Capitolo 17: Ah si?

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La festa sembra procedere bene, nonostante la presenza di Max nella stessa stanza con Jonah ed Hardin, che faticano a non far sì che la tensione si tagli con un coltello.

Anche perché Max non la smette di guardarmi.
È una serata intera che scontro il suo sguardo.

Ma concentro le mie attenzioni su Priya e la sua festa. Giunto il momento della torta, mi affretto a prenderla nel frigo, seguita da mio fratello.

«Hai bisogno di una mano?» Domanda, con voce roca. Nego con gentilezza.
Lui, di tutta risposta, affoga le labbra nella sua birra e guarda Max da lontano.

Poggio la torta sul bancone, scartandola dal suo incarto e domando a bassa voce: «Non guardarlo così.»
Lui si avvicina, mormorando: «Non capisco perché avete lasciato che restasse, non l'ha invitato nessuno.» E butta un'altro sguardo al suo "nemico".

Butto la carta nel cestino e cerco le candeline tra i cassetti, rispondendo sempre in modo che nessuno senta.

«Hardin, sono vecchi amici con Priya, e poi credo che voglia solo riprendere il tempo perduto con i suoi amici. Non sta disturbando nessuno.»

È ciò che penso.
Per quel che conosco Max, credo che sia stato difficile per lui allontanarsi così da i suoi amici e perdere quei momenti importanti, come dei compleanni. L'unica cosa che puoi farmi storcere il naso è che con Priya non ha mai avuto chissà qualche rapporto, però credo che il succo sia quello.

S'intromette Tessa, avvicinandosi con un bel sorriso.
«Hai bisogno di una mano?» Chiede anche lei.
«No no, non trovo le candeline.» Affermo in velocità.
Hardin continua:
«Io non credo, Vanessa. Credo sia qui solo per mettere scompiglio, come ha fatto fino ad ora.»

Tessa inarca le sopracciglia e lo guarda torva.
«Hardin, ancora? Smettila di prendertela con lei.» Prende le difese insieme a me.
Questo mi alleggerisce il peso nel cuore.

Ma dove cavolo ho messo le candeline?
Mentre rovisto tra i cassetti, mio fratello risponde:
«Non me la prendo con lei, ma se succede qualcosa, sarà compito suo buttarlo fuori. È casa sua.»
«È venuto in pace, dai.» Dice Tessa, avvicinandosi per cercare le candeline con me.

Io rimango in silenzio, cercando di non alterarmi troppo.
«Ecco, è casa di Vanessa. Non ci ha minimamente pensato a quanto sia fuori luogo.» Risponde lui, evitando le buone parole di Tessa.
«Hardin, è una storia vecchia. Adesso sono entrambi impegnati con altre persone, sono passati due anni, tua sorella può cavarsela.» Risponde, alterando il suo tono.

«Ah si?» Domanda Hardin.

Chiudo di scatto il cassetto, facendo un gran tonfo.
Quel "Ah si?" mi rimane impresso in testa.
Mi giro verso Hardin, innervosita, e lui mi guarda confuso.

Non mi rendo conto che il rumore forte ha calato il gelo nella stanza e tutti ci stanno guardando.
Tessa prende in mano la situazione e parla:
«Tranquilli ragazzi! Non si trovano le candeline.» Dice, con tono da tranquillità falsa.

Io ed Hardin continuiamo a guardarci.
Apprezzo che mio fratello si preoccupi, ma se continua a dubitare di me e di ciò che posso o non posso fare, non andrà a finire bene. Io ho bisogno del suo sostegno, e questo non vuole capirlo.

«Sono nello sportello in alto, Vanny. Aspetta che vengo ad aiutarti.» Enuncia Aaron, avvicinandosi.
Approfitto dell'arrivo di Aaron per uscire in balcone a prendere una boccata d'aria.

Uscendo, percepisco la presenza di Jonah.
Lo sento parlare:
«Smettila di fare la capricciosa e vedi di fare come abbiamo detto.» Ha il tono nervoso.
Sta parlando con sua sorella.
Io continuo a camminare verso di loro, ignara.
È un secondo lungo di botta e risposta, ma qualcosa mi dice che dovrei lasciarli soli.
«Non ci pensi a me? Lui mi piace davvero, non sono falsa come..» Clarissa mi vede e prima che possa scampare, Jonah si gira.

Cambia il suo volto in un millesimo di secondo.
Clarissa si gira dall'altro lato.
«Tutto bene?» Domando.
Jonah mi poggia un braccio sulla spalla e annuisce, con un volto dolce. Mi stampa un bacio in fronte ed io mi rendo conto che Clarissa si sta asciugando delle piccole lacrime dal volto di nascosto.

«Ei..» Sussurro, accarezzandole la mano.
Lei fa un sussulto e mi guarda, sconvolta.
Restiamo un po' in silenzio, un silenzio che segue una serie di occhiate tra i due fratelli.
«Sai che c'è?» Jonah prende parola. «Credo che dopo la torta non ci fermeremo oltre. Clarissa non si sente bene.»

Lei abbassa lo sguardo annuendo.
«Perdonami, Vanessa.» Farfuglia.
Le prendo l'altra mano.
«Hai bisogno di qualche medicina? Vuoi qualcosa?» Domando, preoccupata.

Lei mi guarda.
Ci guardiamo fisse negli occhi e per un attimo percepisco che ha bisogno di più una medicina.
Il discorso che ho sentito per metà mi ha preoccupato e forse litigavano per qualcosa riguardante la loro famiglia. Qualcosa che, giustamente, non mi riguarda, però..
Improvvisamente, sento da dentro che stanno cantando la canzone di "tanti auguri" per Priya, così mi precipito dentro.

Mi piazzo in prima fila e, battendo le mani a tempo, la guardo. Sono così fiera di lei.

Entra anche Jonah che mi poggia una mano sul fianco, cantando con me. Io gli sorrido e poi mi rigiro su Priya.

Mentre la guardo, lo sguardo mi scappa su Max, poco distante. Sorride, sorride con Kyle e applaudono alla festeggiata.
Niente potrà mai fermarmi dal pensare che Max sia uno dei ragazzi più belli che esista.
Il suo sorriso è incantevole. Quando allarga le labbra e lascia pronunciate.

Improvvisamente, si gira proprio su di me.
Ci guardiamo per un momento che sembra davvero lungo. I suoi occhi sono fissi sui miei e non riescono proprio a staccarsi.
Il suo sorriso si tramuta in un volto incantato.
S'imbambola su di me.

Resto incantata anche io, talmente in preda al suo sguardo che non mi rendo conto che Jonah mi sta chiamando insistentemente.
Mi giro e lo guardo, presa letteralmente alla sprovvista. Come se fossi appena caduta dalle nubi.

Jonah è nervoso e, con tono autoritario, enuncia:
«La smetti di fissarlo? Cazzo.»
Priya spegne le candeline, lasciando al buio la stanza.

La luce si riaccende ed io rimango a guardarlo senza parole, non so che fare.
Non me l'aspettavo.
È stata una cosa fuori dal mio controllo.

Jonah mi guarda amareggiato e, dopo avermi dato un ultimo sguardo con quegli occhi lucidi, va via dalla festa.

Sotto le mie stesse mani.
Non posso lasciarlo andare così, quindi lo seguo.

Max Level 2 || Arón PiperWhere stories live. Discover now