Brutti ricordi

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Avevo all'incirca 8 anni quando capii che la vita era tutta una menzogna, quando capii che nessuno ti proteggerà mai. Successe tutto così all'improvviso un giorno come tutti gli altri, io e mia sorella andavamo nella stessa scuola, sembravamo gemelle, sempre vestite uguali ma io ero più grande.
Quel giorno mia mamma disse a lei di non andare insieme al bambino dei nostri vicini.
-Andate da sole e se sua madre vi chiede
qualcosa dite che vi siete dimenticate.
Perfetto mi dissi.
Entrate a scuola la mamma di questo
bambino ci chiama urlando, mia sorella torna indietro per parlare con lei, mentre io entro.
Quando alle 16 uscì da scuola, davanti mi
aspettavano mia mamma e la mamma del bambino.
Mia mamma mi tiró un ceffone da capogiro, si proprio da capogiro, mi bruciava la guancia ma non era finita, dietro a quel ceffone né susseguirono altri 7-8 ora non ricordo bene, anche se dovrebbe essere una cosa che mi dovrei ricordare.
Beh indovinate?! Mia sorella aveva detto
alla mamma del bambino che era stata
mamma a dire di non portarselo dietro,
però quando mamma mi stava menando
mia sorella non apri bocca, non disse che
era colpa sua, non disse nulla.

Le maestre e i miei compagni di scuola
mi passavano accanto guardandomi
stranamente, ma nessuno chiese o disse
nulla, sembrava una cosa normale, forse in Europa pensano che in Asia certe cose siano normali.

Quel giorno non tornai a casa, rimasi a casa di quella signora seduta su un materasso buttato su un pavimento sporco della cucina, mentre dentro di me nasceva qualcosa che mi avrebbe portato sempre più lontano da mia madre.
Quando mio padre tornò a casa da lavoro, corsi da lui piangendo cercando qualcosa a cui aggrapparmi e scappare da tutta quella paura che mamma mi aveva messo addosso.
Avevo il vizio di correre nelletto di papà
ogni qual volta che qualcosa andasse storto, e vi assicuro le cose che andavano storte con me erano molte, tipo quando diedi fuoco alle lenzuola solo perché volevo fare luce, ma lasciamo perdere.
Papà il giorno dopo doveva andare al lavoro e io non volevo stare a casa con mamma, quindi prima che papå partisse, presi le chiavi e scappai via, non so esattamente cosa volevo fare perché con le mie esili gambette non potevo andare lontano, corsi a sedermi sulle scale di una chiesa.
Passarono dieci minuti e mi ritrovai mio
fratello che per un orecchio mi riportava
a casa. Non posso dire che sia stata un
avventura mozzafiato.

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