Effettivamente non è poi così lontano dalla realtà.

"Cosa pensi di fare? È il crepuscolo." Continua appoggiandosi alla sedia, in una posa quasi rilassata.

"Come cosa penso di fare? Credevo che volessi venire anche tu!"

Lui mi guarda per lunghi momenti prima di scrollare le spalle "Dai un sacco di cose per scontate, Haley."

A quello devo trattenermi dall'alzare gli occhi al cielo, anche se la frase punge più del necessario.

"Credevo volessi sconfiggere i Consiglieri, come me. Sai delle cose che fanno alle persone, all'intera popolazione uma-"

"Non è questo il punto!" scatta in avanti, sbattendo la mano sul tavolo e facendo sobbalzare me sul posto. E solo ora mi accorgo del suo sguardo febbrile e lucido, come se la sua intera mente fosse un turbine di pensieri oscuri.

"Continui ad agire senza pensare! Sai cosa ti farebbro se venissero a scoprire tutto questo? Cosa ci farebbero? Hanno già ucciso il tuo Compagno, Haley! Cosa credi che li fermerebbe dal venire qui e fare del male a te, a me, o peggio alla tua famiglia?"

Davanti alle sue parole di accusa ammutolisco, abbassando lo sguardo sulle mie mani, la vergogna e fastidio che mi impediscono di vedere chiaramente il suo tentativo di mettermi in guardia, di farmi ragionare.

"E cosa vuoi che faccia, allora!? Dimmelo Ardin! Risolvi tu questa situazione!" Il mio è un urlo, la tensione della discussione di ieri ancora nell'aria e delle scintille mi escono dai pugni serrati, mostrando la mia agitazione.

Le mie orecchie incontrano solo un silenzio devastante, anche lui senza risposta davanti ai quesiti che mi sto ponendo da quando tutto questo è iniziato.

C'è davvero una soluzione?

"Ardin, so che sei spaventato. Lo sono anche io...sono terrorizzata." confesso, la mia voce diventata un sussurro e i suoi occhi castani sembrano adombrarsi ulteriormente di fronte all'evidenza.

"Ma ho finito di nascondermi come un topo in gabbia. Mi hanno schiacciata come un insetto, ci hanno schiacciato come insetti e si aspettano pure che rimaniamo con le mani in mano? È vero che a loro basterebbe poco per raggiungermi e farla finita, ma sai cosa ti dico? Che vengano!" Mi alzo in piedi come una furia, rischiando di ribaltare la sedia dietro di me.

"Non posso permettere che mi impediscano almeno di provarci. E qui non si tratta di essere coraggiosi o senza un'ombra di paura. Si tratta semplicemente di essere degli esseri umani con un cuore. Non riesco a rimanere indifferente davanti a tutte quelle morti."

Lo guardo un'ultima volta, e vedo nelle sue iridi una luce combattuta e spaventata che è fin troppo simile alla mia.

"Quindi Ardin, spero tu decida saggiamente."

Mi chiudo la porta di casa alle spalle e prendo un grosso respiro prima di iniziare a scendere le scale del mio palazzo, per la prima volta dopo un anno e mezzo, fiera di me stessa.

E forse anche qualcun'altro lo sarebbe stato se fosse ancora qui con me.

Quando arrivo al parco Primo, chiamato così perché è quello più vicino alle porte d'entrata a Shele, il cielo è buio, regalandomi la vista delle stelle luminose.

E come frutto di un'abitudine che appartiene alla mia infanzia, faccio scorrere lo sguardo su di esse, accarezzandole tutte, fino ad arrivare alla mia costellazione preferita, quella del Dragone.

La saluto come una vecchia amica, ricordandomi la voce del nonno che mi raccontava la sua storia con un sorriso stampato sul volto, che però svanisce presto quando una voce femminile e più che familiare mi fa abbassare lo sguardo sulle cose terrene.

Compagni Di Guerra - CicatriciWhere stories live. Discover now