Al libro che non scriverò mai...

Non vedrai mai la luce del sole, le rilegature e le sottolineature di chi potrebbe annegare tra le tue pagine.
Resterai per sempre il sogno nel cassetto di un bambino innamorato perdutamente delle parole.
Ma sei dentro di me da tanto e vibri forte per venir fuori, ultimamente più che mai.
E allora ho deciso di concederti un'uscita in solitaria in tempo di quarantena.
Una passeggiata di quelle che fai di nascosto al chiaro di luna, che lo sanno tutti ma non ti vede nessuno.
Non avrai mai il profumo della carta stampata, l'inchiostro dell'editoria e la curiosità di chi ti legge.
Non prenderai mai forma, anche se una forma, in fondo, l'hai già da un bel pó: cosa sono le idee se non energia che si muove in una dimensione diversa dalla nostra? E noi cosa siamo se non un ammasso di cellule pronte a captare quelle vibrazioni?

Non sei granché, sei solo la brutta copia di un io dormiente, la correzione in rosso di un errore, la via di fuga dalla realtà e un mucchio di sogni sotto forma di parole.
Non sei granché, ma sei parte di me e mi hai salvato, e continui a farlo, senza neanche saperlo.
Ecco perché almeno una battitura, in fondo, te la devo!