i suoi pregiudizi. anche io ero una persona. respiravo, sentivo, toccavo, amavo come tutti gli altri.

"non ringraziarmi, ti prego"

il suo tono divenne quasi disperato, e mi fece sorridere almeno un po'.

è un gelato al gusto di peccato.


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uragano di stelle. | TAEKOOK ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora