20-Mille e una notte.

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Thor gli girò attorno e gli strappò via l'inibitore di poteri.
Subito Loki riacquistò la sua regalità e il sangue smise di scorrere, Thor gli recise le corde spesse e ruvide che lo bloccavano.

-Andromeda, risolveremo la nostra divergenza creativa in un secondo momento, adesso troviamo il direttore.

-Il direttore è qui.

Ci girammo colti di sorpresa: l'uomo biondo e discretamente in là con gli anni che ci aveva "accolto" appena arrivati, era spalleggiato di guardie, tra cui quel maledettissimo stupratore che avevo provato a violentarmi.

-Tranquilli, non succederà nulla di male. Andatevene, siete liberi.

-Non sembra così dall'espressione delle tue guardie.

Disse Thor mettendosi in una posa in cui i muscoli di cuoio erano contratti e la luce rifletteva sulla lama tagliente della sua arma.

-Thor, sei un eroe, perché ti sporchi le mani così?

-Questa è la mia famiglia e voi avete provato a portarmela via.

L'uomo strinse gli occhi, ma in meno di un nano secondo, le guardie erano stese a terra senza sensi e il direttore era seduto a terra con una profonda ferita sulla fronte.

-Dimmi una cosa direttore: dove sono i miei figli.

Scandii lentamente.

-Io...

Gli tirai uno schiaffo.

-Ho chiesto dei miei figli, non di lei, o mi sbaglio...direttore? Ha la lingua per parlare?

-Sono...sono in una casa di ospitalità...North Jollyner.

Sussurrò strenuamente.

-Quindi ha il dono della parola. Che sollievo. Si ricorda quando si è rivolto a me in questo modo? Ne sono contenta.

Mi sollevai in piedi.

-Andiamo.

Thor e Loki non fiatavano, avevano gli occhi che brillavano.

-Wow.

Sentii un sussurro di una guardia.

-Stupratore pazzo! Ti ricordi di me? Sono onorata.

Mi accucciai davanti a lui e gli afferrai stringendo il più possibile la sua sacca scrotale.
Si contorceva dal dolore.

-Dovrei staccartele.

Uscimmo dalla stanza e Loki lasciò un regalino piantato in faccia al direttore: un pugnale che aveva rubato ad una guardia.

-Ragazzi siete molto violenti questa sera, fate un po' di meditazione zen.

Disse Thor.
Mi accorsi che aveva i capelli lunghi fino alle spalle con mille treccine.

-Thor?

Che diavolo era successo a Thor.

-Avremo tempo per parlare.

Loki si concentrò ed evocò il Tesseract.

-Andate a prendere Axel ed Astrid, io vi raggiungo.

Eravamo in una landa desolata, lontana da tutto e tutti.
Era buio e non si vedeva nulla.
L'unica fonte di luce era la prigione: attorniara dalle fiamme e tutto quello che si udiva erano le grida di eureka di Loki.

-Thor, ti sono infinitamente grata...mi sei mancato.

Lo abbracciai forte.

-Anche tu Andromeda...andiamo a recuperare i tuoi figli.

Sorrisi e annuii.

-Sono emozionata.

Visionai Axel con cui avevo un collegamento mentale più forte e stabile, presi Thor e in un batter d'occhio eravamo alla North Jollyner.
Due ragazzi erano seduti all'esterno, davanti al portone.

-Voi siete...

Le parole mi si strozzarono in gola.

-Te lo avevo detto che sarebbe venuta.

Disse quel ragazzo alto e robusto.
La ragazzina si alzò in piedi mostrando una foltissima chioma di capelli e corse ad abbracciarmi.

-Amore mio, amore mio...bambina mia. Ti ricordi di me? Quanto tempo è passato?

Stavo piangendo, poi Axel si aggiunse all'abbraccio.

Era un'emozione indescrivibile.
Sciolto l'abbraccio li squadrai.

-Axel, hai un po' di barba. Sei un uomo...questa domanda non si dovrebbe mai fare ad un figlio, perdonami: quanti anni hai?

-Diciassette.

-Cosa?!

Quasi mi sentii male.

-E tu Astrid. Sei una donna...hai quindici anni?

Mi tremavano le mani.

-Sì, mamma.

Erano in forma, cresciuti forti e sani anche senza la loro madre.
Thor guardava a terra e lo sentii lamentarsi, poi mi resi conto che stava piangendo.

-I miei nipotini...così grandi. Vi ricordate di zio Thor? Non mi arrabbierei se iniziaste a chiamarmi Zio del Tuono.
Vi ricordate di me? Com'ero emozionato quando ti strinsi per la prima volta Axel e tu...Astrid! Non sapevo nemmeno della tua nascita. Che zio terribile.

Quando Thor abbracciò Axel, Astrid mi si avvicinò all'orecchio.

-Perché ho un legame di parentela con quel figo di Thor? Perché tutte le sfortune a me?

Diede un carico di energia quando disse il nome dello zio che fece intendere un grande interesse.

-Ahh la tempesta ormonale!

Sussurrai per non farmi sentire dagli uomini.
Astrid rise. Fu il suono più dolce che avessi mai udito.

-Papà dov'è?

Chiese Axel ancora aggrappato a Thor.

-Questa domanda era meglio che non la facevi.

Bisbigliò Thor.

-In che senso?

Domandò Astrid precedendo il fratello.

-Nel senso che a Thor piace scherzare, vero? Lo rivedremo quando torneremo a New Asgard. Siete pronti a partire? Avete preso tutte le vostre cose?

Alzarono le spalle.

-Non avevamo niente di nostro, ci hanno dovuto donare tutto.

Disse mestamente Axel.

-Giusto...fatemi scambiare due chiacchiere con-

-No! Non c'è bisogno. Abbiamo chiarito tutto.

Mi fermò Astrid.

-Ovvero?

Chiesi. Cosa mi nascondevano?

-Io sono maggiorenne e ho deciso di andarmene, prendendomi la responsabilità di mia sorella.

Sorrisi e mi commossi di nuovo.

-Venite, andiamo via.

Costruimmo un cerchio tenendoci per mano e implicai molta forza per materializzare ben quattro persone, ma finalmente tornammo a New Asgard.

Crush on Mr. Bad Boy-2 L'Alba del ReameWhere stories live. Discover now