Lolita - Vladimir Nabokov

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La nostra recensione di oggi è anomala per molti, molti versi. Innanzitutto non si tratta di un libro che abbiamo letto, ma ascoltato in forma di audiolibro mentre lavoravamo ad altre cose che non richiedevano un grande uso del cervello, o almeno non di quella parte del cervello che serve a processare il linguaggio per trasformarlo in immagini, concetti e movimenti nelle nostre menti. In secondo luogo, è un libro al di fuori di tutti i nostri interessi.
Forse è il primo libro di letteratura russa che abbiamo mai completato. Forse non è neanche autentica letteratura russa, perché l'autore, Vladimir Nabokov, era un cittadino americano che ha scritto Lolita in lingua inglese, ma noi la prenderemo come tale.
In terzo luogo, è un libro che parla di una sorta di... di storia d'amore. E non è che noi ci interessiamo spesso a questo genere di libri, come saprete ormai se ci conoscete.
E l'ultimo motivo, forse il più importante, per cui quest'opera è così distante da noi, così difficile da associare ai Cactus di Fuoco (no, non scappate! Non ancora, ve ne preghiamo!) è che... parla di pedofilia. Per la precisione, il protagonista di questo libro è attratto fisicamente dalle dodicenni.

Stiamo parlando del classico della letteratura (russo-americana?) "Lolita", di Vladimir Nabokov, di cui la gente parla a volte come se fosse una sublime meraviglia psicologica e a volte come uno scabroso schifoso sputo letterario fatto solo per far vergognare il lettore.
Secondo noi non è nessuna delle due cose.
Ecco la nostra recensione!


1. La trama: *Warning! In questo libro ci sono un mucchio, ma proprio un mucchio, di tematiche problematiche e che potrebbero urtare la vostra sensibilità. Se non vi sentite pronti per esplorarle e per perdonarci il fatto che le tratteremo in modo ironico e forse con un po' di leggerezza, potete smettere di leggere ora. Comprenderemmo perfettamente la vostra scelta. Se invece siete lettori avventurosi, pronti a farvi quattro risate su una delle trame più controverse della letteratura, buttatevi pure a leggere la trama!*

Il protagonista e io narrante del libro è Humbert Humbert (sì, nome e cognome sono identici, sì, i suoi genitori non erano particolarmente fantastiosi e sì, lo abbrevieremo HH), un professore di letteratura francese perennemente annoiato a cui fa schifo quasi tutto. Gli fanno schifo le persone, a giudicare da come le descrive, di ambo i sessi. Gli fanno schifo i motel e gli hotel, le infermiere, l'arredamento di praticamente tutte le case che visita e i suoi stessi amici. È incontentabile. Vorrebbe che il lettore si bevesse che lui ha gusto, un gusto tipicamente europeo, ma siccome siamo europei anche noi ci accorgiamo immediatamente che in realtà è solo un lagnoso, lamentoso, arrogante.
Humbert Humbert si trova in custodia per aver commesso un omicidio e, in attesa del processo sta scrivendo le sue memorie.
In teoria dovrebbe informarci del perché ha ammazzato un tizio o una tizia (non ci viene ancora detto chi è la misteriosa vittima), ma in pratica ci racconta di tuuuttta la sua vita o quasi, a cominciare da quando era un bambinetto dodicenne (o tredicenne? Non ci ricordiamo bene) morboso innamorato di una bambinetta altrettanto morbosa di nome Annabel e i due passavano il 99% del loro tempo a sbaciucchiarsi e palpeggiarsi e progettavano di combinare assai di più non appena i loro genitori avessero voltato lo sguardo dall'altra parte.
Ahinoi (anzi, ahilui), Humbert non riuscirà a perdere la verginità a dodici anni come aveva progettato (che bel progetto, poi), perché la bimba di cui era perdutamente innamorato si trasferì e per giunta schiattò.
Il trauma fu tale, per il nostro protagonista, che le sue preferenze (o almeno così le "giustifica" lui) rimasero inalterate e da allora in poi gli piacquero solo le dodicenni.
Ok, non tutte le dodicenni, ma un particolare tipo di bambine: lui le chiama "ninfette" e non spiega mai che cosa, esattamente, abbiamo di diverso dalle altre bimbe, ma ci fa capire che sono diversissime. In pratica, ninfette so' quelle che piacciono a lui e lui proietta su di loro il proprio desiderio, credendo che siano particolarmente maliziose, mentre le altre, quelle che nun glie piacciono, so' bimbe normali. Victim blaming a palate.
Il nostro protagonista, ora chiaramente pedofilo oltre che assassino, ci racconta dei suoi viaggi, delle sue avventure, di un matrimonio fallito (e ci crediamo! Ti fanno schifo le donne adulte, quanto mai potrà funzionare un matrimonio?) e di un esaurimento nervoso. Voilà.
Per riprendersi dalle sfighe che la vita precipita sul suo cranio come bacchette sulle percussioni, il nostro HH si trasferisce nella piccola e quieta città di Ramsdale, dove (a malincuore, perché gli fa schifo ovviamente) affitta una stanza nella casa della vedova Charlotte Haze.
Il vero motivo per cui, pur facendogli schifo la casa, il paese e pure la signora Haze, egli affitta la stanza, è che la padrona di casa ha una figlia dodicenne: Dolores detta Lolita.
Nonostante la forte differenza di età (leggasi: pedofilia rampante), Humbert si innamora perdutamente della povera Lo e inizia a farci amicizia. La bambina sospetta qualcosa? Forse. Dolores è una piccoletta abbastanza sveglia e sembra intuire l'ascendente che ha sul signor HH, per cui gli fa scherzi e burle (e gli tira addosso il pallone e lo insulta, perché sì, il pedofilo se lo merita). Fra i due nasce una specie di rapporto di complicità, qualcosa di strano e ingenuo, tanto che prima di partire per la colonia estiva, Lolita, con i suoi modi da piccola adulta curiosa del mondo,saluta Humbert con un bacio sulle labbra.
Un bacio casto, in teoria, ma casto solo da un lato... lo sappiamo tutti che il bastardo pedofilo ha i pantaloni in subbuglio.
E per un po' Dolores esce di scena, se ne va a questo campo estivo e HH se ne va fuori di testa, mettendosi a odiare Charlotte, quella mamma crudele che ha costretto la figlia ad andarsene di casa (poco importa se per andare a divertirsi con gli amici, eh!) e la aveva allontanata da lui.
Ma mentre HH pensa che Charlotte sia una donna provinciale, brutta e crudele, Charlotte si è innamorata perdutamente di lui, del suo fascino europeo, della sua bellezza virile, della sua ombrosa raffinatezza. Perché sì, anche se ce lo siamo tutti raffigurati come un prof di mezza età dalla voce di fumature, Humbert Humbert è in realtà un sublime esemplare, alto e bello, che tutte le donne apprezzano.
Peccato che lui non apprezzi tutte le donne.
