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Ho già bevuto due tazze di camomilla, ma non sta funzionando continuo ad essere incazzata nera.

Il suo corpo perfetto, i suoi riccioli d'oro, per non parlare del suo sorriso smagliante...mi hanno distrutta.

Sarà perché quando ho messo piede nella mia stanza, per dormire ho sentito dei rumori simili  alla tastiera del letto che sbatte contro il muro.

Continuo a bere la mia camomilla, guardando il documentario sulle scimmie.

<<Tutto bene?>> riconosco subito la voce del moro, per la prima volta non sono felice di vederlo, non ho neanche voglia di discutere con lui, tanto meno rivolgergli la parola.

Mi limito ad annuire, continuando a sorseggiare la mia camomilla.

Alzo gli occhi al cielo non appena lo vedo prendere posto accanto a me sul divano.

Mi limito a fissare lo schermo, dimenticandomi della sua presenza.

Prima o poi andrà via.

<<Perché sei arrabbiata?>>  chiede, fingendo di non conoscere la vera motivazione per la quale sono così furiosa con lui.

Mi rifiuto di parlare con un uomo così stronzo.

<<Non sono arrabbiata. Adesso stai zitto, sto cercando di vedere l'accoppiamento>> ribatto nascondendo il fastidio che nutro nei suoi confronti

<<Ho fatto qualcosa che ti ha infastidito?>> continua a chiedere, ignorando le mie parole.

Ma gli sembro stupida?

<<No, Andrea no>> ribatto acida, alzando il tono più del previsto.

<<Anziché fare la bambina, perché non parli?>> alzo gli occhi al cielo, scuotendo la testa, arrendendomi di fronte alla sua insistenza.

<<Sei uno stronzo. Mi porti nella tua casa a mare, passiamo un weekend da sogno, e poi ti dimentichi di dirmi che sei impegnato?>> sbraito, alzandomi di colpo dal divano, stanca di stare in compagnia di Andrea.

<<Non ti riguarda la mia vita privata>> afferma con tono calmo, facendomi sospirare pesantemente.

<<Aveva ragione Filiberta, sei un grandissimo stronzo>> lo insulto, dirigendomi in cucina per buttare la tazza dentro il lavandino.

Sono disgustata.

<<Solo perché ho una relazione?>> mi segue, piazzandosi dietro le mie spalle.

<< Andrea, non me ne frega niente della tua storiella.>> mento, voltandomi verso la sua direzione.

<< Qual'è il tuo problema?>> domanda, alzando le braccia al cielo.

<<Mi hai mentito, hai lasciato che Francesco si affezionasse a te. Ci hai illusi entrambi, con le tue belle parole.>> cerco di regolarizzare il mio respiro, portando una mano sul petto.

<<Hai finto, e questo non te lo potrò mai perdonare. Da ora in poi, per me non esisti più .>> sbraito, uscendo dalla cucina, per tornare nella mia stanza.

Il cuore batte all'impazzata, temo che possa uscire dalla gabbia toracica.

<<Sei un immatura. Io non ti ho mai presa in giro. Sei tu che ti sei fatta delle illusioni>> afferma, mi fermo di colpo, sentendo il sangue ribollire, per le sue parole.

Immatura.

Io mi sono fatta delle illusioni.

Con questo ha davvero superato il limite.

Mi giro verso la sua direzione, lentamente avanzo, trucidandolo con gli occhi.

Il moro, continua a guardarmi in silenzio con le braccia incrociate.

Non appena mi ritrovo a due millimetri dal suo viso, chiudo gli occhi per rilassarmi.

<<Tu sei un ragazzino, continui a ragionare con il cazzo, nonostante l'età.>> sussurro, piantandogli il palmo della mia mano sulla sua guancia.

<<Buonanotte. E cerca di calmarti, non puoi continuare a provarci con le donne, Caterina potrebbe ingelosirsi.>> affermo, godendomi la sua espressione.

È incazzato nero.

Mai quanto me. Non doveva prendersi gioco di me.

Mi dirigo verso la mia stanza, prima di aprirla, lancio un ultima occhiata al moro, che è rimasto fermo.

Gli sta bene.

Non crederò mai più alle sue parole.

Ho imparato la lezione.

Il mio coinquilino è uno stronzoOnde histórias criam vida. Descubra agora