Capitolo 3

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“Stai tranquilla, ti tengo io.” 

Harry guarda Emily un po' divertito, è proprio spaesata. 

“Ragazzi!” la voce acuta e fastidiosa della signora Abbott si fa spazio nella confusione della sala e tutti fanno silenzio in pochi secondi. “Vedo che non avete ascoltato le indicazioni che vi ho dato per l'esercizio,” continua la cinquantenne, sospirando: “perciò lo ripeterò. Ho bendato le dame per far sì che acquistino fiducia in voi cavalieri, ma se fate loro boccacce e gesti vari di certo non le aiutate. Guardate coma fa Harry ad acquistare la fiducia di Emma.” 

“Mi chiamo Emily!” sbotta la mora, dopo l'ennesimo errore della Abbott.

L'insegnante si limita a spostare lo sguardo su Harry, incrociare le braccia ed aspettare che questo cominci.

Harry si avvicina ad Emily e lei sente i brividi formarsi sulla schiena e poi diffondersi sul collo e gli arti, ma il tocco caldo del ragazzo riesce a calmarli. “Tranquilla” Harry si fa sentire solo da lei e dopo qualche secondo i due si muovono in sintonia, senza musica né direttive dell'insegnante. La mora si sente sollevata, avendo paura del buio, togliere la benda la fa tranquillizzare. 

“Bene!” squittisce l'insegnante: “Ora sperimentiamo la fiducia della coppia in complesso, quindi spegniamo le luci.”

A quelle parole Emily sente una fitta al cuore, il buio la mette a disagio, e non poco. 

“Har?” sussurra lei in modo da farsi sentire solo dal ragazzo.

“Sì?”

“Mi... tieni tu, vero?”

“Non avrai mica paura del buio, vero?” ridacchia Harry.

La mora esita un po', ma il riccio la rassicura: “Ti tengo io, tranquilla.” Dopo pochi secondi i ragazzi, che frequentano il corso si ritrovano al buio ed Emily cerca di stringersi ad Harry per trovare la sicurezza, che nel buio svanisce. Il riccio prende la ragazza per mano e la tranquillizza un po' stringendole la mano fredda, ma non sembra aiutare molto. Emily si sente sempre meno a suo agio, e in un attimo si ritrova con le labbra su quelle di Harry, lasciando entrambi sbigottiti. Una flebile giustificazione abbandona la bocca di Emily e si fa spazio nelle orecchie del ragazzo. “Va tutto bene.” dice Harry fermo ed un pochino freddo, ma torna subito a far ballare l'amica, onde evitare di destare sospetti.

“Mi sento solo un po' in colpa... non avrei dovuto farlo. Scusami Haz.” 

Harry cinge una spalla ad Emily e la stinge un po' a sé, per poi allontanarsi di mezzo metro e continuare a camminare in silenzio, osservando le piccole nuvole di condensa uscire dalle loro labbra e poi disperdersi nell'aria come fumo.

“Allora... sei uscito ancora con quel tipo che hai conosciuto alla festa?”

“No, Em. È venuto a trovarmi – anche se il motivo mi è ancora sconosciuto – e penso che usciremo una sera di queste. Ci stiamo sentendo per chat.” Harry sembra quasi indifferente al fatto, sapeva di aver invitato Louis ad uscire solo per non limitarsi a “giudicare il libro dalla copertina”, anche se la copertina non gli sembrava un gran che invitante.

“E non sei felice?” chiede poi lei, un po' stupita dall'espressione del ragazzo.

Harry alza le spalle e risponde molto vagamente: “Gli ho fatto un favore.”

'Ciao Harry :) come stai? Quando usciamo? Stasera sono libero se ti va.' 

Il riccio legge il messaggio di Louis e ci pensa un attimo, tutto sommato non ha nulla da fare e uscire non gli farebbe affatto male. Digita e invia velocemente una risposta: 'Andata, stasera va bene. Vieni a casa Styles?' e poi va a farsi una doccia, ha intenzione di farsi un giro nella mattinata.

Nella doccia ha modo di riflettere, in fondo quella notte con Louis è stato bene, nonostante tutto l'alcool che gli circolava nelle vene, e se i due fossero usciti quella sera, si sarebbero sicuramente divertiti di meno. Forse, a differenza di quello che pensa, Harry ha voglia di rivedere il castano, era un po' che ci pensava.

Louis è al quanto nervoso, non dovrebbe uscire con Harry e lo sa benissimo. Se la sua ragazza lo scoprisse, lo murerebbe vivo. Nonostante questo, il castano nutre un desiderio di vedere Harry che è più forte di lui. Sente il bisogno di toccarlo, sfiorare quei tatuaggi e sentire il suo profumo o la sua voce così rilassante. Louis deve ammettere a sé stesso di essersi sorpreso a pensare al riccio diverse volte nelle ultime settimane e la cosa non fa altro che agitarlo. Finalmente preme il tasto e sente il campanello suonare all'interno della casa, sente uno squillo e vede il cancello aprirsi, al che decide di entrare, senza aspettare di vedere la chioma riccioluta spuntare dalla porta. Si chiude il cancello alle spalle e varca la soglia di casa Styles, a quanto pare i due sono soli in casa. 

“Ciao Harry.” dice timido, non trovando nessuno in salotto. Riconosce la voce di Harry provenire dal piano di sopra, quindi lo raggiunge in camera sua e lo saluta nuovamente, trovandolo disteso comodamente sul letto, con un pacchetto di patatine in una mano e l'altra a sorreggergli il capo.

“Siediti, mica ti mangio.” Harry ridacchia, appoggia il sacchetto sul comodino e poi si siede sul letto per fare spazio all'ospite, che obbedisce all'istante. Il silenzio si fa spazio nella stanza per diversi secondi, nessuno dei due sa esattamente cosa dire, però entrambi sanno di provare una certa attrazione verso l'altro, anche Harry se ne sta rendendo conto – anche se gli sembra strano provare queste sensazioni dopo tutti quei mesi in cui non ha avuto una relazione fissa.

Louis vuole mettere fine a quel silenzio straziante e reagisce d'impulso, si avvicina di più ad Harry e lascia un bacio sulle sue labbra, avvampando all'istante ed allontanandosi in un tempo altrettanto breve.

“Scusa, ma mi mancavano quelle labbra.” il castano sente il cuore salire in gola e si ritrova a sperare che Harry non se la prenda.

“Sai Louis, quella mattina mi sei sembrato così tanto sicuro e fiero di te e ora sei così... timido.” il riccio cerca di mettere da parte il battito cardiaco accelerato e l'agitazione.

“È solo... una maschera. Se non facessi così, la gente si prenderebbe gioco di me continuamente.”

In effetti il riccio capisce perché Louis si comporta così, anche a lui è capitato di farlo. Per non permettere al silenzio di prendere possesso della situazione di nuovo, Harry si precipita sulle labbra del ragazzo, facendolo distendere con la schiena sul letto e passandogli le mani sul collo e tra i capelli. Il contatto viene approfondito dopo poco e i loro respiri si fanno più affannosi, ogni tanto i loro sguardi si incrociano, desideranti d'altro e di più.

Spazio autrice

Signore e signori, ecco a voi un altro capitolo! Spero vi sia piaciuto e che magari vi abbia fatto distrarre un attimo da tutto il resto, sarebbe una bella cosa per me. Ho un altro capitolo pronto per metà, se mi lasciate qualche commentino, magari lo pubblico nel weekend. 

Nient'altro, un bacio,

Karen.

Stringimi come fai tu !Larry¡Where stories live. Discover now