Prologo

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  Cloto era stata chiusa in quella che era la cella ‘speciale’

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  Cloto era stata chiusa in quella che era la cella ‘speciale’.
Speciale perché non era sola in quella stanza.
Quella era una stanza buia, senza alcuna luce.

La luce infatti dava fastidio alle Keres.
Le Keres non erano altro che soldati che bevevano sangue.
Coloro che gli umani definivano vampiri.
Non sopportavano la luce del giorno, anzi nessuna luce, nemmeno quella lunare, anche se quella la preferivano a quella del sole.
Avevano la pelle fredda e diafana.
In genere le Keres erano femmine.
Erano figlie di Ares, il dio della guerra.
Dentro quella stanza faceva abbastanza freddo.

Nike se n’era andata da un pezzo.
Cercò di abituare gli occhi al buio, ma non ci fu nulla da fare.
Era troppo buio per poter anche solo vedere ad un palmo dal proprio naso.
Né c’era alcun suono.

Ovviamente le Keres erano anche velocissime e molto silenziose.
Vere armi letali appunto.
Armi umane comunque, benché nonostante la freddezza e la spietata brutalità erano sempre fatti di carne e sangue.

In quel momento una mano l’afferrò dalla caviglia.
La pelle fredda la fece trasalire.
Venne strattonata e cadde sulla pietra fredda.
Si fece un taglio sui palmi delle mani con le quali aveva cercato di attutire la caduta.
Sentì tanti morsi da più punti.

Zeus sapeva che quello era un supplizio, anche perché essendo un immortale non sarebbe morta, ma avrebbe sofferto.
Ogni morso era una sofferenza infatti, ma si morse il labbro trattenendo un gemito di dolore.
Una le morse il palmo della mano, un altra la caviglia e qualcun altra il collo.
Sentiva le mani fredde che la tenevano ferma.
Sentì man mano le energie abbandonarla.
Non bevvero tanto però, infatti poco dopo la lasciarono.

Erano tre, o forse di più?
Avevano finito? Si chiese.
Sperò di si.
Non era molto piacevole essere usata come se fosse un pezzo di carne, o come un pezzo d’osso da succhiare.

Prese un bel respiro.
Cercò nel buio, ma non vedeva nulla.
La loro pelle per quanto chiara non era fosforescente e per quanto riguardava gli occhi non erano né dorati né rossi come dicevano nei film, ma erano neri tanto per sparire completamente al buio.
Che predatore era uno che possedeva degli occhi che si vedevano nella notte? si chiese lei, anche se in quel momento avrebbe davvero voluto che ce li avessero dorati, come quelli di Mike.
Quelli di certo non sarebbero passati inosservati nel buio che pervadeva quella cella.

Allungò una mano toccando a terra, tastando e cercando qualcosa.
Alla fine toccò qualcosa di freddo che però non era una pietra.
Chiuse la mano stringendo.
Doveva essere un braccio o forse un avambraccio.
Era muscoloso.

<Chi sei?> chiese lei.
La persona che aveva agguantato non si mosse, però sentì dei ringhi all’orecchio, come se fosse un avvertimento.
Lascialo o ti dissanguiamo.
In ogni caso lei non era pronta a mollare la presa, anzi strinse più forte.

<Non vedo nulla> ammise lei.
<Posso sapere come ti chiami?> riprovò.
Altri ringhi e poi uno strattone che la stava facendo arrivare faccia a terra.
Era tutto così veloce che non capiva nemmeno lei.

3 - Le Guardiane- ClotoWhere stories live. Discover now