"Avevo cose più importanti da fare che venirti a spiare nello spogliatoio"

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Suonò la campanella mentre Stefy e Jace parlavano. Sono entrambi stupidi, e mi duole dirlo dato che Stefy è una amica cara. Però come faceva a non accorgersi della falsità di quel ragazzo?
«ci vediamo per pranzo?» chiese Jace con fare altezzoso.
«io non vengo» dissi io avviandomi verso la mia classe. Non mi girai per vedere che espressione aveva Stefy. Non mi interessava. Lei era interessata? Affari suoi. Nel momento in cui arrivai in classe, trovai Ryan seduto vicino al mio posto. In quel momento, mi duole dirlo, era la mia unica fonte di salvezza dalla stupidità umana.

«hey Jane. Tutto bene?» mi chiese vedendomi, probabilmente, afflitta da ciò che era appena accaduto.
«niente affatto! Quell'altezza so di Jace vuole portarmi via Stefy! Ne sono sicura» risposi io pensando che Ryan mi avrebbe appoggiata nel mio pensiero.
«oh ma dai! Sei sempre catastrofica. E poi, a me pare piuttosto carino quel ragazzo...non trovi?» esclamò lanciandomi un'occhiata fastidiosa.
«sarà, ma è falso e si vede» concluso tirando fuori i libri. Ryan non disse più una parola, si limitò a ridacchiarmi in faccia. Io lo ignorai.

In classe iniziarono ad entrare più persone e, dopo un po', arrivò anche il professore.
«buongiorno a tutti studenti. Oggi sarà una giornata particolare, dato che un nuovo studente si è unito a noi. Jace Norman, entra pure» annunciò il professore. Non ci potevo credere...Jace? Nella mia classe? Sarebbe stato un anno fin troppo faticoso. Oramai era andata così. Non potevo farci niente.
«buongiorno a tutti! Spero di farmi presto degli amici in questa classe. Sembrate tutti molto simpatici; sono sicuro che legheremo subito!» disse accennando un sorrisetto sulle sue labbra.
Che falso. Si sa che i ragazzi come lui usano le persone per arrivare ad uno scopo ben preciso. Ed io scoprirò qual è il suo.

La lezione proseguì abbastanza bene, se non fosse per il fatto che Jace era seduto dietro me e Ryan e continuava a fare casino con la gomma da masticare. Quando suonò la campanella, tutti si alzarono per uscire, tranne Jace. Mi misi dietro la soglia della porta per osservare quello che faceva, per controllare che non stesse pianificando qualcosa per portarmi via i miei amici.
«non esci?» gli chiesi sospettosa.
«devo conoscere la mia nuova squadra di rugby e sto controllando la mappa per vedere dove si trovano gli spogliatoi» disse lui. In effetti, aveva la mappa della scuola in mano.
«ti accompagno io. Conosco questa scuola come le mie tasche» sentenziai con fare serioso. Lui sorrise, per poi alzarsi dal suo posto e iniziare a seguirmi.

«sai, questa scuola conserva tradizioni antiche. Per esempio, i nuovi arrivati non sono invitati a fare amicizia con gli amici dei conoscenti...mi spiego?» dissi. Era evidente che mi stavo riferendo a Stefy e Ryan. Lui ridacchiò.
«che c'è? Hai paura che possa essere migliore di te?» chiese lui senza smettere di ridacchiare.
«niente affatto; so quanto valgo. Comunque, eccoci arrivati. Ti avverto Boy Scout: se solo provi a portarmi via Stefy o Ryan, te la vedrai con me» conclusi. Lui entrò nello spogliatoio. Nel mentre stavo per allontanarmi, deciso di ricontrollare che non stesse pianificando qualcosa. Posso lo zaino vicino alla porta, per poi aprirla leggermente. Era a petto nudo seduto sulla panca, mentre cercava la sua divisa da ginnastica. Quando iniziò a togliersi anche i pantaloni, chiusi di fretta la porta, facendo però rumore.

Mi allontanai in tutta fretta e uscii in cortile, dove mi aspettavano i miei amici.
«dov'è Jace? Dovevamo andare a pranzare insieme» chiese Stefy.
«Jace deve conoscere la squadra di rugby. Sarà impegnato tutto il pomeriggio» affermai avviandomi verso casa.
«e tu come lo sai?» mi chiese. Mi fermai di colpo e, senza girarmi, le risposi.
«l'ho dovuto accompagnare in spogliatoio, dato che non conosce ancora la scuola. Andiamo?» Stefy iniziò a seguirmi per il tragitto verso le nostre case.

***
La mattina seguente, come sempre, mi avviai verso scuola. Non appena arrivai nel cortile, notai Jace tutto solo in un angolino. Iniziai a sentirmi in colpa per ciò che gli avevo detto...probabilmente aveva preso alla lettera le mie parole. Mi avvicinai, tentando di instaurare una conversazione.
«ehm...ciao. Che ci fai qua tutto solo?» chiesi fredda.
«rifletto. E tu? Ti sei divertita ieri a spiarmi?» disse ridacchiando. Oh no...mi aveva vista allora.
«che? Io? Hai capito male caro. Sarà stata una folata di vento; io avevo cose più importanti da fare che venirti a spiare nello spogliatoio. E poi, non sei affatto il mio tipo» dissi offendendomi. Lui mi si avvicinò.
«sappi che non c'è niente di male. Soltanto, la prossima volta chiedimelo. Non rifiuto richieste del genere io» mi disse sussurrando. Non ci potevo credere. Era quel genere di ragazzo! Però, anche se era un po' cafone, forse avrei dovuto conoscerlo meglio per confermare ciò che pensavo...

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 13, 2020 ⏰

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