The Last Night

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"Hai mai pensato al motto di Hogwarts, Potter?" chiese Malfoy incuriosito, incrociando le braccia dietro la nuca e sdraiandosi all'indietro sugli spalti dell'arena.

Harry ridacchiò. "E perché avrei dovuto pensarci, Malfoy?"

"Hai ragione, perché avresti dovuto?" ripetè Malfoy, gli occhi spalancati che esprimevano tutto il loro biasimo. "Ha il mio nome al suo interno, dopotutto, non il tuo. Il mio, quello del tuo arci-nemico"

"Arci-nemico? Che stai - che stai dicendo?" Harry scoppiò a ridere. "Non lo sei mai stato, Malfoy"

"Oh, sono abbastanza certo che in qualche momento di questi sette anni ad Hogwarts tu sia arrivato a riferirti a me con questo appellativo" commentò lui sovrappensiero, prima di trasalire e tornare a dove la conversazione era iniziata. "Draco dormiens nunquam titillandus. Non stuzzicare il drago che dorme"

"Sai il latino?" chiese Harry stupito, voltandosi a guardarlo.

"So anche il francese, ma questo non è il punto" disse Malfoy con sarcasmo, lanciando una breve occhiata divertita ad Harry. "Il punto è -"

"Credo di non aver mai capito cosa significasse, a dirla tutta" fece Harry, alzando lo sguardo al cielo con aria indifferente.

"Interessante. Come mai questo non mi stupisce per niente?" Draco ridacchiò, mentre Harry sbuffava divertito. "Oh, già, perché hai letteralmente infranto quel codice ogni giorno che hai passato qui dentro"

"Be', io..." Harry esitò, voltando la testa per guardarlo, e vide che Draco già lo stava osservando con una smorfia ironica sul viso. Alzò gli occhi al cielo e lo colpí amichevolmente sul petto, mentre Malfoy scoppiava a ridere. "Oh, sta' zitto"

Il Serpeverde continuò a ridere, mentre Harry scendeva con agilità dagli spalti fino a scavalcare la balaustra che lo separava dal campo di Quidditch. Fece qualche passò sull'erba morbida, prima che Malfoy gli si materializzasse accanto.

Era lí che l'aveva trovato, meno di un'ora prima. Charlie se ne era andato, ed Harry non aveva avuto idea di cosa fare, di dove andare, chi cercare. Ma quando Draco era arrivato e aveva incontrato il suo sguardo, il suo senso di colpa era diventato più leggero da sopportare. E non serviva che Harry glielo dicesse a parole, perché lui aveva capito: Charlie se ne era andato, e non sarebbe tornato. Lo vedeva da come continuava a parlare senza star zitto un attimo, tirando fuori tutti gli argomenti che gli venivano in mente, come se tirarlo su al momento fosse la sua massima priorità. Perché non importava che cosa avesse detto la sera prima, o come si fossero lasciati. Harry lo sapeva, in fondo, anche se faticava ad abituarcisi: Malfoy, come lui, avrebbe fatto di tutto per proteggerlo. Però era bello, per una volta, sentire quella sensazione sulla propria pelle.

"Potter?" chiese Draco dopo qualche secondo, inclinando la testa di lato. Harry trasalí, poi si voltò per guardarlo. "Mi stai ascoltando?"

"Credo che tu sappia già la risposta" commentò con aria colpevole, riprendendo a camminare.

Sentí quasi senza vedere Malfoy roteare gli occhi, per poi fare qualche passo avanti e superarlo. "Forse dovresti farlo, comunque. Ho parlato con Smith"

Harry si fermò di colpo. "Che cosa?"

"Be', dovevo farlo" fece Draco, abbassando lo sguardo. Harry lo guardò con intensità, mentre la luce della Luna inondava lo sguardo chiaro di Malfoy. Esitò per qualche secondo. "Dovevo sapere"

"Com'è andata?" chiese Harry, facendo un passo avanti. "L'hai picchiato?"

"Ma che - certo che no, Potter. Gli ho offerto una tazza di tè con del Veritaserum, e lui ha confessato tutto. Forse nessuno te l'ha detto, ma tra le persone civili le cose si risolvono in un altro modo" ribattè con forza Draco, avvicinandosi ancora a lui.

Amortentia. ||Drarry ffWhere stories live. Discover now