Capitolo ventidue

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Era tranquillamente stesa sul suo divano verde smeraldo. I suoi occhi lottavano per non addormentarsi, ma al contempo cedere tra le braccia di Morfeo non sarebbe stato semplice: nella sua testa, ricorreva costantemente un nome, e quel nome era Andrea. Si erano sentiti quel giorno tramite qualche messaggio, ma le mancava la sua voce, le sue affermazioni fuori luogo,  la irriverenza.
Si domandò se sarebbe stato troppo chiamarlo a sera inoltrata, se non avesse da fare, se potesse fraintendere quel gesto. Ma poi, fraintendere cosa? Era evidente che tra loro non vi era solo amicizia, o almeno lo credeva.
Si morse il labbro indecisa, osservando più volte il nome di Andrea sul display e pensando se fosse la scelta giusta telefonarlo.
Magari l'avrebbe spaventato.

-Chiamalo, Alba. Credo seriamente che tu debba farlo- intervenne Matteo, che sembrava bisbigliare dalla foto che aveva sulla mensola della libreria, dove lui era già malato.

Lei si decise e selezionò il numero, dandosi della stupida ogni squillo che avvertiva.

- Alba?- rispose finalmente la sua voce, che tuttavia appariva impastata, strana.

- Che è successo?- domandò subito, senza preamboli.

- Ma nulla...-

-Non mentirmi. Sei con Virginia?- al solo pensiero il cuore della donna si bloccò per qualche secondo.

-Ma che dici, sono appena tornato dall'ospedale-

-Che?! Per tua madre?-

-No, per me-

-Santo cielo, vuoi dirmi cosa è successo o devo tirarti le parole di bocca?- si agitò lei, mettendosi seduta e portandosi una mano alla bocca.

-Sono caduto per cause di forza maggiore e sono andato in ospedale per dei controlli, nulla di grave, non morirò per il momento-

-Stupido! Hai bisogno di qualcosa?-

-No, sto bene-

Alba non ne fu convinta.

-Non vuoi che venga a casa tua, quindi?-

Passò qualche secondo.

- Sai che ora che ci penso mi sento così sooolo, così triiiste, provo così tanto dolore- enfatizzò le parole, trascinandole come un bambino, e la donna non poté fare a meno di scuotere la testa e sorridere.

-Sarò da te tra poco-

-Fà presto, sto soffrendo tantissimo-

Alba si vestì velocemente, non ebbe neanche la premura di truccarsi, e corse verso la casa dell'uomo, ansiosa e preoccupata.

Quando bussò alla sua porta, sentiva le gambe cedere.

-A-Alba!- la accolse lui con un grande sorriso, ma lei non ricambiò.

Piuttosto, rimase sconvolta dall'enorme alone nero che vi era sotto il suo occhio sinistro, i graffi non ancora cicatrizzati, l'aria malconcia.
Si sentì impotente.

-Mamma mia- mormorò, osservandolo a bocca aperta.

- Sono così brutto?-

-Sei orribile- affermò lei, entrando in casa e non smettendo di guardarlo, mentre lui si sentiva in imbarazzo.

-Chi è stato?-

- Non lo so-

-Dimmi la verità!-

-È la verità, non  lo so! Anche se... beh, ho un sospetto- ammise lui, sedendosi sul divano, seguito dalla donna.

-Cioè?-

Cuori interrottiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora