The One With All The Crying In The Griffyndor Tower

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"Non c'era alcun bisogno di dirlo ad alta voce, Potter" fece Draco, abbassando gli occhi grigi. Harry aveva notato che era arrossito appena. "E gli altri effetti, quelli collaterali - che accomunano tutte le pozioni sbagliate - sono stati i peggiori: sonnolenza, stordimento totale o parziale, confusione, dolori diffusi o localizzati. Noi siamo svenuti entrambi" disse lentamente. "Ma in fondo non è questo il problema. Il fatto è - qualcuno ha alterato la pozione sul tuo libro. Voleva che noi... Be', si, quello che hai detto tu. E noi non abbiamo idea -"

"È stato Smith"

"Che cosa?" fece Draco, gli occhi grigi spalancati. "Ma che - che stai dicendo? La spia dei Mangiamorte ad Hogwarts era Astoria, pensavo che fosse chiaro"

E Harry si sarebbe ricordato per sempre di quel momento, perché era lì che aveva realizzato: quel sentimento che provava sempre intorno a Malfoy, quella voglia di averlo sempre più vicino, aveva un nome. "No è - Dio, avrei dovuto capirlo" fece Harry passandosi una mano tra i capelli. La sua schiena sbattè sul muro. Gli sembrava che ogni parola fosse dolorosa, che parlando stesse distruggendo tutto quello che aveva creduto in quei mesi. "Quando eravamo nel covo dei Mangiamorte io e Ron abbiamo trovato una specie di laboratorio di Pozioni. Pensavo che fosse un qualche esperimento, ma forse..." esitò qualche secondo. "Ron ha notato un libro. Ha detto di averne vista una copia identica nella stanza di Smith"

"Quel piccolo bastardo!" esclamò Draco, senza fiato.

Harry abbassò lo sguardo, senza sapere cosa dire. Seguí un silenzio denso di parole, in cui entrambi pensarono a cosa si erano detti. Draco non riusciva a guardarlo negli occhi, e Harry si sentí sopraffare da quel sentimento di stupore che provava. Era strano, pensò. Non avrebbe mai pensato che non avere più qualcosa che non aveva nemmeno pensato di volere gli avrebbe fatto così male.

"Allora, per tutti questi mesi" sentí la sua voce provenire da sé stesso, senza essersi reso conto di aver pronunciato quelle parole. Ma lo capí da Malfoy, quando rialzò lo sguardo. Avrebbe voluto chiederglielo, fargli quella domanda che tormentava entrambi - che rimaneva lì, tra le mura di Hogwarts. È stato tutto finto? "Quello che abbiamo fatto... Quello che c'è stato tra di noi, era -"

"Perché" fece Draco semplicemente. Si era rialzato, adesso, e si era avvicinato ad Harry. Mise una mano nelle tasca dei suoi pantaloni, esitando. "Cosa c'è stato, Potter?"

Harry si sentí morire il fiato in gola. C'è che ho sentito il tuo profumo nell'Amortentia, Malfoy. Che è la cosa più vera che io abbia mai provato in tanto tempo. "Ma questo non cambierà nulla, no?" chiese Harry, cercando di incrociare lo sguardo grigio del ragazzo. Sentí quanto disperato suonasse, e quanto nessuna delle parole che l'avrebbero convinto a restare stessero uscendo dalla sua bocca. "Malfoy" Harry gli si avvicinó, prendendogli una mano. Esitò. "Ti prego"

Draco sollevò gli occhi. Tutto nel suo tono di voce, nel suo sguardo, sembrava chiedere - quasi implorare - di essere rassicurato. E lui avrebbe potuto farlo, dirgli che tutto sarebbe andato bene. Che quello che provava per lui, qualunque cosa fosse, non poteva essere il risultato di una pozione sbagliata. Ma non riuscí, sopraffatto da quello che provava. Abbassò lo sguardo. "Potter, io non -"

"Ehi, Harry!" esclamò McLaggen, piombando nel corridoio. Draco allontanò all'istante la sua mano sa quella del Grifondoro, mentre McLaggen perdeva l'equilibrio scivolando in avanti. Harry lo afferrò per sostenerlo. Anche da lì Draco riusciva a sentire la puzza di alcool. "Cosa fai, non torni dentro? Andiamo, ti stanno tutti aspettando"

Harry esitò. Sembrava impietrito, senza sapere cosa fare: Cormac rideva, ma si fermò per lanciare un'occhiataccia a Malfoy.

"Devo andare, Potter" fece Draco, voltandosi. "Faresti meglio a tornare dentro"

Amortentia. ||Drarry ffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora