Capitolo 38

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L'appartamento di Alex si trova al quarto piano di un condominio. Quando apre la porta d'ingresso, mi fa segno di accomodarmi e ne approfitto per guardarmi un pò intorno. L'ultima volta che ci sono stata non ho visto praticamente niente dato che ero presa da altro. E' un semplice bilocale sui colori neutri del bianco e del grigio, ma con qualche mobile nero.

Ma come siamo seri detective.

Appena varcata la soglia mi trovo difronte il soggiorno con un modesto divano e un televisore che ricopre quasi tutta la parete. La cucina non è divisa da nessuna porta o muro ed è molto minimal: frigo,fornelli,tre banconi per cucinare e due sgabelli. Mi avvicino alla finestra per vedere la vista e sulla sinistra mi accorgo che c'è una piccola scala di legno. Alzo lo sguardo e noto una meravigliosa soppalca con una ringhiera rifinita nei dettagli. Non riesco a vedere molto da qua sotto, ma ricordo che lì c'è la sua camera.

Lungo il corridoio vicino all'ingresso ci sono altre tre porte, ma ora non voglio fare un tour della casa, mi basta essere qui con lui e finalmente parlare.

<<Finito di analizzare ogni cosa?>> chiede ironicamente. <<Dovrei chiamare Cristina per farti aiutare>> e sorrido mentre lo dico perchè so quanto può essere permaloso. Mi avvicino al divano e lui alla cucina per prendere da bere. <<Non ho bisogno di alcun consiglio da una designer, mi piace tutto così com'è>> dice fingendo di essere offeso, come immaginavo, ma poi si volta verso di me a farmi l'occhiolino.

<<Pensavo che uomo ricco come te avesse un pò più gusto>> mi metto comoda e continuo ad osservare il salotto. <<Tralasciando l'ultima stupida parte della tua frase, cosa ti fa pensare che io sia ricco?>> alza un sopracciglio una volta che si siede vicino a me e mi passa una birra.

<<Beh o quei 100 mila euro erano tutti i tuoi risparmi oppure sei ricco da far schifo>> dico sorridendo e bevendo un sorso. Lui fa lo stesso, ma il suo sguardo sembra essere perso nel vuoto, come se stesse ricordando qualcosa di profondo. Improvvisamente dice <<Non li volevo quei soldi, volevo liberarmene in qualche modo e ho approfittato dell'occasione, ma soprattutto non avrei lasciato vincere quel coglione di De Magistri>>.

<<Come puoi non volere tutti quei soldi?>> chiedo confusa perchè effettivamente solo uno sciocco rifiuterebbe di spendere o investire quel capitale. <<Perchè è stata una ricompensa che non meritavo>> continua con queste frasi a metà. Non posso capirlo se non si apre ed io voglio che si fidi di me. Mi metto più vicina a lui, poso la birra e tolgo l'altra dalle sue mani. Gliele afferro e le accarezzo lentamente. Lui solleva lo sguardo verso di me ed io appoggio delicatamente le labbra sulle sue. Un bacio lieve, dolce e quasi soave, ma che trasmette tutto quello che penso.

Sono qui Alex, non chiuderti, sono qui.

<<Ti farebbe bene parlarne, ma se non vuoi non ti obbligo>> sussurro appoggiando la fronte sulla sua. Lui sembra lottare con sè stesso, lo vedo. Sa che si può fidare di me, ma non sa se è pronto, se vuole fare questo passo ed io gli lascerò tutto il tempo che vuole.

Appoggia la schiena al divano e mi trascina con lui, appoggia il braccio sulla mia spalla e la testa ricade sul suo petto. Con una mano glielo accarezzo, più precisamente all'altezza del cuore e sento i suoi battiti accellerati.

<<Non diventai capo della polizia solo grazie alle mie doti. Dopo un anno che avevo vinto il concorso conobbi Francesco, il figlio di Bianchini. Anche lui era un poliziotto ed eravamo diventati degli ottimi amici. Ovviamente anche lui sapeva delle attività illegali all'interno dell'associazione del padre. Prima che lui morisse, Bianchini si occupava di donare soldi ai paesi del terzo mondo>>.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 18, 2020 ⏰

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