Comunque, Charlotte Haze gli lascia una lettera che possiamo riassumere così: "Caro Humber Humbert, ti amo tantissimo e quindi non posso più accettare di vederti sotto il mio tetto come inquilino e basta. Se mi ami anche tu rimani qui e ci mettiamo insieme, altrimenti vattene prima che io rientri in casa, perché ti avverto che se rientro e ti ci trovo, ti sposo per forza".
HH decide di restare, non per Charlotte ovviamente (lei gli fa schifo, l'abbiamo già detto?) ma per Lolita. Sì, così il pedofilo potrà diventare il patrigno della bimba.
Solo che HH è un poco scemo e tiene un diario dove racconta "gne gne odio Charlotte che è brutta e schifosa e voglio fare cosacce con sua figlia, quasi quasi sto pensando di ucciderla" in casa della donna che lo ama ma che lui odia, e ovviamente questa cosa non può finire bene.
Charlotte legge il diario. Ovviamente. Appresi i veri sentimenti e le intenzioni di lui, la donna progetta di fuggire e di spedire pure la figliola in collegio, per salvarla dal bastardo pedofilo. Tutte intenzioni lodevoli, per carità... ma, cara Charlotte, guarda quando attraversi la strada, te ne preghiamo! E niente.
Charlotte, che sta per esporre ad un terribile pubblico scandalo il professor HH, viene investita molto convenientemente da un'automobile. Così, a caso. E nessuno verrà mai a sapere niente.
HH va a prendere Lolita alla colonia estiva e scopre che la bambina, che gli racconta tutto in virtù della loro amicizia e complicità, ha fatto le cosacce con i suoi compagnucci di scuola. In questo libro sono tutti dei ninfomani, apparentemente.
Comunque, HH non la prende bene perché, oltre ad essere un pedofilo, è pure geloso abbestia e non vuole che la piccola frequenti più altri ragazzini della sua età (anche se è ovvio che sarebbe meglio per lei fare esperienza con quelli della sua età che con lui, eh. Ma lui non se ne cura).
Lolita, allora, lo seduce. Cioè, "seduzione" è una parola grossa per qualcuno che è già perdutamente innamorato di lei e che progettava di stenderla col sonnifero per... ehm... godere della vista del suo bellissimo corpo senza che... senza che lei se ne accorgesse...
... Ed è... un piano... ugh...
Scusate, abbiamo vomitato un po' nelle nostre stesse bocche. Ugh.
Comunque, ritorniamo alla cosa della seduzione: Lolita, che ora si crede una grande esperta, cerca di insegnare come si fa l'amore a HH. Ok. Questo è un paradosso grande come una casa, ma che diciamo, dieci case.
In tutto questo, anche se realizza il suo sogno di sempre, Humbert Humbert non sembra manco troppo contento perché non è il primo amante di Lolita. Placati, schifoso. Placati. Stai facendo le tue schifezze? E almeno sii contento di farle, mentre noi vomitiamo nel più vicino vaso cinese.
Speriamo almeno che ti piacciano, i vasi cinesi. Ma a te non piace niente, giusto?
Comunque, HH decide anche di non dire subito alla povera bimba (la povera bimba che ha sedotto un adulto. Lo sappiamo che non è colpa sua, che lei era innocente, o quasi, e tutto, ma Maddonina dei cieli, tutto questo è folle!) che sua madre è morta e lo strano duo girovaga per l'America come due polli senza testa, comprando robe a caso che ci vengono anche elencate, fra cui bigiotteria, fumetti, vestiti.
Dopo aver finalmente ammesso la morte della madre, Humbert propone a Lolita di accettarlo come suo patrigno e affidatario, tutto contento di aggiungere l'incesto alla sua lunga lista di problemi.
Humbert comincia pure a pagarla (principalmente con altri fumetti, caramelle, fermacapelli, anellini e fondamentalmente tutte le cose che una bambina possa desiderare) per ottenerne i favori sessuali e al fine di impedirle di denunciarlo alla polizia, la spaventa dicendole che se arrestano lui finirà in prigione anche lei.
Inizia così la felice seconda vita di Himbert Humbert, il pedofilo che va a spasso per l'America con la sua figliastra.
Ma questa vita non può durare per sempre, no? Lolita dovrà andare a scuola. Conoscere altri bimbi. Fermarsi a parlare con altri adulti che potrebbero sospettare il semi-incestuoso e molto pedofiliaco rapporto con il suo papà. Volere qualcosa di più per sé stessa. Ci sono migliaia di cose che possono andar storte (o dritte, dipende dall'interpretazione...).
Ma questo lo scoprirete solo se avrete il fegato (e lo stomaco, tanto tanto stomaco) di leggere questo libro.

2. La copertina:
La copertine di Lolita sono state molteplici. Infinite. C'è stato persino più di un poster cinematografico, visto che questo scandaloso romanzo è diventato un film di Stanley Kubrick!
Visto che noi l'abbiamo sentito sottoforma di audiolibro, questa volta non possiamo mostrarvi la copertina della nostra edizione, ma possiamo commentare insieme alcune delle più importanti:

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