ℤ𝕒𝕔𝕙𝕣𝕪

20 0 0
                                    

Si erano conosciuti in uno strip club. Era il compleanno di un suo collega che non sapeva minimanente reggere l'alcol. Ubriaco, aveva preso di mira il camiriere che li stava servendo e ad un certo punto si era alzato per raggiungerlo e per provarci con lui. Lo aveva afferrato per il braccio e cercava di persuaderlo a concedersi, ignorando ogni "no" che il giovane pronunciava con tono di voce sempre più alto. Ma il festeggiato continuava ad insistere, sottolineando che era il suo compleanno e che lo avrebbe pagato profumatamente.
Intanto i propietari del locale facevano finta di niente: non era la prima volta che sfruttavano il giovane per fare ciò che non rientrava nel lavoro di un cameriere.

Stufo del collega, Zachary lo raggiunse cercando di convincerlo a smetterla. Cercò, invano, di farlo ragionare con le sue "dolci" parole.
Gli diede un pugno in faccia e questa soluzione fu più efficace. La vittima era così sbronza che non si rese conto di chi lo aveva colpito e tornò docilmente al suo tavolo, mentre il giovane si era subito allontanato per servire altri clienti.

A fine serata tutti tornarono a casa. Il biondo girò attorno il locale per poter raggiungere la sua macchina e fu in quel momento che rivide di nuovo quel ragazzo, mentre usciva dalla porta sul retro.
Le luci rosse e blu della sala avevano completamente mascherato la sua bellezza. Era un tipo minuto, più basso di lui e la sua pelle lattea era macchiata da lentigini rosse. Il volto era illuminato dagli occhi azzurri ed era incorniciato dai ciuffi ondulati della sua chioma rossiccia. Le sua labbra, poi, erano carnose ed apparivano soffici: una vera tentazione.

Il manager tornò diverse sere in quello strip club, ma senza "consumare" e limitandosi ad un paio di drink. Quel posto lo disgustava, ma la voglia di rincontrarlo era più forte e piacevolmente ricambiata.
Iniziarono a frequentarsi e dopo qualche appuntamento in bar più sofisticati e qualche cena in pub rustici o ristoranti lussuosi, diventarono dipendenti l'uno dall'altro. Il sesso era adrenalinico, selvaggio, armonioso, drammatico, ma per quanto fare l'amore fosse estenuante nessuno dei due sembrava stancarsi dell'altro.
Per la prima volta il grande sentiva davvero amato da un partner che non stava con lui solo per il suo successo.
Zach lo invitò a lasciare quel lavoro. Lo rassicurò: si sarebbe preso cura di lui, si lo avrebbe trattato come un principe. Il suo compagno accettò e poco dopo si trasferì nella sua villa.

La loro storia andò avanti per qualche anno ma non ebbe un lieto fine. Anche se era passato tanto tempo, Zachary ricordava perfettamente quel maldetto giorno, l'ultima volta che lo aveva visto.
Era tornato a casa prima, senza preavviso. Il suo fidanzato non si era accorto di lui quando entrò in camera e sussultò al suo saluto. Trovò il rosso con gli occhi gonfi, intento a riempire un borsone con vestiti e banconote. Non riusciva a capire cosa stesse succedendo. Gli chiese spiegazioni ponendogli un mucchio di domande, ma il piccolo si limitò a ripetere che tra loro era finita, che era stufo di sentirsi in gabbia stando sempre a casa, che si sentiva trascurato. Il suo discorso era insensato: era libero di uscire quando e con chi voleva, poteva invitare i suoi conoscenti a casa e avrebbe potuto cercarsi un lavoro, ma con tutti i soldi che aveva il manager non era necessario. Eppure il biondo era pronto a prendersi la colpa di tutto e si sarebbe impegnato per rimediare ai suoi errori. Lo rincorse per l'intera villa, implorandolo di fermarsi un attimo, di poter chiarire, ma, senza rendersi conto, si ritrovò fiori dall'entrata.
Non erano più soli. Il più giovane aveva aperto il possente cancello in ferro battuto che si trovava all'entrata permettendo ad un motociclista di transitare. Appoggiato su una moto che sembrava nuova, mentre fumava una sigaretta, lo stava attendendo. Quando i due complici incrociarono lo sguardo gli sorrise. Quell'estraneo dai capelli e dagli occhi corvini, con addosso una giacca di pelle consumata non disse niente e si mise in sella. Il ragazzo lo imitò e mentre il motore rombava, diede un'ultimo sguardo a Zachry. Gli aveva dato questo soprannome ed era l'unico autorizzato a chiamarlo così perchè non lo sopportava, ma pronunciato da quelle labbra aveva tutt'altro significato. Avrebbe giurato di aver visto quegli occhi da cerbiatto carichi di lacrime, ma non ne vide nessuna scendere, poichè i due non c'erano più.

Rientrò in casa e raggiunse la sua stanza. Si sedette ai piedi del letto, dal lato dove dormiva lui, quello più vicino alla finestra che mostrava il mare. Rimase immobile, ad osservare le onde agitate fino a quando il cielo non si fece buio. Come tornato da un momento di trance, prese il suo telefono e chiamò il suo migliore amico. Gli occhi erano sbarrati e persi. Ci vollero diversi pronto per spingerlo a parlare e a far preoccupare l'amico che non riceveva alcuna risposta. "Se n'è andato". Disse solo questo e mentre metabolizzava la sua affermazione, stringeva sempre più il cellulare ed una lacrima bollente solcò la sua guancia, Poi ne scese un'altra ed un'altra ancora.
Chiuse la chiamata e chi l'aveva ricevuta si precipitò da lui. Aveva le chiavi delle entrate principali della villa, come il suo amato. Il suo mazzo di chiavi giaceva sul suo comodino: non sarebbe tornato. Senza accorgersi di quanto tempo fosse passato, si ritrovò l'amico in camera mentre osservava il suo stato pietoso. Non lo aveva mai visto così, non lo aveva mai visto con il cuore spezzato.

Cercò di ricontattarlo in tutti i modi, ma non rispose a nessun messaggio o telefonata.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: May 11, 2020 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

𝑴𝒚 𝑶𝑪 𝒂𝒏𝒅 𝑻𝒉𝒆𝒊𝒓 𝒔𝒕𝒐𝒓𝒊𝒆𝒔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora