Davanti a quella confessione, rimasi in silenzio. Elias si stava condannando con tutto il disprezzo possibile, quasi ogni parola fosse una tortura. Mi colpii, lasciandomi di sasso: la sincerità di Hamlet era stata una delle caratteristiche che mi aveva incuriosito sin dal primo istante, e, ora, la rivedevo in Elias.
C'era sempre qualcosa che mi ricordava che fossero la stessa persona, cancellando la differenza fra i due esseri, e questo mi faceva paura.
Temevo che, nel momento in cui avrei smesso di separarli, qualcosa sarebbe cambiato in me, qualcosa che non ero in grado di controllare.
Ma quel momento era ancora lontano dal mio cuore.

«Parla,» dissi, così.
Ed Elias obbedì, non lasciando per un singolo istante i miei occhi.

«La mia famiglia è francese, come ti ho detto, ma da generazioni siamo insediati qui, a Salem. È un clan pacifico, legato alla natura e alle sue creature, perché di queste che sopravviviamo: di forza naturale, l'energia che mi permette di tramutarmi in lupo. Sin dal primo giorno, ho vissuto in fuga. Questo è il secolo d'oro della caccia alle streghe, il periodo peggiore, quando sei un giovane stregone che cerca di trovare il suo posto nel mondo.» Elias sospirò stanco: «il giorno in cui ti ho vista per la prima volta, era durante il rogo di mia madre. Lei e molti altri dei membri del clan erano stati catturati, ma io ero riuscito a scappare, camuffandomi in cane. Avevo tredici anni ed ero così arrabbiato, così maledettamente arrabbiato. Mi era stato insegnato a rispettare qualsiasi forma di vita, anche la più pericolosa, ma con gli umani era impossibile. Loro ci vogliono morti, loro ci uccidono senza una ragione. Volevo così tanto che patissero le nostre sofferenze, che capissero cosa significasse vivere una vita vuota e senza sicurezze. Li odiavo tutti. Poi, ti ho vista.»

Il bambino di quel giorno comparve sul volto del ragazzo del presente, riportando il passato. Sembrava così facile, almeno in quel momento.

«Eri pallida e spaventata, con gli occhi più tristi che avessi mai visto in tutta la mia vita. Tuo fratello ti teneva la mano e tu sembravi volessi scappare in un altro mondo. Era facile intuire che anche tu stessi attraversando un momento simile, lo si capiva dal modo in cui guardavi la gente così disprezzante mentre ridevano dei corpi dei miei cari, e quell'immagine non mi ha mai abbandonato. Per noi stregoni, certe cose sono diverse: se conosciamo l'amore, quello sarà per sempre.»

Amore. Elias stava ammettendo di amarmi?
Le sue azioni non mi permettevano di crederlo possibile.

Lui sorrise fra sé, abbassando lo sguardo. «Mi sembra di poterti leggere nella mente, sai? Il tuo volto ti tradisce.»
«Credo solo che ciò che hai fatto non sia un gesto d'amore,» ammisi, seria: «puoi darmi torto?»
Lui non si oppose, anzi.

«Sono stato cieco, Ophelia. Ho seguito la disperazione di un cuore che supplicava speranza e ho dimenticato di pensare. Quel giorno, quando eravamo bambini, ho deciso di andarmene, sapendo bene di avere ancora troppe cose in sospeso per potermi dedicare a te, ma questo non ha fatto che peggiorare le cose. La distanza, la mancanza, il ciò che non era stato mi uccideva. Sapevo che eri tu, Ophelia, e che dovevo tornare da te, e la foga mi ha fatto agire imprudentemente."»

«Il matrimonio era un'idea mia, così come il presunto testamento lasciato dai vostri padri - persino il disegno è falso, se te lo stai chiedendo. Inizialmente, era solo una delle tante idee campate nella mia mente ma, quando ho trovato Uriah ed Emily, il pensiero non è mai riuscito ad abbandonarmi. La conclusione era semplice: se ti fossi innamorata di Hamlet, avremmo vissuto una vita insieme mentre, in caso contrario, mi sarei accontentato dell'essere il tuo amico a quattro zampe. Mi bastava saperti al sicuro e, in ogni caso, tu non avresti saputo la verità. Uriah ha provato più volte a farmi desistere e anche Emily, comprendendo la mia irrazionalità, ma non sono mai riuscito ad ascoltarli. Di questo, potrei dal loro atto.»

Quindi, Elias aveva preparato tutto.
Sapeva che sarei rimasta delusa, facendomi affezionare ad Uriah e poi sconvolgendomi con la relazione con Emily - lo aveva tenuto in conto - eppure lo aveva fatto comunque. In fondo, pensava che avendo Hamlet, tutto sommato, sarei potuta essere felice.
Non era così, affatto.

«Pensavi di poter scegliere per me,» commentai, così: «come se le uniche scelte con un valore fossero le tue. Hai costretto col ricatto delle persone a ferirmi, sapendo bene quanto male avrebbe fatto - quanto avessi già passato.»
«Lo so,» ammise, senza vergogna, ma ammettendo tutte le conseguenze.
«E mi hai ingannato tu stesso con la storia di Hamlet. Mi hai obbligato a voler bene ad una persona inesistente.»

«Lo so,» ripeté.
Strinsi le labbra, quasi infastidita da quelle ammissioni di colpa. Elias sapeva tutto, certo, ma era tardi per cambiare ciò che era stato fatto.

«Potrei odiarti,» conclusi, cupa: «potrei odiarti e ne avrei tutte le ragioni.»
Eliasi annuì, triste, ed abbassò lo sguardo. «Lo so.»
«Ma non voglio farlo.»

Il ragazzo quasi brillò, fulminato da quelle parole. «Come?»
«Odiare preclude un legame e io non voglio averne,» confessai: «se ti odiassi, dovrei sprecare le mie forze per una persona che mi ha ferito e illuso, e questo sarebbe una perdita di tempo. Ciò che farò con te, Elias, e con tutti voi, è accettare ciò che stato fatto e sorvolare sulla vostra esistenza.»

Era il massimo che potessi dare.
Non un perdono, ma un'accettazione della realtà. Probabilmente, era già troppo, ed Elias lo sapeva bene.

«Se è questo ciò che vuoi, io sono con te.»
Annuii, convinta, e, così, Elias si alzò, capendo che quella conversazione stava giungendo ad un termine.
Prima di andarsene, però, si fermò ancora, tentennante sulla maniglia.

Lo osservai, confusa, aspettandomi una qualche parola, ma Elias restò zitto, tentennante nel suo corpo magro. Semplicemente, sembrava aver paura ad andarsene.

Ma, alla fine, lo fece comunque.
Io gli avevo chiesto questo.

-5

Ophelia | il cacciatore di stregheWhere stories live. Discover now