Il mio coinquilino è uno stronzo

20. Non voglio nemmeno sentire il tuo profumo

Fortunatamente sono riuscita ad evitarlo e ad ignorare la sua presenza per questi due ultimi giorni.

Non ho per nulla sentito la sua mancanza.

Sono stata da Dio.

Trattengo uno sbadiglio, quando vedo il piccolo orsetto accoccolarsi tra le braccia della madre.

Decido di alzarmi dal divano per dirigermi a letto, sollevata di dormire più di un paio d'ore questa notte.

Abbasso la maniglia, concedendomi  un altro sbadiglio, prima di entrare in camera.

<<Sara>> alzo gli occhi al cielo, non appena riconosco la voce di Andrea, alle mie spalle.

<<Buonanotte>> ringhio, entrando nella mia camera da letto, chiudendo la porta.

Adesso approfitta dell'assenza della sua compagna?

Idiota!

È un fottutissimo idiota.

Mi metto al letto, coprendomi col piumone, chiudendo le palpebre.

Sussulto non appena la porta della mia porta si apre, rivelando la figura del moro.

Si china, fino a farmi incontrare le sue iridi chiare, che mi inchiodano in un attimo.

<<Dobbiamo chiarire>> mormora, accendendo la luce dell'abat-jour.

Mi metto seduta, mordendo il labbro inferiore piuttosto infastidita dalla sua insistenza, e dalla sua falsità.

<<Andrea, per me tu non esisti più>>sottolineo, indicando l'uscita della mia stanza.

<< Potremmo almeno parlare. Dopotutto io e te non siamo mai stati una coppia. Non ti ho mai preso in giro>> ammette, facendomi gonfiare le guance, per la rabbia.

Vuole sempre avere ragione lui.

<<Andrea, hai mentito>> ripeto per l'ennesima volta, alzandomi dal letto per cacciarlo fuori dalla mia stanza.

<<Non voglio parlarti, non voglio sentirti parlare, non voglio nemmeno sentire il tuo profumo>> sbraito, alzando le braccia al cielo, indicando nuovamente l'uscita della mia camera da letto.

<<Mi dispiace. Voglio essere tuo amico>> cerca di afferrare la mia mano, mi affretto ad allontanarla, nascondendola dentro la tasca del pantalone.

Io non voglio essere tua amica.

È questo il punto!

<<Io no, preferisco starti lontana>> ribatto, con la speranza di riuscire a convincerlo ad uscire dalla mia stanza.

<<Continui a comportarti come una bambina>> risponde con arroganza, rifiutandosi per l'ennesima volta di uscire.

<< Io non sono una bambina. Non ti voglio più vedere. Mi hai ferita, con le tue belle parole. Mi hai spezzato il cuore con i tuoi gesti che si sono rivelati falsi. Che cosa vuoi adesso? Che  accetto le tue scuse? Che accetto di essere tua amica?>> sputo acida, puntando l'indice contro il suo petto duro.

<< Hai giocato con i miei sentimenti. Io con uno come te non voglio nemmeno condividere l'aria>> continuo, afferrando il suo braccio per trascinarlo fuori dalla mia stanza.

Sto per piangere a causa sua.

Non voglio una persona che non sa nemmeno quello che vuole.

O che colga l'occasione di infilarsi nel mio letto, quando la sua fidanzata è assente.

Non sono una troia.

<<Dovevi pensarci prima.>> continua a provocarmi, afferrando il mio polso, mi attira a lui, facendo scontrare i nostri petti.

<<Avresti dovuto rifiutare il mio invito a cena.>> continua, trattengo il respiro non appena il suo naso sfiora il mio.

<< Non ho avuto molta scelta. Avevi già apparecchiato per entrambi>> lo correggo, cercando di allontanarmi dal suo corpo.

Riesco a sentire il profumo della sua donna.

Lui non mi appartiene.

Ed io non appartengo a lui.

<<Hai cercato di baciarmi>> afferma, sfiorando il lobo dell'orecchio con le labbra.

Chiudo gli occhi, non appena una scarica di brividi travolge il mio corpo.

Cerco di recuperare l'ossigeno, e di mettere in moto il cervello, prima di commettere l'ennesimo errore.

<<Ero ubriaca>> mi giustifico, dandogli una ginocchiata ai suoi amatissimi testicoli.

Il moro mi lascia andare, portando entrambe le mani sul punto dolorante.

<<Non provare a giocare un altra volta con me. La prossima volta perderai entrambi i testicoli>> lo avviso, guardandolo un ultima volta soddisfatta, prima di chiudere la porta della mia stanza.

Sono riuscita a resistere al suo fascino.

Perfetto, non è invincibile.